martedì 27 gennaio 2009








Il laboratorio di Dio? Androidi che mangiano erba e sono docili!
----------------------------------
In una conferenza tenuta presso il Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce il Prof. Roberto Cingolani sostiene che se non distruggeremo prima il pianeta attraverso la BIOMIMESI risolveremo il problema dell’energia.
----------------------------------
L’istituto nazionale di fisica della materia (Infm) ha inaugurato nel novembre 2001 presso l’Università di Lecce, il Centro Nazionale di Nanotecnologie (NNL) con i primi 70 ricercatori selezionatissimi tra fisici, ingegneri elettronici, biologi e chimici. Il direttore del Centro, Roberto Cingolani, ha detto “Uno dei nostri principali obiettivi è quello di superare le divisioni tra discipline per sviluppare nanosistemi del tutto innovativi, tali da competere con i laboratori più avanzati in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nel settore elettronico, per esempio, si possono costruire chip con elementi circuitali di qualche decina di manometri, poi però si dovrebbe lavorare sui singoli atomi. Al Centro di nanotecnologie di Lecce vogliamo cercare di imitare la natura, sviluppando cioè tecniche di ingegneria molecolare e di auto assemblaggio per sistemi ibridi organici – inorganici.” (Scienza e Ricerca: conquiste, sfide e dilemmi Di Ugo Apollonio Rubettino Editore pag. 147).
Tanti anni fa, in una galassia lontana, lontana un uomo basso di statura con gli occhi azzurri, uno tipo Luca Zingaretti l’interprete del Commissario Montalbano con gli occhi azzurri metteva le basi della BIOMIMESI!
Quando Sabato 24 gennaio a mattina, con il mio amico Giuseppe Garrisi, sono andato al Liceo Scientifico “De Giorgi” in Viale De Pietro a Lecce, non sapevo che alle 10 nella splendida cornice delle Officine CANTELMO proprio a un passo dal Monastero delle Benedettine ci sarebbe stato un intervento del Prof. Roberto Cingolani.
Ho chiesto a una gentile signora se si potesse assistere alla conferenza ricevendo in risposta un bel “Non lo so!”. Io ho salutato il mio amico Giuseppe con il quale siamo rimasti d’accordo che ci saremmo rivisti alle 12 e sono andato in questa nuova realtà di Lecce destinata agli incontri. Capperi! Bellissimo posto! C’è il Bar! Ci sono moltissime postazioni internet a costo zero per gli studenti! C’è un bellissimo arredamento e una cooperativa di persone gentilissime che mi hanno addirittura fornito la carta e la penna di cui ero sprovvisto. Sapete avevo previsto un Sabato mattina relax e incontri casuali passeggiando per la città e per questo ero senza la mia Telecamera e senza la mia macchinetta fotografica digitale!
Non me ne vogliano gli studenti né il Dirigente Scolastico il Prof. dott. Salvatore Dota per l’omissione circa premi agli studenti che hanno conseguito la maturità con lode l’anno scorso le cosiddette “ECCELLENZE” e se non farò cenno al corso sulle Nanotecnologie organizzato per il secondo anno consecutivo dal Liceo Scientifico Statale “Cosimo De Giorgi” ma tutti rimando al sito http://www.liceodegiorgi.it/index.html dove potranno approfondire ogni cosa, ma la relazione del Prof. Roberto Cingolani è stata di una tale bellezza ed espressività da prendere completamente il mio report di oggi.
L’esordio è dato da una presa d’atto del Prof. Roberto Cingolani: “Tutto in natura richiede ENERGIA!”. Quanto è il costo energetico del nostro pianeta? Per rispondere alla domanda il Prof. Roberto Cingolani prende le mosse dalla temperatura dell’ambiente che è di circa 20°C e quella del nostro corpo che è di circa 37°C, tale differenza è dovuta al nostro metabolismo e chi di metabolismo non ne ha si dice essere TERMORALIZZATO ovvero ha la stessa temperatura dell’ambiente che lo circonda come accade alla porta o alla finestra della nostra casa.
Quelle reazioni chimiche biologiche che in sintesi chiamiamo metabolismo sono molto simili all’attrito che rappresenta una perdita di energia.
Prosegue il Prof. Roberto Cingolani con un’altra presa d’atto: “QUALUNQUE SISTEMA ANCHE BIOLOGICO PERDE ENERGIA QUALUNQUE COSA FACCIA!”
Poi passa a definire l’efficienza di un sistema alimentato da energia. In fisica e ingegneria, includendo ingegneria meccanica e elettrica, l'efficienza energetica è un numero adimensionale con un valore compreso tra 0 e 1 oppure, quando moltiplicato per 100, è espresso in percentuale. L'efficienza energetica di un processo è definita come:

dove W è la quantità di lavoro utile eseguito dal processo (in joule), e "energia" E è la quantità di energia (ancora in joule) assorbita dal processo.

Per la legge di conservazione dell'energia, l'efficienza energetica in un sistema chiuso non può mai superare il 100%.
Quindi sempre in ogni sistema anche biologico l’efficienza è minore di 1 (UNO) e non raggiunge quindi mai il 100%.
Poi il Prof. Roberto Cingolani ricorda che il sistema più efficiente che esiste oggi è quello del FERRO DA STIRO che ha un’efficienza del 70%.
E il motore DIESEL? Ha un’efficienza del 30%
E le celle solari? Hanno un’efficienza del 30% , ma quelle che fa la NASA e per avere Celle che producono 1Watt di Energia ci vogliono 100 Euro!
Una cella solare in commercio ha un costo di 1 Euro per produrre 1 Watt e dura circa 20 anni con 10 celle che costano 10 Euro si producono 10 Watt.
Ma il Prof. Roberto Cingolani è costretto a prendere atto che con 10 euro di Benzina si producono più di 10 Watt e che quindi di questo bisogna tener conto.
Poi passa a illustrare la tendenza di avere sistemi addizionali ovvero la macchina con motore a scoppio che ha un motore elettrico addizionale alimentato da celle solari e le definisce uno specchietto per le allodole. Questo è intuitivo perché sommando rendimenti che sono sempre inferiori all’unità si ha un rendimento totale molto piccolo. Ed ecco che finalmente il si arrende e è costretto ad ammettere che l’ENERGIA RENDE POCO!
L’immagine che vediamo è quella che ha proiettato durante il seminario il Prof. Roberto Cingolani ed è una ricostruzione di immagine tutte notturne riprese con il satellite.
Tutto il bianco è la luce prodotta dal lampade e lampadine durante la notte. Come è facile da osservare c’è più Energia nel Nord del Mondo rispetto al sud, l’Africa è buia ma anche la Cina è buia e in Cina solo Pechino e Shanghai sono illuminate.
Facciamo un po’ di conti?
USA 500 Milioni di abitanti
EUROPA 350 Milioni di abitanti
GIAPPONE 120 Milioni di abitanti
Totale 1 miliardo di persone umane che consumano l’80% dell’energia per fare luce!
I restanti 5 miliardi di persone umane hanno il 20% della energia!
Pensate che solo l’India e la Cina messi insieme hanno 2 MILIARDI E MEZZO DI ABITANTI!
Quindi l’80% delle persone umane della terra ha a disposizione solo il 20% dell’energia!
Ma c’è un’altra risorsa che è collegata all’energia e che è l’acqua! Il 90% delle persone umane che popolano la terra hanno il 20% dell’acqua della terra!
Negli USA ogni persona consuma 260 litri d’acqua al giorno!
Nei G8 (gli otto paesi più industrializzati del mondo) consuma 250 litri d’acqua al giorno!
In EUROPA ogni persona consuma 230 litri d’acqua al giorno!
IN AFRICA OGNI PERSONA UMANA HA MEZZO LITRO DI ACQUA AL GIORNO!
Il Prof. Roberto Cingolani ha precisato che l’acqua è il vero problema perché se volessimo potremmo produrre del cibo liofilizzato e nutrire tutti ma l’acqua no!
Quindi da quanto espresso sino a questo momento è del tutto evidente che il Pianeta Terra e noi che ci abitiamo abbiamo due grossi problemi uno di essi si chiama ENERGIA e l’altro ACQUA(ma l’acqua è legata all’energia) poi c’è un altro grosso problema che è collegato alla GENETICA E CHE SI CHIAMA CANCRO!
La maggiore richiesta di energia porta a un PROBLEMA AMBIENTALE per l’impiego di risorse del pianeta onde avere ENERGIA E ACQUA!
La questione che pone il Prof. Roberto Cingolani è semplice: O scopriamo NUOVE TECNOLOGIE CHE CONSENTANO DI AVERE LE STESSE COSE CON MENO ENERGIA OPPURE LE STESSE DEVONO SERVIRE A CAMBIARE PIANETA!
Magari l’esplorazione dell’Universo porterà a prendere atto dell’esistenza di un pianeta che potremmo colonizzare e quindi ciò comporterebbe una emigrazione di molti di noi verso di esso.
Questo potrebbe accadere ma ancora non è accaduto e quindi si pone un'altra scelta ovvero quello di cercare e trovare nuove tecnologie poiché se andiamo avanti con questo ritmo presto MORIREMO TUTTI, SAREMO RICCHI MA MORIREMO TUTTI!
Ma vediamo il problema dell’energia. Il Prof. Roberto Cingolani sostiene che non possiamo risolvere il problema dell’energia attraverso l’uso delle celle solari. Se dovessimo pensare che questa è la soluzione dovremmo rassegnarci a un pianeta tutto tappezzato di Biossido di Silicio. Ad esempio la città di Lecce necessita di circa 100 MEGA Watt al giorno e se volessimo ottenere questa energia dalle celle solari dovremmo avere tutto il Salento coperto da celle solari.
Nel mondo vegetale l’energia viene prodotta attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana invece nel caso dell’uomo con una barretta di cioccolato riesce ad avere a disposizione 20 Chilo Calorie ma la meccanica necessita di una quantità di energia molto maggiore rispetto a quella necessaria agli esseri viventi, quello che si definisce il biologico.
Qual è l’efficienza della Meccanica? Il 30% nei motori di formula uno ovvero di cento litri di carburante solo 30 litri vengono trasformati in energia il resto viene perso, nelle automobili che circolano sulle strade l’efficienza scende al 20% e quindi l’80% va perso nell’atmosfera.
Ecco che il Prof. Roberto Cingolani introduce il tema delle Nanotecnologie (quelle del miliardesimo di metro) che può proporre metodi di mobilità alternativi rendendo più leggeri i mezzi di trasposto utilizzando materiali compositi a parità di dimensioni e con costi minori. In tecnologia si utilizza la componentistica in fibre di carbonio.
La fibra di carbonio è come una resina indurita che da lastre più sottili. In definitiva a parità di tutto gli oggetti in fibra di carbonio sono più leggeri.
Per l’energia se si arrivasse a una efficienza delle celle solari del 70% potremmo pensare a un pannello solare portatile, ma così non è, quindi dobbiamo porci il problema di come avere una quantità di energia che sia sufficiente per tutti.
Oggi 1 miliardo e mezzo di persone umane hanno in media un telefonino, 40 metri quadrati coperti e 0,7 automobili. Se tutte le persone umane della terra, ovvero anche gli altri 5 miliardi oggi esclusi, dovessero avere questo tenore di vita dei più ricchi necessiterebbe un pianeta 16 volte più grande!
Quindi il dilemma è: diminuire la popolazione mondiale oppure cambiare stile di vita!
Il Prof. Roberto Cingolani allora ci dice cosa possono fare le Nanotecnologie che possono mettere disposizione sistemi con efficienza in tema di energia prossima a 1 oppure sistemi che producono energia a costi irrisori.
Il prof. Roberto Cingolani introduce il neurone che è il tipo cellulare che compone, insieme alle cellule gliali, il tessuto nervoso. Grazie alle sue peculiari proprietà fisiologiche è in grado di ricevere, integrare e trasmettere impulsi nervosi.
Poi dice dei componenti in oro che si dice siano biocompatibili esattamente come quelli in Titanio. I denti e le protesi che vengono usati per l’uomo vengono realizzati in oro o Titanio. Ciò significherebbe che sia l’oro che il titanio non entrano dentro alla cellula, ma il prof. Roberto Cingolani dice che tutto questo è falso! E’ vero che non passano nelle cellule solo se l’oro e il titanio sono di dimensioni molto grosse, ma quando l’oro viene rilasciato a livello atomico penetra nella cellula del Neurone e si lega a del DNA DANDO LUOGO A UNA MUTAZIONE GENETICA, DANDO ORIGINE AI TUMORI!
Il prof. Roberto Cingolani si sta occupando della sicurezza nella nanoscala e fra 5 anni si avranno materiali sicuri dal punto di vista biologico.
Poi ha parlato delle Pm10. La sigla PM10 identifica materiale presente nell'atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico medio è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro. È costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide.
Bene! il prof. Roberto Cingolani ha detto che questi sono pacchetti di palline che penetrano nei nuclei e nelle cellule dei polmoni e anche gli OMBRETTI, si! quelli che usi tu che mi stai leggendo o quelli che usa la tua donna, quelli li PENETRANO NELL’ENCEFALO IN MENO DI 20 ORE, cosa facciano all’encefalo è un mistero, ma a giudicare dell’umore delle nostre signore o fidanzate penso che non si debba pensare a nulla di buono!
Quindi il CONCETTO DI BIOCOMPATIBILITA’ E’ VERO NEL MOLTO GRANDE MA E’ FALSO NEL PICCOLO PERCHE’ LA MOLECOLA A CONTATTO COIN QUESTI CHE PENETRANO SI DEFORMA E CAMBIA DI PROPRIETA’.
Poi il prof. Roberto Cingolani ha riferito di una navicella lunga 200 miliardesimi di metro costruita con un gel. Queste si legano e veicolate verso le cellule tumorali, la membrana fagocita la navicella e il nano magnete che è nella navicella può essere attivato dall’esterno con un altro magnete esterno. Quando il magnete si attiva si scioglie la navicella di gel e quindi si può lavorare a livello puntuale cellula per cellula infiammata.
Nel caso della sperimentazione medica si può fare una coltura di cellule e attraverso il magnete rilasciare in maniera puntuale del medicinale nelle cellule malate e fare appunto una sperimentazione senza sacrificio di cavie e con una efficienza davvero alta.
Ma che fine fa il magnete che noi immettiamo? Siccome è in una cellula malata vi rimane intrappolato e quindi viene espulso insieme ad essa una volta uccisa.
Infine il Prof. Roberto Cingolani parla del progetto quinquennale «RobotCub», partito nel 2005 e finanziato dalla Comunità europea, volto alla realizzazione di un “cucciolo di robot” con le dimensioni di un bimbo di due anni.
Su questa piattaforma lavora tutta Europa e c’è uno staff di 140 scienziati. Il robot ha 55 gradi di libertà consuma 1,3 KW (tenere presente che il contratto di casa nostra ha una potenza impegnata di 3 KW) e il Robot consuma come il forno elettrico! Quello che il Robot fa con 1,3 KW di energia l’uomo lo fa con 2 Watt.
Ecco qual è il problema! Riuscire a riprodurre l’efficienza della vita, riuscire a imitare la vita. Si pensa a una energia plastica e biologica.
Per spiegare il Prof. Roberto Cingolani dice che il computer è una tecnologia piatta perché funziona con gli elettroni mentre i NEURONI scambiano messaggi attraverso gli IONI ovvero si scambiano pacchetti di IONI ecco perché si sta lavorando per la creazione di cervelli artificiali in acqua e sale ovvero in soluzione fisiologica.
Ci ha fatto vedere un robot collegato a una serie di neuroni che doveva affrontare un percorso che presentava degli ostacoli su cui urtava. Dopo 20 minuti il robot evitava i pali ovvero imparava, aveva un processo evolutivo.
Il Prof. Roberto Cingolani sta sviluppando il laboratorio di Dio? Quello della vita? Non lo so ma ci ha detto che la grande sfida è tutta NEL COPIARE LA NATURA! Vuoi volare? Gli aerei dovrebbero imitare gli uccelli ovvero aver un rapporto peso/potenza in grado di permettergli di volare!
La BIOMIMESI è il futuro a bassi consumi energetici solo che tutto questo ha bisogno di tempo e quindi non ammazziamoci tutti sino a quel giorno e cambiamo stile di vita.
Il futuro? Androidi che mangiano erba e sono docili!


-->

domenica 18 gennaio 2009

Protezione Civile: il proprio dovere sino a crepare ma con una certa discrezione





Protezione Civile: il proprio dovere sino a crepare ma con una certa discrezione
di Antonio Bruno
------------------------------------------------
Il Sottosegretario di Stato Dott. Guido Bertolaso a Lecce per un Convegno promosso dal ProgettOsservatorio dell’On.le Alfredo Mantovano ha espresso la sua visione della messa in sicurezza del territorio. Affinché tante vite umane siano salvate è necessario che la Protezione Civile si organizzi secondo il principio dell’autogoverno sociale, smettendo di perseguire una non più adeguata centralità, mettendo in campo le competenze professionali dei territori.
-------------------------------------------------
Ieri sera all’hotel President di Lecce c’è stato Guido Bertolaso, Capo della Protezione Civile e Sottosegretario di Stato nel Governo Berlusconi. Un uomo di carattere, un medico con un Master of Science in Public Health presso la Liverpool School of Tropical Medicine, Laurea honoris causa in ingegneria gestionale di Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", Laurea Honoris Causa in Giurisprudenza dalla St. John’s, Laurea Honoris Causa in Sostenibilità Ambientale e Protezione Civile dall’Università Politecnica di Ancona.
Il Capo della Protezione Civile Guido Bertolaso l’ha invitato il Sottosegretario di Stato On.le Alfredo Mantovano nell’ambito del ProgettOsservatorio “Sfide Culturali e Politiche”.
Guido Bertolaso è noto ai più per i rilevanti meriti acquisiti nella sua esperienza di coordinamento dei progetti di emergenza e assistenza umanitaria e per la sua capacità di coordinare e dirigere con grande professionalità competenza e tempestività tutte le emergenze in Itala e all’estero, oltre che per il rilevante contributo allo sviluppo, nel nostro paese, della coscienza dell’importanza di problematiche riguardanti l’ambiente e la gestione delle grandi emergenze.
Io queste cose le faccio per professione perché ho frequentato superando tutti gli esami e Laureandomi con 110/110 in un Master in Diagnostica Urbana e Territoriale http://ww2.unime.it/osservatorio/masterdt/ . E’ per questo motivo che di rischio sismico, rischio idrogeologico e rischio vulcanico e di gestione rifiuti ne so qualcosa anche perché faccio parte dell’elenco internazionale degli Esperti in Diagnostica Urbana e Territoriale e in Italia siamo ancora in pochi ad avere questa Specializzazione in Protezione Civile.
La protezione civile è perfettamente a conoscenza del fatto che uomini e donne come me hanno fatto un corso di studi e superato l’esame finale, lo sanno perché il Dott. Guido Bertolaso è stato informato dal Direttore del Master Prof. Antonio TERAMO dell’Osservatorio Sismologico dell’Università di Messina, ma a tutt’oggi non ho avuto alcuna proposta di collaborazione dalla Protezione Civile meno che mai dai gruppi di volontari disseminati nella Regione Puglia. Eppure c’è tanto lavoro da fare ma la protezione civile pugliese di un Esperto in Diagnostica Urbana e Territoriale non sa proprio che farsene.
Questo modo di organizzarsi che non tiene conto dei contributi delle professionalità presenti nel territorio dovrebbe essere oggetto di attenta riflessione da parte del Dott. Guido Bertolaso perché non guardare in faccia a nessuno significa accettare l’aiuto di chi ha le competenze e ha affrontato seriamente tutti i problemi connessi con la protezione civile.
Io peraltro lavoro da 25 anni in un Ente territoriale in cui già metto in pratica ciò che è la professionalità della protezione civile ma ci dovrebbe essere qualcosa in più, le competenze maturate avrebbero necessità di esprimersi per fare in modo da arrivare alla messa in sicurezza del territorio.
Mi dicono che c’è il volontariato e ieri sera il Sottosegretario del Governo Berlusconi Guido Bertolaso ha riferito che le braccia di tutto sono quelle del volontariato perché non ci sono più disponibili le braccia dei militari di leva. Ma da soli e coordinati da l’onnipresente Bertolaso cosa possono fare dei volenterosi signori che indossano la giacca a vento quando il meteo dice che c’è il rischio idrogeologico?
Tutto è emergenza. Ma la pianificazione che dovrebbe avvenire con il contributo della Diagnostica Urbana e territoriale quando la faremo?
Aspettiamo che arrivi l’emergenza e chiamiamo un mago che tutto risolve. Che poi questo Mago si chiami Bertolaso o Vattelappesca non è questo il problema.
Il problema è che la mia professionalità non viene utilizzata dalla Protezione Civile per avere qui, a Lecce un riferimento che contribuisca con la Diagnostica alla risoluzione del problema.
Ieri c’è stato chi intervenendo ha fatto presente che il cittadino che prende la vela con il mare grosso e che poi chiede di essere salvato deve pagare il costo del salvataggio di tasca sua, così come l’alpinista che in scarpe da tennis e bermuda rimane bloccato in montagna e chiede l’intervento dell’elicottero per essere salvato dal rischio di morire assiderato.
Ma quando i territori costruiscono sui letti dei fiumi che si attivano con tempi di ritorno superiori a 20 anni e le persone che si sono insediate li muoiono chi paga? I SOLDI SAPETE CHI LI METTE? UN MILIARDO DI EURO LI PAGHIAMO OGNI ANNO NOI TUTTI CITTADINI ITALIANI!
Il Sottosegretario di Stato Guido Bertolaso parlando del Bilancio della Protezione Civile che dirige ha riferito che un miliardo di euro che gli vengono dati ogni anno lui li deve dare a Regioni, Province e Comuni che pagano i Mutui che hanno acceso per indennizzare i danni dovuti al rischio sismico, rischio idrogeologico e rischio vulcanico e alla gestione rifiuti.
A un tasso di interesse del 5% sapete qual è il CAPITALE CHE QUESTI MUTUI VANNO A RIPAGARE? Quando voi avete fatto il mutuo per la casa, avete stabilito di dare 1.000 Euro al mese per 15 anni per ricostituire il capitale che vi è stato dato dalla Banca per l’acquisto della vostra Casa. Voi sapete quanto vi siete fatto dare in prestito dalla Banca vero? E’ vero che ai vostri amici dite arrabbiati che ogni mese dovete pagare un mutuo di 1.000 Euro ma è anche vero che la banca vi ha dato i soldi necessari per l’acquisto della casa.
Noi tutti paghiamo ogni anno un mutuo di un miliardo di euro come è facilmente verificabile sul link http://www.protezionecivile.it/cms/view.php?dir_pk=395&cms_pk=15004 .
Io credo nel valore di fare bene il mio lavoro sino a crepare ma allo stesso tempo credo nel valore di limitare e non esagerare ciò che penso di quello che faccio, insomma credo che sia untile una certa discrezione.
Certamente se cominciano a darmi dieci lauree Honoris Causa, se mi invitano in TV e mi battono le mani, se mi dicono che le donne mi adorano e sono pazze di me, se quando c’è una nuvola che si affaccia all’orizzonte (skai line) subito qualcuno mi telefona perché vuole sapere cosa deve fare ho la forte tentazione di essere quasi Dio e questo non va bene anche perché è falso! Io non posso mai essere Dio, né un Mago, né un Taumaturgo, né un Capo che tutto risolve.
Io, tu che mi leggi, e tutti sulla faccia della Terra siamo parte di questa umanità e contribuiamo, con il nostro lavoro, a rendere più bella e accogliente la terra che abbiamo avuto in dono da nostro Signore.
Per quanto riguarda la protezione civile invece di chiamare sempre il Dott. Guido Bertolaso sarebbe opportuno costituire un gruppo di lavoro che sia disponibile a mettere in sicurezza il territorio, facendo il proprio dovere con una certa discrezione, in ossequio al principio di autogoverno sociale sancito dall’articolo 5 della Costituzione attraverso persone che come me sono Esperti in Diagnostica Urbana e Territoriale.


-->

sabato 17 gennaio 2009

Un fuoco per illuminare la curiosità accendere le emozioni e scaldare i cuori.


Un fuoco per illuminare la curiosità accendere le emozioni e scaldare i cuori.
di Antonio Bruno

-------------------------------
Perché a Novoli in provincia di Lecce uomini del potere, clero, religiosi e persone venute da ogni parte della regione fanno a gara per assistere all’accensione dell’enorme falò (Fòcara)? http://www.focara.it/
--------------------------------

“Signora nni tai ddo asche pe lla Fòcara??” (traduzione Signora ci regali un po’ di legna per fare un bel Falò?). Ero un ragazzino con i calzoni corti e con i miei compagni di giochi, tutti regolarmente “di strada” , bussavamo alle porte delle case. Altro che “scherzetto o dolcetto” di memoria anglosassone con al loro Halloween, noi lo scherzetto lo facevamo al freddo organizzando la sua fine attraverso una bella Fòcara (Falò).
Tutti quanti impegnati con le gambe livide di freddo a “carisciare asche” (traduzione: trasportare la legna) che accumulavamo nel capo non coltivato che era di fronte al rione delle “Case Ina” (oggi la chiamano 167 come fosse una macchina dell’Alfa Romeo). A seconda della generosità delle signore “la fòcara” diveniva più o meno alta. L’opera di noi bambini era allietata da teorie costruttive per rendere più alta e stabile la Pira e dall’ ansia per l’attesa dell’accensione.
La combustione della legna, di quello che un tempo è stato una parte di albero o di arbusto, non ha nessun senso, non da alcun prodotto, da solo calore, luce e UNIONE.
Quando arriva il crepuscolo la nostra tensione è ormai al limite ed ecco che attraverso un “ascaluru” ,ovvero i fiammiferi venduti dai Monopoli di Stato, che incendia un foglio di carta che a sua volta appicca la carta messa al centro del falò e, attraverso questo sostituto della paglia, ecco che la legna man mano comincia a prendere fuoco, sino a che non si solleva una bella fiamma e con essa arriva anche il fumo.
Guai a stare sotto vento, si rischia di diventare un bel prosciutto affumicato. La fiamma dura per un po’ ma IL BELLO GIUNGE quando lascia il posto alla brace, al rosso della brace.
Nel frattempo tutte le persone delle “CASE INA” ,che avevano contribuito con la loro legna a quella splendida manifestazione di energia e luce, si avvicinano al fuoco, si scaldano, si raccontano cose che nona avevano avuto modo di raccontarsi.
Persone che non si frequentano abitualmente perché solo conoscenti hanno l’opportunità di parlarsi, di scambiarsi carezze che comunicano, che provocano meraviglia e curiosità.
Uno scialle sulle spalle delle donne e il braciere in mano, quello di rame dura poco, quello di bronzo è più longevo. La paletta e ….”attento a non scottarti” che la brace brucia, per metterne dentro al braciere e aggiungere in un secondo tempo la “carbonella” ricavata dal guscio delle mandorle, o il carbone fossile.
Tutte le “CASE INA” intorno al fuoco, senza distinzione di età, sesso, ceto sociale e religione. Tutti sono ammessi vicino al fuoco, tutti sono attratti da quel rimbalzante falò che accende l’emozione e scalda i cuori.
Un salto di 45 anni e arriviamo a oggi: Dirette Tv, Ministri, Persone di Cultura e tanta, tantissima gente intorno al fuoco. A Novoli ieri sera c’erano proprio tutti e tutto il bacino del Mediterraneo era intorno a quel fuoco generato dalla combustione dei sarmenti che sono i residui della potatura della vite.
Il fascino ipnotico del fuoco, il calore sulla faccia e la luce accecante della brace: chi può resistere? Eppure c’è troppa gente e fa troppo freddo e quest’anno, la Fòcara, mi sono accontentato di vederla su Telerama. Interviste agli UOMINI E ALLE DONNE DEL POTERE, ma anche ai preti e non sono mancati gli interventi della gente raccolta intorno al fuoco.
Perché tutta quella gente intorno a fuoco? Perché tutta quella gente davanti alla TV per assistere a un incendio addomesticato?
Perché i nostri antenati hanno addomesticato il fuoco che tutto distrugge e poi l’hanno posto al centro della Comunità tanto da renderlo parte della nostra società?
Il fuoco l’abbiamo addomesticato solo noi persone umane. E’ una cultura che ci è stata tramandata dai nostri padri e che i nostri padri hanno avuta tramandata dai loro padri e così via sino alla fondazione del Mondo. Nessun altro essere vivente ha la capacità di gestire il fuoco.
Prometeo è un personaggio della mitologia che è uno degli innumerevoli esempi di come tutte le persone umane sin dai tempi antichi abbiano considerato il fuoco una sorta di benedizione avuta ricorrendo alla furbizia e alle trovate creative e anche grazie all’aiuto di divinità che si sono messe in discussione per dare il dono del fuoco alle persone umane.
Anche se volessimo ignorarlo dobbiamo comunque ammettere che la domesticazione del fuoco ha cambiato la faccia della terra.
Gli uomini, in fondo, conoscevano il fuoco da sempre: i vulcani incendiavano le foreste; i fulmini che si abbattevano sugli alberi bruciandoli.
Gli uomini, quando scoprirono il fuoco, notarono che tutti gli animali avevano paura delle fiamme e potevano così rimanere più tranquilli se vicino a loro c’era un focolare acceso.
Avevano scoperto anche che con il fuoco potevano fare la luce, potevano riscaldarsi e costruire le torce.
Il fuoco serviva agli uomini per cucinare la carne e per farla diventare più saporita.
Unico problema era che il fuoco non doveva mai spegnersi perché l'uomo non sapeva ancora come fare per accenderlo. Per questo motivo c'erano degli incaricati che dovevano controllare che il fuoco rimanesse acceso.
Questa era un incarico importante perchè la vita del gruppo dipendeva da loro.
Col passare del tempo gli uomini impararono ad accendere il fuoco: l’uomo preistorico riusciva ad accendere il fuoco in due modi. Prendeva due sassi molto duri, la marcasite e la selce, oppure la pietra focaia. Le batteva l’una contro l’altra e produceva delle piccole scintille che faceva cadere sul fungo dell'esca. Avvicinava poi della paglia o del fieno secco e il tutto prendeva fuoco. Un altro modo per accendere il fuoco consisteva nel far girare velocemente un bastoncino su un altro pezzo di legno. Questi si riscaldavano al punto da prendere fuoco.
C’è quindi la cultura del fuoco nel senso che ci sono dei comportamenti delle persone umane rispetto al fuoco che vengono appresi, condivisi e trasmessi.
Quante volte abbiamo sentito parlare degli incontri vicino al caminetto? Con questo si vuole intendere che le persone si sono incontrate intorno al fuoco che diviene luogo di confronto di idee ma anche il luogo in cui si mette in comune tutto integrando le idee facendo divenire quindi il focolare il luogo in cui si costruisce l’identità culturale del gruppo. Il fuoco contiene memorie stabili degli eventi personali e decisivi di cui tutti abbiamo fatto esperienza.
Il fuoco è l’archetipo che per interi millenni ha rappresentato, e ancora oggi rappresenta, un elemento, un momento attorno al quale l’uomo si riunisce insieme ai suoi cari per scaldarsi e per relazionarsi tra sé e sé e con i suoi simili. Il fuoco è si rosso, è si calore, ma è anche passione; il fuoco ha il linguaggio della festosità e dell’energia, ed è in questa “simbologia” che ogni cultura vi racchiude le sue paure, le sue gioie e le sue ritualità.
Il Salento è considerata metaforicamente terra di fuoco e, alchemicamente, “crogiuolo”, in quanto “terra di mezzo” tra occidente e oriente. È la terra, come la definisce Ernesto De Martino, del Rimorso.
Fra tutti gli elementi, il fuoco, è l’unico che incarna in maniera evidente due opposti valori: il bene e il male. Splende nel paradiso e arde nell’inferno. Può contraddire se stesso e pertanto è uno dei principi universali.
Il passaggio attraverso il fuoco è simbolo di resurrezione nell'antica Grecia, non solo per contatto diretto, ma anche per contatto indiretto (il calderone d'acqua bollente di Pelope e delle sue figlie).
La nascita mitologica di alcuni personaggi romani, in particolar modo Romolo, Servio Tullio, e Ceculo, i quali secondo le fonti più antiche nascono dall'unione di un fallo del focolare e di una vergine (inizialmente di una schiava-vergine), in seguito il fuoco “diventerà” la rappresentazione di Marte, Vulcano secondo alcuni i Lari, mentre la schiava vergine in alcuni casi sarà definita in realtà come una vestale.
Quindi in questi casi ci troviamo di fronte al FUOCO come elemento generatore nel modo romano.
Allo stesso modo ricordiamo l'importanza del fuoco come elemento purificatore, legato al culto delle Vestali e come tutti sanno della verginità.
Nel mondo indiano il simbolismo assiale (per traslazione quindi fallico) del fuoco si traduce nella figura del dio agni (che poi è la stessa radice della parola latina per fuoco), rappresentato come una colonna di fuoco. il fuoco inoltre è centrale in tutti i riti poiché agni è anche messaggero degli dei.
La funzione purificatrice anche è attestata nei roghi funebri ma forse per analogia: volatilità e salita verso l’alto.
Faccio una proposta in considerazione di quanto ho scritto e per tornare a stare insieme (perché insieme è da tempo che non stiamo più). Un falò in ogni paese, fare della provincia di Lecce la terra dei cento falò, per tornare a condividere e per trovare ancora una volta il modo di ritrovarci tutti intorno al fuoco.
Preti e parroci possono organizzare una grande fòcara, far passare per le vie del paese una bella macchina con le trombe per gli annunci e da una settimana prima chiedere legna per il fuoco come facevo io da ragazzo passando da porta in porta chiedendo un po’ di legna per il falò.
Facciamo un fuoco, un fuoco per illuminare la curiosità accendere le emozioni e scaldare i cuori.


