domenica 25 maggio 2008

Gli islamici del Salento? NON INVITATI


Gli islamici del Salento? NON INVITATI

I lava vetri e i venditori nei mercati di fede musulmana che fanno parte dell’Islam: del vicino oriente chiederò a loro!


di Antonio Bruno

Ieri pomeriggio sono arrivato alle 17 e 20 a Palazzo dei Celestini e ho preso parte ai lavori di “Ricostruzione di un Paese: Soldati italiani in Medio Oriente”.
Se volete sapere chi c’era lo vedete qui:

http://hermesnews.typepad.com/fondazione/
2008/05/soldati_italian.html

Salendo le scale di Palazzo dei Celestini mi è venuta in mente la manifestazione con corteo che facemmo nel 1973. Protestavamo perché non c’era riscaldamento e dopo il corteo fummo ricevuti dal Presidente della Provincia che ci assicurò l’arrivo immediato del gasolio da riscaldamento.
Ricordo che la mattina nel bus chiamato “BIS” che mi portava da San Cesario di Lecce alla mai dimenticata Via Duca degli Abruzzi, tra di noi che a 14 anni ci sentivamo già “ommo te ciappa” si scommetteva sulla protesta del giorno. Allora si protestava in continuazione e, se non si protestava per accadimenti scolastici, si manifestava per le solidarietà più disparate, anche per esprimere solidarietà postuma per la morte dell’insetto che aveva nel becco la rondine della poesia 10 agosto di Giovanni Pascoli :

…..
Ritornava una rondine al tetto:l'uccisero: cadde tra i spini;ella aveva nel becco un insetto:la cena dei suoi rondinini.
….

Ho percorso quei lunghi corridoi e sulla sedia all’ingresso decine di copie del Corriere della Sera e sempre così sino alla Sala Consiliare, giornali a non finire. Sono arrivato e ho ascoltato i nostri soldati! Io lo so che cosa significa fare il soldato, l’ho fatto in Artiglieria Pesante Campale. Un’esperienza di umanità e di cooperazione che non ha avuto precedenti nella mia vita. In 12 mesi ho percepito quella che sarebbe stata la mia carriera lavorativa procedendo via via nella maturazione in funzione dell’anzianità. I più vecchi che aiutano i più giovani! L’AZIONE è di un aiuto MASCHIO! Il risultato è stato di un’esperienza che mi porto caramente tutt’oggi.
Libano, Afghanistan e Iraq sono i luoghi della presenza dei nostri amici che hanno scelto la divisa.
Loro aiutano la popolazione e sono impegnati in progetti che hanno il finanziamento del governo e dei cittadini italiani, ma anche loro, come ad esempio i paracatudisti, si sono messi le mani in tasca e hanno fatto ambulatori a spese loro. Ma io che sono stato in caserma e che conosco il soldato meridionale (quasi tutti i soldati solo meridionali) non avevo dubbi!
Chi ha dovuto studiarsi la cosa è stata la Psicologa Annalisa Galardi che ha parlato della dissonanza cognitiva del Guerriero! Ma non dell’italiano! L’italiano meridionale resta una persona al di la del ruolo lavorativo e non ha alcun problema di dissonanza cognitiva.
Per spiegare: il guerriero che dovrebbe usare le armi che invece costruisce case, ponti e ospedali dovrebbe a detta della dottoressa Annalisa Galardi andare in tilt perché non fa appunto il guerriero che guerreggia e usa le armi! Forse andranno in tilt gli stranieri ma gli italiano meridionali ci sguazzano! Per citare Stanlio & Ollio “stanno come i piselli nel loro baccello”. Basta guardarsi intorno nel meridione per capire che ogni giorno ci troviamo a gestire la diversità a cui poi siamo chiamati quando andiamo a fare le missioni di pace.
Un’altra donna Maddalena Tulanti Vice Direttore del Corriere del Mezzogiorno interviene per dire candidamente che lei ha appreso cosa facessero i nostri soldati li, in quella conferenza e che, prima di allora, non aveva la minima idea di cosa fossero andati a fare i nostri soldati in medio oriente. Ogni commento è superfluo, stendo solo un velo pietoso!
La dottoressa Annalisa Galardi parlando dei nostri soldati ha dato un regalo a tutti noi, uno riguardo la definizione delle parole che sono importanti quando andiamo a comunicare con gli altri e che formano la lingua che è qualcosa di biologico perché ha una sua vita e non di logico. e la seconda chicca è quella di prendere in seria considerazione un nuovo tipo di logica che sostituisca la logica aristotelica dicotomica del “questo oppure questo” detta anche della doppia o “ o o “:

