sabato 28 febbraio 2009

Chi sono i buoni e chi i cattivi ?


Chi sono i buoni e chi i cattivi ?
di Antonio Bruno

---------------------------------

Cosa è bene e che cosa è male? Chi sono i buoni e chi i cattivi? Evandro Agazzi a Copertino in Provincia di Lecce afferma che bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.

---------------------------------

Sono arrivato un po’ in ritardo al Castello di Copertino e subito mi sono seduto nella sala grandissima e stracolma di studenti che ascoltava le parole sul genoma e sui pericoli insiti nella sua conoscenza di Lourdes Velazquez dell’Università Pontificia del Messico. Che poteva dire la professoressa se non mettere in guardia dai pericoli che possono nascere da una selezione del genoma e di un reclutamento in funzione di esso. Poi ha iniziato a parlare Evandro Agazzi Nato a Bergamo nel 1934 è stato ordinario di Filosofia della scienza all'Università di Genova dal 1979 e professore di Antropologia filosofica all'Università di Fribourg (Svizzera). Insegna attualmente Filosofia teoretica all'Università di Genova.Mi è piaciuto quando ha detto che siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Escludendo il nostro piccolo orticello, di cui possiamo dirci specialisti, per tutto il resto siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Ecco perché ci vogliono le iniziative che mettono in contatto l’elaborazione scientifica con tutti.
Il Professore afferma che c’è stata più divulgazione al castello di Copertino che negli Istituti Universitari e poi rivela un dato che è squisitamente antropologico: “In Italia si muore più di invidia che di cancro!”.
Ma passiamo alla definizione di Bioetica ovvero BIOS che significa VITA ed ETICA che significa MORALE per meglio dire la problematizzazione morale delle Scienze della Vita e le loro implicazioni. Tutto questo includendo il complesso delle scienze che prende il nome di “MEDICINA”.
MA CHE BISOGNO C’E’ DELL’ETICA? Siccome ci sono tanti interventi del clero, dei preti, uno si potrebbe chiedere se sia proprio necessario.
Lo sapete che si diceva che la scienza e la tecnologia sono buone cose così come sono buoni gli scienziati e i tecnici e che i cattivi sono i politici, gli industriali e i militari per il cattivo uso che fanno della scienza.
Lo dice Mario Bunge che scienza e tecnologia sono innocenti e che dobbiamo prendercela con i politici, i militari e gli industriali che ne fanno cattivo uso.
Ma secondo Evandro Agazzi non è così! Scienza e tecnologia non sono solo conoscenza ma anche azione e quando c’è l’azione ci sono implicazioni morali.
Ma ha senso un giudizio morale? Non esiste nessuna azione umana che non abbia un implicazione morale (buona o cattiva).
La progressione è la seguente: prima vi è l’intenzione, quindi c’è la norma e infine le azioni. C’è un esempio quello delle cellule staminali. Sono cellule che possono trasformarsi in qualunque cellula di un tessuto (possono diventare cellule del cuore o del cervello o dello stomaco ecc.) e che stanno negli ovuli fecondati e nei cordoni ombelicali. Per poterle usare si dovrebbero uccidere gli ovuli soprannumerari rivenienti dalla fecondazione assistita. Il problema allora diventa morale. Sia quelli che vogliono ammazzare gli ovuli che quelli che non vogliono farlo giustificano ciò che sostengono con argomenti morali.
Se vediamo le applicazioni della scienza o della tecnologia sono azioni e, in quanto tali, danno luogo a giudizi morali.
C’è un problema morale.
Ma si chiede Evandro Agazzi perché per le scienze bisogna avere un ramo specifico che si chiama bioetica?
Maurizio Mori sostiene che è necessario un ramo specifico perché tutto gira sul PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA E NON SUL PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA.
In sintesi secondo Maurizio Mori ciò che va contro la qualità della vita va evitato e se la qualità non è buona la vita va soppressa.
Allora ci sono più principi! E quali sono?
1- PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA
2- PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA (è una qualità della vita accettabile?)
3- PRINCIPIO DELLA LIBERA SCELTA (Etica Kantiana) LA SCELTA CHE CIASCUN INDIVIDUO FORMA ALL’INTERNO DELLA SUA COSCIENZA.
Quindi non serve alcuna BIOETICA ma è necessario prendere atto che per lo sviluppo straordinariamente rapido delle scienze e della tecnologia viviamo in successione vertiginosa situazioni inedite a cui è necessario dare un giudizio morale.
Le domande sono:
COS’E’ LA MORTE? QUANDO HA SMESSO DI VIVERE?
1- CESSAZIONE ATTIVITA’ RESPIRATORIA
2- “ “ “ “ CARDIACA
3- “ “ “ “ CEREBRALE
Quando? Quando c’è la MORTE CLINICA?
Dove c’è la scelta c’è una responsabilità morale.
C’è bisogno di DINAMICIZZARE una RIFLESSIONE MORALE, RELIGIOSA E GIURIDICA perché non si possono lasciare a se tesse le scelte sempre più accelerate degli scienziati e dei tecnici.
Infine bisogna rendersi conto che noi uomini VIVIAMO IN UN SITEMA ARTIFICIALE, NULLA E’ NATURALE.
INTERVENIAMO A MODIFICARE LA NATURA ANCHE QUANDO CI CURIAMO DA UNA INFEZIONE BATTERICA!
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LE INFRASTRUTTURE.
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE ANTROPOLOGICA ARTIFICIALE.
Siccome è tutto artificiale ci dobbiamo porre se ciò che andiamo a modificare è bene oppure è male. Bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.

venerdì 27 febbraio 2009

Roberto Maroni il Ministro che spiega il bene comune: tutti vogliamo e dobbiamo VIVERE.


Roberto Maroni il Ministro che spiega il bene comune: tutti vogliamo e dobbiamo VIVERE.
di Antonio Bruno
------------------------------
Il Ministro Roberto Maroni a Lecce spiega le ragioni dell’identità geografica e dei Movimenti che affermano di operare per rendere più bella e accogliente la terra natia.
------------------------------


