lunedì 23 giugno 2008

La tragedia di un uomo ridicolo



La tragedia di un uomo ridicolo
Caro Gesù,
oggi ho aperto a caso la Bibbia ed è venuto fuori: Giovanni 9, 24 e ss:
24]Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». [25]Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». [26]Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». [27]Rispose loro: «Ve l'ho gia detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». [28]Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! [29]Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». [30]Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. [31]Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. [32]Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. [33]Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». [34]Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
[35]Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». [36]Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». [37]Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». [38]Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi. [39]Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». [40]Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». [41]Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
Mi viene in mente la storiella che mi raccontava il mio compagno di scuola che di cognome faceva Arnesano ma di cui non ricordo il nome. Ricordo il cognome perché pur facendo Arnesano di cognome abitava a Carmiano dove penso abiti tutt’ora.
Arnesano raccontava di un vigile del suo paese che si gloriava di saper parlare benissimo l’italiano e che fu chiamato ad intervenire in un vicolo del paese per un allagamento. Arrivato sul posto, con fare autoritario e tutto impettito nella sua divisa disse:
“Chi ha rotto la pela? (traduzione del termine dialettale “”Pila” che significa lavabo) Chi ha fatto l’acquaro? (traduzione del termine dialettale “”Acquaru” che significa allagamento)E poi dicono che le guardie di Cariano sono tristi (traduzione del termine dialettale “”Tiste” che significa cattive) siete voi che le fate incallisciare !!(traduzione del termine dialettale “”ncaddhrisciare” che significa perdere la pazienza)”
Se il vigile di Carmiano fosse stato ad ascoltare la prima volta chi gli ha detto che sarebbe stato per lui opportuno un corso di lingua italiana io non avrei scritto di lui nel mio blog. Siccome questo vigile è convinto di saper parlare benissimo l’italiano ecco che diviene oggetto di risate di scherno e protagonista delle storielle che, dal suo Comune, di bocca in bocca, si raccontano in tutta la provincia.
Così io. Io che dicevo di vedere. Io che ero convinto che nella formula “Ho la malattia della Cupidigia, Erotismo ed egoismo con la brama di avere, poter e apparire “ avessi trovato la definizione del male di cui soffro e conseguentemente di essere in via di guarigione con la preghiera “Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivo abbi pietà di me peccatore!”
Chissà quante risate Ti avrò fatto fare mio Signore! Sicuramente con la mia divisa, tutto impettito sproloquiando e balbettando parole Ti avrò fatto ridere a crepapelle! E chissà le risate che avrà provocato nei miei fratelli questo mio essere maldestro Solone pieno di sicumera?
Io sono quel Vigile di Carmiano. Io sono questo mix di italiano e dialetto che provoca ilarità e che suscita pena e dileggio in chi mi sta ad ascoltare.
Come capisco San Tommaso d’Aquino http://it.wikipedia.org/wiki/Tommaso_d che smise di parlare.
« Tu non possiedi la Verità, ma è la Verità che possiede te. » (Tommaso d'Aquino, De veritate)
E’ arrivata inaspettata questa frase e così com’è arrivata la riporto sapendo che è un messaggio che mi fa ancora una volta capire che tutto quanto ho scritto è frutto Tuo mio Signore.
Io penso di vedere chiaro, limpido.
Io osservo questo che mi hai fatto vedere da due lunghi giorni, con sofferenza e con dolore immenso. Io lo osservo da due giorni.
Sia fatta la Tua volontà
antonio

Nessun commento: