martedì 3 giugno 2008



Il mio grosso grasso EGO

Il mio grosso grasso EGO

Caro Gesù,
stamattina ho fatto un sogno:
Sono davanti a una porta e sento giungere l’ascensore. Quando arriva tutta la casa è come se sprofondasse, io a chi mi sta vicino dico che l’ascensore è moderno ma è stato inserito in una casa vecchia. Salgo sull’ascensore e senza chiuder la porta riparto per il secondo piano. Mentre sono dentro mi viene in mente che non ho chiuso la porta e riscendo giù, chiudo la porta e poi risalgo con il modernissimo ascensore.
Mentre scrivevo il sogno mi è venuto in mente che l’ascensore è la mia ascesi mistica che avviene in una casa che è vecchia e che regge poco l’arrivo dell’ascensore. In altre parole io starei in ascesi e nello stesso tempo lascio la porta aperta al mondo, desidero il trascendente ma la porta è ancora aperta alle regole mondane.
Link sull’ascensore nei sogni:

http://guide.dada.net/sogni/interventi/2006/05/254079.shtml

http://corvacci.net/?p=316


Tratto da:Interpretazione sogni, dizionario, significato dei sogni - Tana Yo

ASCENSORE
(che sale)
necessità di elevarsi spiritualmente e materialmente è un momento molto propizio, aiuti insperati che permettono di raggiungere posizioni privilegiate, vale anche per i sentimenti

ASCENSORE
(che scende)
paura di dover rinunciare a qualcosa si prevedono situazioni non troppo felici, con il pericolo di perdere posizioni per le quali ci si era impegnati, vale anche per i sentimenti

ASCENSORE
(che sta fermo)
paura di non saper gestire gli eventi il momento non offre particolari novità, sarà necessario attivare idee e azioni realizzatrici

E poi caro il mio Gesù è tornato a imperversare il mio trionfio, grosso, grasso EGO, infatti stamani non mi sono fatto mancare delle contrarietà, delle cose che sono andate secondo il loro corso e non secondo quello che è il corso delle cose che sono compatibili con il mantenimento e la sussistenza del mio grosso, grasso EGO.
Se c’è al primo posto Dio, se ci sei Tu mio Signore Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili, allora le cose del mondo, la utilità che avevo e che ho perso, il privilegio che mantenevo e che se ne è andato al diavolo, sono compatibili, ma se al primo posto c’è la concezione della vita che ha il mio grosso, grasso EGO, il scomodo di come devono andare le cose e di come deve girare tutto in funzione della vanità di questa costruzione artificiale che sto cercando faticosamente di osservare nel suo splendore come qualcosa di esterno a me, di posticcio, qualcosa che è venuto fuori dopo perché l’ho messo io addosso allo snello e scattante mio essere. Qualcosa che lo rende grasso, grosso e goffo! Il mio essere non è grasso, grosso e goffo! E’ il mio EGO ad essere grasso, grosso e goffo!
Sia fatta la Tua volontà
antonio

Ecco la grande attrattiva del tempo moderno: penetrare nella più alta contemplazione e rimanere mescolati fra tutti, uomo accanto a uomo. Vorrei dire di più: perdersi nella folla, per informarla del divino, come s'inzuppa un frusto di pane nel vino. Vorrei dire di più: fatti partecipi dei disegni di Dio sull'umanità, segnare sulla folla ricami di luce e, nel contempo, dividere col prossimo l'onta, la fame, le percosse, le brevi gioie. Perché l'attrattiva del nostro, come di tutti i tempi, è ciò che di più umano e di più divino si possa pensare: Gesù e Maria, il Verbo di Dio, figlio d'un falegname, la Sede della Sapienza, Madre di casa.Chiara Lubich

Dalla Parola del giornoNell'attesa di questi eventi, cercate d'essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace.Come vivere questa Parola?L'attesa riguarda le realtà ultime, quando questa nostra storia finirà, come il fiume che si getta nelle onde di un oceano infinito. E in questo oceano non ci sarà più dolore, non ci sarà più morte. Emergeranno "cieli nuovi e terra nuova" dove la giustizia (ossia la santità, l'armonia del vivere) sarà una condizione stabile, non insidiata di continuo da chi prevarica sugli altri. S.Pietro quindi esorta a vivere questa attesa nell'impegno di una vita intemerata, avendo cura della pace che è premessa e condizione, per i singoli e per i popoli, di una qualità d'esistenza buona e lieta. Siccome questa pace è sempre una scommessa non facile per il nostro modo d'essere "sbilanciato" tra l'aspirazione alla concordia e l'essere tentati a prevaricare sugli altri, S.Pietro ci rassicura. Sì, "la magnanimità del Signore è da ritenersi salvezza per noi", in quanto, ricorrendo di continuo a lui, otteniamo forza per essere fermi nel fare il bene, costruendo in noi e attorno a noi la pace.Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi soffermerò proprio a considerare quanto il Signore sia magnanimo nei miei riguardi: quanto preziosi siano i suoi doni di grazia e di amore. E io, come rispondo? Sono pacificato in cuore? Ho atteggiamenti di rispetto e misericordia, parole e tratti benevoli verso tutti? O devo modificare qualcosa che è impedimento alla pace in me e attorno a me?La voce di un innamorato di CristoUn po' di buona volontà è tutto quello che ci vuole, per guadagnare questo cielo che Gesù vincola all'umiltà, al fatto di farsi piccoli, di prendere l'ultimo posto, di obbedire, alla povertà dello spirito, alla purezza del cuore, all'amore alla giustizia, allo spirito di pace, ecc...Charles de Foucauld