Per il ciclo Sfide culturali e politiche del Sottosegretario agli Interni On.le Alfredo Mantovano ieri alle 19 e 30 a Lecce nel salone delle feste dell’Hotel President un folto pubblico ha ascoltato le risposte del Ministro dell’Interno Roberto Maroni alle domande del Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino sul tema : Lega Nord, la sfida della geo-identità.
La mia famiglia è vissuta a San Cesario di Lecce. L’identità della mia famiglia è legata a questo posto sperduto nell’Universo al punto che io, essendomene allontanato per qualche anno emigrando nella vicina Cavallino, sono stato immensamente felice quando, circa dieci anni fa, ho fatto ritorno in questo posto geografico. Ecco cos’è la geo – identità! L’hanno detto in tempi non sospetti che “Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia..” (EURIPIDE) e se tu che mi leggi provi a immaginarti lontano dal posto in cui sei nato puoi capire il punto di vista dell’identità geografica e a maggior ragione lo puoi capire tu che sei lontano dalla terra in cui sei nato per motivi di lavoro e cerchi legami anche attraverso i motori di ricerca di internet dove digiti il nome della tua città natale.
Il successo della Lega Nord è appunto quello di aver federato movimenti di territori diversi per affermare l’autonomia e l’identità della gente che abita nel territorio. Siccome la federazione ha limitato il suo ambito al NORD Italia per completare il quadro potrebbe aderire a una federazione nazionale composta anche dai Movimenti del Sud così come è avvenuto con quello della Sicilia e con il Partito Sardo d’Azionee a una federazione Mondiale che potrebbe includere tutti i Movimenti del Mondo: più globalizzata di così!
Tutti noi siamo legati alla nostra terra ecco perché il Ministro Maroni afferma che il FEDERALISMO conviene a tutti. Conviene al Mondo Intero!
Tutto molto chiaro al punto che il Ministro Maroni stimolato dalle domande del Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino ha affermato che il FEDERALISMO porta avanti due principi:
1- IL PRINCIPIO DELLA RESPONSDABILITA’ che consente una maggiore efficienza dei rappresentati nelle amministrazioni che appunto hanno la responsabilità di dover spendere bene i soldi;
2- IL PRINCIPIO DELLA SUSSIDUIARIETA’ che consente agli amministratori del territorio di poter intervenire direttamente per risolvere i problemi che ci sono nel territorio senza delegare tutto a un autorità lontana e ignara delle effettive esigenze di quei cittadini.
In definitiva il Ministrò Maroni afferma che attraverso i provvedimenti del governo avremo più risorse per il Sud che saranno spese meglio. Poi a conferma delle sue affermazioni dichiara che le regioni del sud hanno finanziamenti per 100 MILIARDI DI EURO che sono davvero tanti. Questa enorme quantità di capitali sfida la capacità di spesa delle nostre regioni. Il Ministro Maroni incita i presenti a presentare progetti perché molte volte i soldi ci sono ma non si sa come spenderli ma l’importante è che i soldi siano spesi bene e per il bene comune.
Ricorda che la soluzione del federalismo permette a chi corre di continuare a correre senza dover inciampare nell’ostacolo di chi non ha alcuna intenzione di aderire a soluzioni veloci.
Il Ministro Maroni cita la Spagna che ora è federale, la Germania e la Svizzera. E poi parla anche del Regno Unito laddove la Scozia può riunire il proprio Parlamento e ridurre le tasse del governo.
Il Direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Carlo Bollino stimola il Ministro sul tema degli immigrati e subito il Ministro rivela l’atteggiamento dei Ministri dell’Interno della Unione Europea che quando sono stati da lui interessati a essere disponibili a integrare gli immigrati che sbarcano in Italia lo hanno liquidato con un “sono problemi dell’Italia!”.
Ma non è così! Geograficamente il nostro paese è un ponte verso l’altra riva del Mediterraneo e le persone da sempre l’hanno percorso per poi giungere nei paesi dell’Europa.
La Puglia e in particolare la Provincia di Lecce ha sempre avuto l’attitudine dell’accoglienza e ha fatto molto di più di quanto lo Stato abbia chiesto. Tale atteggiamento dovrebbe essere imitato da tutti e soprattutto dagli altri paesi dell’Unione Europea.
Ha un problema il Ministro che è collegato con una certezza da parte delle persone che arrivano da lontano collegato dall’assenza di provvedimenti che allontanino le stesse se non sono in regola.
Il Ministro rivela che la maggior parte degli arrivi di immigrati, ovvero il 95% , avviene perché la Libia lo consente. Tunisia, Algeria ed Egitto invece non hanno permesso questi passaggi per l’Italia.
Il Ministro Maroni vuole applicare alla Libia la stessa ricetta che ha funzionato in Albania e cioè l’Italia addestrerà la polizia libica, le imprese italiane andranno in Libia per favorire lo sviluppo e ci sarà un più puntuale controllo delle coste.
Non pensa che siano maturi i tempi per accettare la Turchia nella Unione Europea e dice che ci sono già 27 Paesi con 25 lingue in questa Unione Europea molto simile per il Ministro Maroni ad una novella Torre di babele.
Per le intercettazioni telefoniche il Ministro propone multe agli editori e circa il Movimento della Senatrice Adriana Poli Bortone afferma di non sapere cosa sia.
Infine parla delle ronde e del bisogno di sicurezza affermando che c’è questa esigenza dei cittadini che ha necessità di essere interpretata ma che non deve dare assolutamente luogo a fenomeni di esclusione o di prevaricazione nei riguardi delle persone venute da lontano.
Infine il Ministro Maroni afferma la necessità dell’Istituzione Provincia che va rafforzata nei compiti e nelle funzioni e annuncia che al prossimo Consiglio dei Ministri porterà il Codice delle Autonomie dove sarà specificato ciò che deve fare il Comune, la Provincia e la Regione.
Roberto Maroni: un uomo semplice, modesto e disponibile che ha fatto della collaborazione nel rispetto delle diversità la sua regola. Dovremmo prendere esempio da Roberto Maroni anche quando moduliamo i nostri rapporti con gli altri. Dovremmo capire che gli altri hanno un identità diversa dalla nostra, gli altri abitano un luogo che è diverso dal nostro ma gli altri, ovunque siano, hanno a cuore la propria vita e quella dei loro figli proprio come noi e sanno che non può essere garantita senza l’integrazione e il rispetto tra tutti noi, diversi uno dall’altro, ma uguali perché tutti vogliamo e dobbiamo VIVERE.

mercoledì 25 febbraio 2009

Suggestioni da Giusy Ferreri


Suggestioni da Giusy Ferreri
di Antonio Bruno

Può una canzone ispirare una pagina bianca che si scrive da sola? E se questa canzone l’ha scritta un uomo buono come Mino Reitano può essere contaminata da una ridondante pagina intrisa di parole che avrebbero l’ambizione di germinare e non di essere solo una descrizione?
Una donna nera e bassa insieme a una donna altissima che cantano l’amore.
Non so se il cuore ce la fa….
Chi di voi non ha mai dovuto lasciare una donna o un uomo nonostante il cuore fosse li a soffrire, nonostante ogni cellula del corpo gridasse il desiderio per lei o per lui forse potrà attraverso queste povere parole provare queste emozioni potenti come l’energia nucleare.
Certo le mie mani ti vorranno ancora …..ma ci sarà chi me le tiene….
Andarmene lontano per amore, lasciarti libera per amor tuo e essere consapevole che nonostante il mio essere totalmente tuo, per sempre il mio amore non può che esprimersi lasciandoti, allontanandomi e sperando che…..non so se il cuore ce la fa
Poi passiamo a qualcosa che ci ricongiunge come per magia. Solo che immagino di stare con te questa sera. Lo so e basta che starei meglio con te e sono in compagnia della nostalgia di un amore lontano ma che il tempo non riesce a cancellare e la certezza che la memoria di questo evento è presente in ogni istante e che ogni istante è vivo, è realtà e non ha a che fare nulla con il ricordo. Percepisco la tua assenza! Pulsa! La tua assenza mi devasta!
Per l’eternità un sentimento che resiste a qualunque accadimento.
Io e te siamo stati insieme e quello che c’è tra noi c’è stato anche prima che io e te stessimo insieme. Riesci a pensare a te senza di me? Provaci! Prova a pensare alla tua vita prima di incontrare me, prima di sapere della mia esistenza. Riesci a pensarti senza di me?
Sei mai riuscita a dirmi di no? Il pugno nello stomaco che senti quando mi vedi l’hai cancellato? Il tuo corpo lo senti vibrare all’unisono con il mio quando io sono nei pressi di te?
Queste domande sono quelle che ti dicono che è per sempre nonostante tu abbia fatto di tutto per cancellare tutto, nonostante tu abbia infangato e strappato ogni cosa ti collegasse a quei momenti, a quegli istanti eterni che contano di più e che sono quasi gli unici nonostante tutta la vita la passi con altri che ti sono affianco da sempre ma che tu sai benissimo che è come non ci fossero mai stati né ci sono adesso anche se stanno li accanto a te.
Io in te prima, adesso e per l’eternità, solo io e te….per sempre

domenica 22 febbraio 2009

E la chiamano BOLLA! Abbiamo un debito 15 volte quello che produce tutto il mondo

E la chiamano BOLLA! Abbiamo un debito 15 volte quello che produce tutto il mondo
di Antonio Bruno
-----------------------------------
A Lecce Enrico Cisnetto e Mario Sechi per parlare della crisi economica e finanziaria e tentare di individuare delle risposte adeguate.
-----------------------------------
Ad accogliermi c’è l’amico e collega professionista Vincenzo Pitotti, molto mi lega a lui e quello che di più mi mette in sintonia è la comune ansia di imitare Gesù dei cui risultati (almeno dei miei) preferisco non scrivere stendendo un velo pietoso.
“Non ti ho visto Sabato scorso alla conferenza avente per tema: Benedetto XVI, la sfida della verità per l’ uomo” tenuta da Luigi Negri Vescovo di San Marino Montefeltro” mi dice meravigliato e io lo ringrazio e mi scuso con lui ma ero in ritiro spirituale e non avendo il dono dell’ubiquità ho preferito questo importante passaggio del mio cammino spirituale. Vincenzo mi sorride con la sua cordialità di sempre e dice che non mi devo preoccupare lo fa perché io gli avevo rappresentato le mie scuse in quanto non avevo nemmeno avvisato della mia impossibilità di prendere parte all’incontro non ricambiando la squisita cortesia di ricevere sempre la telefonata per l’invito.
Stavolta c’è, nella splendida cornice del Hotel President al primo piano, la presenza di Enrico Cisnetto http://www.enricocisnetto.it/Default.aspx e di Mario Sechi http://www.mariosechi.net/ che parlano di "Economia e finanza, la sfida di un ritorno alla realtà" convegno inserito nel ciclo Sfide culturali e politiche del Sottosegretario agli Interni On.le Alfredo Mantovano.