http://it.wikipedia.org/wiki/Logica_(Aristotele)

Questa nuova logica non esclude ma include ovvero è sintetizzabile in “sia questo che quest’altro” ovvero la logica della doppia e “ e e “.
Quando si è cominciato a parlare sul tema “La democrazia in Medio Oriente” è arrivato Marco Pannella. Per sapere chi c’era:

http://hermesnews.typepad.com/fondazione/
2008/05/medio_oriente.html

Non vedete il nome di Marco Pannella vero? Ma c’era e con lui sono arrivati i suoi amici che l’hanno salutato, gli hanno dato un pacchetto di Marlboro e una scatola di sigari toscanelli perché ho sentito che lui doveva chiedere se poteva fumare l’uno o l’altro. Capelli bianchi fluenti, occhiali a goccia come Mina negli anni 70 e camminata di persona che pensa, che elabora e che tenta di incidere sulla realtà.
Ma io non l’ho sentito si erano fatte le 20 e 30 e stavo li dalle 17 e 20.
Ho preso atto che si parlava dell’Islam senza che ci fosse Khaled Fouad Allam (Docente di Storia dell’Islam) e che c’erano in sala solo le bellissime Seyda Canepa (NTV News Channel - Turchia) e Yasemin Taskin (Corrispondente Sabah e ATV - Turchia) che non ho sentito parlare di Islam.
Hanno chiamato Stefano Polli (Caporedattore centrale Ansa) che ha detto in sintesi:
Nel vicino oriente il potere passa da padre in figlio;
Non c’è democrazia e le elezioni sono delle messe in scena;
Solo in Turchia c’è lo Stato laico imposto per legge e negli altri paesi c’è la applicazione del potere che deriva da Dio.
Polli però ha specificato che la stragrande maggioranza dell’Islam è fatto da uomini e donne moderati e che gli estremismi sono percentuali bassissime.
Poi quasi rispondendo ai militari ha specificato che l’Islam percepisce i militari come soldati e basta, senza tutto quell’indotto di cui si era diffusamente parlato prima. Polli ha pure detto che i militari non si possono sostituire alla politica che è la sola in grado di creare le condizioni per una cooperazione efficace tra il nostro popolo e il loro popolo.
Ho sentito Nicola Bux (Teologo) significare che il credente cattolico è indifferente rispetto a chi detiene il potere e che rispetta qualunque forma dello stesso. Condivido ciò che ha espresso Bux che deriva dal mettere in pratica nella mia vita il Vangelo e per meglio specificare io penso che siano solo affaracci nostri e che, una volta significati a chi non è credente e a chi, pur dichiarandosi credente, non tenta di mettere in pratica nella sua vita il Vangelo, devono tornare nel segreto delle nostre anime laddove stanno tuttora ( non ho capito perché uno che crede in Dio Creatore del Cielo e della Terra e di tutte le cose visibili e invisibili debba rendere conto del suo modo di vedere il potere politico!).
Poi come già detto si era fatto tardi e la mia curiosità sul vicino oriente, pur rimasta insoddisfatta, l’ho dovuta rinviare a incontri successivi. Con chi? Come con chi: con i grandi assenti gli Islamici! Sono all’angolo di ogni strada che fanno i lava vetri o nei mercati dove vendono le più svariate mercanzie. Del vicino oriente chiederò a loro! Non ho capito perché quelli della fondazione non li hanno invitati.


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