mercoledì 11 febbraio 2009

Eluana Englano: Concetti che trasformandosi Condensano percezioni di problemi che Condensano la percezione della realtà.

Eluana Englano: Concetti che trasformandosi Condensano percezioni di problemi che Condensano la percezione della realtà.
di Antonio Bruno
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Leggendo gli appunti del 25 settembre 2006 redatti da un anonimo osservatore che ha percepito la comunicazione nella lezione a Lecce del Prof. Raffaele De Giorgi: “Vita” è un concetto che condensa significato. “Vita” è un concetto che è soggetto a trasformazione che condensa percezione del problema che condensa percezione della realtà.
La percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI. Due persone che hanno rispetto alla stessa realtà una percezione diversa.
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Non accade sempre. Incontrarsi, e continuare a incontrarsi ancora, anche se è accaduto nella linea del tempo che mi è davanti perché il futuro alle mie spalle mi sta scorrendo sotto i piedi e io sono tutto intento a guardarlo perché sono sul ponte dell’eterno presente a osservare ciò che mi appare davanti e intorno.
Questo è accaduto dal primo giorno. Perché riuscire a rendere esprimibile ciò che non lo è porta alla sorpresa che apre le labbra al sorriso della meraviglia.
E non significa nulla il fatto che non riesci a incontrare questa persona che è presente davanti a te. Lui c’è perché appaiono i suoi scritti, le sue parole raccolte da un anonimo osservatore che l’ha trasferite su un foglio elettronico e che mi ha dato la possibilità di osservare quello che l’anonimo osservatore ha osservato e percepito nella comunicazione. Come peraltro sto facendo io che ti comunico ciò che ho osservato e che non è la Realtà ma la percezione che ho io della realtà di cui vado temerariamente scrivendo.
L’uomo di cui scrivo è il Prof. Raffaele De Giorgi.
Partiamo dalla COMUNICAZIONE, la stessa che stiamo effettuando qui ora, io che scrivo e tu che mi leggi. Osservo l’osservatore che scrive della SEMANTICA e la descrive come l’analisi del linguaggio, di quello che dico io ma anche di quello che dici tu e non fa altro che dirmi, e dirti, che cosa significano le parole. Ma tu mi dirai che è ovvio cosa significano le parole, significano quello che descrivono! Prova a dire per più volte possibile la parola cavallo. Ripeti dai! Fallo, adesso! Ripeti la parola Cavallo se lo fai per molto tempo ti accorgerai che sono suoni, solo suoni!
Suoni che nulla hanno a che vedere con l’animale che descrivono! Ecco perché le parole sono importanti!
La semantica in ambito giuridico (dice nella sua lezione del 25 settembre 2006 altra coincidenza perché è il giorno del mio compleanno) è un patrimonio concettuale. La parola è viva e germina! E’ viva perché è un insieme di orizzonti di significato, di contesti di significato! Ma la parola è come un seme e quindi germina perché produce nuovi orizzonti di significato!
Un po’ come noi persone che ci espandiamo intorno a quello che siamo sempre stati, siamo e saremo! Prova a pensare a te quando eri di 6 anni, è scientificamente provato che tu hai dei ricordi dei tuoi sei anni, del tuo primo giorno di scuola. Tu hai sei anni e sei sempre tu che oggi hai l’età che hai, e ti sei espanso perché prima tu eri bambino, poi tu eri adolescente e così via sino a quello che sei tu ora. Ma qualunque cosa pensi di te ora, il nucleo resti sempre tu, come sei sempre stato, sei e sarai. Ti percepisci come identità perché ti riconosci sia a sei anni che ora come la stessa persona.
Tu sei come sei sempre stato, sei e sarai ma significhi cose diverse se sei bambino, adolescente, adulto, genitore, elettore, contribuente, abitante e vecchio.
L’osservatore anonimo della lezione del Prof. Raffaele De Giorgi riferisce che, la comunicazione che gli è arrivata riguardo al concetto che esprime la parola, è che ciò che si modifica è il patrimonio di significato addensato attorno al concetto, non si modifica il concetto. Il concetto è sempre lo stesso come me che a sei anni e adesso sono sempre io; ma a sei anni tu mi guardi e potresti intenerirti tanto da darmi una carezza che non ti sogneresti di darmi mai oggi (da bambino mi dice mia madre che i miei occhi ispiravano tenerezza).