Il denaro va e viene, si muove nello spazio e nel tempo ha messo in moto delle persone che hanno visto come rendere massima la soddisfazione di chi lo possiede. La materia che si occupa di questo è la finanza che è la disciplina che studia processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni, e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo.

Essendo definita l'economia come "la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione", la finanza, analogamente, è "quella scienza che studia le modalità di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione"".

Tutti sappiamo che c’è la crisi. Tale crisi è stata prima Finanziaria e poi è divenuta economica. La prima considerazione di Enrico Cisnetto è un tentativo di spiegare, a noi che lo ascoltavamo, la causa o le cause della crisi. E lo fa semplicemente dicendo che è stato un eccesso di debito a causare la crisi. Lo spiega rivelando che negli ultimi vent’anni c’è stata una crescita economica mai accaduta nella storia dell’umanità e aggiungendo che tale crescita miracolosa è stata sostenuta dal debito.
Un po’ come dire che io a casa mia compro una Ferrari, una villa a Cortina e una a Porto Cervo poi ristrutturo il mio appartamento mettendo pavimenti fatti di Marmo di Carrara e rubinetteria in oro massiccio, lampadari con pendenti di diamanti e arredamento del settecento il tutto indebitandomi con le banche.
Insomma la mia famiglia vive un momento di splendore grazie alla mia capacità di farmi prestare soldi da banche che ritengono io sia affidabile in quanto restituirò quanto mi è stato prestato. Poi però io non restituisco i soldi ed ecco che la banca fallisce.
Ma tu mi dirai che solo uno stupido da soldi a chi non è in grado di onorare i suoi impegni. No! Ci sono i furbetti del quartierino che proprio per questo non risultano stupidi. Negli USA tutto questo dare denaro a tutti era sostenuto dall’aumento del valore dei beni immobili, specificamente nell’aumento di valore delle case. Ma quando il mercato immobiliare è crollato ecco che sono crollati anche quelli che avevano finanziato questo mercato. Liman Bravers è stata l’inizio dell’apparire di tutto questo.
In soldoni le Banche hanno prestato 3 Trilioni di Euro in più del denaro che avevano raccolto e questo ha generato l’effetto leva.
Si continua parlando dell’Italia, del 110% del Prodotto interno lordo necessario a pagare il debito del nostro paese. Potremmo cancellare tutto il debito e tornare al baratto ma ciò è impossibile perché non si può fermare la globalizzazione.
Cisnetto conclude affermando che come è evidente per sanare bisognerebbe ridurre il debito che invece aumenta.
Un uomo orgoglioso e combattivo armato di tutto punto appare nel dibattito, si chiama Mario Sechi e definisce l’analisi di Cisnetto “FREDDA”.
Debito eccessivo nelle famiglie (ma in quelle USA); nelle Banche, nelle Imprese e negli Stati. Sechi afferma che sopra a tutto questo c’è l’uomo e infila una serie di argomentazioni che stigmatizzano una crisi morale che nemmeno il G7 chiuso da poco ha affrontato in termini risolutivi.
Un divertito Cisnetto replica affermando che attribuire al debito morale la responsabilità è fuorviante poiché anche se mettessimo in galera tutti quelli che hanno contribuito a creare questo caos non risolveremmo il problema. Per farsi capire meglio cita la crisi della I Repubblica per tangentopoli e afferma che sarebbe come se affermassimo che il crollo di quel sistema fosse il frutto dell’azione di qualche mariuolo o briccone.
Quello che manca nel globo oggi è la fiducia. La fiducia è la materia più rara.
Ed eccoli qui che arrivano alle alleanze. Conviene all’Italia di oggi, Provincia dell’Impero Americano, continuare ad essere alleata degli USA?
Capperi! Come dire quello che accadeva alle famiglie dei nobili decaduti: la figlia sposa il ricco e rozzo borghese con i soldi e tutta la famiglia risorge!
E’ proprio vero “Mondo era e Mondo è” come diceva la mamma di una mia vecchia amica quando parlava di sua figlia che “Aveva girato il culo all’altare con il braccio appoggiato a un arricchito e così aveva salvato tutti i debiti accumulati da un padre stolto, confuso e donnaiolo !”.
E’ Sechi che si avventura a spiegarci che siamo a una seconda fase e ci chiarisce che tutto accade come nel film “Accadde in settembre” (1950) il film di William Dieterle con Joseph Cotten, Joan Fontaine, Françoise Rosay, Robert Arthur. Accadde in settembre la prima fase quella dell’11 settembre 2001 con le Torri gemelle. E’ scoppiata la IV Guerra Mondiale la guerra al Terrorismo (la III Guerra mondiale finita è la Guerra fredda) e “Accadde in settembre” il 15 settembre 2008 il fallimento della Liman Bravers per decisione del Presidente USA Bush che aveva una strategia rispetto alla crisi finanziaria delle Banche caso per caso.
Sechi parla di Verne e delle profezie che si auto avverano e cita dei libri che annunciano la guerra civile Americana e dalla letteratura emerge l’immagine di un picco della crisi americana.
Sechi sostiene che gli USA non mettono soldi in Italia da anni, non ci sono investimenti USA in Italia e che noi abbiamo un rapporto preferenziale con la Russia infatti le infrastrutture per l’elettricità russa le fa l’Enel e l’Eni commercia il gas russo e libico insomma il dilemma geopolitico dell’Italia è se allearsi con gli USA oppure con la Russia guardando all’Asia.
Interviene Cisnetto che ribadisce l’errore che si è fatto nel non comprendere il processo della globalizzazione della finanza ovvero della sua elevata velocità di integrazione.
Parlare di potere politico italiano equivale a dire che si ha potere nei confini della penisola italiana. Siccome la finanza non ha confini il potere politico italiano non ha alcun potere sulla finanza che è globale. Manca il potere dell’Italia e manca quello dell’Europa perché la moneta unica è una risposta illusoria non ha senso che si sia fatta prima la moneta senza lo stato unico. Una moneta unica avrebbe senso solo all’interno di uno stato unico.
Alla dimensione globale della finanza non è corrisposta una dimensione globale della politica. Tutti gli organismi che ci sono dal G7 in poi sono inadeguati ad affrontare la crisi.
Ci dovrebbe essere una risposta globale che non c’è, e che vanifica qualunque intervento tanto che la borsa crolla sempre più nonostante gli interventi dei singoli stati.
Eppure l’Asia è il perno per lo sviluppo successivo e per questo motivo il Muro che abbiamo alzato alla Cina è un gravissimo errore.
Se vogliamo affrontare il tema del terrorismo dobbiamo convenire che è messo in atto per scopi economici.
Vi sono stati sin’ora due tentativi falliti il primo è quello dell’11 settembre, l’attentato alle Torri gemelle, che aveva lo scopo di causare il crollo dell’economia invece nel 3° Trimestre 2001 l’economia americana è aumentata del 2,3% e nel 1° Trimestre 2002 ha realizzato un aumento del 7,9%.
