giovedì 26 giugno 2008

grazie




grazie
Arricchisci il prossimo con la tua povertà. Ti accorgerai che la gioia diventerà veramente tua nella misura in cui l'avrai regalata agli altri. A. Manzoni

Caro Gesù,
ieri sera con Daniele che raccontava della sua scelta, del rinunciare alla dispersione per concentrarsi su un lavoro, con la natura. E poi Ronzina che si commuove fino alle lacrime quando passa la processione del venerdì santo e che da quando non sa che fine farà vive ogni attimo. Ecco con loro mi sento a casa, sono con loro e non credo di saperne di più, li ringrazio per quello che mi hanno regalato.
Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

mercoledì 25 giugno 2008

dai frutti



dai frutti

Caro Gesù,
dice che una volta capito accade che non ti preoccupi più. Non ti preoccupi se in funzione di quel peccato, si quel tuo peccato che finalmente ti è chiaro, è vivido è davanti a te tu lo accetti e sai che se non c’è un tuo intervento è tutto inutile.
E ai Tuoi piedi, come mi ha detto, come mi hai detto.
L’albero cattivo non può dare frutti buoni e l’albero buono non può dare frutti cattivi. Dai frutti, lo vedrò dai frutti.
Sia fatta la tua volontà
antonio


-->

lunedì 23 giugno 2008

La tragedia di un uomo ridicolo



La tragedia di un uomo ridicolo
Caro Gesù,
oggi ho aperto a caso la Bibbia ed è venuto fuori: Giovanni 9, 24 e ss:
24]Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». [25]Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». [26]Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». [27]Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». [28]Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! [29]Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». [30]Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. [31]Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. [32]Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. [33]Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [34]Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
[35]Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». [36]Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». [37]Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». [38]Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. [39]Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». [40]Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». [41]Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
Mi viene in mente la storiella che mi raccontava il mio compagno di scuola che di cognome faceva Arnesano ma di cui non ricordo il nome. Ricordo il cognome perché pur facendo Arnesano di cognome abitava a Carmiano dove penso abiti tutt’ora.
Arnesano raccontava di un vigile del suo paese che si gloriava di saper parlare benissimo l’italiano e che fu chiamato ad intervenire in un vicolo del paese per un allagamento. Arrivato sul posto, con fare autoritario e tutto impettito nella sua divisa disse:
“Chi ha rotto la pela? (traduzione del termine dialettale “”Pila” che significa lavabo) Chi ha fatto l’acquaro? (traduzione del termine dialettale “”Acquaru” che significa allagamento)E poi dicono che le guardie di Cariano sono tristi (traduzione del termine dialettale “”Tiste” che significa cattive) siete voi che le fate incallisciare !!(traduzione del termine dialettale “”ncaddhrisciare” che significa perdere la pazienza)”
Se il vigile di Carmiano fosse stato ad ascoltare la prima volta chi gli ha detto che sarebbe stato per lui opportuno un corso di lingua italiana io non avrei scritto di lui nel mio blog. Siccome questo vigile è convinto di saper parlare benissimo l’italiano ecco che diviene oggetto di risate di scherno e protagonista delle storielle che, dal suo Comune, di bocca in bocca, si raccontano in tutta la provincia.
Così io. Io che dicevo di vedere. Io che ero convinto che nella formula “Ho la malattia della Cupidigia, Erotismo ed egoismo con la brama di avere, poter e apparire “ avessi trovato la definizione del male di cui soffro e conseguentemente di essere in via di guarigione con la preghiera “Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivo abbi pietà di me peccatore!”
Chissà quante risate Ti avrò fatto fare mio Signore! Sicuramente con la mia divisa, tutto impettito sproloquiando e balbettando parole Ti avrò fatto ridere a crepapelle! E chissà le risate che avrà provocato nei miei fratelli questo mio essere maldestro Solone pieno di sicumera?
Io sono quel Vigile di Carmiano. Io sono questo mix di italiano e dialetto che provoca ilarità e che suscita pena e dileggio in chi mi sta ad ascoltare.
Come capisco San Tommaso d’Aquino http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_d che smise di parlare.
« Tu non possiedi la Verità, ma è la Verità che possiede te. » (Tommaso d'Aquino, De veritate)
E’ arrivata inaspettata questa frase e così com’è arrivata la riporto sapendo che è un messaggio che mi fa ancora una volta capire che tutto quanto ho scritto è frutto Tuo mio Signore.
Io penso di vedere chiaro, limpido.
Io osservo questo che mi hai fatto vedere da due lunghi giorni, con sofferenza e con dolore immenso. Io lo osservo da due giorni.
Sia fatta la Tua volontà
antonio

giovedì 19 giugno 2008

Sono davvero in estasi davanti alla Tua parola



Sono davvero in estasi davanti alla Tua parola
Un malato chiede la salute ed ecco che Dio gli manda la pazienza.
Noi chiediamo ciò che ci piace ed egli ci manda ciò di cui abbiamo bisogno.

Caro Gesù,
la Tua parola così sconvolgente, così penetrante. Una rivoluzione per la mia vita! La preghiera come rapporto con Te, l’idolatria che incombe sempre, il successo, la ricchezza materiale, idoli, idoli che popolano i miei incubi.
Tu solo sei il Signore, come oggi il salmo 96 :
Siano confusi tutti gli adoratori di statue e chi si gloria dei propri idoli. Si prostrino a lui tutti gli dei!
E ancora:
Matteo 6, 15
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi; ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”.
Sono davvero in estasi davanti alla Tua parola
Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

martedì 17 giugno 2008

convivere con il vecchio



Pisone e la villa dei papiri di ercolano
Caro Gesù,
il cammino prosegue e gli intoppi sono all’ordine del giorno. Ogni giorno è un’avventura! Sono anni che convivo con questo “uomo nuovo” e sono anni che l’uomo vecchio c’è e persiste. La mia malattia cupidigia, egoismo ed erotismo con i sintomi della brama di avere, potere e apparire imperversa ma quando la malattia raggiunge la fase acuta in cui vi è la massima espressione immediatamente poi è acqua passata, io non posso attardarmi ad arrovellarmi sui miei peccati, io vado avanti, faccio quello che la vita mi propone.
Stamani chiamerò il mio collega e con lui lavorerò sulla relazione. Ecco cosa farò.
Ogni giorno è l’eternità! In questo attimo è l’eterno, gusto le mie dita sulla tastiera, ascolto il rumore dei tasti che pigio e il mio piacere continua, il piacere allieta la mia anima, il piacere di adesso, quello che accade ora perché la vita è adesso, ora!
Un piccolo suggerimento a te che mi leggi. Non pensare, vivi! Viviti la lettura di questo brano come se fosse l’ultima cosa che farai!
Un piccolo accorgimento per non essere preda di una costruzione assolutamente meccanica che è funzionale alla divisione dei compiti che ci siamo dati quando abbiamo fondato il mondo!
Non abbiamo filmati, non ci sono libri, le testimonianze dirette risalgono a pochi anni fa, poi ci sono le testimonianze nascoste nella terra, come ad Ercolano http://it.wikipedia.org/wiki/Villa_dei_Papiri dove sono sepolti i papiri. Testimonianze che aspettano di essere portate alla luce per spiegarci come si sia giunti all’organizzazione antropologica artificiale chiamata “Mondo” chiamata “Società civile”.
Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

lunedì 16 giugno 2008

parola d'ordine: falli fuori tutti!



L’azione più gettonata e sognata dal potere parrocchiale, amministrativo e associativo di San Cesario di Lecce? “FARE FUORI
L’azione più gettonata e sognata dal potere parrocchiale, amministrativo e associativo di San Cesario di Lecce? “FARE FUORI”
di Antonio Bruno