-->

giovedì 15 gennaio 2009

La Pace? Un biglietto per accedere allo spettacolo della vita.

La Pace? Un biglietto per accedere allo spettacolo della vita.
di Antonio Bruno
-----------------------------------------------
Un viaggio all’interno e nel profondo di me stesso durante una fiaccolata per dire no alla guerra e alla violenza, per fare una scelta di pace anche attraverso la musica, poesie, letture che si è svolta giovedì 15 gennaio alle 17.30, in Piazza Duomo a Lecce, la manifestazione è stata promossa da Missionari Comboniani, Arci, Azione Cattolica, Comitato per la difesa dei diritti degli immigrati, Agesci, Caritas, Mondo Azzurro, Cnis, Officine Che Ca Tuglie, Associazione La Fabbrica dei gesti, Associazione di donne idea, Specimen, Vento di scirocco Parabita, CSV Salento
----------------------------------------------

Mi ha chiamato l’altro ieri il mio Presidente nonché amico carissimo e fratello in Cristo Massimo Vergari per notiziarmi di alcuni aspetti organizzativi dell’Azione Cattolica Diocesana e per avvisarmi dell’evento sulla Pace di cui noi dell’Azione Cattolica eravamo tra i promotori. Io ci sono andato. Prima l’adorazione al Santissimo Sacramento all’interno della Cattedrale, mi hanno stupito le parole dense che accompagnavano la riflessione e mi ha meravigliato l’ascolto della lettura degli Atti degli Apostoli in cui Paolo racconta la sua conversione. Poi in Piazza dove l’evento aveva avuto inizio. Non so come definirlo, una speranza, un auspicio, una celebrazione, ma questo attimo infinito a Lecce in piazza Duomo oggi 15 gennaio 2009 è un modo perché io possa contribuire a esprimere il mio desiderio di Pace, direi meglio il mio APPETITO DI PACE o, se volete, la mia voglia di Pace. Un anelito, un desiderio forte, prepotente che non ascolta ragioni e quindi non va bene. C’è il primato della ragione, quindi devo rendere ragione della forza che mi spinge alla Pace, devo essere consapevole delle motivazioni per informare le mie azioni consapevolmente. Come posso fare di più per la Pace, se dentro di me , all’interno e nel profondo, sono sensibile alla voglia di prevalere? Io lo so perché la mimesi, la mia innata attitudine ad imitare chi è felice, mi porta a considerare modello imitabile quello propostomi da chi considero felice attribuendo la ragione della felicità a qualcuno o a qualcosa che possiede questa persona, ed ecco che la voglia di prevalere scatta nell’illusione di divenire felice dopo che l’azione mi porterà a prevalere su quell’altra persona felice e invece tale modello porta solo morte e distruzione, porta all’omicidio, porta alla guerra. E’ paradossale che, dalle parole di chi io ritengo felice, all’opposto delle mie credenze, traspare invece tutta l’insoddisfazione possibile e immaginabile. Tale espressione dovrebbe farmi ricredere, che dovrebbe farmi considerare che quell’uomo, quella persona umana su cui intendo prevalere, non è felice e con ogni probabilità commette il mio stesso errore di valutazione volendo prevalere su qualche altra persona umana che lui ritiene, a torto, felice. Se solo considerassi questa infelicità di chi subisce la mia azione per prevalere tutto muterebbe. Mi sono chiesto se potevo fare qualcosa per essere assunto nella grande Impresa della Costruzione della Pace. Mi sono chiesto cosa potesse mettermi in condizione di fare il costruttore di pace. Mi sono domandato se il fatto incontestabile di essere sensibile alla sete del possesso a alla brama del potere mi escludesse, in un certo modo, dal fare il costruttore di Pace. Ma qui è accaduto che mi sono reso conto che, la capacità che ho di osservare in me sia la sete del possesso che la brama del potere, mi porta alla libertà. Posso affermare di essere libero ogni volta che durante le mie giornate appare una motivazione di possesso o di potere che informano una mia possibile azione e io la vedo chiara e posso scegliere tra questa motivazione e il suo opposto. Cosa sia il suo opposto ne scriverò tra poco. L’altro segnale che appare chiaro ai miei occhi è quello dei miei interessi materiali che, come fossero un seme piantato nella fertile terra della mia anima, fanno crescere la malerba delle aspettative. Quando osservo quel seme è come se la terra della mia anima rinunciasse a nutrirlo con l’acqua e con il concime del mio entusiasmo e la malerba delle aspettative non cresce, oppure cresce in maniera stentata, facendo divenire la malerba gracile, sofferente e subito esclusa dal mio profondo alla prima folata d’amore! Le persone umane che ieri sera erano in Piazza Duomo a Lecce hanno detto a se stesse queste cose ieri sera. L’hanno detto a se stesse e hanno detto a tutti che, a te che mi leggi, e a chi è venuto a stare insieme a noi, CONVIENE osservare l’attaccamento a qualunque cosa, che a te che mi leggi CONVIENE cogliere NEL TUO PROFONDO gli interessi e le aspettative per comprendere la sete di possesso e la brama di potere. Tu che mi leggi puoi dirti che CONVIENE DIVENTARE consapevole PERCHE’ POI POTRAI SCEGLIERE. Mi permetti di fare il profeta? Posso far finta di essere il Mago del Salento? Io ti predico che nello stesso istante in cui diventerai consapevole che puoi scegliere tra le motivazioni dell’attaccamento, del possesso e della sete di potere e la vita semplice, immersa in questo istante eterno che tutto sintetizza, tu non potrai che scegliere la vita, solo la vita!
Leggi attentamente queste mie povere parole e la tua vita sarà diversa da prima, sarà vita vera, sarà vita eterna.



L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato.Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato.
M. K. Gandhi

Per una umanità umanizzata

Per una umanità umanizzata
di Antonio Bruno

---------------------------------------------
Un ragionamento che parte dalle prime Comunità Cristiane che decretarono la fine della Teocrazia sino all’insegnamento di Tocqueville per giungere a me imitatore di Gesù per la conquista della libertà
----------------------------------------------
Il rapporto tra sfera religiosa e sfera politica ha dato luogo a una articolazione tale per cui l’influenza delle Comunità Cristiane hanno una incredibile importanza sia per la nostra civiltà che per tutto l’occidente.
Le Comunità Cristiane sono portatrici di una cultura che ha gettato le fondamenta delle nostre istituzioni. Nel 1981 l’allora Cardinale Joseph Alois Ratzinger ed oggi Papa Benedetto XVI in un’omelia ricordò che furono le prime comunità cristiane le responsabili della rottura della visione teocratica che metteva su tutti e su tutto l’Imperatore Romano che era appunto una divinità. Sfatando la divinità dell’Imperatore le comunità cristiane introdussero il tema della laicità del potere politico e in conseguenza divenne per tutti un principio condiviso la separazione tra la sfera politica e quella religiosa.
La deidolatrizzazione dell’Imperatore Romano, che fu ciò che portarono i primi seguaci di Gesù al mondo dell’occidente, misero in crisi l’autoritarismo e conseguentemente favorirono l’affermazione della democrazia.
E’ proprio questo che rappresenta la sicura dimensione comune tra me che sono seguace di Gesù e te che sei assolutamente Non Credente o laico che dir si voglia! Amica e amico mio non credente oppure non interessato a imitare Gesù sul fatto che ci deve essere separazione tra cose dello Spirito o del cielo (appunto celesti) e Potere Politico Terreno devi avere la certezza che la pensiamo allo stesso modo!
Se tu hai come punto di riferimento il diritto naturale hai la possibilità di avere in me, che sono seguace di Gesù una persona che la pensa su questo tema esattamente come la pensi tu perchè agisco in continuità alla tradizione delle prime Comunità Cristiane,.
Io faccio appello al Primato della Ragione!
Nel rapporto tra Comunità di imitatori di Gesù e Stato io vedo la soluzione del rapporto tra me (che sono credente) con i non credenti e la politica. Tale rapporto si basa esclusivamente sul primato della Ragione e sul Diritto Naturale.
Io per questo motivo ho chiaro il mio rapporto con il Totalitarismo che è la ragione che impedisce l’espressione di qualunque fede in Dio, come accadde nei regimi totalitari comunisti e mi è altrettanto chiaro il rapporto con l’Integralismo che consiste nella fede che impedisce l’espressione della ragione.
Il mio rapporto di osservatore attento di tali modi, a mia opinione sbagliati e dannosi, di intendere la convivenza umana mi ha portato a divenire indifferente al fascino di entrambi per cui mi sono assolutamente indifferenti poiché assolutamente non adeguati a regolare i rapporti tra le persone umane.
Allo stesso tempo sono pronto a impedirne l’attecchimento all’interno delle mie relazioni perché conscio dei danni insiti nella loro applicazione .
Il cuore dell’insegnamento di Tocqueville (Il visconte Alexis Henri Charles de Clérel de Tocqueville Verneuil-sur-Seine, 29 luglio 1805 – Cannes, 16 aprile 1859 è stato un filosofo, politico e storico francese) è il seguente:
La Libertà sarebbe un bene per la Religione;
La Religione sarebbe un bene per la Libertà.
Agli illuministi diceva: Tutti quelli che amano la libertà dovrebbero affrettarsi a chiamare la Religione in loro aiuto, perché dovrebbero sapere che non si può stabilire il Regno della libertà senza quello dei buoni costumi né si possono creare buoni costumi senza la fede.
Oggi queste affermazioni sono centrali nella vita di tutti gli imitatori di Gesù e sperimentatori nella propria vita del Vangelo,
Il modello di laicità sicuramente valido perché è quello che consente la convivenza pacifica tra più religioni ed è evidente che in tal modo tutte le religioni non potranno che prosperare poiché favorite da questo modello di laicità.
Dovremmo tutti volere uno stato laico non perché contrari alle religioni ma PER AMORE DELLA RELIGIONE che può essere vissuta solo liberamente!
La dimensione religiosa nella diversità delle sue espressioni non deve essere solo tollerata ma apprezzata come l’anima della nazione e come una garanzia fondamentale dei diritti e doveri umani.
Ma c’è sempre chi tenta di far soccombere chi sostiene il laicismo positivo di cui ho scritto precedentemente perché sperano di sostituirlo.
C’è quindi una erosione della forma positiva della laicità che ha delle implicazioni anche per il sistema politico.
Noi imitatori di Gesù che tentiamo di applicare nella nostra vita il Vangelo in tale tentativo abbiamo consapevolezza che il mantenimento della libertà richiede di avere una attenta cura delle virtù come l’autodisciplina, i sacrifici per il bene comune che in pratica agiscono nella direzione della redistribuzione a tutta l’Umanità della ricchezza prodotta da tutta l’Umanità che è conseguenza di senso di responsabilità nei confronti delle persone umane meno fortunate.
E in conseguenza di quanto ho scritto prima che io in quanto imitatore di Gesù prendo la responsabilità di partecipare alla vita pubblica e di rendere pubbliche le mie convinzioni.
La libertà è sempre nuova, è una sfida e deve essere conquistata. La libertà implica la cittadinanza nel Pianeta Terra di tutte le persone umane e le cose dello Spirito, le cose celesti hanno una parte fondamentale per l’ottenimento di una UMANITA’ UMANIZZATA!

