domenica 25 maggio 2008

"...dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori..."



"...dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori..."
"...dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori..." (Fabrizio de André e Enzo Jannacci)

Caro Gesù,
ieri mi sono posto delle domande circa il denaro e i beni materiali, la Tua parola di oggi risuona come una risposta. Questa risposta è rivolta sia a me che alla persona mia amica che ha scritto ciò che mi ha fatto riflettere tanto. Ho chiesto quello che pensava la gente che ho incontrato circa il danaro e il possesso dei beni materiali che spinge a agire in maniera da avere il possesso di quanto bramo. La brama di possesso si spinge persino a avere relazioni sessuali per danaro e lo sanno bene quelli che vendono il loro corpo in cambio di un corrispettivo economico.
Ma esiste anche un’altra forma, esiste un matrimonio di interesse che fa si che una persona sposi un’altra persona sena che quest’ultima sia amata e avendone in cambio l’agiatezza economica.
Io mi sono chiesto se sposerei una persona ricchissima? Mi sono dato una risposta che mi ha turbato. Se fosse la figlia di un professionista non, ma se fosse la figlia di un Capitalista proprietario di migliaia di ettari di terra che passerebbero in eredità ai miei figlio, oppure di un imprenditore capitano d’Industria noto, oppure di un politico potentissimo io sicuramente la sposerei.
Quindi dice bene la mia amica quando afferma:

“Ci sono donne che sopportano cose peggiori e sai a chi e a cosa mi riferisco. Io mi ritengo fortunata! Le considero il prezzo da pagare per disporre di un conto corrente senza fondo...quindi ben vengano le umiliazioni...c'è chi deve subirle nella povertà!”
“Non mi interessa...anche i conti correnti senza fondo hanno un prezzo” ;
“La maggior parte vive nel fondo ma non tutti hanno la fortuna di uscirne...io si...quindi per me sono solo invidiose!”

Ma se faccio mie le parole di Gesù, se mi rendo conto che tutto è un suo dono da condividere con tutti, se me ne distacco allora le cose cambiano e non mi metto nelle condizioni che mi portano a fare o dare qualsiasi cosa pur di avere il possesso dei beni materiali.
sia fatta la Tua volontà
antonio

Dalla Parola del giorno"Una cosa sola ti manca: va', vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi". Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, perché aveva molti beni.Come vivere questa Parola? Nel giovane ricco, che sembra un uomo non solo onesto ma abitato da nobili slanci spirituali, non è difficile che ci riconosciamo. Attenzione però! La Parola è come una cartina di tornasole. Ci aiuta a capire che in noi ci sono due livelli: quello del tuo "sé" profondo che è fame e sete di Dio, il bisogno esistenziale più vero; poi c'è il secondo livello della nostra vita esteriorizzata nel bisogno di sicurezze materiali. Si tratta di una vita, oggi, allineata con la congerie di tutti i bisogni fabbricati e indotti da questa società.. Urge fare chiarezza. Tutto è stato creato per noi da un Dio provvido e buono. Ma tutto ci è stato dato perché ce ne serviamo per quel tanto che ci serve per amare Dio e i fratelli. Amare Dio vuol dire riconoscere che qualsiasi ricchezza è dono e vuol dire lodarlo, ringraziarlo per ogni dono. Amare i fratelli vuol dire solidarizzare e condividere, imparare a non essere felici da soli.Qual è dunque il peccato e l'immediata tristezza che ne deriva? L'attaccamento, la brama di possesso. Non solo a questo punto me ne vado triste e schiavo di quello che credo sia dovuto a me solo, ma sostituisco a Dio l'idolo di ciò a cui sono "attaccato".Bisogna lasciarci giudicare dalla Parola di Dio che dice: "Ogni cupidigia è ido-latria" (Col 3,5) e "L'attaccamento alle ricchezze è la radice di tutti i mali" (1 Tm 6,10). Bisogna assolutamente essere "lucidi". L'attaccamento alle ricchezze, oggi, in cui noi occidentali tendiamo a essere ricchi sempre più ricchi, dentro un dissennato sistema economico, è quel "mammona d'iniquità" che provoca sempre più fame, indigenza e morte in tre quarti della popolazione mondiale. Più esplicita di così la Sacra Scrittura non può essere! Non capire è cecità. Capire è aprire gli occhi del cuore. Da cieco che eri diventi vedente.Proprio oggi, risulta dunque chiaro, in noi e attorno a noi, che la salvezza è possibile solo se anzitutto preghi, se stai unito con grande fiducia a Dio. "Perché tutto è possibile a Dio", e tutto il bene di cui sei richiesto di fare ti diventa possibile in forza di Lui. È Lui che ti orienta alla via giusta e rende operativa la tua fede nella pratica della carità. Il mio progetto-impegno di oggi dell'uso dei beni con cuore semplice e dunque distaccato e attento a solidarizzare e condividere, mi dà certamente pace e gioia: Parola di Gesù!Seduto in quiete contemplativa mi abbandonerò fiducioso, e ripeterò: Tu, Gesù, sei l'unico necessario "sei la mia vera ricchezza. Io mi fido di te".La voce di un un uomo di fede e di azioneCon tutto il denaro del mondo, non si fanno gli uomini, li si degrada; ma con persone che donano se stesse, si fa tutto, compreso il denaro, che allora non è più padrone ma servitore.Abbé Pierre

Dalla Parola del giornoPerciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere per un po' di tempo afflitti da varie prove.Come vivere questa Parola?Siamo ricolmi di gioia: perché? Il testo originale in greco, come pure la versione latina di san Girolamo, sono più chiari della traduzione italiana: infatti il "perciò" della Bibbia italica, in greco e in latino è "in essi", ovvero "negli ultimi tempi" di cui parla il v. 5. Se il cristiano può gioire, è grazie all'eredità eterna custodita per noi nei cieli e pronta per esserci donata alla fine dei tempi (cf vv.4-5). Il motivo della gioia insomma è quella "vita eterna" di cui chiede il giovane ricco nel vangelo odierno: alla tristezza con la quale quel giovane se ne va via si contrappone la gioia esplosiva con la quale Pietro inizia la sua lettera. La vita dei cristiani è proiettata in avanti, verso il futuro che li attende: la speranza è la causa della loro gioia. Questa vita sbilanciata in avanti, fa del presente un'esperienza di "rigenerazione" (v.3): generati una prima volta nella carne, nel ventre di nostra madre, questa esistenza terrena non è altro che una seconda lunga gestazione, il cui frutto sarà una seconda generazione, nel giorno della nostra morte, alla vita eterna. E allora le afflizioni del tempo presente acquistano un senso tutto nuovo: sono davvero solo come le doglie del parto (cf Gv 16,21).Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò il dono della speranza: che essa illumini di gioia il mio presente e di senso le eventuali mie sofferenze.La voce di una santa dei nostri giorniUna suora gioiosa è quella che dà di più. Una suora piena di gioia predica senza predicare.Madre Teresa di Calcutta

Dalla Parola del giornoSia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo: nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe.Come vivere questa Parola?La carta vincente del nostro essere cristiani è la certezza che, se Gesù è risorto, anche noi risorgeremo, eredi di una vita d'amore pienamente felice. Ma è una carta da giocare qui e ora: ogni giorno, ogni momento.Pietro spiega come possiamo essere persone vive di speranza: "Perché custoditi dalla potenza di Dio mediante la fede" (v.5).Credere dunque vitalmente operando la carità nel quotidiano vuol dire permettere all'onnipotenza di Dio di rigenerarmi. Rinasco davvero ogni giorno a prospettive di speranza viva pervasa di gioia, anche dentro prove che – lo so! – stanno già passando.Oggi rientrando spesso nel mio cuore abitato da Dio, "respirerò" quella speranza che dà ali al mio credere e gioia al mio impegno, talvolta faticoso, di amare.Posso verbalizzare parafrasando il Sl.26:"Spero in Te, Signore. Dammi forza e si rinfranchi il mio cuore. Spero in Te!"


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