Come sempre comincio dalla fine, dalla discussione in Piazza con Paola che mi dice di essere disponibile, che vedrebbe nella costituzione di un comitato la soluzione per rendere più bella e accogliente la decadente vecchia San Cesario di Lecce. Io gli ho detto che se si costituisce un comitato è come se si stessero mettendo le basi per una lista alle amministrative e che questo era compito di chi ha di queste propensioni. Io non ho propensione a costituire aggregazioni per fare liste alle amministrative.
Paola mi ha riferito di un gradino che stavano distruggendo nei lavori di manutenzione stradale, mi ha detto della sua telefonata per chiedere l’intervento della Pubblica Amministrazione, e ho registrato la sua amarezza che l’ha costretta alla resa dopo mille tentativi tutti infruttuosi.
C’è anche Antonio che incalza, dice della mancanza di rispetto delle regole della strada, delle segnalazioni che ha fatto alla Pubblica Amministrazione e dello sconforto nel prendere atto che a nessuno interessa, che nessuno interviene e che altrettanto gli suggeriscono di fare, lasciare perdere, non preoccuparsi, delegare, delegare e poi ancora delegare.
Io e Paola però alla fine eravamo d’accordo su una cosa: inutile costituire qualcosa che è già costituito attraverso le libere elezioni, meglio sarebbe collaborare con chi, pro tempore, si occupa della Pubblica Amministrazione. E’ venuto fuori il discorso della “CULTURA DELL’ESCLUSIONE” di cui sono attori e responsabili le Parrocchie, l’Amministrazione Comunale e le Associazioni del territorio che sono chiuse a riccio nella difesa delle cariche sociali, delle tanto agognate poltrone, poltroncine e sgabelli che accarezzano la vanità anche se il gruppo come al solito è formato da tre persone ovvero Presidente, Vice presidente e segretario e così via di gruppo in gruppo (due persone sono una coppia, tre persone sono un gruppo). Ho aggiunto che la mia propensione a vedere più bella e accogliente San Cesario di Lecce non mi deve trasformare nel galoppino di questo o quell’amministratore, di questo o quel colore politico e che nella fattispecie non gradivo essere definito né dell’aggregazione giallo paglierina, né di quella verde pisello.
La stessa cosa ho detto a chi oggi ha la responsabilità maggiore della cosa pubblica a San Cesario di Lecce. Mi sono sentito dire che lui non avrebbe gradito i mie interventi, ma quando ho precisato la mia posizione mi sono reso conto che non li aveva letti e che si era basato sulla versione che gli avevano dato quelli che avevano letto e poi gli avevano riferito, che se non sono in cattiva fede hanno capito male e di conseguenza riferito male.
Mi ha detto che era imbarazzato a farsi veder in piazza con chi poi lo criticava.
Cose da pazzi!
La critica è il motore della democrazia. Questi uomini di potere non gradiscono la critica! Questi uomini e donne di potere, vogliono solo gente intorno che gli dice sempre di si, quelli che si chiamano gli yes man e yes woman!
La vanità, sempre e comunque l’egocentrismo e la vanità che spinge questi uomini a circondarsi di bugiardi, di delatori, di mezze figure che pian pianino gli fanno perdere il contatto con la realtà.
Comunque questo appartiene alla loro esperienza personale, io ho messo a disposizione della collettività la mia competenza e posso farlo solo attraverso chi, in questo momento storico, decide a San Cesario di Lecce.
Io ho il dovere di tentare di rimuovere gli ostacoli che impediscono la crescita economica, sociale e morale – culturale di San Cesario di Lecce, me lo impone il secondo comma dell’art. 3 della Costituzione e per farlo ho parlato con il leader Maximo di San Cesario di Lecce, con l’unico che decide e da questi ho ricevuto assicurazioni su una collaborazione che si attui in un percorso comune finalizzato a rendere più bella e accogliente San Cesario di Lecce.
Comprendo che ci possa essere chi desideri sostituire questo leader Maximo e divenire lui leader Maximo!
Ci sono questi aspiranti leader maximo sia fuori dal gruppo di chi amministra che dentro al gruppo di chi amministra.
Sono quelli che esultano e sbrodolano quando leggono appunto le critiche contenute nei miei interventi, sono quelli che quando ti incontrano ti sorridono sornioni e sognano di averti affianco per le prossime amministrative a fare il galoppino e il portatore di acqua della loro elezione a leader maximo, sono quelli che leggono il sarcasmo che non c’è nei miei interventi come il sig. Fernando Carlà nel mio intervento sull’Alambicco che ha scritto considerazioni GRATUITE E OFFENSIVE su un mio commento che ha giudicato pieno di sarcasmo. Ma quale sarcasmo c’è? Ma se ce l’ha messo lei il sarcasmo! Si vergogni! Sarcasmo? Ma come si permette! Ma sa leggere? Ma mi faccia il piacere Sig. Fernando Carlà!
Cose da pazzi! Si incontra per strada gente di tutti i colori, ma quelli che ti attribuiscono ciò che non scrivi sono i peggiori!
Che dire a questi aspiranti leader maximo?
Io gli faccio i miei in bocca al lupo ma San Cesario di Lecce non può fare il gioco del “TANTO PEGGIO TANTO MEGLIO” che fanno questi legittimi aspiranti leader maximo. Si! Perché ieri in Piazza uno di questi mi ha annunciato la fine di questa amministrazione che peraltro è stata eletta da appena un anno, mi ha detto delle vittorie delle amministrative delle truppe colore giallo paglierino che hanno prevalso sulla compagine colore verde pisello, ergo anche qui le truppe verde pisello sono destinate alla sconfitta e le truppe giallo paglierino alla vittoria. Quando gli ho detto che queste previsioni da MAGO DEL SALENTO mi trovavano assolutamente indifferente e che nel frattempo si doveva favorire quanto più possibile la crescita e lo sviluppo di San Cesario di Lecce, questo aspirante leader maximo ha iniziato con il dire che questi che ci sono non sono in grado, che hanno “fatto fuori” tutti quelli che pensavano con il loro cervello e compagnia bella. Quando ha dovuto prendere atto della mia determinazione e indifferenza rispetto ai richiami della sirena circa il potere, perché questo strava facendo: mi indicava di desiderare il potere come lo desidera lui, che è disposto a fare qualsiasi cosa per possederlo perché così ritiene che una volta conquistatolo sarà felice! Dicevo dopo questo è venuto fuori che chi collabora con questi che governano oggi si prostituisce, lo fa per interessi personali che poi o diviene loro portatore d’acqua oppure si candida per fare il pubblico amministratore. Insomma la criminalizzazione di chi collabora perché gli aspiranti leader maximo che sono dentro e fuori il gruppo che amministra vogliono indebolire il leader con la politica del “tanto peggio, tanto meglio”e poi segarlo “FARLO FUORI” senza pietà.
Ma ripeto: questo “tanto peggio, tanto meglio” mi trova estraneo, non voglio segare nessuno, non voglio sostituire nessuno, pretendo però da chi amministra la massima efficienza, sono li e devono fare bene il loro lavoro e se vogliono io e Paola siamo disposti a dare una mano senza costituire gruppi, movimenti o associazioni che hanno in animo solo di fare liste per le amministrative e soprattutto siamo disponibili alla collaborazione senza “farli fuori” che è l’azione più gettonata e sognata dal potere parrocchiale, amministrativo e associativo, dai leader di oggi e dagli aspiranti leader maximo di San Cesario di Lecce.


-->

domenica 15 giugno 2008

RESIDENCE San Cesario di Lecce: la dove c’era l’erba ora c’è una città ovvero lo sviluppo nonostante la paralisi.


RESIDENCE San Cesario di Lecce: la dove c’era l’erba ora c’è una città ovvero lo sviluppo nonostante la paralisi.
RESIDENCE San Cesario di Lecce: la dove c’era l’erba ora c’è una città ovvero lo sviluppo nonostante la paralisi.
di Antonio Bruno

Non andare avanti, restare dove siamo, non progredire, in altre parole accontentarci di ciò che abbiamo, è assai tentante, perchè conosciamo ciò che abbiamo; a questo possiamo aggrapparci, e ce ne viene un senso di sicurezza. Temiamo, e di conseguenza evitiamo, di affrontare l'ignoto, l'incerto; perchè, se può non apparire rischioso una volta che l'abbiamo fatto, prima di affrontare l'impresa i nuovi aspetti che si profilano al di là del passo iniziale appaiono imprevedibili, pericolosi, e dunque fonte di paura. Soltanto il vecchio, il comprovato, è sicuro; o, per lo meno, così sembra. Ogni nuovo passo comporta il pericolo di un fallimento, ed è qui che va ricercato uno dei motivi per cui la gente ha tanta paura della libertà. (Erich Fromm Avere o essere?, ed. Mondadori, Milano 1977)
http://digilander.libero.it/filosofiapolitica/wef5.htm



Milena, la nostra concittadina che ha scelto di vivere a San Cesario di Lecce ha riportato questo brano di Erich Fromm (http://it.wikipedia.org/wiki/Erich_Fromm) l’ha messo nel suo blog (http://blog.libero.it/DELUSION/ ), e tutti prendiamo atto della verità contenuta in questo brano. Nessuno desidera la novità, tutti dicono di volerla ma nessuno accetta di promuoverla, di favorirla. Anche la balla delle pari opportunità e della cittadinanza attiva sono una ipocrisia e aver voluto una persona che si occupi specificamente di questo significa decretarne il fallimento personale annunciato.
La novità e la partecipazione nessuno la vuole perché nessuno vuole dare opportunità a chi non le ha mai avute.
Ma il nostro problema sta nel trarre insegnamento da quanto asserito da Erich Fromm e quindi progredire, emanciparci, vivere in una San Cesario di Lecce più bella e accogliente. Ma Tu che mi stai leggendo ti starai chiedendo cosa c’entri tutto questo con San Cesario di Lecce?
Ieri sera con amici si discuteva di come fosse rimasta al palo la Comunità di San Cesario di Lecce. Non c’è una iniziativa economica, meno che mai sociale e totalmente assente anche qualunque forma di elaborazione culturale della realtà attraverso le risorse umane di professionisti e uomini di cultura residenti a San Cesario che sono tutti lontani dall’amministrazione della cosa pubblica in applicazione letterale di quella che si definisce la “cultura dell’esclusione” voluta e ideata dal leader e che imperversa da decenni a San Cesario di Lecce.
Molti di questi uomini sono stati via via segati perché scomodi, perché rompevano il ca**o! (segati è il termine che si utilizza nella politica al posto del più violento “fare fuori” che è gergo preso in prestito dalla malavita) comunque un prete di San Cesario di Lecce rivolto a me e avendo la approvazione del suo tirapiedi presente a questo scambio di battute, affermò che mi aveva fatto fuori da presidente del comitato per i referendum sulla procreazione assistita, (riporto la frase fedelmente: te quannu imu fattu fore l’antoniu brunu te presidente….). E’ del tutto evidente che il potere amministrativo, parrocchiale e associativo di San Cesario di Lecce ha le stesse modalità di linguaggio che rappresenta il simbolo della sua espressione che sono state codificate magistralmente dal brano di Erich Fromm che Milena ha riportato nel suo blog.
Sul piano dell’edilizia dopo le vicende dei comparti che hanno portato all’esclusione del Prof. Raffaele Capone dalla carica di assessore ai lavori pubblici sono rimasto sbigottito perché ho preso atto che passando dall’Aria Sana, guardando sulla sinistra percorrendo la statale 476 dal Comune di San Cesario di Lecce verso il Comune di Lecce c’è una foresta di GRU che stanno costruendo centinaia di appartamenti.
Ho chiesto in giro e quelle costruzioni si stanno realizzando a sinistra che è territorio del Comune di Lecce (Agro di Lecce), NONOSTANTE SI CHIAMI RESIDENCE SAN CESARIO COSTRUZIONE A DESTINAZIONE MISTA RESIDENZIALE E COMMERCIALE mentre a destra c’è il territorio di San Cesario Lecce occupato da case con un architettura “fai da te” fatte costruire dai cittadini negli anni 70 - 80.
Le ragioni che hanno portato alla cacciata del Prof. Raffale Capone SONO CONTENUTE NEL MANIFESTO DEI SOCIALISTI DI SAN CESARIO del 16 ottobre 2006 http://www.sdisancesario.it/export/doc/pietre161006.pdf .
I socialisti di San Cesario di Lecce (il cui leader è Giancarlo Ciricugno N.d.R.) scrivevano sulla vicenda della cacciata del Prof. Raffaele Capone :"Nel giro di dieci giorni, con due distinti manifesti, “Insieme per San Cesario” e Rifondazione Comunista, rispettivamente, giustificano ed esultano per la “decapitazione” di Raffaele Capone avvenuta in assenza della solidarietà dell’altro assessore della Margherita.." e poi sempre I SOCIALISTI SI SAN CESARIO DI LECCE continuano "Sulle cause della solitaria estromissione dalla Giunta dell’ex vicesindaco, però, restano gravi zone d’ombra, dal momento che la deliberazione di Giunta relativa alla variante (quella che permetteva di costruire all'Aria Sana a destra dove è territorio di San Cesario di Lecce N.d.R.) era stata votata all’unanimità." Ma poi c’è la dimostrazione delle affermazioni di Erich Fromm circa la questione del “nulla deve cambiare perchè si ha paura della novità e del progresso” (confronta con Erich Fromm Avere o essere?, ed. Mondadori, Milano 1977 N.d.R.) , i socialisti di San Cesario di Lecce descrivono mirabilmente la paura degli amici del Prof. Raffaele Capone: "Rifondazione continua a parlare di “scandalo” della “megaspeculazione”: un’infamante accusa che solitamente si utilizza per denunciare il tentativo di “sfruttare anche illegittimamente possibilità, che la situazione offre, favorevoli a se e sfavorevoli ad altri” (si confronti un qualsivoglia dizionario della lingua italiana)." infine i socialisti di San Cesario di Lecce in questo manifesto dimostrano una non comune capacità descrittiva della PALUDE SAN CESARIO DI LECCE conseguenza della paura delle novità che determina appunto LA PARALISI: "Rifondazione scopre l’acqua calda quando descrive una realtà drammatica causata dalla paralisi urbanistica. Peccato che i rifondatori comunisti dimentichino che dal 1993 ad oggi hanno sempre fatto parte della maggioranza, avendo avuto, tra l’altro, un loro assessore con la delega all’urbanistica. I nodi vengono al pettine e chi ha cattiva memoria rischia di trovarsi impreparato. Sulle scelte urbanistiche e sull’interesse per la città ci sarà tempo e luogo per rinnovare la memoria ad una comunità offesa da tredici anni di malgoverno cittadino."
La crescita passa anche attraverso l’edilizia, la iniziativa imprenditoriale, la creatività del singolo.
Il clima che si respira a San Cesario di Lecce è invece quello della diffidenza, dello svolgimento delle discussioni che riguardano la nostra Comunità nello stretto luogo frequentato da pochi intimi, nella esclusione di chiunque non si dichiari “fedelissimo” portando il cervello all’ammasso a pena l’esclusione ad opera dell’indiscusso leader maximo locale, di cui si dice che seghi qualunque iniziativa che non sia stata partorita dalla sua strabiliante e mirabolante “creatività” che è ben visibile nella mancanza di qualunque realizzazione nel nostro Comune.
Qui finiscono le annotazioni di un uomo che percorrendo in bicicletta il territorio nota quello che tutti noi, passando ogni giorno, neppure vediamo.
Caro mio compaesano, quando andando a Lecce arrivi all’Aria Sana, voltati a sinistra e lascia un attimo i tuoi pensieri! C’è una foresta di GRU, “la dove c’era l’erba ora c’è, una città” canta Adriano Celentano e invece la dove c’era un quartiere dormitorio chiamato Aria Sana ora c’è sempre un quartiere dormitorio chiamato Aria Sana di San Cesario di Lecce.
Un ultimissima annotazione: i socialisti del manifesto del 2006 nel 2007 si sono alleati con Rifondazione & C. e ora fanno parte della Giunta Municipale del Comune di San Cesario di Lecce con l’assessore Antonio Ciricugno. (L'uomo è l'unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere. Erich Fromm)