Il secondo tentativo è stato il 28 novembre 2008 la strage a Mumbai in India con 125 morti. In questo ultimo caso il ragionamento dell’architetto del terrorismo è stato più o meno questo: “Chi tiene a galla l’economia mondiale è l’Asia e in questo continente l’India è il Paese più confuso”. Ma anche dopo questo tentativo non si sono visti effetti devastanti sull’economia.
Per le alleanze non bisogna sottovalutare la forza militare e in funzione di questa è piuttosto improbabile potersi staccare dagli USA. Quindi Enrico Cisnetto propone di stare con gli USA e con l’Asia.
Se torniamo alla crisi dobbiamo tenere conto di questa cronologia:
Estate 2007 – Crisi dei Mutui e del Mercato immobiliare poi contagio del Mercato Finanziario e derivati ovvero la cosiddetta Finanza Sintetica.
2008 – Conseguente Crisi e recessione – Prima in Italia e Giappone
2009 – Tutto il Mondo in recessione
IL FENOMENO RECESSIVO è LA CRISI DELL’ECONOMIA PRODUTTIVA CHE CREA CRISI NEL MERCATO FINANZIARIO.
Più gli Stati sono piccoli e più risentono della crisi.
Il problema dell’Italia è che affronta una recessione già da 15 anni e questi anni sono definiti da Enrico Cisnetto il declino dell’Italia. Il declino presuppone che ci siano dei problemi strutturali che vanno affrontati.
L’Italia in questi 15 anni ha 15 punti in meno del PIL dell’Europa e 35 in meno rispetto agli USA. Per Enrico Cisnetto questo fatto ha un nome che è appunto DECLINO.
Cosa fare per fermare il DECLINO DELL’ITALIA?
Secondo Enrico Cisnetto la risposta deve essere pubblica. Una delle risposte sarebbe di fare debito pubblico. In Italia non è possibile perché siamo già fortemente indebitati il mercato non sottoscriverebbe i titoli di Stato e si andrebbe verso il fallimento.
Enrico Cisnetto prosegue con il dire che la disoccupazione è già aumentata e che la situazione peggiorerà. E allora ecco che Enrico Cisnetto propone la sua CURA:
Come trovare 200 MILIARDI DI EURO?
Il Giappone ha tirato fuori prima 600 MILIARDI DI EURO e poi ne vuole mettere fuori altri 170 MILIARDI DI EURO!
E noi italiani come possiamo mettere in gioco i soldi senza fare debito?
AUMENRTO SECCO DELL’ETA’ PENSIONABILE;
METTERE MANO ALLA SANITA’ POICHE’ IL 50% DELLA SPESA PUBBLICA FUORI CONTROLLO E’ RAPPRESENTATA DALLA SANITA’ E PER FARE QUESTO CENTRALIZZARE ALLO STATO TOGLIEDOLA ALLE REGIONI;
ABOLIRE LE PROVINCE;
DIMEZZARE I COMUNI;
DIMEZZARE LE REGIONI;
ABOLIRE LE COMUNITA’ MONTANE E GLI ORGANISMI TERRITORIALI;
VALORIZZARE IL PATRIMONIO PUBBLICO;
SICCOME GLI IMPRENDITORI SONO INADEGUATI MODERNIZZARLI;
Mario Sechi afferma che quanto affermato da Enrico Cisnetto mette in discussione 50 anni della Vita Italiana.
Enrico Cisnetto risponde che sta scrivendo un libro per Mondadori che ha come titolo “ORA O MAI PIU’”
Mario Sechi liquida le affermazioni di Enrico Cisnetto definendole “Libro dei Sogni”. Non accetta la teoria del declino. Cita Berlusconi che i media dipingono in modo catastrofico e che i cittadinI invece premiano con il 55 – 56% dei consensi. Poi passa alle famiglie Italiane dicendo che non hanno debiti! Dice che l’Italia ha un grande patrimonio privato e che le famiglie italiane sono ricche. Inoltre siccome una parte dei cittadini lavorano per lo Stato e questo non chiude non c’è il rischio di una povertà di tutti.
Il problema secondo Mario Sechi sono le imprese che non fanno innovazione. La Fiat e i grossi chiedono aiuti e che cosa danno le imprese in cambio allo Stato?
La Fiat ha fatto un grosso accordo di internazionalizzazione con la Chrysler e alla casa automobilistica torinese è andato il 35% di quella americana. Ed eccolo qui Mario Sechi che strappa gli applausi dicendo che è ora di finirla con le imprese che prendono i soldi pubblici per fare i capannoni nel deserto che chiudono dopo un anno. Continua dicendo che Berlusconi ha affermato che gli industriali fanno troppe ferie e che questi ultimi, invece di ridursi le loro, dicono che vogliono ridurre le ferie dei lavoratori.
Definisce gli imprenditori CLASSE PRENDITORIALE nel senso che stanno li solo per prendere in una infinita ingordigia.
Inoltre Mario Sechi denuncia il fatto che in Italia ci sono due pesi e due misure le grosse imprese prendono tutto e ai piccoli non va nulla e qui ancora applausi!
Poi parla delle Imprese Bancarie che hanno dato l’ordine di stringere i rubinetti, di non fare più credito alle piccole e medie imprese.
Mario Sechi ama l’Italia, ne è innamorato e come tutti gli innamorati comincia a tesserne le lodi DELL’AMATA. Dice che siamo un grande Paese non come l’Inghilterra che ha nazionalizzato due banche né come la Francia che ha bruciato i titoli Renault, né come la Spagna che paga le sue furberie. Ricorda che noi eravamo i leader nelle invenzioni e nei brevetti. C’è bisogno di buona educazione ed ecco che Mario Sechi parte all’attacco della Scuola e dell’Università Italiana e le liquida così: alle medie distruggono i ragazzi, alle superiori li rendono dei teppisti e all’Università li addestrano a tirare pietre al Papa.
Basta con i piagnoni, Sechi afferma che si deve ritrovare l’orgoglio di essere italiano.
Poi parla della BOLLA FINANZIARIA MONDIALE ovvero della quantità di debito del mondo. Ebbene il debito del MONDO ammonta a 15 volte LA PRODUZIONE LORDA DI TUTTO IL MONDO!
Noi rispondiamo avendo un dirigente ogni 8 impiegati!
E’ seguito un dibattito ma per dirla tutta la sintesi è venuta da UN ANZIANO SIGNORE CON L’IMPERMIABILE DEL TENENTE SHERIDAN (Il tenente Sheridan - correttamente: Ezechiele "Ezzy" Sheridan - è un personaggio di finzione televisivo interpretato dall'attore Ubaldo Lay e ideato dagli sceneggiatori Mario Casacci, Alberto Ciambricco e Giuseppe Aldo Rossi. È stato protagonista di diverse serie televisive di produzione italiana messe in onda dall'allora Programma Nazionale RAI in tre stagioni, fra il 1959 ed il 1961, nella serie Giallo Club. Invito al poliziesco e successivamente, a metà degli anni sessanta, nella serie Sheridan, squadra omicidi e in altre miniserie.)
Ebbene il tenente Sheridan ha chiesto a Enrico Cisnetto e Mario Sechi come salvare i risparmi e la risposta è stata di comprare la Terra o l’oro ma anche qualche titolo di Stato.
Non mi sento di dire che le soluzioni proposte o le levate di scudi di orgoglio nazionale siano merce di scarto. Affermo però che mi sembrano inadeguate proprio come è sembrata inadeguata la risposta al nostro sosia del tenente Sheridan.
A una crisi mondiale si risponde con un governo globale che però deve affrontare il vero problema. E’ come se lo vedessi l’attempato signore con l’impermeabile del Tenente Sheridan che si volta e mi osserva con uno sguardo interrogativo.
Mi alzo per lui, per Enrico Cisnetto e Mario Sechi e per te che mi leggi per dirti che 1 miliardo di persone umane consumano l’80% delle risorse del pianeta (e noi italiani siamo tra questi) ai restanti 5 miliardi di persone umane resta il 20% delle risorse del pianeta!
Nel Mediterraneo ci sarà una riduzione del 50% della produzione di cereali (dati del CMCC di Lecce http://www.cmcc.it/web/public/home guidato dal Prof. Navarra). Sulle sponde del Mediterraneo si prepara l’invasione di persone umane affamate e allora vedremo che farà il Tenente Sheridan! Ma magari lui non ci sarà più!