Dalla Parola del giornoSecondo la promessa di Dio noi attendiamo nuovi cieli e una terra nuova nei quali avrà stabile dimora la giustizia.Come vivere questa Parola?Sempre la speranza teologale è stata una dimensione caratteristica del cristiano. Ma in questa nostra società, ansiosamente protesa ai beni terreni, diventa particolarmente necessario essere assidui e pacifici coltivatori dell'attesa dei "cieli nuovi e terra nuova" che, oltrepassato il valico della morte, ci permetteranno di godere di Dio e, in Lui, di una giustizia che sarà pienezza di ogni bene e assenza di qualsiasi male.Come realizzare questa attesa?Pietro risponde con l'esortazione a vivere senza peccato, irreprensibili e in pace tra noi.Oggi mi eserciterò a sfidare qualsiasi difficoltà, malumore e nervosismo, ripetendomi quel che, con sorridente sapienza, diceva San Giovanni Bosco: "Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto!"E lo farò col cuore certo che "la magnanimità di Dio" io posso ritenerla a favore della mia salvezza (cfr. 2Pt. 3,15).La parola degli Antichi PadriLa luce della grazia genera la fede, la fede genera la consolazione della speranza e la speranza fortifica il cuore.Isacco di Ninive

Dalla Parola del giornoAlcuni farisei ed erodiani dissero a Gesù: "Maestro, sappiamo che sei veritiero e non ti curi di nessuno; infatti non guardi in faccia agli uomini, ma secondo verità insegni la via di Dio. E' lecito o no dare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare o no?".Come vivere questa parola?Farisei ed erodiani si avvicinano a Gesù per tendergli una trappola, servendosi di una domanda imbarazzante: è lecito o no pagare le tasse a Cesare? Se Gesù avesse risposto positivamente, sarebbe stato accusato di collaborazionismo con i romani; se invece avesse detto no, sarebbe stato denunciato come sovversivo. Acutamente, la risposta di Gesù invece va alla radice del problema, spiazzando gli interlocutori: ci sono i diritti di Dio e quelli di Cesare. Ed entrambi hanno il loro posto nella gerarchia dei valori. Non solo: se si mette Dio al primo posto, anche i diritti dello Stato saranno riconosciuti. Si tratta dunque di cogliere con chiarezza e senza compromessi chi è l'Assoluto (Dio), e chi il relativo (Cesare).Questa risposta cristallina interpella anche noi, soprattutto in questo momento cruciale della storia, poiché le tristi vicende dei popoli e dei suoi governanti stridono con la logica del Vangelo e ci pongono dinanzi alla necessità di fare scelte coraggiose, controcorrente, anche se impopolari.Più che mai, dunque, dobbiamo chiarire alle nostre coscienze chi è Dio è chi è Cesare, impegnandoci a mettere al centro di tutto Colui che della storia è il Signore, perché ci indichi cosa è gradito ai suoi occhi e ciò che è conforme ai suoi voleri, al di là di ogni ideologia o, peggio, delirio di onnipotenza. "I nostri ragionamenti – dice l'Autore della Sapienza – sono timidi e incerte le nostre riflessioni" (9,14). E' qui, in questa nostra limitata capacità di giudizio, bisognosa di sapienza divina, che dobbiamo far maturare una consapevolezza nuova: o ci affidiamo alla forza del Vangelo, e dunque alla possibilità di trovare vie alternative rispetto a quelle che stiamo percorrendo, o rimaniamo irretiti dalle forze incontrollabili dell'odio e della violenza, che finisce per distruggere l'assoluto di Dio e la stessa autorità di Cesare.Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore il dono della profezia perché sappia cercare nel Vangelo quelle risposte adeguate che le sollecitazioni della storia esigono dalla mia coscienza cristiana.Al di sopra di tutto ci sia la tua Signoria, o Dio della vita, e su ogni cosa che diciamo o facciamo prevalga sempre la forza liberante della Tua Parola che dà senso al nostro impegno nel mondo e nella storia.La voce di un profeta del nostro tempoNoi siamo il sale della terra. Senza questo pizzico di sale, insignificante, il pasto è insipido. Il fatto di essere il sale della terra c'impone due doveri: non aver perso il nostro sapore e non restare inutilizzati nel nostro contenitore. Se accetteremo questi due doveri, l'intera umanità ne ricaverà sapore e, possiamo sperarlo, sarà salvata da Colui che l'ha creata.Abbé Pierre

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