martedì 13 gennaio 2009

In assenza di Dio

In assenza di Dio
di Antonio Bruno
------------------------------------------
Il rispetto per tutti e per ognuno può divenire, nel nostro paese, la soluzione per una convivenza pacifica e armoniosa tra credenti, non credenti e clero.
-------------------------------------------
Qualche mese fa a Lecce precisamente il 24 maggio 2008, durante il dibattito "Ricostruzione di un Paese: Soldati italiani in Medio Oriente" nella sala Consiliare di Palazzo dei Celestini, un simpatico, distinto ed educato signore dopo avermi chiesto se fossi un giornalista, mi ha garbatamente proposto un volantino che invitava tutti i leccesi ad avversare la visita del Papa a Santa Maria di Leuca. Il signore in questione penso fosse Giacomo Grippa coordinatore del Circolo di Lecce dell’ Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti con Sede: c/o Arci “Langer”, via delle Bombarde n.13/a, 73100 Lecce - E-mail: lecce@uaar.it - Telefono: 0832.288482 - tel.0832.304808
Mi sono informato allora e ho scoperto che l’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, è l’unica associazione nazionale che rappresenti le ragioni dei cittadini atei e agnostici. Inoltre sono venuto a conoscenza che la stessa associazione è iscritta, con il numero 141, al registro nazionale delle Associazioni di promozione sociale, istituito presso il ministero della Solidarietà sociale.
Sulla stampa di ieri e in tutti i telegiornali viene annunciato che la stessa associazione si è fatta promotrice di una iniziativa che, si legge sul sito dell’associazione stessa, tende a dimostrare che l’ateismo porta lontano, o almeno, più concretamente, ti porta in giro per la città senza problemi di inquinamento o di traffico.
Senza portarla alla lunga a Genova, dal 4 febbraio, due autobus porteranno sulle fiancate i manifesti di una campagna a favore dell’ateismo, sul tipo di quella che a Londra suggerisce: “There‘s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life”.
I mezzi genovesi daranno invece voce all’ Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti con due notizie ai cittadini: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”.
Io mi sono chiesto e vi chiedo che cos’è che spinge delle persone perbene, organizzate in associazione, che legittimamente non credono in Dio, a chiedere anche ai propri simili, a tutti noi, di fare altrettanto e che, per questo motivo, spendono una cospicua quantità di soldi per una campagna pubblicitaria sulle fiancate degli autobus e per la stampa e l’affissione di manifesti.
Ieri su un altro quotidiano “Il Corriere della Sera” uno studioso di Dio, un teologo di nome Vito Mancuso, sostiene invece che in Italia manca una Religione Civile, ovvero manca la religio, il principio unificatore.
Il teologo Mancuso afferma la necessità della Religione Civile attraverso tre tesi di cui la prima sostiene che una società è tanto più forte quanto più è unita, la seconda che l’Italia non ha una religione civile e che questo rappresenta per l’Italia un grave problema e infine la terza che una delle condizione affinché in Italia si possa affermare una religione civile è che i cattolici mettano la loro fede al servizio del bene comune.
Mancuso, nella sua terza tesi, da una possibile risposta all’interrogativo che ho prima esposto e che è finalizzato a capire cosa abbia motivato uomini e donne perbene che non credono in Dio a spendere molti soldi per pubblicizzare l’assenza e l’inutilità di Dio.
Il clericalismo (la parola clericalismo indica una politica ispirata agli interessi del clero o il tentativo del clero e dei clericalizzati di alterare la laicità di uno Stato intervenendo in modo più o meno diretto nella sfera dell'azione politica N.d.R.) è causa di attrito e, a volte, di scontro, tra clero che pratica il clericalismo e clericalizzati che ne subiscono il fascino con chi invece non è né intende essere clericalizzato.
Insomma l’azione dell’associazione Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti sarebbe informata dall’anticlericalismo e le dichiarazioni della stessa UAAR che stigmatizzano la scelta della sede di Genova per la pubblicità dell’inutilità di Dio, che è sede anche del Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e Arcivescovo metropolita di Genova, nonché generale di corpo d'armata dell'Esercito Italiano ne è la conferma.

In definitiva vi è un sentimento diffuso secondo il quale una politica ispirata agli interessi del clero è il tentativo del clero e dei clericalizzati di alterare la laicità dello Stato Italiano intervenendo in modo più o meno diretto nella sfera dell'azione politica. Tale azione del clero clericale e dei clericalizzati secondo una parte dell’opinione pubblica deve essere avversata mettendo in discussione Dio stesso che in questa disputa viene visto dagli anticlericali come ciò che legittima l’azione dei clericali.
Sia Mancuso che l’UAAR, l’uno con la terza tesi del suo ragionamento sul Corriere della Sera del 13 gennaio 2009 e gli altri con la loro iniziativa pubblicitaria genovese sull’inutilità di Dio in casa del Cardinale Bagnasco convergono sulla tesi secondo la quale il clericalismo costituisce un ostacolo per la crescita e il benessere degli italiani.
In definitiva sia il Teologo Vito Mancuso che l’UAAR ritengono che il clero non debba più difendere i suoi interessi intervenendo in modo più o meno diretto nella sfera dell'azione politica del nostro Paese. Il Prof. Vito Mancuso indica la soluzione per l’ottenimento dell’unità d’intenti degli italiani nella rinuncia da parte dei cattolici a mettere la fede al servizio del solo bene dei cattolici stessi (ovvero leggasi del clero e dei clericalizzati), l’UAAR indica nella credenza secondo la quale Dio non esiste e che nello stesso tempo sia inutile la soluzione che porterebbe alla conseguenza dell’inutilità di un clero che non avrebbe ragione di esistere in assenza di Dio.
L’UAAR chiede l’assenza di Dio e il Prof. Vito Mancuso auspica il fatto di una fede in Dio al servizio di tutti stigmatizzando un impedimento derivato dal fatto che Dio sarebbe, come dire, di esclusivo possesso del clero e dei clericalizzati.
Questo il dibattito.
Io continuo a sostenere la piena legittimità di chiunque si organizzi e organizzi intorno a se un consenso su interessi legittimi. I partiti, le categorie professionali, le imprese, i lavoratori, il clero e compagnia bella hanno il diritto sancito dalla Costituzione con l’Art. 18 di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale.
Io mi chiedo e vi chiedo se il fine del clero clericale e dei clericali di difendere i suoi interessi intervenendo in modo più o meno diretto nella sfera dell'azione politica del nostro Paese è vietato dalla legge penale.
Io mi chiedo e vi chiedo se il clero clericale e i clericali HANNO IL DIRITTO di associarsi e difendere i loro interessi nella maniera che liberamente scelgono.
Io ho l’impressione che ci siano altri che come l’UAAR non riconoscono al clero clericale e ai clericali il diritto sancito dall’Art. 18 della Costituzione e che per tale stesso motivo spendono risorse economiche significative per pubblicizzare l’inutilità di Dio. Ma oltre a costoro ci sono anche persone come il Prof. Vito Mancuso, che non sono né del clero clericale né clericali, che ritengono che il modo che ha il clero clericale e i clericali di difendere gli interessi del clero impedisce agli italiani di avere una Religione Civile, ovvero la religio, il principio unificatore.
Ai gentiluomini perbene e cortesi dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti chiedo di riflettere meglio sulle motivazioni che informano la loro azione pubblicitaria e se come me, giungessero alla conclusione che la loro preoccupazione è generata dal clero clericale e dai clericali di finalizzare la loro campagna sull’inutilità del clero clericale e dei clericali senza scomodare per questo Dio.
Invece al Prof. Vito Mancuso voglio fare presente che la collaborazione in ogni struttura gerarchica è informata dall’appartenenza.
Non gliela faccio lunga e utilizzo una metafora.
Io in quanto cittadino italiano posso esercitare la mia cittadinanza attiva in qualunque delle cariche
gerarchiche derivate dall’organizzazione antropologica artificiale denominata Stato Italiano o, brevemente, Italia. Non è lo stesso se io cambio la mia residenza andando ad abitare negli Stati Uniti d’America laddove o posso risiedere in maniera legale in quanto turista, oppure posso avere il permesso di soggiorno se dimostro di lavorare in una qualche azienda e nello stesso tempo non rappresento un pericolo per i cittadini degli Stati Uniti.
Comunque anche in tali casi non avrò diritto, come invece tutti i cittadini americani, di ricoprire l’incarico di parlamentare, di Governatore di uno Stato o di Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma, come dicono gli avvocati, vi è di più, infatti in veste di turista o di persona con il permesso di soggiorno non potrò esprimere, attraverso il voto, la mia preferenza per l’uno o altro candidato con cittadinanza americana. Tuttalpiù sarà tollerata una mia opinione sull’opportunità che Tizio o Caio faccia il Presidente. Oppure mi sarà permesso di fare il Presidente dell’Associazione Italiani In America.
Per utilizzare la stessa metafora come può pretendere un fedele laico che è cittadino italiano nei MOVIMENTI di avere gli stessi diritti negli Stati Uniti che sono le Parrocchie?
Ecco caro Prof. Mancuso lei indica una via DIFFICILE (quella dell'ottenimento di cittadinanza diversa) lasciando sullo sfondo la soluzione naturale che è quella che ciò che i fedeli laici mettono in atto per vivere il Vangelo, ovvero la Comunità, che poi può essere chiamata come si vuole ma che in definitiva è la forma Comunitaria, che poi è quella indicata dal manifesto Costitutivo che sono le tanto care Beatitudini.
Chi invece vuol clericalizzarsi perchè non dovrebbe farlo? E guardi professore che la maggior parte, per non dire la quasi totalità, di quelli che sono nelle Parrocchie di Comunità non vogliono sentirne parlare, e il Signore ha strade che né io, né penso lei, conosciamo per arrivare a questi fratelli.
Il suo ASSOLUTIZZARE mi trova dissenziente e le sue tre tesi mi rafforzano nell'opinione di avere rispetto di tutti anche delle sue tesi che sostiengono di poter decidere su quello che deve fare il clero senza essere del clero.
Diverso sarebbe se io e lei caro Prof. Mancuso avessimo la possibilità di scegliere il clero e ciò che fa il clero avendo la possibilità di determinare qualunque cosa in quell’organizzazione denominata clero e gerarchia ecclesiale tramite Elezioni libere e democratiche con noi in veste di elettorato attivo e passivo.
Ma Lei sa caro Prof. Mancuso che è solo il clero che ha il titolo e il diritto di cambiare la sua struttura organizzativa o le sue dinamiche interne.
Come ho già scritto in un’altra occasione questa è una cosa che non riguarda me, né i tanti padri e madri che vanno a Messa la domenica e tentano di mettere in pratica nella loro vita il Vangelo. Noi padri e madri di famiglia che tentiamo di imitare Gesù con tanti fallimenti ma anche con qualche successo non abbiamo alcun interesse che le cose cambino in quella struttura gerarchica denominata clero clericale e clericalizzati che, secondo la mia opinione, può organizzarsi al suo interno, come meglio crede senza per questo incidere minimamente nella mia vita.
Per Grazia di Dio non siamo in un Paese TEOCRATICO! Quindi caro prof. Mancuso di come si organizza il Clero è affare solo del Clero e qualunque interferenza sarebbe INGERENZA GRATUITA E VIOLENTA!
Il Vangelo è rivolto a tutti e a ognuno di noi e posso testimoniare per la mia esperienza che Dio e suo figlio Gesù Cristo mi hanno dato la vita, una vita piena, una vita vera e prego il Signore affinché questa Grazia sia concessa a tutta l’umanità.