sabato 21 febbraio 2009

Ci sono i contenitori e i contenuti ma mancano i narratori


Ci sono i contenitori e i contenuti ma mancano i narratori
di Antonio Bruno

Ieri mattina Sabato 21 febbraio 2009 presso l’auditorium del Museo Provinciale di Lecce “Sigismondo Castromediano” in Viale Gallipoli arrivo e vedo una cinquantina di ragazzi tra i 14 e i 19 anni stazionare in quello che fu il “Collegio Argento” gestito dai gesuiti in cui per decenni si formarono i rampolli delle famiglie nobili e borghesi della Provincia di Lecce e di tutto il Salento che salendo nell’odierna Provincia di Taranto arrivava alla Provincia di Matera.
Io ero li con un amico e con lui siamo saliti fino all’auditorium dove l’ Ing. Giuseppe Russo ci racconta la sua storia collegata a quella di Eluana Englaro.
La sera della morte di Eluana il Dirigente del Fermi Ing. Giuseppe Russo era davanti al suo computer con l’intenzione di lavorare per un ora.
Le notizie che giungevano dalla TV e le trasmissioni di quella sera lo hanno tenuto sveglio sino all’una di notte.
L’ Ing. Giuseppe Russo la mattina dopo ha scritto qualcosa e, siccome gli sembrò che ciò che era accaduto non poteva restare una morte e basta, ne ricavò una Circolare che mandò a tutte le classi. Gli studenti dell’ Istituto Tecnico Industriale "E. Fermi" di Lecce sono 1.500 e tutti hanno ascoltato le parole dell’Ing. Giuseppe Russo. Le hanno ascoltate anche le centinaia di docenti che guidano quella folla di ragazzi.
Da quelle parole è venuto fuori un dibattito e da quel dibattito una tavola rotonda che si è svolta appunto ieri.
Sulla efficacia degli interventi degli esperti che hanno dibattuto non scrivo nulla. Dovrebbero essere i giovani dai 14 ai 19 anni presenti a dover dire la propria opinione.
Io sono convinto che l’esempio del Dirigente scolastico Russo è da seguire perché la Scuola rappresenta una risorsa preziosa per il nostro territorio.
La realtà deve essere osservata e raccontata da chi ha gli strumenti per poterlo fare. Oggi la narrazione viene affidata alla fredda scatola della TV omettendo quel passaparola che ha caratterizzato per millenni la comunicazione tra le persone umane permettendo alle notizie di circolare nel Mondo.
Io stesso cerco di aderire a questa emergenza narrativa raccontando gli eventi cui prendo parte. La mia narrazione è poi messa a disposizioni di te che mi leggi e che a tua volta avrai osservato il mio osservare e potrai porgerlo con la tua narrazione all’osservazione dei tuoi ascoltatori abituali o casuali.
Chissà quando avremo la possibilità di ascoltare il punto di vista delle migliaia di docenti che formano i nostri ragazzi. Chissà quando queste risorse per il territorio si metteranno a raccontare la realtà.
Ci sono gli auditorium pubblici, ci sono le aule magna delle Università, ci sono i contenitori e ci sono anche i contenuti che sono rappresentati dai mille dilemmi a cui ci sottopone ogni giorno il nostro vivere quotidiano manca la narrazione dei narratori che umanizza.
Mancano i narratori, mancano i mille racconti della realtà che sono i mille punti di vista da cui ricavare il proprio originale modo di camminare lungo il sentiero della vita.
Questa marmellata mediatica, questi giornali fatti tutti allo stesso modo e scritti tutti dagli stessi giornalisti sono l’ulteriore risposta inadeguata del capitalismo, è la risposta del denaro alle esigenze delle persone umane.
Auspico e credo fermamente sia necessario un risveglio narrativo “alla Ing. Giuseppe Russo” che poiché non riuscì a dormire coinvolse 1500 famiglie attraverso i suoi studenti sui dubbi della vita, sui massimi sistemi della vita e della morte che poi sono ciò che in definitiva informa e guida il nostro agire umano.

venerdì 20 febbraio 2009

La follia che caratterizza ogni impresa


La follia che caratterizza ogni impresa
di Antonio Bruno

Un foglio bianco, tutto inizia con un foglio bianco. Poi scrivi e quelle parole che, come dice il Prof. Raffaele De Giorgi, si scrivono da sole per farne un articolo o un libro o un saggio, parole che spuntano dal nulla sulla pagina. Il foglio elettronico ha proprio il vantaggio di rivelare questa apparizione come un fatto che è fonte di stupore proprio come la prima volta che vidi sotto ai miei occhi increduli uno scanner che leggeva un testo che poi veniva scritto sul foglio elettronico con questi programmi di riconoscimento del testo detti OCR.
Meraviglia, stupore e sorpresa che caratterizzano oramai ogni mio istante e che inesorabilmente finisco con il raccontarti. Lo stesso stupore che mi ha preso ieri sera in un luogo non meglio precisato dell’universo dove insieme a uomini e donne di tutte le età ho avuto l’esperienza che ti sto raccontando.
Ci riuniamo nel grande gruppo e siamo 50 persone più donne che uomini. Qualcuno ci dice delle relazioni, dello stare insieme e di come questo, si tramuta in vita di ogni giorno.
Parla una donna attempata e dolce, come la fatina buona di Pinocchio che immaginavo io in terza elementare, quando il Maestro Alberto Tangolo ci fece portare dei libri in classe per organizzare una piccola biblioteca e io per quell’anno e in quell’ora due volte a settimana, lo dedicai a Pinocchio e alle sue avventure.
Poi prende la parola una donnina giovane e scura di capelli che tenta la mimesi con la fata buona, che la imita e che l’ammira. Ascolto tutto mi avevano dato un nastro arancione e ho seguito quelli che avevano il nastro di quel colore in una stanza.
Faceva freddo ieri sera, un freddo polare. Mi sono messo accanto al termosifone e la giovane donna che doveva facilitarci poneva le domande che dovevano stimolare l’estro artistico di noi avanti nell’età, per far nascere un opera d’arte chiusa nella casella del gioco dell’oca.
Cosa vogliamo comunicare? Ma l’amore! E che se no? Tutti vogliamo essere amati ma non comunichiamo dolcezza, coccole e effusioni e trincerati nella corazza di un corpo chiuso a riccio ci difendiamo dagli altri che possono darci dolore, molto dolore.
Quasi blasfemo questo parlare d’amore. Un cuore con le mani che poi diviene un cuore con le ali ma che lascia spazio anche a citazioni diverse.
L’amore al tempo dell’SMS di adolescenti che proiettano se stessi sull’altro che deve essere neutro perché più neutro appare più è adatto a farci da specchio per permettermi di amare la proiezione di me stesso su di te. Faccio il pazzo per averti, combino macelli mai visti e metto in gioco tutta la mia vita preda come sono di questo sentimento di passione narcisistica. Solo che poi mi sveglio una mattina e tu non significhi più nulla per me. Ed ecco il cellulare su una tessera del gioco dell’oca e un cuore con dentro scritto T.V.B. Cicci e un altro cuore con dentro segnato T.V.B. PUR I Fifì! E poi l’apoteosi di una citazione del dilagante Muccino con 3 M.S.C. e l’oramai immancabile lucchetto che chiude una catena che usata abitualmente per fissare il motorino al palo della luce diviene simbolo di un possesso tra persone umane che le disumanizza, che le rende prigioniere e schiave di un rapporto chiuso e asfittico che non può che finire in una fuga verso la libertà.
Torniamo nel grande gruppo. C’era chi aveva scritto sulla tessera “E ADESSO SPOGLIATI” altra citazione di un vietnamita Cocciante che tenta di comunicare l’attrazione sessuale che esercitano alcune donne e che diviene potere delle donne su noi stupidi e inebetiti uomini ipnotizzati dagli attributi femminili.
Due enormi dadi.
Gli arancioni scelgono me per andare a lanciarli e poi tutti gli altri che lanciano una e più volte per andare a prendere la loro casella.
Poi di nuovo nel piccolo gruppo a rendere espressivo il lavoro degli altri.
A noi arancioni capita la Torre di Babele ovvero la torre (in mattoni) che fu costruita nel Sennaar (in Mesopotamia) dagli uomini con l’intenzione di arrivare al cielo e dunque a Dio. Secondo il racconto biblico, all’epoca gli uomini parlavano tutti la medesima lingua. La torre era anche un simbolo di unità degli uomini gli uni con gli altri e tutti insieme con Dio. Ma Dio creò scompiglio nelle genti e, facendo sì che le persone parlassero lingue diverse e non si capissero più, impedì che la costruzione della torre venisse portata a termine. Sulla tessera del gioco dell’oca c’era la torre di Babele in un dipinto di Pieter Bruegel del 1563 e poi sul foglio c’è scritto Multilinguismo, Multicultura. Insomma dovevamo mimare quel messaggio.
Noi sconosciuti tra noi e anche a noi stessi, insieme, dietro a un lenzuolo bianco illuminati alle spalle da un faro bianco, abbiamo scherzato e riso a crepapelle per preparare questa comunicazione che diviene prima di tutto la comunicazione della nostra gioia.
Ritorniamo al gruppo grande e arriva una processione di una scala che valica un monte, poi altre follie inclusa la nostra sino alla canzone finale dal titolo “Comunicare è!”
Mi sono divertito e ho promesso di non scrivere dove ciò è avvenuto né di fare nomi, e io sono abituato a mantenere ciò che prometto. Ho raccontato lo stesso e senza rivelare quello che ieri sera in una galassia lontana, lontana mi ha messo a contatto con le emozioni, i sorrisi, la gioia e la felicità di stare insieme con uomini e donne che non avevo mai visto prima di allora.
Tutto merito della fata buona e della sua allieva fatina dai capelli neri e di un altro uomo dai capelli rossi che impipandosene di tutto e di tutti distribuisce dal suo dISPENSER - distributore automatico di stimoli quotidiani – la follia che caratterizza ogni impresa.