-->

L’anniversario dello zio con il convitato masaniello brunetta.




L’anniversario dello zio con il convitato masaniello brunetta.

L’anniversario dello zio con il convitato masaniello brunetta.

L’invidia si alimenta, diviene prima un mormorio e poi monta, sale sino a divenire una valanga che travolge tutto quello che incontra. Oggi sono andato a dare gli auguri a uno zio per l’anniversario di matrimonio. E’ una brava persona lo zio, un pensionato dello stato che porta avanti la famiglia e aiuta pure i figli.
Oggi non mi ha detto delle belle rose che ha regalato alla moglie, non mi ha parlato dei figli e dei nipoti. Oggi lo zio è venuto con in mano il giornale libero di Littorio Feltri per dirmi tutto compiaciuto che è soddisfatto di questo brunetta. Per la verità ha detto cito testualmente: “ se li iti è curtu, picciccu, ma sta combina nnu terremotu, sta puttana tutti sti latroni e parassiti ca se sta sucanu li sacrifici nesci”
Insomma lo zio ha avuto finalmente il vendicatore che sta facendo quello che avrebbe voluto fare lui, sta facendo fuori quelli che si sono arricchiti grazie alle amicizie politiche e alle raccomandazioni, i fannulloni che hanno un impiego e percepiscono lo stipendio senza fare nulla.
E’ preoccupante questo sentimento che è diffuso e sta divenendo una valanga, uno tsunami. Dalla rivoluzione francese è venuto un motto “gli epuratori verranno a loro volta epurati” ma sembra che questo il Ministro Brunetta non lo sappia.
Tutto è possibile se fatto con sobrietà, questo furor di popolo è inutile, dannoso e non serve a nulla. I dipendenti sono inca**ati neri e avranno una reazione che presto tutti avremo modo di percepire, i cittadini con i figli laureati disoccupati che fanno lavori precari sperano che i loro figli prenderanno il posto dei “fannulloni” e nutrono buone speranze perché con la generalizzazione per costoro “tutti sono fannulloni” si illudono, anzi c’è MASANIELLO BRUNETTA che li illude, poi ci sarà la delusione e quindi la depressione che potrebbe far conseguire un raptus che si rivolgerà proprio contro MASANIELLO BRUNETTA e i suoi protettori.
Sarà l’opra della scure per chi l’ha alzata per primo e per chi soffia sul fuoco: volete scommettere?


-->

sabato 14 giugno 2008

desiderava mettere nello stato di famiglia il suo adorato cane Fuffy



desiderava mettere nello stato di famiglia il suo adorato cane Fuffy

Noi abbiamo ricevuto già tutto da Cristo. Adesso bisogna fare esperienza di ciò che già possediamo. L'Amore di Dio per ognuno di noi, ci invita a trovarLo dappertutto, nelle Scritture, nella natura, nel nostro cuore, nei doveri quotidiani, nella solitudine.
Thomas Merton

Caro Gesù,
con il carrello mentre facevo la fila al supermercato la signora che mi parla del Ministro Brunetta, del clima infame che ha creato e dell’invidia dei cittadini senza posto fisso che si materializza nella caccia alle streghe. Lei che sono anni che fa sportello e che mi dice della signora che desiderava mettere nello stato di famiglia il suo adorato cane Fuffy perché glielo aveva detto il veterinario in quanto in quel modo il piccolo adorabile Fuffy avrebbe diritto alle prestazioni gratuite del servizio sanitario nazionale. Quante persone arrabbiate contro i pubblici dipendenti a posto fisso! Tanto lo sapete che la vostra invidia non porterà al vostro posto fisso no? I posti fissi li daranno ai computer!
Poi il mare con i bagnanti già sulla spiaggia. Un pochino di vento ma è stato bello.
Mi manca la Tua parola, anche se sei davanti a me, accanto a me e dietro me in ogni fratello o sorella che incontro. La leggo!
Bella la Tua parola di oggi. Osservo la natura e in questi giorni mi chiedo del perché le piante siano così ostinate nel riprodursi. Nonostante le avversità, nonostante non possano fuggire l’animale che le mangia, l’insetto che le rosicchia e l’arsura dell’estate. Le piante si ostinano a vivere e a riprodursi con una determinazione ferrea!
C’è un pensiero in tutto questo? C’è una logica? Osservo la natura, gli esseri viventi della natura e ci vedo un attaccamento alla vita, una determinazione per la vita tanto che nemmeno un seme viene sprecato a meno che non serva da nutrimento ad altra vita.
Pensarci mi è di aiuto a capire che le giustificazioni per ammazzare non sussistono, non c’è ragione di andare contro alla vita.
Nella Didachè (http://it.wikipedia.org/wiki/Didach%C3%A9 ) è detto chiaramente: «Tu non ucciderai con l’aborto il frutto del grembo e non farai perire il bimbo già nato»
In Siria nel primo secolo si diceva che la vita è sacra nel mondo così come voluto da Dio e diviene oggetto di discussione nella costruzione antropologica artificiale chiamata “Società umana civile”. La cosa che mi viene sempre più in mente è che al di fuori di Te mio Signore e Creatore non vi sia possibilità di Civiltà( http://it.wikipedia.org/wiki/Civilt%C3%A0 )!
Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

mercoledì 11 giugno 2008

Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone impedisca questo scempio della democrazia



Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone impedisca questo scempio della democrazia

Caro Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone,
intervengo spinto da un amico che mi ha fatto riflettere che anche l’orgoglio è un peccato e che mi ha chiarito che l’aventino non ha mai pagato. Chi mi legge sa a che cosa mi riferisco.
Il mio amico mi ha chiesto il boicottaggio del Dibattito pubblico L’ABORTO, TRA ETICA E DIRITTO che si dovrebbe tenere (io spero proprio di no) questa sera Giovedì 12 giugno 2008 alle ore 18.00 nella Sala Conferenze Palazzo Ducale in Piazza Garibaldi, 14. Il mio boicottaggio è un segno di protesta nei riguardi della “cultura dell’esclusione” che ha portato alla cancellazione dell’identità del nostro Comune. Per tale scopo non solo boicotterò l’iniziativa dell’Amministrazione Comunale di San Cesario di Lecce ma, nel mio piccolo, invito tutti a biocottare, in segno di protesta civile, tutto ciò! Questo atto è frutto di coscienza civile perché è scandaloso e intollerabile il modo fazioso di amministrare la nostra autonoma, democratica, indipendente e libera San Cesario di Lecce.
Mi appello al Lei Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone perché è il nostro leader locale, la personalità politica più in vista e più potente nel panorama politico – amministrativo di San Cesario di Lecce, anche perché in questi giorni so che potrebbe addirittura essere eletto per acclamazione Segretario Provinciale del Partito Democratico della Provincia di Lecce.
Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone, lei che ha inventato il movimento Oscar Romero e ne è il leader indiscusso, lei che si fregia di essere amico di Padre Alex Zanotelli, lei che è esponente di spicco, se non addirittura il più grosso esponente della cooperazione internazionale non governativa, lei che è una voce ascoltatissima dalla popolazione di San Cesario di Lecce che l’ha sempre tenuta in considerazione votandola in maniera plebiscitaria a qualunque competizione elettorale lei si sia presentato e sempre lei caro Assessore comunale e provinciale Salvatore Capone che è nello stesso tempo il leader dei vincitori delle ultime amministrative a San Cesario di Lecce, lei che intende candidarsi alle prossime provinciali che sono tra pochi mesi, si! Lei Assessore Salvatore Capone fermi questa iniziativa che è solo di una parte!
Così come non ci fu più e non è mai stato tenuto l’annunciato incontro dell’amministrazione che avrebbe dovuto incontrare la cittadinanza, fermi questa iniziativa che gli esperti mi dicono sarà condotta con l’intervento di una sola parte e non con l’intervento di chi la pensa diversamente.
Mi spiace che lei, caro assessore Capone, non intervenga mai nel forum Alambicco, o nel forum “Lu Cafausu”. Ma ho letto suoi interventi competenti sul Quotidiano di Lecce, Lei come credente che ricopre incarichi pubblici è chiamato a dire la sua lei che è credente ha l’obbligo, a cui non vedo come possa sottrarsi in quanto leader indiscusso di quella aggregazione che amministra da vent’anni San cesario di Lecce, di fermare questa iniziativa priva di un contraddittorio che consenta agli intervenuti di formarsi una qualsiasi opinione dopo l’ascolto delle varie posizioni. Lei deve impedire questo scempio della democrazia!
Lei e chi, nell’aggregazione che amministra San Cesario di Lecce, si riconosce nei valori della vita, ha il dovere di dire che l’incontro di stasera non deve aver luogo poiché non vi sono rappresentate le posizioni a favore della vita.
Caro Assessore Comunale e Provinciale Salvatore Capone, le auguro di raggiungere le più alte vette politiche, le auguro di venire eletto segretario provinciale del PD e di divenire onorevole, senatore e Ministro della Repubblica, San Cesario non potrebbe che trarre giovamento da un uomo illustre che emuli il famoso Vincenzo Cepolla agli inizi dell’800 con San Cesario di Lecce che partecipa attivamente attraverso la sua persona alla cospirazione antiborbonica e nel 1848 con sempre con Vincenzo Cepolla al primo parlamento del Regno delle Due Sicilie, ricordo a me stesso che lo stesso Cepolla prendera' poi parte nel 1870 al primo governo provvisorio di terra d’Otranto.
Caro assessore io mi aspetto che lei, come credente, si metta a capo dei cospiratori a favore della vita e contro questa imperante cultura della morte. Quindi caro Assessore Salvatore Capone esponente del volontariato cattolico e della cooperazione internazionale cattolica non governativa in concreto per i 32 aborti l'anno di San Cesario di Lecce e per altrettante morti di persone umane in forma di feto ucciso con farmaci stimolanti le contrazioni dell’utero ed espulso in bagno, IN TOTALE per le 64 PERSONE UMANE UCCISE OGNI ANNO A SAN CESARIO DI LECCE COSA E’ DISPOSTO A FARE O A DARE PER FAVORIRE LA VITA DI QUESTE PERSONE UMANE DI SAN CESARIO DI LECCE?
CARO ASSESSORE COMUNALE E PROVINCIALE SALVATORE CAPONE COMINCI CON UN PICCOLO PASSO! Assessore Capone lei E’ DISPOSTO A FERMARE QUESTA INIZIATIVA DI UNA SOLA PARTE CHE NON E’ quella che favorisce la vita?
Cordialità
Antonio Bruno


