lunedì 9 giugno 2008

Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!



Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!

Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!
di Antonio Bruno


E’ stato Francesco Cavallo ad avvisarmi da New York, dalla grande mela. Lui dall’altra parte del mondo che continua a intervenire da questa parte. Francesco beato te! Comunque alle 18 e 15 sono entrato nella sala Ferrari dell’Ateneo dove il Centro Salentino della Famiglia in vista del viaggio del Papa Benedetto XVI nel salento ha organizzato un incontro dibattito sul tema “ Speranza e Ragione: Ratzinger e la parola narrativa del sacro” con Relatore il Prof. Carlo Alberto Augeri Docente di teoria della letteratura dell’Università del Salento. Ci sarebbe dovuto essere il Rettore Prof. Domenico La Forgia come ha ricordato il moderatore dott. Renato Caldarola, ma è stato sostituito dal Prof. Antonio Fino, che dopo un brevissimo intervento si è scusato di non poter ascoltare il relatore poiché atteso da studenti fuori sede, mi spiace che se ne sia andato, mi spiace per lui e dopo la lettura del mio racconto capirete perchè.
Un uomo piccolo, magro, con lo sguardo pieno di luce ha preso la parola. Incerto nell’eloquio sospeso qua e la da impedimenti che però non disturbano, anzi rendono ancora più gustoso il suo narrare. Si! Carlo Alberto Augeri ieri sera mi ha narrato il sacro.
Parole dense.
Idee seminali aurorali.
Parte da qui il viaggio narrativo del Prof. Carlo Alberto Augeri da queste parole che significano non in se stesse, ma che significano per fare significato. Il viaggio del Prof. Carlo Alberto Augeri l’avete capito è nell’indefinito territorio dell’interpretazione, in quello che il Prof. Carlo Alberto Augeri definisce il laboratorio delle deduzioni. In questo luogo, non luogo che tutti rifuggono ma che tutti cercano perché rappresenta l’orizzonte aperto dell’esistenza che apre prospettive impensabili e squarci di luce accecante le parole dense, le idee aurorali non esauriscono la loro carica di senso.
Qual è questo luogo non luogo? Per il Prof. Carlo Alberto Augeri è il sacro.
In questo luogo non luogo le idee germinative di senso vengono custodite per essere donate a chiunque desideri immergerci la propria curiosità, perché è il sacro questo luogo, non luogo che ci suggerisce una verità alla realtà delle cose, idee germinative luce senza la quale le cose non appaiono. Ma questo luogo non luogo che si chiama sacro non è una concettualizzazione, badate bene di non fare questo errore, questo luogo non luogo sacro è profondo.
Le idee germinative che illuminano le cose che non appaiono partono dal remoto che non sempre è consapevole e quando emergono dal remoto nella loro profondità ci rendono consapevoli che senza di esse la società perde senso. Le idee germinative custodite nel luogo non luogo che è il sacro sono il DNA. Il Prof. Carlo Alberto Augeri prende atto e ci rende noto che Ratzinger ripensa le idee aurorali, le idee germinali in maniera tale da entrare nel DNA della nostra cultura, di tutte le culture del globo con la capacità di queste idee ripensate di rendere in forma ciò di cui facciamo esperienza. Una breve parentesi personale, ho provato un piacere immenso ieri, un piacere direi fisico, nell’ascoltare la relazione del Prof. Carlo Alberto Augeri e in questo momento mentre scrivo ciò che ho appuntato ieri sto riprovando lo stesso identico piacere, direi che quanto sto scrivendo è per me terapeutico e fonte di una forte sensazione di piacere.
Lui, il Papa, il Pontefice è impegnato a impregnare costantemente il nichilismo contemporaneo con l’archeologia delle idee che permettono il senso poiché il presente non è mai stato bastevole a dare significato. Basta guardarsi intorno e prendere atto della corsa culturale ansiosa che mette fuori strada autori nel giro di 2 – 3 anni, che dopo questo breve tempo rende tutto fuori luogo, fuori tempo e fuori modo!
Lui, questo Santo Padre, ha innescato il confronto con la contemporaneità, ha messo in luce la possibilità di avere un supplemento della ragione. Con l’idea di ragione e di verità si recupera il buon senso che manca per risolvere le questioni che vengono poste all’attenzione dell’opinione pubblica. Senza l’idea di ragione e di verità la grande laicità si sperde. Ma tutto questo non prevede alcuna esclusione, nulla va cancellato, questo impregnare è ETEROLOGICO ED ETERORAZIONALE. Ecco che cosa significa la ragione aurorale rispetto a ciò che è la ragione illuministica in questo scuotere le parole pigre, un risveglio continuo delle parole a significare ancora di più. Questo luogo non luogo è il sacro dove appunto vi è un risveglio continuo delle parole a significare ancora di più.