mercoledì 18 febbraio 2009

Ho appoggiato sulla mensola dell’ingresso i miei occhiali neri dell’abitudine


Ho appoggiato sulla mensola dell’ingresso i miei occhiali neri dell’abitudine
di Antonio Bruno

-----------------------
Dagli anni 60 nella Provincia di Lecce le cittadine di Ugento, Presicce, Depressa, Marina di Novaglie, Otranto e Gallipoli sono divenute residenze stabili di artisti venuti da tutto il mondo ad abitare qui. Un libro di tre donne leccesi, incuriosite dalla circostanza, racconta queste persone e le motivazioni che le hanno fatte divenire abitanti della Terra di Lecce.
-----------------------
Edoardo Winspeare dice che la verità viene rivelata, la verità non si può scoprire da se. A lui pare che l’abbia rivelata Norman Mommens e che da quella verità a Depressa sia nata la via Salentina al Cinema Italiano. Una delle poche parole che si possono ascoltare direttamente dalla voce dei personaggi in questo DVD di Caterna Gerardi che ho visto ieri sera presso l’Auditorium del Museo Sigismondo Castromediano in Viale Gallipoli a Lecce, il resto è lasciato a un commento che non rende giustizia della viva voce dei protagonisti. Io avrei fatto ascoltare la voce di questi uomini e donne venuti da lontano a farsi stimolare dalla nostra terra che si immerge a sud est nel mediterraneo. Tre donne Caterina Gerardi, Marilena Cataldini, Marina Pizzarelli presentate da Vincenzo Cazzato che poeticamente ripropone lo sguardo sulle Province di Lecce, Brindisi e Taranto (Il Salento) del viaggiatore dei secoli scorsi. Già ascoltando quest’uomo sensibile e delicato si diviene consapevoli di un evento che ha del sorprendente, si assume dimestichezza con la meraviglia che prende tutti noi in presenza di luoghi esotici, o semplicemente nuovi, quando prendiamo la strada del viaggio che diviene allo stesso tempo rinascita e ripresa di contatti con noi stessi.
Ieri sera alle 18.00 in una sala gremita di donne (il pubblico era costituito quasi interamente da donne, si! erano quasi tutte donne). Una donna l’ Arch. Gabriella de Querquis ha proseguito la presentazione di queste persone che venute da lontano hanno messo radici nella terra rossa del Salento alla ricerca dell’acqua perduta. Per la verità l’ Arch. Gabriella de Querquis ha preso quasi tutto il tempo per raccontarci la vita di una donna figlia di un’architetto. Ha impiegato tutto il tempo a sua disposizione per illustrare il percorso di questa donna inglese, ha raccontato la ribellione di questa donna e di suo padre alla catena di montaggio e l’avventura dell’incontro con il Capo di Leuca che è Salento arcaico, più antico del resto del Salento da sempre. L’esilio dalla Patria Inghilterra segno della resa rispetto alla dilagante invasione di macchine metalliche che bruciano benzina per funzionare fa da sfondo al parlare di una Arch. Gabriella de Querquis rassegnata anche lei all’impossibilità di conservare integralmente la bellezza del paesaggio di Terra d’Otranto sempre più offuscata dalle sortite prima, e invasioni poi, di un architettura bianca che ha rubato i colori dell’arcobaleno ai nostri centri urbani.
Alla fine della visione del film mi sono alzato e ho preso l’ombrello lasciato all’ingresso della sala e mentre stavo scendendo le scale sento una delle autrici scusarsi perché ce ne andavamo a luci spente, si lamentava dell’organizzazione tecnica della serata, sapeva che molto spesso una cornice non adeguata può ridurre la fruizione del quadro. Ma non è così. Non c’è stato nulla di inadeguato ieri sera. Siamo noi nativi ad essere inadeguati: l’ho pensato andandomene avvolto nel mio giubbotto super imbottito nel tentativo di fermare il calore del mio corpo risucchiato dal freddo polare di ieri.
Da quando ho appoggiato sulla mensola dell’ingresso i miei occhiali neri dell’abitudine guardo al territorio che abito come l’ha osservato Norman Mommens e sua moglie la scrittrice Patience Gray e come lo osservano le persone venute da lontano per abitare la mia terra. Mi è bastato questo per guardare alla mia terra senza il bisogno di farmela raccontare.

Titolo: Verso Sud – Salento d’acqua e di terra rossa
Autrici: Caterina Gerardi, Marilena Cataldini, Marina Pizzarelli
Fotografie e film: Caterina Gerardi
Testi: Marilena Cataldini, Marina Pizzarelli
Formato: Libro + Dvd
Pagine: 184
Lingua: Italiano/Inglese
Area tematica: Salento, Arte, Reportage
Prezzo al pubblico: 35 euro

mercoledì 11 febbraio 2009

Eluana Englano: Concetti che trasformandosi Condensano percezioni di problemi che Condensano la percezione della realtà.

Eluana Englano: Concetti che trasformandosi Condensano percezioni di problemi che Condensano la percezione della realtà.
di Antonio Bruno
---------------------------------
Leggendo gli appunti del 25 settembre 2006 redatti da un anonimo osservatore che ha percepito la comunicazione nella lezione a Lecce del Prof. Raffaele De Giorgi: “Vita” è un concetto che condensa significato. “Vita” è un concetto che è soggetto a trasformazione che condensa percezione del problema che condensa percezione della realtà.
La percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI. Due persone che hanno rispetto alla stessa realtà una percezione diversa.
----------------------------------

Non accade sempre. Incontrarsi, e continuare a incontrarsi ancora, anche se è accaduto nella linea del tempo che mi è davanti perché il futuro alle mie spalle mi sta scorrendo sotto i piedi e io sono tutto intento a guardarlo perché sono sul ponte dell’eterno presente a osservare ciò che mi appare davanti e intorno.
Questo è accaduto dal primo giorno. Perché riuscire a rendere esprimibile ciò che non lo è porta alla sorpresa che apre le labbra al sorriso della meraviglia.
E non significa nulla il fatto che non riesci a incontrare questa persona che è presente davanti a te. Lui c’è perché appaiono i suoi scritti, le sue parole raccolte da un anonimo osservatore che l’ha trasferite su un foglio elettronico e che mi ha dato la possibilità di osservare quello che l’anonimo osservatore ha osservato e percepito nella comunicazione. Come peraltro sto facendo io che ti comunico ciò che ho osservato e che non è la Realtà ma la percezione che ho io della realtà di cui vado temerariamente scrivendo.
L’uomo di cui scrivo è il Prof. Raffaele De Giorgi.
Partiamo dalla COMUNICAZIONE, la stessa che stiamo effettuando qui ora, io che scrivo e tu che mi leggi. Osservo l’osservatore che scrive della SEMANTICA e la descrive come l’analisi del linguaggio, di quello che dico io ma anche di quello che dici tu e non fa altro che dirmi, e dirti, che cosa significano le parole. Ma tu mi dirai che è ovvio cosa significano le parole, significano quello che descrivono! Prova a dire per più volte possibile la parola cavallo. Ripeti dai! Fallo, adesso! Ripeti la parola Cavallo se lo fai per molto tempo ti accorgerai che sono suoni, solo suoni!
Suoni che nulla hanno a che vedere con l’animale che descrivono! Ecco perché le parole sono importanti!
La semantica in ambito giuridico (dice nella sua lezione del 25 settembre 2006 altra coincidenza perché è il giorno del mio compleanno) è un patrimonio concettuale. La parola è viva e germina! E’ viva perché è un insieme di orizzonti di significato, di contesti di significato! Ma la parola è come un seme e quindi germina perché produce nuovi orizzonti di significato!
Un po’ come noi persone che ci espandiamo intorno a quello che siamo sempre stati, siamo e saremo! Prova a pensare a te quando eri di 6 anni, è scientificamente provato che tu hai dei ricordi dei tuoi sei anni, del tuo primo giorno di scuola. Tu hai sei anni e sei sempre tu che oggi hai l’età che hai, e ti sei espanso perché prima tu eri bambino, poi tu eri adolescente e così via sino a quello che sei tu ora. Ma qualunque cosa pensi di te ora, il nucleo resti sempre tu, come sei sempre stato, sei e sarai. Ti percepisci come identità perché ti riconosci sia a sei anni che ora come la stessa persona.
Tu sei come sei sempre stato, sei e sarai ma significhi cose diverse se sei bambino, adolescente, adulto, genitore, elettore, contribuente, abitante e vecchio.
L’osservatore anonimo della lezione del Prof. Raffaele De Giorgi riferisce che, la comunicazione che gli è arrivata riguardo al concetto che esprime la parola, è che ciò che si modifica è il patrimonio di significato addensato attorno al concetto, non si modifica il concetto. Il concetto è sempre lo stesso come me che a sei anni e adesso sono sempre io; ma a sei anni tu mi guardi e potresti intenerirti tanto da darmi una carezza che non ti sogneresti di darmi mai oggi (da bambino mi dice mia madre che i miei occhi ispiravano tenerezza).
Sono temerario vero? Dico alle parole ciò che dico a me stesso! Ma come? Possibile? Eppure questo mi ha spinto a fare la tastiera che sono convinto stia mettendo in ordine da se le lettere una dopo l’altra, per fare nascere il significato da questo concetto, che sono le parole che si stanno condensando su questo foglio elettronico.
Si! Si costruisce il significato a partire da un altro significato. Come accade a me che scorro con le spalle rivolte al futuro ciò che significo di volta in volta quando mi osservo davanti a me qui ora!
Ma attraverso ciò che mi è stato raccontato posso andare ancora più avanti con lo sguardo verso un tempo che ho vissuto perché mi è stato narrato come quello di 2.000 anni fa quando a ROMA c’erano le rivolte degli schiavi. Gli schiavi avevano dei conflitti di lavoro ma allora non aveva alcun significato la frase “conflitti di lavoro” per cui i romani percepivano solo rivolte.
Ma la parola “RIVOLTA” con il tempo ha condensato intorno a se il significato di “conflitto sociale” . Oggi che significato diamo alla parola “RIVOLTA”? C’è sempre un problema sociale e noi lo percepiamo diversamente rispetto a quello che percepivano i Romani 2.000 anni fa!
Ma allora le parole hanno dei significati e questi corrispondono alla realtà? No! La stessa realtà vissuta da persone diverse ha per ogni persona significati diversi!
Come? Non ci credete?
A te piace la signora Maria Grazia Cucinotta? Moltissimo? Per te significa qualcosa, ovvero ti emoziona vero? Bene sappi che a me la signora Maria Grazia Cucinotta non suscita emozione alcuna! Capisci? L’emozione che suscita la stessa realtà è diversa da persona a persona. Ma se vi sono emozioni diverse allo stesso modo i significati sono diversi.
E allora quando diciamo di essere tutti d’accordo rispetto alla realtà? Solo quando una Comunità percepisce intorno a un significato preciso UN CONCETTO.
Guardate quello che sta accadendo in questi giorni intorno alla parola VITA e alla parola MORTE per ELUANA. La Comunità è divisa tra significati diversi rispetto a parole identiche. VITA significa qualcosa di diverso per il papà di Eluana Englaro rispetto a quello che significa per Papa Benedetto XVI. Quindi vita non ha un significato preciso per il papà di ELUANA e per Papa Benedetto XVI o meglio ha un diverso significato preciso.
Vita sarebbe un CONCETTO per il papà di ELUANA e per Papa Benedetto XVI se per entrambi tale parola avesse lo stesso significato.
“Vita” è un concetto che condensa significato.
“Vita” è un concetto che è soggetto a trasformazione che condensa percezione del problema che condensa percezione della realtà.
La percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI.
Due persone che hanno rispetto alla stessa realtà una percezione diversa.
Quante volte ho detto che per me questo o quello non significano nulla! E ciò che è significativo è frutto delle emozioni. Non c’è nulla di razionale ecco perché i significati sorgono spontaneamente, direi sorprendentemente in maniera imprevedibile e imprevista e non corrispondono alla realtà.
E’ come un incrostazione che impedisce alla percezione di funzionare. Come se ci fossero degli occhiali neri che filtrano la percezione visiva.
Sono le emozioni che determinano le trasformazioni dei concetti che condensano la percezione dei problemi che condensano la percezione della realtà.
Ma senza una liberazione dall’emotività è impossibile accedere alla realtà. Impossibile anche quando si è preda della emotività che rende inconsapevoli che porta a quell’affermazione “E’ PIU’ FORTE DI ME”.
Perché quindi la percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI?
Perché Papa Benedetto XVI ha tolto gli occhiali neri delle emozioni!
Ci insegnano a parlare, ci insegnano a far di conto, ci insegnano a sopravvivere agli agenti avversi. Nessuno ci insegna a guardare alla realtà senza occhiali che poi significa essere consapevoli. Solo uno lo fa! E’ Gesù Cristo e puoi imparare mettendo in pratica il Vangelo!
Io l’ho fatto! Puoi farlo anche tu!


-->

lunedì 9 febbraio 2009

Un fondo di prevenzione dell’Usura per salvare la vita a chi ha affidato il suo futuro al Dio Denaro.

Un fondo di prevenzione dell’Usura per salvare la vita a chi ha affidato il suo futuro al Dio Denaro.
di Antonio Bruno

Cominciamo un viaggio? Andiamo al villaggio di Riesci ad Arnesano 10.000 anni fa. Capanne e uomini che percorrevano le vie dell’acqua (le carratizze). Avevano imparato a coltivare la terra, allevavano gli animali e ricavavano dall’argilla belle ceramiche e il tempo in cui hanno vissuto l’abbiamo chiamato NEOLITICO ovvero una nuova età della pietra ma questa volta levigata.
Ma come facevano a fare tutto? Come potevano coltivare la terra, allevare gli animali, cuocere le ceramiche, costruire le capanne, percorrere le carratizze per esplorare nuovi territori da colonizzare?
Come facevano ad allevare i loro piccoli e contemporaneamente difenderli dalle insidie delle malattie e delle belve feroci?
Ognuno faceva qualcosa e, molte delle cose che faceva, una volta soddisfatte le esigenze della sua famiglia, erano un di più, un esubero di produzione che poteva essere data agli altri in cambio di qualcos’altro che era in possesso di questi ultimi.
Avevo più frutta di quanta mi fosse necessaria e potevo darla in cambio di un piatto in ceramica che proprio l’altro ieri il bambino aveva rotto. Ma se avessi voluto scambiare merci di tipologie assai diverse, avrei potuto farlo solo quando entrambe le merci fossero state disponibili nello stesso tempo e nello stesso spazio.
Ad esempio, un baratto di arance contro pesche, posti i diversi tempi stagionali di maturazione e dunque di reperibilità, mi era impossibile.
Ecco che il mio avo del Neolitico del villaggio di Riesci dal baratto diretto passò dunque al baratto mediato, attraverso l'uso di una terza merce, di carattere guarentigio (assicurazione solenne relativa ad un determinato comportamento futuro data a chi da tale comportamento trarrà vantaggio) la quale potesse fungere da "valore-ponte". Questo consentiva non solo di poter ampliare la possibilità di scambio oltre la contemporaneità di reperimento, ma anche di effettuare scambi indiretti. Questa "merce terza" fu nel mondo occidentale ben presto individuata in lavorazioni ben definite di alcuni metalli, il più noto dei quali è l'oro.