-->

martedì 10 giugno 2008

La caduta




La caduta

Caro Gesù,
non ho diritto a NULLA, e quel motto della povertà di Spirito risuona nella stanza con il suo “nulla voglio, nulla possiedo e nulla so”. La mente dice così, ma il cuore ancora non è d’accordo. E’ malato e crede nell’illusione delle sicurezze materiali, il cuore è ancora preda della logica umana che vuole si accaparri tutto per me, per avere sempre di più, in un ingordigia senza fine.
La osservo senza giudicare, e nello stesso tempo mi immergo nel fare di ogni giorno. Ho ripensato a questi ultimi anni, all’incontro via via sempre più intimo con Te. Adesso osservo le resistenze, ma se devo seguirTi, mio Signore non ho tempo per stare con la testa immerso dentro al mio peccato, ebbene si! Sono peccatore e nonostante questa condizione miserabile ogni giorno io Ti seguo e ogni giorno è un’avventura!
Non ho tempo per attardarmi immergendomi nei miei peccati, devo osservarli ma non immergermi nel ricordo di essi! Se ho peccato ieri, se ho avuto paura perché identificato nell’etichetta di una nomina e rassicurato nel corrispettivo economico oggi vivo! Vivo e faccio quello che la giornata mi propone, mi propone di pagare le bollette, quelle del bollo auto, quelle del condominio e quelle della rata. Incombenze di ogni giorno, cose che mi regala la vita.
Inutile restare immersi nel ricordo del peccato. Osservo che il mio deriva da attaccamento all’idea che mi sono fatto di me, io non sono l’idea che mi sono fatto di me, io sono nulla, ovvero nulla voglio, nulla possiedo e nulla so!
Ieri ho chiesto aiuto allo Spirito Santo e questi mi ha ispirato. Ho chiamato Gianni, Giuseppe e Franco. E adesso Ti prego Signore manda il Tuo Santo Spirito a rinnovare la Terra e cercando la Tua Parola mi è venuta in aiuto:

VANGELO (Lc. 11, 9-13)

"Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!"

Vieni, Santo Spirito, riempi il cuore dei fedeli e accendi il fuoco del tuo Amore. Manda il tuo Spirito, o Signore, per una nuova creazione. E rinnoverai la faccia della terra.

Matteo Capitolo 10

7 Andate e predicate, dicendo: "il regno dei cieli è vicino",
8 Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date.

Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

lunedì 9 giugno 2008

Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!



Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!

Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!
di Antonio Bruno


E’ stato Francesco Cavallo ad avvisarmi da New York, dalla grande mela. Lui dall’altra parte del mondo che continua a intervenire da questa parte. Francesco beato te! Comunque alle 18 e 15 sono entrato nella sala Ferrari dell’Ateneo dove il Centro Salentino della Famiglia in vista del viaggio del Papa Benedetto XVI nel salento ha organizzato un incontro dibattito sul tema “ Speranza e Ragione: Ratzinger e la parola narrativa del sacro” con Relatore il Prof. Carlo Alberto Augeri Docente di teoria della letteratura dell’Università del Salento. Ci sarebbe dovuto essere il Rettore Prof. Domenico La Forgia come ha ricordato il moderatore dott. Renato Caldarola, ma è stato sostituito dal Prof. Antonio Fino, che dopo un brevissimo intervento si è scusato di non poter ascoltare il relatore poiché atteso da studenti fuori sede, mi spiace che se ne sia andato, mi spiace per lui e dopo la lettura del mio racconto capirete perchè.
Un uomo piccolo, magro, con lo sguardo pieno di luce ha preso la parola. Incerto nell’eloquio sospeso qua e la da impedimenti che però non disturbano, anzi rendono ancora più gustoso il suo narrare. Si! Carlo Alberto Augeri ieri sera mi ha narrato il sacro.
Parole dense.
Idee seminali aurorali.
Parte da qui il viaggio narrativo del Prof. Carlo Alberto Augeri da queste parole che significano non in se stesse, ma che significano per fare significato. Il viaggio del Prof. Carlo Alberto Augeri l’avete capito è nell’indefinito territorio dell’interpretazione, in quello che il Prof. Carlo Alberto Augeri definisce il laboratorio delle deduzioni. In questo luogo, non luogo che tutti rifuggono ma che tutti cercano perché rappresenta l’orizzonte aperto dell’esistenza che apre prospettive impensabili e squarci di luce accecante le parole dense, le idee aurorali non esauriscono la loro carica di senso.
Qual è questo luogo non luogo? Per il Prof. Carlo Alberto Augeri è il sacro.
In questo luogo non luogo le idee germinative di senso vengono custodite per essere donate a chiunque desideri immergerci la propria curiosità, perché è il sacro questo luogo, non luogo che ci suggerisce una verità alla realtà delle cose, idee germinative luce senza la quale le cose non appaiono. Ma questo luogo non luogo che si chiama sacro non è una concettualizzazione, badate bene di non fare questo errore, questo luogo non luogo sacro è profondo.
Le idee germinative che illuminano le cose che non appaiono partono dal remoto che non sempre è consapevole e quando emergono dal remoto nella loro profondità ci rendono consapevoli che senza di esse la società perde senso. Le idee germinative custodite nel luogo non luogo che è il sacro sono il DNA. Il Prof. Carlo Alberto Augeri prende atto e ci rende noto che Ratzinger ripensa le idee aurorali, le idee germinali in maniera tale da entrare nel DNA della nostra cultura, di tutte le culture del globo con la capacità di queste idee ripensate di rendere in forma ciò di cui facciamo esperienza. Una breve parentesi personale, ho provato un piacere immenso ieri, un piacere direi fisico, nell’ascoltare la relazione del Prof. Carlo Alberto Augeri e in questo momento mentre scrivo ciò che ho appuntato ieri sto riprovando lo stesso identico piacere, direi che quanto sto scrivendo è per me terapeutico e fonte di una forte sensazione di piacere.
Lui, il Papa, il Pontefice è impegnato a impregnare costantemente il nichilismo contemporaneo con l’archeologia delle idee che permettono il senso poiché il presente non è mai stato bastevole a dare significato. Basta guardarsi intorno e prendere atto della corsa culturale ansiosa che mette fuori strada autori nel giro di 2 – 3 anni, che dopo questo breve tempo rende tutto fuori luogo, fuori tempo e fuori modo!
Lui, questo Santo Padre, ha innescato il confronto con la contemporaneità, ha messo in luce la possibilità di avere un supplemento della ragione. Con l’idea di ragione e di verità si recupera il buon senso che manca per risolvere le questioni che vengono poste all’attenzione dell’opinione pubblica. Senza l’idea di ragione e di verità la grande laicità si sperde. Ma tutto questo non prevede alcuna esclusione, nulla va cancellato, questo impregnare è ETEROLOGICO ED ETERORAZIONALE. Ecco che cosa significa la ragione aurorale rispetto a ciò che è la ragione illuministica in questo scuotere le parole pigre, un risveglio continuo delle parole a significare ancora di più. Questo luogo non luogo è il sacro dove appunto vi è un risveglio continuo delle parole a significare ancora di più.
Ma le parole seminali vengono usate, la pubblicità le usa nel marketing ed esiste un filone di studi (naturalmente sviluppato negli USA) che si chiama neuroestetica, per capire con precisione scientifica come reagisce il nostro cervello a quali stimoli visivi...per poi utilizzare questi risultati nel marketing...
Questo è il dramma delle idee aurorali sottomesse alla ragione del consumo. L’islam si chiude perché non ci sta!
Questa inflazione delle parole seminali è fascismo silenzioso.
Ma Papa Benedetto XVI non fa l’errore dell’Islam, non chiude i fondamenti della cultura in un fondamentalismo delle idee.
Nel luogo non luogo chiamato sacro si parla al profondo della coscienza, qui è l’incontro libero davvero perché c’è la possibilità di penetrare il significato sino a sprofondarci dentro.
Continuo a scrivere narrandovi quanto narrato e esprimendo ogni volta una sorta di germogliare che scaturisce dalla narrazione del narrato dal Prof. Carlo Alberto Augeri a dimostrazione della forza insita nelle idee seminali.
Poi il Prof. Carlo Alberto Augeri con mio dispiacere salta, corre rimbalzando tra i suoi appunti perché alle 19 e 30 si deve chiudere e c’è il dibattito e c’è la partita dell’Italia. Rimbalza saltando dirigendosi allegramente e con soavità verso l’amore. Lui il figlio della ricchezza e della povertà. Annotazioni su Deus Caritas est, la prima enciclica di Ratzinger.
Passa dall’eros all’agape quest’ultimo in contrapposizione con il simposio che altro non era che una cricca di amici che sbafavano per poi parlare. Ecco il Prof. Carlo Albero Augeri si perde nella trasformazione semantica trasformativa che il cristianesimo fa della parola amore.
Si meraviglia il Prof. Carlo Alberto Augeri che dividersi i beni dei singoli per partecipare del bene comune che dovrebbe essere il fondamento delle parrocchie sia invece tralasciato in favore delle comunioni e cresime da agenzia di servizi religiosi s.p.a.
Si meraviglia che questo meraviglioso compito sia stato lasciato al Papa solo, perché tutti, preti compresi se ne sono scordati da tempo!
Si meraviglia il Prof. Carlo Alberto Augeri che la potenza della idea aurorale amore che consente a me, a te di trasformare l’altro da complemento oggetto a complemento di fine sia lasciata a un angolino chiusa nel forte simbolismo della liturgia che diviene privo di significato perché senza narrazione che lo renderebbe vivo, potente e devastante nel suo essere rivoluzionario.
Una narrazione che mi fa dire che io più che dire:
Io amo Delia,
dico:
Io faccio tutto per amore di Delia
Una narrazione dell’enciclica Deus Caritas Est quella del Prof. Carlo Alberto Augeri che mi rende chiaro che l’amore è oltre l’eros (amore a due), mi fa capire la narrazione del Prof. Carlo Alberto Augeri che l’amore non rimane chiuso nell’io ma che è ESTASI, che amore è stare fuori di se, che amore è essere “io di apprensione” e non “io di prensione”.
Lui, e solo lui, Ratzinger fa entrare le parole del Vangelo nella modernità.
Lui, e solo lui, Ratzinger fa esplodere la consapevolezza che la vita è finalità, e non identità! Non chi sono io! Ma per chi sono io!
Insomma tutto è racchiuso in un’altra espressione forte del Prof. Carlo Alberto Augeri: L’AMORE ARCHITETTONICO DEL SENSO.
Dio è amore è una rivoluzione mentale e culturale, e questo può solo allargare il linguaggio trasformando ogni relazione in inclusione .
Adesso il Prof. Carlo Alberto Augeri diviene poetico e si allaccia ad Agostino.
Lui riesce a esprimere ciò che io sto mettendo in atto, ascesi alla vetta di se stessi perché nella ragione delle vette troviamo il profondo.
E qui la narrazione del Prof. Carlo Alberto Augeri assume le parole:
Luce da Luce…………………Patì sotto Ponzio Pilato……….. e solo dopo un intervento anche “dopo tre giorni resuscitò” (questo lo ha aggiunto una bellissima ragazza del pubblico).
Il Prof. Carlo Alberto Augeri ha accennato alla Teologia della narratività. Sono incuriosito. Penso che non si terrà tutto per lui, penso che il Prof. Carlo Alberto Augeri la prossima volta ce la racconterà la sua teologia della narratività. A me non resta che ringraziare il Prof. Carlo Alberto Augeri per le parole che hanno dato la spiegazione sintetica del senso alla mia vita “Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!”


