venerdì 6 giugno 2008

Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!




Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!
Ognuno coltiva il giardino che si sceglie: Addio prof. Enrico Menduni!
di Antonio Bruno

Ieri Venerdì 6 giugno con prosecuzione oggi sabato 7 giugno il Grand Hotel Tiziano di Lecce sta ospitando un convegno dal titolo Estetica e Marketing, organizzato da SIE – Società Italiana d’Estetica, in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali dell’Università del Salento.
Ma vediamo che cosa dichiara alla stampa uno dei promotori dell’iniziativa, Paolo Pellegrino dell’Università del Salento, che chiarisce l’importanza di discutere il complesso rapporto tra estetica e marketing, asserendo che questa relazione «finora vedeva i due ambiti nettamente distinti, se non addirittura contrapposti, tanto l'estetica persegue una "finalità senza scopo" quanto il marketing è interessato invece a convincere e persuadere della bontà di un prodotto in vista dell'acquisto.

Sennonché, per un verso, l'estetica, in quanto teoria del bello, mentre viene destituita di fondamento in campo artistico dalle avanguardie del Novecento, è al centro di un fenomeno di estetizzazione diffusa, e il marketing, sia quello istituzionale quanto quello aziendale, ricorre al bello per rendere convincenti i propri messaggi.
Io ci sono andato e ho preso posto in fondo alla sala. Ho ascoltato prima Enrico Menduni Università ROMA TRE e poi Roberto Diodato dell’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano.
Chi mi ha colpito però è stato il prof. Enrico Menduni e adesso vi spiego perché!
Quando mi sono seduto il prof. Enrico Menduni ha proclamato con enfasi e linguaggio ironico che il prodotto è meglio farlo vedere che descriverlo! Inoltre sempre con grande ironia aggiungeva che facendolo vedere bisognava significare al fruitore (che poi sarei io e te che mi leggi) quali meravigliose esperienze si provano consumando appunto il prodotto che ci viene fatto vedere.
Il prof. Enrico Menduni prosegue affermando che la pittura non è mai stata adatta alla pubblicità e che questa comincia ad essere presente nella seconda metà dell’ottocento attraverso la fotografia che funziona in maniera da rappresentare realismo ed è tale da avere un valore testimoniale.
Ciò secondo il prof. Enrico Menduni rende l’immagine pubblicitaria simbolo di realismo espositivo e nello stesso tempo ha valore dimostrativo per il fruitore (che sarei io e tu che mi leggi).
Il prof. Enrico Menduni non può fare a meno di rilevare le traiettorie spazio temporali che sono vere e proprie beffe della realtà attraverso i fotomontaggi che dimostrano un realismo senza essere reali.
Quindi la beffa del valore testimoniale che può non avere valore. Qui il prof. Enrico Menduni è sottile e nello stesso tempo rende l’idea di cosa sia la mistificazione senza mai pronunciare questa parola, la mistificazione ovvero la manipolazione attraverso la stesura di traiettorie spazio temporali assolutamente fuorvianti e irreali.
Nel 1895 con le immagini in movimento si entra in quello che il prof. Enrico Menduni definisce “regime scopino permanente” che prevede però la stessa esclusività del Night Club che da fuori non fa vedere nulla e che per essere ammessi ha la necessità dell’iscrizione, del divenire socio in cambio di un corrispettivo economico da versare a chi pubblicizza le meraviglie che sono all’interno. Prima del cinema questo ruolo era proprio delle attrazioni da circo, la donna barbuta o la donna cannone oppure l’uomo con le più improbabili rarità e anche l’animale esotico delle meraviglie.
Il prof. Enrico Menduni si esprime sempre in maniera pittoresca e per immagini definendo il dentro una specie di semiclandestinità permanente che per poter essere vissuta oppure per subire la suggestione di poterla addirittura agire è bisognevole di un lauto versamento di denaro.
Il prof. Enrico Menduni poi divide in due la mela di cui si nutre e che gli consente di pagarsi le bollette in un periodo che va dal 1895 al 1945 che è del Cinema che è allietato da quello che il prof. Enrico Menduni definisce turpitudini domestiche rappresentate dalle riprese super 8 di matrimoni, cresime, estreme unzioni e compleanni e dalle diapositive aventi per oggetto le stesse turpi (per il prof. Enrico Menduni ) ricorrenze. Il prof. Enrico Menduni ci invia la suggestione di un pomeriggio dopo pranzo, noi ospiti e il padrone di casa che monta lo strumento inquietante che ci sottoporrà alle visioni delle turpitudini sopra menzionate.
Dal 1945 al 1995 regime misto Cinema TV. Qui il prof. Enrico Menduni si scatena! E’ davvero uno spettacolo stare a sentirlo! Intanto precisa che la Tv se la paga il Marketing per il 100% negli USA e per il 50% in Europa, e che la Tv ha delle importanti conseguenze estetiche in breve si instaura il
“Marketing esperienziale” ovvero il prodotto è anticipatore di un benessere fisico ed appunto esperienziale!
Il 1995 per il prof. Enrico Menduni è l’apoteosi! Il regime scopico è rotto dall’avvento di Window 95 e di Internet, poi c’è anche la TV digitale satellitare e terrestre, la TV WEB dove non c’è più il problema della massa critica ma la cosa che fa andare fuori di testa il prof. Enrico Menduni sono le applicazioni multimediali sui cellulari, perché è difficile che uno se ne vada in giro con una digitale ma tutti, proprio tutti hanno un cellulare che fa le foto e registra clip!
Tale situazione ha fatto si che si abbiano i contenuti generati dall’utente.
Non ce l’ho fatta a resistere e ho scattato una foto per provocare il prof. Enrico Menduni che ha raccolto immediatamente additandomi come esempio di quanto affermato.
Bella relazione!
Sagace ironia!
Pur condividendo la preoccupazione estetica non riesco a condividere lo strisciante pessimismo e lo snobbismo, o forse c’è una sorta di rifiuto estetico del prof. Enrico Menduni per la quotidianità. Mi chiedo e chiedo al prof. Enrico Menduni se ci sia un’estetica della vita quotidiana. Ma è una domanda che certamente farà storcere la bocca al prof. Enrico Menduni.
Ognuno coltiva il giardino che si sceglie. Il mio è pieno di fiori perché osservo la realtà anche se attraverso uno strumento che sono i miei occhi che risentono del limite intrinseco della soggettività. Ma quando mi lascio andare caro prof. Enrico Menduni agli occhi del cuore, quelli che guardano la realtà che poi è la verità che poi è l’amore tutto mi è chiaro!
In quello che lei definisce turpitudini c’è l’amore. Ma con i suoi occhi lei vede ciò che vuol vedere. Come chi vedeva belli gli ariani e non degni di essere guardati tutti gli altri proponendone la soppressione poiché turpi! C’è un giudizio estetico? Quale? Addio prof. Enrico Menduni!


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