Sono temerario vero? Dico alle parole ciò che dico a me stesso! Ma come? Possibile? Eppure questo mi ha spinto a fare la tastiera che sono convinto stia mettendo in ordine da se le lettere una dopo l’altra, per fare nascere il significato da questo concetto, che sono le parole che si stanno condensando su questo foglio elettronico.
Si! Si costruisce il significato a partire da un altro significato. Come accade a me che scorro con le spalle rivolte al futuro ciò che significo di volta in volta quando mi osservo davanti a me qui ora!
Ma attraverso ciò che mi è stato raccontato posso andare ancora più avanti con lo sguardo verso un tempo che ho vissuto perché mi è stato narrato come quello di 2.000 anni fa quando a ROMA c’erano le rivolte degli schiavi. Gli schiavi avevano dei conflitti di lavoro ma allora non aveva alcun significato la frase “conflitti di lavoro” per cui i romani percepivano solo rivolte.
Ma la parola “RIVOLTA” con il tempo ha condensato intorno a se il significato di “conflitto sociale” . Oggi che significato diamo alla parola “RIVOLTA”? C’è sempre un problema sociale e noi lo percepiamo diversamente rispetto a quello che percepivano i Romani 2.000 anni fa!
Ma allora le parole hanno dei significati e questi corrispondono alla realtà? No! La stessa realtà vissuta da persone diverse ha per ogni persona significati diversi!
Come? Non ci credete?
A te piace la signora Maria Grazia Cucinotta? Moltissimo? Per te significa qualcosa, ovvero ti emoziona vero? Bene sappi che a me la signora Maria Grazia Cucinotta non suscita emozione alcuna! Capisci? L’emozione che suscita la stessa realtà è diversa da persona a persona. Ma se vi sono emozioni diverse allo stesso modo i significati sono diversi.
E allora quando diciamo di essere tutti d’accordo rispetto alla realtà? Solo quando una Comunità percepisce intorno a un significato preciso UN CONCETTO.
Guardate quello che sta accadendo in questi giorni intorno alla parola VITA e alla parola MORTE per ELUANA. La Comunità è divisa tra significati diversi rispetto a parole identiche. VITA significa qualcosa di diverso per il papà di Eluana Englaro rispetto a quello che significa per Papa Benedetto XVI. Quindi vita non ha un significato preciso per il papà di ELUANA e per Papa Benedetto XVI o meglio ha un diverso significato preciso.
Vita sarebbe un CONCETTO per il papà di ELUANA e per Papa Benedetto XVI se per entrambi tale parola avesse lo stesso significato.
“Vita” è un concetto che condensa significato.
“Vita” è un concetto che è soggetto a trasformazione che condensa percezione del problema che condensa percezione della realtà.
La percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI.
Due persone che hanno rispetto alla stessa realtà una percezione diversa.
Quante volte ho detto che per me questo o quello non significano nulla! E ciò che è significativo è frutto delle emozioni. Non c’è nulla di razionale ecco perché i significati sorgono spontaneamente, direi sorprendentemente in maniera imprevedibile e imprevista e non corrispondono alla realtà.
E’ come un incrostazione che impedisce alla percezione di funzionare. Come se ci fossero degli occhiali neri che filtrano la percezione visiva.
Sono le emozioni che determinano le trasformazioni dei concetti che condensano la percezione dei problemi che condensano la percezione della realtà.
Ma senza una liberazione dall’emotività è impossibile accedere alla realtà. Impossibile anche quando si è preda della emotività che rende inconsapevoli che porta a quell’affermazione “E’ PIU’ FORTE DI ME”.
Perché quindi la percezione della REALTA’ del papà di ELUANA non è la stessa percezione della REALTA’ di Papa Benedetto XVI?
Perché Papa Benedetto XVI ha tolto gli occhiali neri delle emozioni!
Ci insegnano a parlare, ci insegnano a far di conto, ci insegnano a sopravvivere agli agenti avversi. Nessuno ci insegna a guardare alla realtà senza occhiali che poi significa essere consapevoli. Solo uno lo fa! E’ Gesù Cristo e puoi imparare mettendo in pratica il Vangelo!
Io l’ho fatto! Puoi farlo anche tu!


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