-->

domenica 8 giugno 2008

Io sono un asino!



Io sono un asino!

Caro Gesù,
mi trovo a scrivere cose che provengono dalla osservazione della realtà, mi rendo conto che sono una persona “scomoda” prima di tutto per me che mi crogiolo nella pigrizia e che non desidero “sporcarmi le mani” con frequentazioni che non prevedono quello che è stato valido per me. Io ho la lettura del vangelo, la preghiera come fari che mi guidano, ma so anche che se non amo chi vedo, chi mi sta accanto, non amo Te!
Tu sei questi fratelli e queste sorelle che vedono nel fare velleitario e senza Te la soluzione della loro azione esistenziale prima che sociale.
Fratelli e sorelle che hanno costruito la loro confraternita for4mata da tre quattro persone, si sono fatti presedente, vice presidente e segretario e si sono messi il cuore in pace.
Io posso tacere? No!
Questa cultura dell’esclusione, del diverso che viene “fatto fuori”, che viene messo alla porta mi deve vedere presente come oppositore e non come complice e nemmeno mi sento di fare un peccato di omissione.
Ho scritto come vedo le cose dopo aver detto e rimanendo inascoltato mi sono visto costretto ad assistere alle azioni velleitarie, inconcludenti e narcisistiche che hanno portato al totale fallimento.
Sonio qui mio Signore, qui a Tua disposizione, fai di me quello che ritieni opportuno. Lo dico dopo la ribellione di ieri. Ieri che mi ha visto osservare il mio EGO che convulsamente di opponeva, il mio Ego che mi sussurrava che non meritano nulla, sono presuntuosi, si mettono in mezzo senza avere la minima idea del da farsi. Il mio Ego che mi sussurrava che mi mettono da parte perché hanno il protagonismo che li dilania, che gli impedisce di accettare collaborazioni. Il mio Ego che mi diceva che io sono un professionista e loro dei miserabili cialtroni arroganti e presuntuosi che messi nelle condizioni di avere un bicchiere e una matita non sono in grado di disegnare una vocale la o appunto perché incapaci inetti e ignoranti. Il mio Ego gonfio tronfio che si ergeva su tutto e su tutti e che mi incitava mandarli affanculo questi miserabili cialtroni, di lasciarli marcire nella loro mediocrità nella quale sguazzano!
Ma questa non è la strada che mi hai insegnato Tu, la strada della povertà, quella che io voglio imitare. Dopo aver osservato il mio Ego e dopo una giornata di preghiera ecco che è sgorgata una prima lettera e poi ancora un’altra. Io desidero imitarti mio Signore Creatore del cielo e della terra, io desidero imitarti in quel “NULLA VOGLIO, NULLA POSSIEDO E NULLA SO!” che Tu mi hai insegnato. Tutti gli altri sono più bravi di me, nessuno escluso, io sono il più asino, il più idiota e il più miserabile di tutti!
Sia fatta la Tua volontà
antonio

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati gli afflitti, perché saranno consolati. Beati i miti, perché erediteranno la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi”.
Come vivere questa Parola?In questo bellissimo discorso della montagna di Galilea, Gesù si mette ad ammaestrare i discepoli; insegna loro che seguire la sua strada richiede un nuovo modo di pensare, di vedere, di concepire il regno di Dio. Nel libro 'Gesù di Nazaret', il Papa spiega a proposito, come le beatitudini vanno lette nel contesto della Bibbia per capirle fino in fondo, perché sono la trasposizione della croce e della risurrezione nella vita del discepolo: "Il loro significato non può essere spiegato solo in modo teorico: viene proclamato nella vita, nella sofferenza e nella misteriosa gioia del discepolo, che si è donato interamente al seguito del Signore".Quindi il modello per il discepolo è Gesù stesso che ha vissuto le beatitudini nella propria vita fino alla morte di croce e così ha per sempre capovolto e trasformato i valori del mondo, offrendo ad ogni persona la promessa di beatitudine in questa vita e poi nella vita eterna.Matteo, nel suo vangelo, presenta Gesù come il vero Beato, il Povero che non aveva dove posare il capo (Mt.8,20), il Mite che può dire con autorità: "Venite a me che sono mite e puro di cuore..." (Mt 11,28), l'Uomo di pace che soffre in persona per il regno di giustizia e di pace.In qualche modo anche noi siamo poveri, affamati, in pianto; siamo alle volte rigettati, perseguitati, presi di mira, perché cerchiamo di vivere e testimoniare le realtà dell'oltre che chi non crede, fatica a comprendere. Non dobbiamo lasciarci spaventare o cedere ai compromessi: Gesù ci chiama beati perché la Promessa si realizza già per noi che accettiamo le sofferenze così come si presentano, giorno per giorno, riconoscendole con gli occhi della fede come nient'altro che la trasposizione della croce e della risurrezione nella nostra storia. Questa nostra vita di testimonianza della speranza in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo diventa in se stessa un invito ai fratelli ad accogliere la promessa delle beatitudini.Oggi, nel mio spazio di silenzio, rileggo le Beatitudini e mi domando se sono veramente cosciente della mia dignità di figlio/figlia di Dio e discepolo/a di Gesù.Signore Gesù, ti ringrazio per il dono della fede e ti chiedo di aprirmi a vivere con più consapevolezza i valori delle beatitudini, per essere veramente tuo amico; e alla tua sequela raggiungere il Regno promesso con tutti coloro che tu mi poni accanto.La voce del PapaSe l'uomo comincia a guardare e a vivere a partire da Dio, se cammina in compagnia di Gesù, allora vive secondo nuovi criteri e allora un po' di èschaton, di ciò che deve venire, è già presente adesso. A partire da Gesù entra gioia nella tribolazione.Benedetto XVI
Come vivere questa Parola?Questa è la prima delle beatitudini che è l'apice del vangelo di Gesù. E se "vangelo" vuol dire notizia lieta, è significativo che il suo vertice sia il ripetersi (per otto volte!) della parola "beati" che significa felici. Proprio con la categoria della felicità, anzitutto, bisogna fare i conti con una domanda di fondo: chi è l'uomo felice? Il vocabolario della Treccani dice che "è colui che si sente pienamente soddisfatto nei suoi desideri, ha lo spirito sereno, non turbato da dolori e preoccupazioni e gode di questo suo stato". Ma allora bisognerà fare il punto proprio sui "desideri". Oggi soprattutto, in cui la società del benessere sollecita l'uomo a desiderare sempre di più ma in campo economico – materiale. E bisogna anche dire che il mondo in cui viviamo è un mondo per lo più di sazi ma insoddisfatti. Lo denuncia il fatto che, oggi in Europa, i suicidi sono sessantamila ogni anno, più delle vittime per incidenti stradali. Ed è significativo che le statistiche dicono che là dove è più esorbitante la soglia dei redditi, l'indice di felicità si abbassa. È qui che "beati i poveri" diventa, oggi, terapeutico. Non perché chi è ricco debba disprezzare le sue ricchezze. Dal denaro alla roba, alla cultura, a ogni capacità esse vanno gestite nell'ottica cristiana. Ciò significa, sostanzialmente, che tutto mi è stato donato e, se lo tengo stretto, lo perdo, soffocandolo nel mio ego; se lo dono (cioè se me ne servo per far star bene anche il mio prossimo) lo trovo, e Dio lo moltiplica nel mio cuore.Oggi, nella mia pausa contemplativa, respiro in cuore quell'aria di libertà che è dentro la beatitudine dei poveri nello spirito, quello star bene non perché ho tanti beni materiali ma il Bene per eccellenza.Signore, dammi il tuo bene, dammi te che sei il Sommo Bene e una grande gioia: la felicità di far contenti gli altri.La voce di una santa dei nostri giorni Quando le cose si impadroniscono di noi, diventiamo molto poveri. Dobbiamo liberarci dalle cose per essere pieni di Dio.Madre Teresa di Calcutta
Dalla Parola del giornoRallegratevi ed esultate, voi che oggi siete nel dolore, perché già vostro è il Regno dei cieli.Come vivere questa Parola?Questa acclamazione al vangelo di oggi ci aiuta a penetrarne il senso, attualizzandolo. Sì, la pienezza dell'essere beati noi l'otteniamo nella vita intramontabile, dopo la morte. Ma già ora qui noi possiamo in qualche misura "rallegrarci ed esultare" per una gioia, quella del Regno di Dio nel nostro cuore: una gioia che il mondo può irridere però non può strapparci. Certamente la pagina delle Beatitudini segna l'apice del "manifesto di Gesù" contenuto nel discorso della montagna. E segna anche l'apice della "rivoluzione", operata e proposta da lui. Sì, un vero scardinamento della mentalità mondana di tutti i tempi. Non l'avida ricerca della ricchezza, non l'esercitare potere e prepotenza, non la corsa al piacere, non l'attirare a sé cose e persone ti danno la gioia, ma esattamente l'opposto: l'esser poveri per amore di Cristo, l'essere miti perdonando le offese, l'essere misericordiosi soffrendo piuttosto che facendo soffrire. E' in questo capovolgimento che si opera una misteriosa alchimia: il dolore si trasforma in gioia, in luce del Regno nel profondo del cuore.Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo a Gesù di memorizzare qualcuna delle beatitudini: per esempio questa "Beati i miti perché possederanno la terra". Dammi, Signore, la capacità di resistenza silenziosa e piena di pace nei conflitti della giornata. Che provocato, io non risponda; che offeso, io perdoni, che messo a cimento, io pazienti. Dammi largo sorriso e cuore paziente perché la tua mitezza sia beatitudine del Regno in me e attorno a me.La voce di un grande santoTornando io nel mezzo della notte, in un inverno fangoso e rigido, giungo alla porta del convento e dopo aver picchiato e chiamato, viene un frate e mi dice: "Vattene, non è ora decente questa di arrivare, non entrerai". Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell'anima.S. Francesco di Assisi
Dalla Parola del giornoBeati i poveri di spirito, perché di essi è il Regno di Dio.Come vivere questa Parola?Nel discorso della montagna che trova il suo apice nella proclamazione delle beatitudini, Gesù ci svela il suo più profondo desiderio: quello di vederci beati. Si tratta però di quella felicità che sperimentiamo se, con Gesù, lasciamo spazio in noi ai desideri dello Spirito, non a quelli dell'egoismo.Il mondo dice: beati i ricchi, i potenti e i prepotenti, beati quelli che si fanno avanti con qualsiasi mezzo, beati quelli che spremono piacere a qualsiasi prezzo.Gesù c'invita a guardare in profondità e a cogliere ciò che veramente conta. E' poi ciò che già ora ci dispone a una profonda gioia, anche nelle difficoltà, perfino nel dolore perché crea in noi le condizioni vere, concrete per vivere insieme a Gesù, assumendo i suoi criteri di valutazione e il suo modo di amare.Nell'esercizio spirituale di oggi, mi soffermo sulla prima beatitudine chiedendo allo Spirito un cuore sgombro da avidi desideri di possesso e da attaccamenti a ciò che mi serve. Verbalizzerò così:"Dammi un cuore povero e arricchiscimi del tuo amore". Regalerò, potendo, qualcosa di mio.La voce di una fondatrice"Sono sempre in una gioia profonda, anche se spesso essa coesiste al dolore. Sono schiacciata, annientata. Eppure il Signore mi calma".Piccola Sorella Magdaleine