lunedì 12 gennaio 2009

Sei lunghi anni di dolore e sprizzante tenerezza




Sei lunghi anni di dolore e sprizzante tenerezza
di Antonio Bruno


Prosegue il mio viaggio per la città di Lecce a caccia di scritte sui muri. Si tratta quasi sempre di invocazioni destinate all’oggetto del desiderio e, nella totalità dei casi, riguarda innamoramenti reali, intensi, insomma passioni vere e proprie che necessitano di esternazioni eclatanti, super esposte come quelle delle scritte sui muri, realizzate attraverso le bombolette spray del bollente amante.
Altre scritte riguardano il dolore seguente all’abbandono. L’essere lasciati che sempre causa un lutto, un dolore dell’anima che stenta a farsene una ragione, una ferita che sanguina con sempre maggiore intensità e che solo nel tempo trova un po’ di consolazione. E’ questo il caso di questa scritta che recita:


FINALMENTE HO TROVATO IL CORAGGIO X (PER)
IMMORTALARE QUESTI 2 FOGLI, SONO
PASSATI 6 LUNGHI ANNI DI DOLORI E
DI GIOIE, MI HAI DATO LA FORZA DI
CONTINUARE A VIVERE ANCHE LONTANO
DA TE,
Come è facilmente rilevabile la frase termina con una virgola, ciò è attribuibile forse a un passante che ha impedito che l’autore potesse completarla, oppure alla bomboletta che ha fatto il suo dovere fino a quel punto ma che poi, inesorabilmente, ha terminato il suo contenuto in vernice troncando il pensiero dell’autore per sempre. Fatto sta che la frase è rimasta incompiuta e a tutt’oggi non siamo in grado di dire cosa avrebbe voluto esprimere il nostro autore dopo la virgola.
Ma nulla ci impedisce di azzardare delle ipotesi. Potrebbe essere un ringraziamento di una ritrovata autonomia dopo, si badi, 6 lunghi anni. Tale passione doveva essere fortissima se, per tanto tempo e se dopo tanto tempo, è rimasta a catturare nella trappola della disperazione un anima infelice e abbandonata alla ricerca del perduto amore. Oppure potrebbe essere invece la constatazione che, nonostante il tempo trascorso, il desiderio di affrancarsi della passione ha dovuto soccombere di fronte a un sentimento di una tale enormità, da superare qualunque forza destinata a distruggerlo. Tutto questo anche se questa forza distruttiva scatenata dall’amante abbandonato, e rivolta contro il suo stesso amore, è informata dalla ragione che la vita deve proseguire anche in assenza del perduto amor.
E’ quello che possiamo definire il trionfo dell’assenza. Insomma è la percezione dell’assenza che impedisce, a qualunque presenza nuova, di sostituire l’affetto per la perduta amata, destinata a divenire indelebile nell’anima dell’innamorato nonostante l’amante abbandonato desideri immensamente di farla cadere nell’oblio.
Accade sovente che più l’abbandonato si sforza di dimenticare, più il ricordo diventa vivo e prossimo, intenso come se stesse avvenendo proprio qui ora. Insomma, mentre il tentativo di dimenticarla è posto in essere, c’è una forza devastante che ne impedisce l’effetto risolutorio.
Stessa zona ma diverso il tono di questa scritta sui muri che si distingue per la semplicità dell’espressione. Una scritta che si caratterizza per questo ispirare la tenerezza che sempre induce un cucciolo, fosse anche di leone o di tigre. Ecco che possiamo certamente immaginare la tenerezza che può ispirare un cucciolo di gatto:

MICETTA
TI AMO

Lo stesso fatto di paragonare la propria amata a una gattina, a una micetta, produce nel lettore che si trova a passare da quella strada un sorriso tenero che si apre al mondo e che porta a essere contagiati dalla stessa tenerezza del nostro ardito scrittore sui muri. Perché è vero che c’è la passione, è pur vero che c’è il dolore di essere stati abbandonati, ma c’è anche la tenerezza, la serenità che si vive all’interno di un rapporto grazie alle carezze fisiche e verbali che due amanti si scambiano durante il tempo che passano insieme.
Micetta ti amo: è la frase che accompagna la donna oggetto del desiderio e della tenerezza dello scrittore e che la fa sentire così bene da portarla in alto sino alla vertigine.
Micetta ti amo: è il grido che risuona nella mente della nostra amica sino a farla divenire leggera come una piuma e spericolata nell’immaginare l’amato che utilizza la vernice per lasciare impressa la sua felicità di essere insieme a lei a trascorre questo pezzo di vita.
Una scritta Viola, il colore che l’amato ha donato all’amata è il VIOLA. Il Viola denso di significati, il colore che accompagna ogni passione vera, il colore che rende etereo qualunque ambiente illuminato da un’attrazione che rende dipendenti e che distoglie da ogni occupazione.
E con questo colore finiamo la seconda parte del nostro viaggio all’interno delle scritte sui muri della città. Mi hanno scritto dei ragazzi per segnalarmi alcune delle loro scritte e approfitto per ringraziarli e per informarli che già sono andato a fotografarle e che ne scriverò nei prossimi giorni. Se volete potete segnalarmi le SCRITTE SUI MURI CHE VI HANNO COLPITO, OPPURE commentare le scritte già da me fotografata utilizzando la mia e mail antoniobruno5@lbero.it



-->

sabato 10 gennaio 2009

Le 4 regole della felicità


Le 4 regole della felicità
di Antonio Bruno
-----------------------------
Nell’ultimo libro di Enzo Bianchi, Priore e fondatore della Comunità di Bose, intitolato “Il pane di ieri” edito da Einaudi indicazioni di felicità derivate dall’esperienza e dalla saggezza di una vita.
-----------------------------
Il pane di ieri è il titolo del libro del Priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi edito da Einaudi. Il proverbio diceva: “Il Pane di ieri è buono domani” il perché è tutto da ascrivere che se io faccio il pane oggi lo devo lasciare un giorno e poi lo mangerò dopodomani, ecco perché il pane di eri è buono domani.
Enzo Bianchi sostiene che ciò che è stato cibo di ieri e che è stato guastato da noi doveva essere messo a disposizione della generazione del domani.
La verità è che la sapienza e l’esperienza di vita di ognuno di noi va trasmessa al fine di essere più uomini.
Tutto ciò non ha nulla a che vedere con la nostalgia. La nostalgia è il dolore impossibile, è il voler tornare indietro, il ricordare qualcosa accaduto ieri per riviverlo.
Invece il libro di Bianchi è un ricordo dei valori e della Sapienza del passato che abbiamo vissuto e che può essere ritrovata oggi e sempre.
Tutto questo è possibile se, di nuovo, ci mettiamo in ascolto della vita, per esercitarci a curarci delle degli altri e della natura e in questo c’è sapienza.
Il Pane, l’olio, il vino e il sale siano a lezione e consolazione. Il Pane, l’olio, il vino e il sale ci trasmettano consolazione e Sapienza.
Ma lo guardiamo quello che arriva sulla tavola?
Ci chiediamo da dove viene?
Ci chiediamo ci ha collaborato affinché ci sia quel frutto, quel prodotto?
Lo sappiamo che a volte è il frutto della terra e altre volte è elaborato da una sapienza senza fine di saper preparare il cibo?
Se ci mettiamo a guardare le cose che arrivano sulla nostra tavola in questo modo possiamo subito notare il cambiamento del nostro rapporto con quelle cose e possiamo prendere atto che cambia anche il nostro modo di vivere.
Tutti sappiamo che a tavola è nata la cultura. Ciò è accaduto proprio perché a tavola è possibile la comunicazione ed è possibile l’amicizia.
A tavola è nato il linguaggio di cui noi ci serviamo per comunicare.
La tavola è il luogo primo in cui tutti noi assaporiamo il rapporto con gli altri.
Quando una persona vuole rappresentare all’altro il suo amore ecco che gli prepara bene da mangiare.
Chi mi prepara bene da magiare mi dice che vuole che io viva e che io stia bene e sia felice!
Ma quali sono i Comandamenti per essere felici?
Primo comandamento: fai il tuo dovere sino alla morte!
Se ho un dovere da compiere lo devo compiere bene e fino in fondo. L’importante è che io mantenga la convinzione di compiere qualcosa e che io lo compia nella libertà. Perché la libertà non si mendica. La libertà si esercita. Ma nella libertà ho la coscienza di compiere il mio dovere a qualunque costo, costi quel che costi, sino a crepare.
Secondo comandamento: Non esageriamo!
Una certa discrezione. Non esagerare. Non pensare troppo di se stessi. Non godere troppo del successo e del risultato. Mantenere sempre il senso del limite.
Terzo comandamento: Basta non prendersela!
Significa che dobbiamo fare attenzione, che dobbiamo saper mettere un limite al dolore, all’esternazione del dolore dando alla sofferenza il giusto peso e guardare la vita in grande perché di sovente siamo presi nella vertigine della sofferenza momentanea. Ma nella vita ci sono stagioni, ci sono tempi, ci sono epoche. E se è vero che a volte siamo rattristati o sofferenti è pur vero che anche nella sofferenza riceviamo tanto bene. C’è da stupirsi sempre della bellezza di qualcosa della natura o della bellezza dei nostri rapporti.
Quarto comandamento: Non mescoliamo le cose! Nel senso di non adulteriamo le cose.
Non facciamo anche a volte dei miscugli. Ad esempio bisogna sempre distinguere bene il religioso dal politico, avere il senso che c’è una distinzione e che la fusionalità, la mescolanza non servono a nulla, non ci permettono di vivere con una razionalità e con una emotività retta quelle che sono le condizioni della vita. Non adulteriamo è la traduzione del sesto comandamento che dice”Non commettere adulterio” e che noi intendiamo e riduciamo a non tradire la moglie o il marito. Ma il sesso è qualcosa che è dentro alla nostra vita, che è fonte della vita stessa.
Sulla sessualità e sulla affettività noi giochiamo la nostra umanizzazione. Il legame tra affettività e sessualità è tale che chiede che sia iscritto nella storia, non può essere qualcosa che accade a caso, che è effimero.
Metto la sessualità in una storia dove c’è affettività! Non la lascio alla dissipazione, non la lascio a ciò che presto perde di significato. Ci vuole un po’ di umanità e una umanizzazione vera, perché la sessualità è un’opera d’arte.
L’atto sessuale è la liturgia dei corpi, ovvero nella sessualità si può fare addirittura con il corpo, un’opera d’arte.
Anche attraverso il piacere sessuale, e con esso, si può fare un’opera d’arte sempre che sia in una storia, sia tutto scritto in una storia, in un amore che guarda all’altro.
Ecco perché il sesso è così legato all’anima! Io lo so che attraverso l’esercizio della sessualità dipende una parte della mia felicità. Da come compio la mia opera d’arte mettendo in gioco il mio corpo per procurarmi e provocare piacere dipende una parte della mia felicità. Ciò non significa avere un’ossessione della sessualità né tanto meno averne una visione angosciata e cinica.
Ma basta anche con la storia che la miseria attraverso il dolore e la sofferenza ci purificano, e addirittura ci rendono felici.
Il dolore, la sofferenza e la miseria abbrutiscono e la violenza in passato avveniva anche perché c’era troppa ubriachezza nei maschi (anestetizzare il dolore con l’abuso di vino o alcolici) e la moglie e i figli ne pagavano le conseguenze. La miseria non è un’occasione per diventare migliori ma è una tentazione per diventare peggiori.
Nel libro di Bianchi si legge in sintesi che bisogna avere attenzione. Avere attenzione per il cielo, la terra, il cibo, la natura, la pioggia e gli altri, perché l’attenzione è la prima forma di preghiera.
Chi è un monaco?
E’ uno che vive in un laboratorio della costruzione dell’esperienza e della cura del se umano.
E’ uno che ha molto tempo per pensare, che si alza presto al mattino, che è fare attenzione, come anche con il vegliare nella notte che è una forma di attenzione.
L’attenzione serve a guardare in profondità le cose, la parola contemplazione significa guardare alle cose con uno sguardo profondo, con lo sguardo di Dio, che è quello dell’uomo umanizzato.
Infine una indicazione su cosa bisogna avere per produrre una bella vita. La metafora della terra. Per far produrre la terra ci vuole un pezzo di terra, ci vuole l’acqua, ci vuole il concime ma non basta. Ci vuole anche un riparo, un posto coperto dove custodire le cose necessarie a produrre.
Nella mia vita ho bisogno anche di un riparo dove stare con me stesso. Solo così potrò evitare di disperdermi nella folla, nel chiasso, ma proverò l’esperienza di Dio al riparo, l’esperienza di Dio che mi servirà da faro e che informerà poi la mia azione.