Ma le parole seminali vengono usate, la pubblicità le usa nel marketing ed esiste un filone di studi (naturalmente sviluppato negli USA) che si chiama neuroestetica, per capire con precisione scientifica come reagisce il nostro cervello a quali stimoli visivi...per poi utilizzare questi risultati nel marketing...
Questo è il dramma delle idee aurorali sottomesse alla ragione del consumo. L’islam si chiude perché non ci sta!
Questa inflazione delle parole seminali è fascismo silenzioso.
Ma Papa Benedetto XVI non fa l’errore dell’Islam, non chiude i fondamenti della cultura in un fondamentalismo delle idee.
Nel luogo non luogo chiamato sacro si parla al profondo della coscienza, qui è l’incontro libero davvero perché c’è la possibilità di penetrare il significato sino a sprofondarci dentro.
Continuo a scrivere narrandovi quanto narrato e esprimendo ogni volta una sorta di germogliare che scaturisce dalla narrazione del narrato dal Prof. Carlo Alberto Augeri a dimostrazione della forza insita nelle idee seminali.
Poi il Prof. Carlo Alberto Augeri con mio dispiacere salta, corre rimbalzando tra i suoi appunti perché alle 19 e 30 si deve chiudere e c’è il dibattito e c’è la partita dell’Italia. Rimbalza saltando dirigendosi allegramente e con soavità verso l’amore. Lui il figlio della ricchezza e della povertà. Annotazioni su Deus Caritas est, la prima enciclica di Ratzinger.
Passa dall’eros all’agape quest’ultimo in contrapposizione con il simposio che altro non era che una cricca di amici che sbafavano per poi parlare. Ecco il Prof. Carlo Albero Augeri si perde nella trasformazione semantica trasformativa che il cristianesimo fa della parola amore.
Si meraviglia il Prof. Carlo Alberto Augeri che dividersi i beni dei singoli per partecipare del bene comune che dovrebbe essere il fondamento delle parrocchie sia invece tralasciato in favore delle comunioni e cresime da agenzia di servizi religiosi s.p.a.
Si meraviglia che questo meraviglioso compito sia stato lasciato al Papa solo, perché tutti, preti compresi se ne sono scordati da tempo!
Si meraviglia il Prof. Carlo Alberto Augeri che la potenza della idea aurorale amore che consente a me, a te di trasformare l’altro da complemento oggetto a complemento di fine sia lasciata a un angolino chiusa nel forte simbolismo della liturgia che diviene privo di significato perché senza narrazione che lo renderebbe vivo, potente e devastante nel suo essere rivoluzionario.
Una narrazione che mi fa dire che io più che dire:
Io amo Delia,
dico:
Io faccio tutto per amore di Delia
Una narrazione dell’enciclica Deus Caritas Est quella del Prof. Carlo Alberto Augeri che mi rende chiaro che l’amore è oltre l’eros (amore a due), mi fa capire la narrazione del Prof. Carlo Alberto Augeri che l’amore non rimane chiuso nell’io ma che è ESTASI, che amore è stare fuori di se, che amore è essere “io di apprensione” e non “io di prensione”.
Lui, e solo lui, Ratzinger fa entrare le parole del Vangelo nella modernità.
Lui, e solo lui, Ratzinger fa esplodere la consapevolezza che la vita è finalità, e non identità! Non chi sono io! Ma per chi sono io!
Insomma tutto è racchiuso in un’altra espressione forte del Prof. Carlo Alberto Augeri: L’AMORE ARCHITETTONICO DEL SENSO.
Dio è amore è una rivoluzione mentale e culturale, e questo può solo allargare il linguaggio trasformando ogni relazione in inclusione .
Adesso il Prof. Carlo Alberto Augeri diviene poetico e si allaccia ad Agostino.
Lui riesce a esprimere ciò che io sto mettendo in atto, ascesi alla vetta di se stessi perché nella ragione delle vette troviamo il profondo.
E qui la narrazione del Prof. Carlo Alberto Augeri assume le parole:
Luce da Luce…………………Patì sotto Ponzio Pilato……….. e solo dopo un intervento anche “dopo tre giorni resuscitò” (questo lo ha aggiunto una bellissima ragazza del pubblico).
Il Prof. Carlo Alberto Augeri ha accennato alla Teologia della narratività. Sono incuriosito. Penso che non si terrà tutto per lui, penso che il Prof. Carlo Alberto Augeri la prossima volta ce la racconterà la sua teologia della narratività. A me non resta che ringraziare il Prof. Carlo Alberto Augeri per le parole che hanno dato la spiegazione sintetica del senso alla mia vita “Ascendo alla vetta di me stesso, perché nella ragione della vetta di me stesso trovo il profondo!”


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