-->

sabato 7 giugno 2008

Il delta dei significati



Il delta dei significati

Ieri ho preso parte ai lavori di due giornate di studio organizzate dal CRIL Centro di Ricerca interdisciplinare sul linguaggio di Lecce guidato dal Direttore Mirko Grimaldi coadiuvato dal Vicedirettore Barbara Gili Rivela

http://www.cril.unile.it/it/home.php
Queste giornate di studio dei diversi gruppi Prin 2004 e 2006 di Parlaritaliano (cfr. www.parlaritaliano.it), organizzate dall’unità di Torino, propongono una riflessione sui vari fenomeni di intensità nell’italiano parlato.
Il termine intensità integra (a partire da Labov 1984) quelle che possono essere considerate i due poli di questo continuo: attenuazione/rafforzamento, quindi le modifiche della forza illocutoria di un determinato atto linguistico all'interno di uno scambio comunicativo.
http://www.cril.unile.it/italiano-parlato/
La gentile dott.ssa Sonia Polito che fa il dottorato presso il Centro di Ricerca interdisciplinare sul linguaggio di Lecce mi ha illustrato le finalità delle giornate di studio con squisita ospitalità, molto garbo e preparazione.
Io da parte mia sono stato inchiodato sino alle 13 e 30 circa a seguire i lavori per tutto sabato 7 giugno. Sono stato interessato da tutto, ma in particolare riferirò di ciò che ha “toccato” la mia anima, sarebbe meglio dire si ciò CHE E’ PENETRATO NELLA MIA ANIMA COME UN COLTELLO CHE FICCATO DENTRO SQUARCIA LA PANCIA:
prof.ssa Flavia Ursini dell’Università di Padova che ha tenuto una relazione dal titolo :
Rafforzare nel dialogo al computer. La comunicazione Facilitata di soggetti artistici.
La comunicazione facilitata lo è perché avviene con il computer, è una conversazione, una chat che però si svolge alla presenza fisica dei due che chattano, il facilitatore e il bambino artistico.
ADESSO ATTENZIONE. QUANDO HO LETTO QUESTO MATERIALE HO AVUTO EMOZIONI FORTISSIME, SCONVOLGENTI, CHI E’ ECCESSIVAMENTE SENSIBILE NON DEVE LEGGERE ASSOLUTAMENTE!!!!!!!!
Io vi ho avvistati, andiamo a incominciare riporto le frasi che ho trascritto ieri al Museo Castromediano così come mi sono state proposte tenetevi forte e buona lettura:
LE PAROLE SONO ARIA PER TE MA POSSONO ESSERE UN CARICO MOLTO PESANTE PER ME (A. Riviere Autistico)
Il delta dei significati (bambino autistico)
NON RIESCO A DIFENDERMI DAL MOSTRO RUMOROSO CHE DISTRUGGE LA CALMA DEI MIEI SENSI (D. 6 anni)
MIA CONCENTRAZIONE MI NAUFRAGO ABBANDONA IN EMOTIVO MARE
AMO LA PAROLA SOPRA OGNI COSA E’ UN TRAMITE TRA GLI UOMINI
Ed infine il pezzo forte di D. 9 anni:
TI SEI SPINTA GIOIOSAMENTE NEI MIEI SELVAGGI PENSIERI PER DARMI ASPETTO DI UMANO BAMBINO PENSANTE, NON GLI ALTRI CHE VEDEVANO IN ME SOLO UN MUTO RIOTTOSO BIMBO TRISTE, TI HANNO CONVINTO DELLE MIE CAPACITA’ MA INNATO SENSO DI AMORE E SENTIMENTO GIOIOSO DI INCONTRO CON ME, GRAZIE ANCORA MIA PER AVERMI ADDOMESTICATO E RESO FEDELE SERVIZIO ALLA VERITA’, MAI LA MALATTIA POTRA’ VINCERE IL MIO DESIDERIO DI AFFERMARMI.


-->

venerdì 6 giugno 2008

Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!




Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!
Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!
di Antonio Bruno

Ieri Venerdì 6 giugno con prosecuzione oggi sabato 7 giugno il Grand Hotel Tiziano di Lecce sta ospitando un convegno dal titolo Estetica e Marketing, organizzato da SIE – Società Italiana d’Estetica, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell’Università del Salento.
Ma vediamo che cosa dichiara alla stampa uno dei promotori dell’iniziativa, Paolo Pellegrino dell’Università del Salento, che chiarisce l’importanza di discutere il complesso rapporto tra estetica e marketing, asserendo che questa relazione «finora vedeva i due ambiti nettamente distinti, se non addirittura contrapposti, tanto l'estetica persegue una "finalità senza scopo" quanto il marketing è interessato invece a convincere e persuadere della bontà di un prodotto in vista dell'acquisto.

Sennonché, per un verso, l'estetica, in quanto teoria del bello, mentre viene destituita di fondamento in campo artistico dalle avanguardie del Novecento, è al centro di un fenomeno di estetizzazione diffusa, e il marketing, sia quello istituzionale quanto quello aziendale, ricorre al bello per rendere convincenti i propri messaggi.
Io ci sono andato e ho preso posto in fondo alla sala. Ho ascoltato prima Enrico Menduni Università ROMA TRE e poi Roberto Diodato dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano.
Chi mi ha colpito però è stato il prof. Enrico Menduni e adesso vi spiego perché!
Quando mi sono seduto il prof. Enrico Menduni ha proclamato con enfasi e linguaggio ironico che il prodotto è meglio farlo vedere che descriverlo! Inoltre sempre con grande ironia aggiungeva che facendolo vedere bisognava significare al fruitore (che poi sarei io e te che mi leggi) quali meravigliose esperienze si provano consumando appunto il prodotto che ci viene fatto vedere.
Il prof. Enrico Menduni prosegue affermando che la pittura non è mai stata adatta alla pubblicità e che questa comincia ad essere presente nella seconda metà dell’ottocento attraverso la fotografia che funziona in maniera da rappresentare realismo ed è tale da avere un valore testimoniale.
Ciò secondo il prof. Enrico Menduni rende l’immagine pubblicitaria simbolo di realismo espositivo e nello stesso tempo ha valore dimostrativo per il fruitore (che sarei io e tu che mi leggi).
Il prof. Enrico Menduni non può fare a meno di rilevare le traiettorie spazio temporali che sono vere e proprie beffe della realtà attraverso i fotomontaggi che dimostrano un realismo senza essere reali.
Quindi la beffa del valore testimoniale che può non avere valore. Qui il prof. Enrico Menduni è sottile e nello stesso tempo rende l’idea di cosa sia la mistificazione senza mai pronunciare questa parola, la mistificazione ovvero la manipolazione attraverso la stesura di traiettorie spazio temporali assolutamente fuorvianti e irreali.
Nel 1895 con le immagini in movimento si entra in quello che il prof. Enrico Menduni definisce “regime scopino permanente” che prevede però la stessa esclusività del Night Club che da fuori non fa vedere nulla e che per essere ammessi ha la necessità dell’iscrizione, del divenire socio in cambio di un corrispettivo economico da versare a chi pubblicizza le meraviglie che sono all’interno. Prima del cinema questo ruolo era proprio delle attrazioni da circo, la donna barbuta o la donna cannone oppure l’uomo con le più improbabili rarità e anche l’animale esotico delle meraviglie.
Il prof. Enrico Menduni si esprime sempre in maniera pittoresca e per immagini definendo il dentro una specie di semiclandestinità permanente che per poter essere vissuta oppure per subire la suggestione di poterla addirittura agire è bisognevole di un lauto versamento di denaro.
Il prof. Enrico Menduni poi divide in due la mela di cui si nutre e che gli consente di pagarsi le bollette in un periodo che va dal 1895 al 1945 che è del Cinema che è allietato da quello che il prof. Enrico Menduni definisce turpitudini domestiche rappresentate dalle riprese super 8 di matrimoni, cresime, estreme unzioni e compleanni e dalle diapositive aventi per oggetto le stesse turpi (per il prof. Enrico Menduni ) ricorrenze. Il prof. Enrico Menduni ci invia la suggestione di un pomeriggio dopo pranzo, noi ospiti e il padrone di casa che monta lo strumento inquietante che ci sottoporrà alle visioni delle turpitudini sopra menzionate.
Dal 1945 al 1995 regime misto Cinema TV. Qui il prof. Enrico Menduni si scatena! E’ davvero uno spettacolo stare a sentirlo! Intanto precisa che la Tv se la paga il Marketing per il 100% negli USA e per il 50% in Europa, e che la Tv ha delle importanti conseguenze estetiche in breve si instaura il
“Marketing esperienziale” ovvero il prodotto è anticipatore di un benessere fisico ed appunto esperienziale!
Il 1995 per il prof. Enrico Menduni è l’apoteosi! Il regime scopico è rotto dall’avvento di Window 95 e di Internet, poi c’è anche la TV digitale satellitare e terrestre, la TV WEB dove non c’è più il problema della massa critica ma la cosa che fa andare fuori di testa il prof. Enrico Menduni sono le applicazioni multimediali sui cellulari, perché è difficile che uno se ne vada in giro con una digitale ma tutti, proprio tutti hanno un cellulare che fa le foto e registra clip!
Tale situazione ha fatto si che si abbiano i contenuti generati dall’utente.
Non ce l’ho fatta a resistere e ho scattato una foto per provocare il prof. Enrico Menduni che ha raccolto immediatamente additandomi come esempio di quanto affermato.
Bella relazione!
Sagace ironia!
Pur condividendo la preoccupazione estetica non riesco a condividere lo strisciante pessimismo e lo snobbismo, o forse c’è una sorta di rifiuto estetico del prof. Enrico Menduni per la quotidianità. Mi chiedo e chiedo al prof. Enrico Menduni se ci sia un’estetica della vita quotidiana. Ma è una domanda che certamente farà storcere la bocca al prof. Enrico Menduni.
Ognuno coltiva il giardino che si sceglie. Il mio è pieno di fiori perché osservo la realtà anche se attraverso uno strumento che sono i miei occhi che risentono del limite intrinseco della soggettività. Ma quando mi lascio andare caro prof. Enrico Menduni agli occhi del cuore, quelli che guardano la realtà che poi è la verità che poi è l’amore tutto mi è chiaro!
In quello che lei definisce turpitudini c’è l’amore. Ma con i suoi occhi lei vede ciò che vuol vedere. Come chi vedeva belli gli ariani e non degni di essere guardati tutti gli altri proponendone la soppressione poiché turpi! C’è un giudizio estetico? Quale? Addio prof. Enrico Menduni!