Non lo lascia più a costo di farsi imbrattare tutta di vernice e di graffiti.




Non lo lascia più a costo di farsi imbrattare tutta di vernice e di graffiti.
di Antonio Bruno

Scrivilo sui muri è il titolo di un film. Il film non l’ho visto ma ho visto il Trailer. Qualche frase: Occhio per occhio fa il mondo cieco... oppure l’altra:
- Pierpaolo: Scusa Sole ti puoi avvicinare? - Sole: Si! - Pierpaolo: Di più!... C'è una complicazione... - Sole: Che complicazione? - Pierpaolo: Alex ha un problema al cuore, che solo tu puoi risolvere: quel coglione è perdutamente innamorato di te, guarda se riesci a fare qualcosa... - Sole: Ti voglio bene!

Ma ho potuto apprezzare sull’argomento il discorso di Umberto Broccoli che sostiene che sono stati scritti sette volumi sulle frasi scritte sui muri di Pompei e che, invece, quelle che oggi campeggiano sui muri delle nostre case vengono considerate cose da evitare, sconvenienti o, addirittura, punibili per legge!
E’ di Broccoli questo “Amo Costanza senza speranza”, è tutta colpa sua se questa frase ha continuato a ribalzarmi nella testa per tutto questo tempo. Amo Costanza senza speranza mi è stata talmente tanto in testa che mi ha fatto ricordare le vecchie foto scattate nell’ottobre del 2007. “Amo Costanza senza speranza” mi ha fatto venire in mente le scritte sui muri della mia cittadina che risponde al nome di San Cesario di Lecce.
Sempre il solito Broccoli, mi ha spinto a notare altre scritte sui muri di Lecce, della Città che mi è troppo vicina per essermi estranea completamente, ma anche abbastanza lontana, da indurmi a percepire la differenza rispetto al posto in cui vivo.
E comincio da uno di questi graffiti

Dopo un anno e 10 mesi insieme dal 18 febbraio 2007 al 18 dicembre 2008 ( o forse semplicemente si tratta di un errore e quindi la data di inizio è il 18/12/2007) lui, L’AMANTE, gli scrive a Lecce in Viale Guglielmo Marconi angolo Vicolo Panevino:
COME UN
TERREMOTO
IN UN DESERTO
_ _ _ _ CHE
AUGURI BUMMA _ _ _

Che bello vero?
Lui voleva dirle che la presenza di lei, la presenza di questa donna nella sua vita è stata devastante. E lui, innamorato, folle d’amore, per farlo, ha utilizzato l’immagine del terremoto, l’evento più devastante che si possa immaginare.
Ma il nostro eroe poiché è consapevole che il terremoto in una città provoca danni e morti non lo fa avvenire in città, la sua adorabile BUMMA che è la donna della sua vita, l’eterea presenza che sconvolge la sua esistenza la fa deflagrare NEL DESERTO. Il deserto è la rappresentazione della sua anima prima dell’incontro con BUMMA, l’incontro con questa donna che ha avuto la capacità di suscitare nella vita di questo poveretto quanto di più forte e di più distruttivo produce la natura!
Il deserto è lui stesso, l’uomo che ha espresso i suoi auguri sul muro del palazzo della Multisala Massimo, l’uomo che dall’apparire della sua amata ha avuto nella sua vita uno scuotimento devastante ma senza danni, l’uomo che ha provato il brivido, l’uomo che ha sentito il pugno nello stomaco che si stringe e fa male, l’uomo che quando incontra BUMMA le gambe gli tremano, il respiro diviene più intenso e breve, le pupille si dilatano e gli occhi si fanno umidi e lucidi come fossero di velluto!
Tutto questo potete ammirare sul muro del Palazzo della Multisala Massimo in Viale Guglielmo Marconi angolo Vicolo Panevino. Tutto questo vi verrà in mente d’ora in poi quando ci passerete accanto. E allora mi chiedo e vi chiedo: chi altri è in grado di rappresentare tali immagini intense che riporta tutti noi ai primi violenti amori adolescenziali che toglievano la fame e il sonno?
Ma ve lo ricordate quanto stavamo male? E che cosa sareste disposti a fare o a dare per provare quello che prova oggi l’uomo di BUMMA? Dovreste pagarlo l’uomo di BUMMA per la scritta in Viale Guglielmo Marconi!
Chissà quante volte abbiamo guardato le scritte sui muri, chissà quante volte abbiamo scrutato quei simboli, ma poi l’affanno del giorno, la mente persa nel passato oppure il cuore ansioso per il futuro ci impediscono di essere consapevoli di questi frammenti di passioni, di queste parole che sono scritte rivolgendosi all’oggetto del proprio desiderio, di questi simboli della passione e della pazzai propria di chi è innamorato.
Adesso vi proporrò le scritte che ho raccolto grazie all’invenzione della macchina fotografica digitale ma non vi dirò più dove le ho rubate.


Potete leggere:
SE TUTTO QUESTO E’ UN SOGNO,
TI PREGO NON SVEGLIARMI MAI!
TI ADORO
GIULIETTA
MIA
Niente a che vedere con il melanconico e disperato AMO COSTANZA SENZA SPERANZA, qui invece c’è tutta la gioia dell’innamoramento, quando tu sei convinto che è proprio lei la persona della tua vita, la vedi perfetta, parla come piace a te, si muove nel modo in cui piace a te è proprio come piace a te tutto, non vuoi niente altro, sei convinto che se riuscirai a stare con lei non avrai bisogno di niente altro, che è lei solo lei che vuoi, che la tua stessa vita dipende unicamente da lei, che ti senti vivo solo quando c’è lei, e vuoi solo lei.
Sei ipnotizzato e in preda a questa febbre.
Il nostro eroe ha immortalato su un muro questa follia per Giulietta (magari lui si chiama Romeo)! Lei passa di li e quando vede la vernice rossa di passione che illustra l’ebbrezza di Romeo gongola e insieme a lei le sue amiche che ammirano Romeo e che desidererebbero pure loro una scritta sui muri come quella dedicata a Giulietta!
Ma perché non dirlo? A chi di voi che mi state leggendo non piacerebbe essere oggetto di un tal simile sentimento? Diciamocelo che purtroppo questi Romeo con bomboletta spray sono rari e chi ha avuto la fortuna di trovarsene uno per caso tra le mani, non lo lascia più a costo di farsi imbrattare tutta di vernice e di graffiti. Vero?
(Fine Prima Puntata – Continua)


-->

mercoledì 7 gennaio 2009

Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dopo i 18 anni, continuano solo due categorie: i cretini ed i poeti.

Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dopo i 18 anni, continuano solo due categorie: i cretini ed i poeti.
di Antonio Bruno

Irene Leo: “E sono contenta della carrambata di aver avuto la visita per le mie poesie di una mia compagna di liceo che è venuta stasera.”Antonio Natile: “La ricerca delle parole adatte a rappresentare la ruralità del mezzogiorno attraverso la carrambata!” Irene Leo” Grazie per averlo sottolineato”Antonio Natile “ E non l’ho certo fatto perché ieri sera non ho vinto il premio dei milioni di Euro alla lotteria con l’estrazione della Befana condotta da Raffaella Carrà”Irene Leo”Magari l’hai fatto proprio per questo chissà!”Così si è concluso “TIC, di corpi ritrosi a ritroso”.Poetico vero!“E’ una burla, un inganno orchestrato, è il sorriso beffardo del corpo che sputa sui versi, e che graffia, che soffia e si mostra, come un gatto irritabile e rosso a schernire finzioni di giorni. Altalena di corpi tra il dentro ed il fuori. Salterello di versi e di voci a giocare la resa.” (Irene Leo e Antonio Natile)A tutto questo ho assistito stasera presso la Biblioteca Provinciale “N. Bernardini” di Lecce (v.le Gallipoli), per la rassegna “Scripta: Rassegna di scritture, voci, espressioni.Quello che è stato scritto si apre alla voce, c’è chi mi ha detto che mai ha scritto qualcosa che prima non abbia detto, qui invece si fa il percorso inverso e così, a naso, penso che qualcosa debba pur significare dato che la scrittura è posteriore alla parola.Mi hanno colto di sorpresa molti versi anche se scappavano di mano, non si lasciavano afferrare e la mia telecamera digitale aveva la pila scarica. Quindi sono rimasto affamato di parole, digiuno di memoria dei versi.Mi stavo avvicinando per chiedere un foglio con su scritto le poesie, le loro poesie ma qui una digitale di una TV con faro mi ha preceduto e un altro impegno precedentemente preso mi ha impedito di aspettare.A proposito ho visto di nuovo Gabriele, quello del cartello che le rondini non escono ma non entrano le zanzare.Mi è piaciuta l’intervista a Studio Aperto di Irene http://it.youtube.com/watch?v=CHveYAgrYwI il suo avversare la definizione di “bamboccia” affibbiatale dal Ministro Padoa Schioppa e poi stasera c’è stato De Andrè in Tv su RAI 2 che in un filmato, riprendendo un pensiero di Croce, asseriva: " Fino a 18 anni tutti scrivono poesie. Dopo i 18 anni, continuano solo due categorie: i cretini ed i poeti. Nel dubbio, io mi autodefinisco cantautore”.Antonio Natile oltre che per la sottolineatura fatta alla nostra Irene sul termine "CARRAMBATA" si è fatto notare per il bel SLANG barese a me caro poichè in quella città ci ho fatto il militare, l'Università e ho i miei più cari amici.Poi a Noci ci sono delle ottime ciliegie e si possono gustare ottimi formaggi e mozzarelle e il buon Natali forse è per questo che, di suo, si occupa di ETNO ANTROPOLOGIA.