Con l'oro, per fare un caso concreto, era possibile vendere il grano nel momento migliore, ricevendo in cambio delle monete. Era poi possibile riutilizzare lo stesso oro per comprare pesche o arance quando fossero in maturazione.

L'introduzione del denaro ha reso tutti i prodotti più facilmente scambiabili.
Quindi con questa breve storia dell’invenzione del denaro abbiamo capito che è uno strumento economico, che può assumere le funzioni di:

mezzo di scambio;
unità di conto;
riferimento per pagamenti dilazionati;
riserva di valore.

Ma tutto questo denaro che va e viene, che si muove nello spazio e nel tempo ha poi reso necessario uno studio per rendere massima la soddisfazione di chi lo possiede. La materia che si occupa di questo è la finanza che è la disciplina che studia processi con cui individui, imprese, enti, organizzazioni, e stati gestiscono i flussi monetari (raccolta, allocazione e usi) nel tempo.

Essendo definita l'economia come "la scienza che studia le modalità di allocazione di risorse limitate tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione", la finanza, analogamente, è "quella scienza che studia le modalità di allocazione del denaro tra usi alternativi, al fine di massimizzare la propria soddisfazione"".


Quindi l’economia si occupa delle risorse e si intende quindi che si occupa del grano, del vino, delle automobili, dei ponti, delle case ecc. La finanza invece si occupa ESCLUSIVAMENTE DEL DENARO, di come collocarlo tra usi alternativi per massimizzare la propria soddisfazione.
Tu hai più denaro di quanto riesci a spendere? Oppure tu risparmi del denaro rinunciando a spenderlo? Che fai? Cerchi di metterlo da qualche parte (allocarlo). E dove lo metti? Dove ti danno di più! Come? Ti danno di più cosa? Ma più denaro! E più denaro ti danno, più alto è il tasso di interesse e quindi più SEI SODDISFATTO! In pratica tu hai prestato il tuo denaro e in cambio, dopo un certo tempo, ti hanno restituito il tuo denaro e in più ti hanno dato altro denaro che rappresenta il tuo ricavato per gli interessi.

Mi sembra che sia tutto chiaro no?

Precisiamo che il prestito è la cessione di una somma di denaro con il vincolo della restituzione di capitali di pari valore o maggiori.
Il termine prestito indica essenzialmente un finanziamento di denaro che un istituto o società di credito autorizzata (detta mediatore o dealer) concede ad un soggetto.

La sua assegnazione avviene dopo una serie di controlli preliminari che il mediatore esegue in base alla situazione economica e professionale del soggetto richiedente, esami che permettono loro di valutare la sicurezza evitando sconvenienti situazioni di insolvenza.

Si considera usura la pratica consistente nel fornire prestiti a tassi di interesse considerati illegali, socialmente riprovevoli e tali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile, spingendo perciò il debitore ad accettare condizioni capestro poste dal creditore a proprio vantaggio, come la vendita a un prezzo particolarmente vantaggioso per il compratore di un bene di proprietà del debitore, oppure spingendo il creditore a compiere atti illeciti ai danni del debitore per indurlo a pagare.

In sintesi se una banca ritiene che un creditore non sia sicuro, per evitare situazioni di insolvenza, non gli fa credito (non gli assegna del denaro) quest’ultimo può chiudere la sua attività, oppure cade vittima di chi gli presta il denaro con tassi troppo alti e, per la legge 7 marzo 1996 n. 108 è usuraio un tasso aumentando del 50% il TEG (tasso effettivo globale). Ma anche se è al di sotto si considera usuraio un tasso dato a chi è in difficoltà economiche.

Per limitare questo flagello che colpisce soprattutto le regioni meridionali, sempre attraverso la legge 7 marzo 1996 n. 108, è stato costituito presso il Ministero delle Finanze e dell’Economia un Fondo di prevenzione dell’usura.

Di quello che è necessario fare per non permettere alla schiavitù del denaro di avere la meglio sulla vita umana si è discusso presso la Camera di Commercio Industria e Artigianato di Lecce in Viale Gallipoli il 7 febbraio 2009.

C’è stato il Sindaco di Lecce Dott. Paolo Perrone che ha fatto un progetto con l’Assessorato alla Sicurezza del Comune di Lecce per dare una consulenza attraverso gli uffici dell’Annona del Comune. Il Sindaco rileva che la persona che è nella spirale dell’usura si reca più alla Procura della Repubblica ed è restia a chiedere aiuto al Comune. Tutto questo nella direzione della prevenzione del fenomeno.
C’è stato il Dott. Arturo Carmenini che ha detto dell’obiettivo di sensibilizzare tutti su questo fenomeno attraverso gli 84 milioni di Euro ricavati dall’anti riciclaggio.
L’Avv. Nino Dello Prete ha stigmatizzato l’azione di lotta all’usura che ieri si basava sulla repressione e che oggi invece cerca di mettere in atto la prevenzione.
L’usura denota una inefficienza del credito, quindi delle Banche e questo c’è sempre stato da quando è venuto fuori il denaro.
Attraverso la CONFIDI si da una garanzia fidejussoria a chi ha bisogno di credito che gli viene negato essendo in questo modo a rischio di cadere nell’usura.
Ma le Banche fanno difficoltà! La fanno nonostante la garanzia di CONFIDI! Lo dice anche il Sottosegretario all’Interno On.le Alfredo Mantovano! Racconta del giovane imprenditore che nel 2002 a fronte di un’assegnazione di 20.000 Euro fa un fatturato di 50.000 Euro e che nel 2007 a fronte di una assegnazione di 400.000 Euro fa un fatturato di 2 milioni di Euro. MA IL NOSTRO EROE SUBISCE UN ATTENTATO E LA BANCA CHE FA? Ma come che fa? Chiede al nostro eroe di rientrare immediatamente dallo scoperto. Quando si dice la partecipazione al rischio dell’Impresa Bancaria si intende appunto che il rischio è da evitare e quindi è assolutamente necessario lasciare il creditore nella assoluta mancanza di liquidità preda degli AVVOLTOI CHE GIA’ L’HANNO BOMBARDATO!
A coronamento di questo le dichiarazioni del Presidente della CCIA che denuncia tassi più alti di 2 – 4 punti in più rispetto al resto dell’Italia perché qui, nel tacco della penisola, le Banche sostengono che c’è più rischio e continuano a sostenerlo anche dopo aver ricevuto gli aiuti dallo Stato! Loro l’aiuto sacrosanto l’hanno incassato mentre le aziende leccesi hanno incassato un secco no a qualunque tasso più basso rispetto a quello praticato.

Il denaro nato come ponte per favorire lo scambio è divenuto DOGANA che spezza il flusso della ricchezza, che impedisce la sua redistribuzione così come sarebbe giusto e favorisce la speculazione, la stessa che ha fatto IMPLODERE FRAGOROSAMENTE la finanza degli USA, la stessa che ha determinato la distruzione della solidarietà.

Il mio vuole solo essere un richiamo alla riflessione perché di globale c’è la finanza che risolve problemi con decisioni che creano problemi ancora più grossi e che vive nel chiuso di chi appartiene a quel Mondo.
A noi non resta che sperare nell’umanizzazione della Finanza affinché torni ad essere ciò che è ovvero un ponte tra le persone umane affinché la vita su questo pianeta diventi per tutti più bella e soddisfacente.