-->

Dignità di ognuno di noi



Dignità di ognuno di noi
Dignità: partecipazione del logos (principio razionale da cui trae origine il pensiero umano o la realtà) umano a quello divino.
di Antonio Bruno

Un giorno intenso ieri, varie esperienze. Ogni giorno è un’avventura. Come al solito inizio dalla fine. Alle 19.00 ho preso parte alla conferenza di San Cesario di Lecce sulla Costituzione.
Cominciamo con la dignità. il tema della dignità che è stato approfondito storicamente dallo Stoicismo che, in virtù della partecipazione del logos umano a quello divino, affermava l’identità delle virtù negli uomini a prescindere dal ceto sociale e dal sesso. Perché lo scrivo? Perché ieri sera un uomo che insegna Diritto Costituzionale comparato all’Università del Salento, mi ha ricordato l’articolo 3 della Costituzione e con esso la partecipazione di ogni uomo a Dio. Pare che Dio prima fosse contenuto in una cassettina, ma siccome divenne incontenibile esplose in miliardi di scintille ognuna delle quali era una persona umana. L’uomo che ieri sera alle 19.00 nell’atrio del Palazzo Ducale Marulli di San Cesario di Lecce ha spiegato tutto questo è il chiarissimo professore Michele CARDUCCI. C’erano un centinaio di persone ieri per l’occasione. Ma non persone qualunque! C’era il futuro ieri nell’atrio del palazzo ducale di San Cesario di Lecce rappresentato da tutte e tutti i diciottenni di San Cesario di Lecce, ma il bello viene adesso, c’erano tutti, ma proprio tutti perché il Sindaco del Comune di San Cesario di Lecce dott. Antonio Girau li ha invitati uno ad uno, gli ha persino telefonato!
Io penso che le persone che interpretano bene i ruoli a cui sono stati chiamati debbano essere prese ad esempio.
Quello che ha fatto il Dott. Antonio Girau è quanto di più democratico e partecipato possa esserci e, dal mio osservatorio di credente in Gesù, quanto di più evangelico possa esistere poiché si è fatto servitore di tutti in controtendenza rispetto agli uomini di potere che occupano i primi posti e si mettono nelle prime file poiché vogliono essere serviti e non sono li per servire. Ma c’è di più, ha detto il chiarissimo professore Michele CARDUCCI : un di più che è frutto delle parole che hanno informato la Costituzione della Repubblica Italiana che entrò in vigore il 1° gennaio 1948 ed è la legge fondamentale e fondativa dello Stato italiano e che è frutto di COMPROMESSO.
La parola compromesso viene interpretata in un modo che la rende invisa ai giovani, invisa a chi crede che le cose stanno in un certo modo e che le stesse non possono essere aggiustate a seconda della bisogna. I giovani sono così, quando siamo stati giovani siamo stati tutti così!
Ma compromesso, ha spiegato il il chiarissimo professore Michele CARDUCCI, è una promessa che ci facciamo insieme. Una promessa!
Compromesso è una parola che non ha nulla a che fare con L’INCIUCIO che è ciò a cui si riferisce il linguaggio comune. Quindi la Costituzione è una promessa che ci facciamo insieme. Che bello! Una Giovane donna politica che ha la delega alla cittadinanza attiva e alla pari opportunità nel Comune di San Cesario di Lecce con piglio giornalistico, ha fatto delle domande al il chiarissimo professore Michele CARDUCCI, è la Dott.ssa Daniela LITTI che era visibilmente commossa e ha fatto un ottima introduzione a ha portato avanti un’altra ottima iniziativa.
Infine sempre l’articolo tre in cui si legge al secondo comma:
“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli……”
Qui il chiarissimo professore Michele CARDUCCI ha superato se stesso sfiorando le vette della poesia descrivendo attraverso un suo aneddoto personale il compito che spetta a ognuno di noi, senza aspettare altri, di rimuovere gli ostacoli.
La Costituzione Italiana è unica e il professore l’ha spiegato confrontandola con quella americana e con quella della Germania e anche in questo ha dimostrato grande competenza.
Un coda per mio cugino Gianluca Pensa che pur essendo vissuto a Lecce adesso vive e lavora a San Cesario di Lecce che fu paese di Distillerie, di Fabbriche di Tabacco e che oggi è paese di case editrici.
Un mio grazie personale per avermi dato l’opportunità di ascoltare il il chiarissimo professore Michele CARDUCCI!

giovedì 5 giugno 2008

Da Toronto a San Cesario di Lecce








Da Toronto a San Cesario di Lecce
Perché una professoressa dell’Università di Toronto si interessa viene a osservare e studia San Cesario di Lecce?
di Antonio BRUNO
Io ci sono andato alla conferenza e scopro che la prof. Linda Safran dell’Università di Toronto (Canada) dall’accento forte inglese che parla come Enrico Montesano quando imitava a Gran Varietà alla Radio la vecchia signora inglese che chiamava “salvatore che mi piace a tutte l’ore!” si prendo atto nell’auditorium della Biblioteca provinciale “Sigismondo Castromediano di Lecce” che questa donna ha scoperto che una figura presente nella Chiesa di San Giovanni Evangelista in Via Caponic a San Cesario di Lecce a cui nessuno riusciva a dare un nome e un cognome è quella di San Giacomo con i pellegrini. Una donna canadese scopre nel 2008, ovvero 678 anni dopo che la chiesa è stata costruita chi è quel santo. Noi ci viviamo e non ce ne ricordiamo, abbiamo perso tutti la memoria, siamo tutti in tutt’altro affaccendati mentre una donna canadese se ne viene, come direbbe Totò, TOMA TOMA, CACCHIA CACCHIA a dirci ciò che avremmo dovuto dire noi a lei. Noi siamo assolutamente distratti, non capiamo che siamo seduti sulla nostra fortuna, come disse Giuseppina Bonaparte riferendosi a se stessa e alle donne in generale!


Sempre la nostra signora canadese ha scoperto dei graffiti sul sarcofago presente all’interno della Chiesa. Uno è l’orma di un sandalo che richiamerebbe mosè che dovette togliersi i sandali quando salì sul monte sacro, e poi la nostra dolce signora dal forte accento inglese ha scoperto che sul sarcofago che probabilmente è quello di chi ha fatto costruire la chiesa i sancesariani, o se preferite, sancesaresi, oppure se vi fa comodo sancesarensi del dopo fine 1300 ci giocavano a tris. Sull'architrave di una porta all'interno della cappella, un'epigrafe ci ricorda come questa fu costruita tra il 1330 ed il 1331 per volontà del sacerdote Michele di Sternatia. Si! insomma quel sarcofago era una specie di sedile dove le persone passavano il loro tempo. Nel medio evo le chiese non era solo luogo di culto. Nel medio evo solo quello spazio era disponibile alle popolazioni e queste vi si rifugiavano tutte anche nei momenti di tempesta o di temporale, perché erano le uniche costruzioni in pietra, oppure vi si riunivano per scopi civili, per discutere insomma tutti insieme in una specie di democrazia diretta di allora.
Siamo parlando di meno di settecento anni fa. E meno di settecento anni fa fine 1300 sul sarcofago del sacerdote Michele di Sternatia si giocava a tris! Magari ci giocavano i miei parenti di allora con i tuoi parenti che si incontravano in chiesa quando c’era aria di burrasca e nell’attesa si facevano una bella partita! Noi invece per incontrarci dobbiamo fare un blog su internet. Io e te che mi leggi ci incontriamo al bar e neppure parliamo. Per scambiare le nostre opinioni ci facciamo un blog. Ma così è, c’è la possibilità dell’anonimato e il leone che dorme in ognuno di noi si sveglia nel blog. Ma questa, direbbe qualcuno, è un’altra storia!
La Prof.ssa Linda SAFRAN, docente di arte tardo-antica e bizantina, presso l’Università di Toronto (Canada), terrà due pubbliche conferenze:
a Lecce, giovedì 5 giugno 2008 alle ore 18,30 presso l’Auditorium del Museo Provinciale “Sigismondo Castromediano” parlerà di"Alcune scoperte di arte medioevale nel Salento leccese"(presenta il Dott. Antonio Cassiano, direttore del Museo Provinciale “S. Castromediano”)a Massafra (TA), giovedì 12 giugno 2008 alle ore 18,30 presso l’Aula consiliare del Comune parlerà di"Gente e pratiche devozionali in alcune chiese medievali della provincia di Taranto"(presenta il Dott. Giovanni Giangreco, storico dell’arte presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Lecce, Brindisi e Taranto)La Prof.ssa Linda SAFRAN dal 2004 è professore associato di arte tardo-antica e bizantina presso la Facoltà di Storia dell’Università di Toronto (http://www.art.utoronto.ca/people/art-history/graduate-faculty/safran); precedentemente ha insegnato per quattordici anni negli Stati Uniti d’America (dal 1989 al 2003) presso l’Università Cattolica di Washington (DC) dove ha anche svolto le funzioni di Direttore del Dipartimento di Greco e Latino (per cinque anni dal 1998 al 2003).Dal 2007 è presidente dell’Associazione di Studi Bizantini del Nord America (Byzantine Studies Association of North America, www.bsana.net).Ha iniziato ad occuparsi del Salento nel 1984 scegliendo -da ricercatrice universitaria- come oggetto del suo primo studio la chiesa di San Pietro di Otranto e da allora ha continuato a studiare l’arte e l’identità del Salento medioevale. E’ autrice del libro San Pietro ad Otranto. Arte bizantina in Italia meridionale, volume VII nella Collana di Studi di Storia dell’Arte, ed. M. D’Onofrio (Rome: Edizioni Rari Nantes, 1992).
Fonte: http://www.archeoclubportobadisco.it/CMS/
info@archeoclubportobadisco.it
marcomerico@hotmail.com
luciacataldi@tiscali.it
antodemarco@libero.it
Notizie raccolte dalla rete:
La chiesa di San Giovanni Evangelista risulta essere la testimonianza più antica di San Cesareo. Conclusa nel 1331, di committenza privata, edificata a spese del prete Nicola di Sternatia, si presenta come edificio prettamente romanico, con la consueta sequenza di archetti pensili sul coronamento delle facciate laterali, che diventano salienti sulla facciata a capanna, visibilmente rimaneggiata, dove l’antico rosone è sostituito da una finestra, e un portalino seicentesco ha sostituito l’originale. L’interno, ad aula unica, di dimensioni ridotte, presenta un ciclo di affreschi importanti per lo studio dell’evoluzione della pittura bizantina nel Salento. Sono datati da un’iscrizione in greco al 1329 e si presentano in buono stato di conservazione, tranne l’ originaria decorazione dell’abside ormai perduta.
Da vedere: L’interno è dominato dalle decorazioni pittoriche che si stendono su buona parte della superficie muraria. S’individua il ciclo Cristologico, articolato sulla parete sinistra, sulla parete di fondo si svolge il Giudizio Universale, e sulla parete destra riprende il ciclo Cristologico per poi concludersi con la scena della Crocefissione e l’Anastasis. Vi è un unico altare lapideo di forma seicentesca.