-->

martedì 6 gennaio 2009

Una proposta per la pace tra GAZA e ISRAELE

Una proposta per la pace tra GAZA e ISRAELE
di Antonio Bruno

-------------------------------------
Con la forza della reciproca conoscenza e attraverso la comunicazione costante dello strumento formidabile del FORUM PER LA PACE NEL MEDITERRANEO di Acaya in provincia di Lecce http://ilmediterraneoperlapace.wordpress.com/ , si può ricomporre qualunque conflitto.
---------------------------------------
Vi propongo la spiegazione che ho dato a mia figlia quando, dopo aver sentito un servizio al Telegiornale sulla Guerra tra Israele e Palestina, mi ha chiesto perché queste persone si ammazzavano fra di loro.
Io gli ho raccontato di quel mio amico che si chiama Israele, che era figlio unico e che, giunto a 18 anni, dopo aver conseguito la licenza liceale, si iscrisse all’Università a Bologna alla Facoltà di Agraria perché intendeva proseguire la sua attività gestendo l’Azienda Agricola paterna. Israele, durante la permanenza a Bologna vide giungere i suoi genitori che gli annunciarono che, dopo tanti anni, la madre era rimasta di nuovo incinta e che presto sarebbe nato un fratellino.
La cosa lasciò abbastanza indifferente il mio amico Israele perché lui all’epoca era a Bologna attivissimo e integrato in quel tessuto sociale.
Nacque un bel bambino che i genitori di Israele chiamarono Palestina. Palestina cresceva bello e forte e sin dalla più tenera età andava con il padre in campagna. Gli piaceva l’odore della terra, la bruma mattutina. Gli piaceva quel lavoro che lo metteva a contatto ogni giorno con la natura e che gli faceva ammirare la bellezza del Creato.
Israele nel frattempo era divenuto professore e viveva felice a Bologna dove insegnava l’agricoltura agli studenti.
Tutto sembrava scorrere tranquillo e anche gli anni passarono tranquilli come i protagonisti della nostra storia. Israele pensava sempre alla casa dove aveva vissuto i primi anni della sua vita e ogni tanto ci tornava per le vacanze.
Poi accadde che i colleghi invidiosi ordirono una trappola contro Israele e lo fecero cacciare dall’Università.
A Israele, che in quegli anni aveva vissuto le pene dell’inferno, non restò nulla, aveva perso tutto. Fu così che si ricordò dell’eredità lasciatagli dal padre e anche se, sino ad allora se ne era completamente disinteressato, volle di nuovo l’azienda paterna. Fece causa a Palestina che nel frattempo aveva pensato a tutto lui e la Legge gli consentì di riprendere possesso della parte che gli spettava.
Gli ambienti che aveva frequentato Israele erano diversi da quelli che aveva frequentato Palestina e, per questo motivo, erano linguaggi diversi e valori diversi che informavano l’azione dei due fratelli.
Ci furono un incomprensione dopo l’altra e prima cominciarono con le discussioni, poi con i dispetti e infine andarono a finire alle mani.
E ancora oggi Israele e Palestina, anche se vivono entrambi nella stessa terra, si fanno dispetti a non finire perché uno vuole cacciare l’altro, addirittura il fratello vorrebbe ammazzare l’altro fratello per poter avere la terra tutta per se.
Le ragioni remote e di oggi che causano il conflitto Arabo – Israeliano sono tutte qui. Non riescono a comunicare, non riescono a vivere insieme. Addirittura si fa di tutto per interrompere la comunicazione per ottenere l’effetto della PAURA DELL’ALTRO, per ottenere la conseguente aggressività che informa e motiva l’azione violenta.
Nessuno si sente un aggressore prepotente, tutti si sentono vittime della violenza e, paradossalmente si difendono dalla violenza proprio con ciò che ha causato la loro motivazione ovvero la violenza stessa.
Un paradosso che consente di mistificare la REALTA’ per IGNORANZA. Nessuno è cattivo. C’è solo un meccanismo che funziona in maniera tale da scatenare la violenza e la guerra che porta ad ammazzarsi fratelli con fratelli, che porta all’OMICIDIO!
Ad Acaya alcuni uomini e donne guidati dal Dott. Giulio Cesare Giordano hanno costituito il FORUM PERMANENTE DELLA PACE.
Qui ora ci si dovrebbe mettere insieme tutti per comunicare, per conoscersi e per giungere a vivere insieme sulla faccia della terra.
Qui e ora dovrebbe aprirsi il FORUM tra Israele e Palestina ma non solo tra loro, ma alla presenza di tutti i Paesi che si affacciano sul GRANDE LAGO SALATO CULLA DELLA CULTURA CHIAMATO MEDITERRANEO.
Ad Acaya per comunicare, conoscersi, ad Acaya per non rimanere isolati ma per mettere insieme i FRAMMENTI DI REALTA’ CHE TUTTI ASSIEME FORMANO LA VERITA’.

Per capire ciò che accade nella striscia di Gaza:

OPERAZIONE PIOMBO FUSO: Perché c’è oggi c’è la guerra tra Palestinesi e Israeliani?

Una salva di razzi Qassam ha dato inizio al conflitto tra i Palestinesi di Hamas e Israele che occupa le prime pagine dei giornali di questi giorni.
L'inizio dell'attacco da parte d'Israele è avvenuto il 27 dicembre scorso.
Ma vediamo cosa pensano i politici:
il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista a Sky Tg24 afferma: "è stato Hamas a violare unilateralmente la tregua", poi ha definito la reazione di Israele "tragica" ma ripetendo che lo Stato ebraico "ha diritto a difendersi" ed infine ha rilevato che "Sono i civili palestinesi le vere vittime di Hamas che tiene in ostaggio la striscia di Gaza".

Massimo D’Alema ieri sera a Matrix ha sostenuto la sua posizione d’equilibrio tra israeliani e palestinesi, definendo sproporzionata la reazione dei primi ai lanci di razzi dei secondi dalla striscia di Gaza, in ogni caso da lui condannati. Secondo l’ex ministro degli Esteri, non si aiuta la pace parteggiando per uno dei due popoli, così si perde solo credibilità.

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, in missione in Medio Oriente, a Ramallah ha definito "irresponsabili" e "imperdonabili" le azioni di Hamas.

il presidente degli Stati Uniti George W. Bush “Qualsiasi cessate il fuoco nella Striscia di Gaza deve prevedere la condizione che Hamas smetta di lanciare razzi contro Israele.”

Mahmoud Zahar, uno dei massimi dirigenti del Movimento di Resistenza Islamica nell'enclave ha affermato: "La vittoria e' in arrivo, ad Allah piacendo!",

La ministra degli Esteri di Israele Tzipi Livni ritiene invece utile la costituzione di una missione internazionale col compito di impedire il riarmo di Hamas tramite una rete di tunnel sotterranei lungo il confine tra Gaza e l' Egitto. Inoltre la Livni ha accusato l' Iran di armare Hamas.

Ma Daoud Kuttab, noto analista e commentatore palestinese (i suoi interventi sono pubblicati da New York Times, Washington Post, da quotidiani israeliani e giordani), avverte che l'area urbana di Gaza nella dottrina difensiva di Hamas è stata strutturata come la zona dove concentrare tutta la resistenza; case-trappola piene di esplosivo, case-bunker da cui combattere e poi fuggire con cunicoli sotterranei, razzi e mine stradali anti-carro, attentatori suicidi, cariche piazzate ai lati della strada pronte ad esplodere al passaggio di tank o soldati. Tutto questo Hamas ha preparato per accogliere l'esercito israeliano.

Padre Manuel, il Parroco palestinese di Gaza racconta la drammatica situazione di 1 milione e mezzo di persone. Se volete potete leggere la testimonianza cliccando su: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=237&ID_sezione=396&sezione= Alla fine Padre Manuel e le suore iniziano a cantano in arabo “Signore della Pace, piova su di noi la pace. Signore della pace, da pace al nostro Paese, pace. Abbi pietà, o Signore, del tuo popolo. Ti preghiamo, fa che la tua eredità non venga derisa”.

Questi i fatti e i commenti, di questi giorni, a questi fatti. Ma io che non sono un esperto in politica estera, mi sono chiesto, come penso vi siate chiesti tutti quanti voi, chi siano le persone che stanno tentando di risolvere con la violenza un problema di convivenza su una delle sponde del Mediterraneo, il grande lago salato che bagna anche le nostre coste.

Si sa che i Palestinesi non riescono a convivere con gli Israeliani. Lo sappiamo tutti. Ma adesso, questi Palestinesi di Hamas, chi sono? E che vogliono? E chi sono e che vogliono gli Israeliani?

La carta costitutiva di Hamās, scritta nel 1988, dichiara che il suo obiettivo è di "sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina", cioè di eliminare lo Stato di Israele e sostituirlo con una repubblica islamica.

Il 25 gennaio 2006, nonostante tutti i sondaggi lasciassero intendere diversamente, Ḥamās ha vinto con una larga maggioranza le elezioni legislative.
A capo del governo palestinese siede per la prima volta un leader di Ḥamās, Ismail Hanyeh. Attualmente a seguito di una serie di scontri con l'organizzazione rivale Al Fatah, Hamas ha il controllo della Striscia di Gaza.

Per capire meglio, nel 2004 e 2005 la Striscia di gaza era controllata da al-Fath (Al-Fatah o, più comunemente, Fatah ma, correttamente, al-Fatḥ, visto che in arabo al-Fatà, significa "il/la giovane"), è un'organizzazione facente parte dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Al-Fatḥ è stata fondata nel 1959 da Yāser ʿArafāt. quindi vennero indette nuove elezioni, vinte dal partito integralista Hamas, che si installò nella Striscia di Gaza. Durante il giugno del 2007 la tensione tra Hamas e al-Fath, il partito del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese residente in Cisgiordania, sfociò in scontri aperti tra le due fazioni che in pochi giorni fecero oltre un centinaio di morti.
Il 14 giugno 2007 Hamas, dopo una campagna militare efficace e violenta, conquistò la sede militare dell'ANP arrivando di fatto al controllo dell'intera Striscia di Gaza.

L'Unione europea, e allo stesso modo gli USA, considerando Hamas un'organizzazione terroristica, interruppero l'invio degli aiuti verso la Striscia di Gaza.

Iniziò contestualmente una nuova fase del conflitto tra Hamas ed Israele che vide, da parte israeliana, un embargo verso la Striscia, missioni di guerra e cosiddetti assassini mirati contro esponenti palestinesi giudicati particolarmente pericolosi per la sua sicurezza, e da parte palestinese il lancio di razzi Qassam e tiri di mortaio contro installazioni e città israeliane.

Il 1º marzo 2008, l'esercito dello Stato di Israele con l'operazione “Inverno caldo” invase direttamente l'area con forze blindate ed aeree.

Nell'ambito di una tregua di sei mesi, mediata nel giugno 2008 dall'Egitto, Hamas accettò di porre fine al lancio dei razzi in cambio di un alleggerimento del blocco da parte di Israele. La tregua è terminata il 19 dicembre.

Il 27 dicembre 2008 i vertici politici israeliani hanno lanciato l'operazione Piombo fuso contro la Striscia.