San Giovanni Evangelista
- San Cesario Di Lecce
Regione: Lecce
La cappella presenta all'esterno una facciata a capanna impreziosita da una sequenza di archetti pensili salienti che seguono a coronamento delle fiancate laterali. Visibilmente rimaneggiata dalle diverse campagne di restauro, presenta sulla facciata una finestra in sostituzione del preesistente rosone, e un portale seicentesco che sostituisce quello medievale. L'interno è ad aula unica con un altare settecentesco di stile barocco addossato alla parete di fondo. A sinistra dell’ingresso è collocato un sarcofago medioevale, a destra, invece, un’acquasantiera barocca. Gli affreschi, di gusto bizantineggiante, sono disposti in più fasce e rappresentano una lunga teoria di Santi della liturgia greco-ortodossa nella parte inferiore ed una cristologia in quella superiore.

Posto esatto: N40 18.223 E18 09.545
Indirizzo: Via Caponic
Data di costruzione 1330- 1331
Informazione storica Sull'architrave di una porta all'interno della cappella, un'epigrafe ci ricorda come questa fu costruita tra il 1330 ed il 1331 per volontà del sacerdote Michele di Sternatia. Nella seconda metà del sec. XX versava in completo stato d'abbandono.

Preferisco mia figlia a Paolo Bonolis



Preferisco mia figlia a Paolo Bonolis

Preferisco mia figlia a Paolo Bonolis

Caro Gesù,
ieri non sono potuto venire da Te c’era la recita di mia figlia. Vedere queste bambine fare la marcia della pace è stato bellissimo, i bambini che recitando le preghiere percorrevano tutti i giardini e pregavano per la pace. Ma la più pacifista di tutti è stata Suor Augusta, la dirigente scolastica di mia figlia. Il suo piglio è rigoroso e autorevole e la fa testimone di Te mio Signore e creatore del cielo e della terra.
Ma poi c’è stata la festa, i balli di tutte le suore. Solo una cosa quando ho detto a mia moglie che la musica era bellissima e che se lei non volesse venire in discoteca ci sarei andata con le suore una nostra amica l’ha presa in disparte e le ha sussurrato qualcosa. Al ritorno in macchine le ho chiesto cosa le avesse detto la nostra amica. Mia moglie mi ha riferito che le avrebbe detto: “Delia non lo mandare con nessuna altra in discoteca, nemmeno con le suore, perché anche se suore sempre femmine sono!”.
Oggi avrei voluto vedere la lezione di Paolo Bonolis all’istututo sperimentale tabacchi,ora sede di Università e specificamente di Scienze delle Comunicazioni, ma mia figlia deve cantare alla messa che le suore hanno predisposto per festeggiare le ragazze di prima comunione.
Preferisco mia figlia a Paolo Bonolis, scusami e non chiedermi come facesti con Abramo e suo figlio Isacco. Preferisco non pensarci.
Sia fatta la Tua volontà
antonio


-->

martedì 3 giugno 2008

Irretito dalla rete



Irretito dalla rete

Cybersoviet: caro Carlo dovresti prendere in considerazione più opzioni non credi?
di Antonio BRUNO

Ieri Martedì, 3 giugno 2008, ore 18.00, presso la sala riunioni della Mediateca provinciale di Lecce è stato presentato il libro “CYBERSOVIET utopie postdemocratiche e nuovi media” di Carlo Formenti.
Ho ascoltato tra le altre cose “Quando facevo il sindacalista dei metalmeccanici era facile per gli operai sapere chi era il nemico e l’azione di lotta era assolutamente consequenziale. Adesso chi è il nemico?” se lo domanda Carlo Formenti, è sincero! Questo suo libro “Cybersoviet utopie postdemocratiche e nuovi media” è il terzo di una trilogia che però è più in conflitto che in accordo , come è in conflitto lui che fa esclamare gli articolisti del Corriere, che meravigliati, guardano uno scienziato che fa autocritica. Ma Carlo Formenti è alla ricerca del nucleo fondamentale, è alla ricerca di se stesso, proprio lui che ha dovuto abbandonare il maestro Tony Negri (si proprio quello la!) rimanendone contaminato e segnato e con il quale continua a dialogare sulla teoria delle moltitudini, che non lo trova d’accordo, e che lo lascia orfano con un senso abbandonico che pare si porti sempre appresso. Lui Carlo Formenti, che ha proseguito con Alberto Abruzzese e con l’Analisi dei Media e poi infine è spiaggiato nell’esperienza anarcocapitalista americana.
Tutto però ha avuto inizio quando ha tentato di mettere insieme ciò che converge in queste tre esperienze (lui le definisce tre radici) è in questo che è venuto fuori il punto critico, è questa nuova consapevolezza che qualcosa non funziona che non c’è il senso che lo costringe a prendere atto che la POLITICA VIENE ESPULSA, è costretto ad ammettere che la politica è sfera separata e il paradosso è che lo deve fare proprio lui che ha la politica la vorrebbe al centro se non prima di tutto.
Negri glielo dice sempre della fine del politico, glielo racconta ma Carlo Formenti non è d’accordo!
Carlo Formenti sostiene che la politica non c’è perché le moltitudini sono frantumate come un bicchiere di cristallo che cadendo si polverizza in mille pezzi. Carlo Formenti dice che questi frammenti, che poi siamo noi, si comportano in modo da instaurare la democrazia diretta, ma per il potere economico, per il capitale è facile inglobare tutto e farlo risultare funzionale al consumo, persino i NO GLOBAL sono consumo di pannelli salari, pale eoliche e biomasse! Il potere economico spalmato dappertutto che strumentalizza tutto e rende velleitario qualunque cosa! E allora secondo Carlo Formenti si dovrebbe tornare alla democrazia rappresentativa anche perché la sinistra non ha mai saputo introiettare la democrazia diretta, l’ha sempre repressa, e quando i gruppuscoli si sono staccati per fondare un loro partito hanno represso anche loro, al loro piccolo, microscopico interno, la democrazia diretta. La sinistra mal sopporta la democrazia diretta dice Carlo Formenti.
E Formenti la descrive, descrive la democrazia diretta che ha un metodo faticoso, che prevede il confronto sino a raggiungere l’unanimità, anche perché la democrazia diretta prevede leaderschip carismatiche revocabili in qualunque momento, il movimento è generatore di leader carismatici funzionali alla bisogna e revocabili.
Secondo Carlo Formenti l’11 settembre con le torri di New York crolla anche la libertà e l’anarchia della rete perchè arrivano i controlli. Qui cita Rodotà che a Roma ha ricordato l’asimmetria della trasparenza che può essere solo dei potenti, IL POTERE DEVE ESSERE TRASPARENTE il cittadino ha diritto alla privacy perché se al singolo chiedessimo trasparenza arriveremmo al GRANDE FRATELLO su scala planetaria!
Infine Carlo Formenti dopo aver citato Battista che anche lui, dopo l’antesignano Nanni Moretti, chiede alla sinistra di dire o fare cose di sinistra e con Battista anche il nostro autore pare chieda la stessa cosa arriva alle conclusioni che, non risolvendo la crisi, sono per forza di cosa nostalgiche perché vorrebbero ridimensionato il paradigma liberal liberista e un ritorno alla narrazione tra gli uomini per raggiungere una coscienza di se che porterebbe secondo Carlo Formenti alla consapevolezza di classe.
Le mie obiezioni le ho espresse dopo l’ascolto di quanto esposto in precedenza da Carlo Formenti. Alla sua suggestione nostalgica rimando la mia suggestione forse cruda ma oramai ineludibile. I saperi devono smascherare la nostra ipocrisia, gli scienziati come Carlo Formenti hanno il dovere di dire che l’11 settembre ci ha reso consapevoli che noi apparteniamo a una “CASTA” che consuma l’80% delle risorse mondiali e che l’organizzazione antropologica artificiale chiamata Stato Nazionale è oramai superata come lo furono a suo tempo le tribù e poi le città stato e che Internet, la rete, è la rappresentazione virtuale della realtà globale, planetaria di oggi che deve passare dal virtuale al reale.
Già funziona così! Il barile di petrolio è a 140 dollari perché gli italiani (e non solo… ci vanno tutti) vanno a produrre in Cina ed in India. Che senso ha parlare di Stato Nazione Italia?
Inoltre nella realtà Pianeta Terra c’è la materia per emancipare in maniera radicale e non liberal liberale!
Un palestinese con 12 figli da sfamare sa chi è il nemico e sa cosa fare! Lo sa come lo sapeva l’operaio metalmeccanico che rappresentava Carlo Formenti da sindacalista. Solo che mi chiedo e chiedo a Carlo Formenti che una volta capito chi è il nemico, (ovvero noi che siamo a destra perché tendiamo a conservare i nostri privilegi mica perchè siamo coglioni) qual è la strada? Quella che stanno praticando i palestinesi? Magari caro Carlo dovresti prendere in considerazione più opzioni non credi?