lunedì 5 gennaio 2009

SALDI: L’INGORDIGIA, L’ILLUSIONE CHE ACCAPARRANDOMI TUTTI I BENI MI COMPRO L’ETERNITA’


SALDI: L’INGORDIGIA, L’ILLUSIONE CHE ACCAPARRANDOMI TUTTI I BENI MI COMPRO L’ETERNITA’
di Antonio Bruno
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Le parole del premio Nobel 2001 all'economia Joseph Stiglitz e del professore Jean Leonard Touadì, assessore alle politiche giovanili del Comune di Roma sulla globalizzazione che richiede governi che si impegnino nella protezione delle persone, negli investimenti in educazione, tecnologia, programmi di sicurezza e che abbiamo una visione integrale e non solo economica della persona umana.
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Non c’è da avere la sfera di cristallo per leggere i dati e divenire consapevoli che i Paesi poveri del Mondo sono sempre più poveri e i Paesi ricchi sempre più ricchi. In tutto il Mondo l’ingiustizia aumenta e in generale i Ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
La globalizzazione, ovvero la crescita progressiva delle relazioni e degli scambi a livello mondiale in diversi ambiti con l’effetto di una decisa convergenza economica e culturale tra i Paesi del mondo, ha fatto crescere le ineguaglianze tra le persone umane della Terra.
E’ assodato che la divisione dei compiti tra le persone umane produce ricchezza che questa ricchezza, una volta prodotta, va distribuita a tutte le persone umane. In questa visione il denaro dovrebbe andare dai ricchi verso i poveri per favorire la vita di tutte le persone umane, perché tutti abbiamo diritto a vivere!
Quella che vedete sotto è la classifica degli uomini più ricchi d’Italia secondo la rivista statunitense Forbes.

Posizione
Nome
Patrimonio (in miliardi di dollari)
Posizione Mondiale
Fonte
1
Michele Ferrero & famiglia
11,0
68
Ferrero
2
Leonardo Del Vecchio
10,0
77
Luxottica
3
Silvio Berlusconi & famiglia
9,4
90
Fininvest
4
Giorgio Armani
5,0
203
Giorgio Armani S.p.A.
5
Carlo, Giuliana, Gilberto e Luciano Benetton
2,9 (ciascuno)
396
Edizione Holding, Sintonia
5
Mario Moretti Polegato
2.9
396
Geox
10
Francesco Gaetano Caltagirone
2.6
446
Caltagirone S.p.a
11
Stefano Pessina
2,3
524
Alliance Boots
12
Ennio Doris & famiglia
2,1
573
Mediolanum
13
Silvio Scaglia
1,2
962
Fastweb

Ve l’immaginate voi questi uomini davanti ai semafori che vi chiedono di lavarvi i vetri? Vi immaginate questi uomini fuori dalle Chiese che vi chiedono l’elemosina?

Invece a livello mondiale, o come sin usa dire oggi GLOBALE, accade proprio questo!
Infatti possiamo dedurre dai flussi di ricchezza che ci sono nel mondo che il danaro va dai paesi POVERI ai paesi ricchi!
Capite?
I poveri danno soldi ai ricchi per aiutarli a vivere meglio?
E’ come se tutti noi dessimo continuamente soldi a queste tredici famiglie ricche italiane per aiutarle a vivere meglio, per fare in modo che anche loro, poverini, abbiano una vita dignitosa.
E' il colmo!
Nel Mondo ogni giorno ci sono Pesi che vanno in crisi. Tu dirai: “Non si danno da fare!” oppure “Non sanno gestire la loro ricchezza!” oppure “Non hanno voglia di lavorare!” o ancora “sono degli irresponsabili hanno un malgoverno!”.
Ma oggi nel mondo sono la maggior parte dei Paesi che sono poveri e che hanno problemi e vanno in crisi ed ecco che non basta più pensare che siano problemi e responsabilità di quei Paesi, quando vi è una generalizzazione così diffusa bisogna cominciare a pensare che si tratta di un problema di sistema.
E’ come se ti vedessi!
Se non hai già smesso di leggere e sei arrivato a questo punto ti starai dicendo che sono cose risapute, che si parla sempre di questo, che da che mondo è mondo si è tentato di risolvere il problema della povertà senza successo e che parlare è facile ma che sino a questo punto del mio scritto non ho dato la benché minima indicazione di come, secondo la mia opinione, si potrebbe risolvere il problema.
A tale proposito è interessante quanto afferma il premio Nobel 2001 all'economia Joseph Stiglitz in tema di lavoro e globalizzazione:
“Non esiste una risposta semplice, ma ciò che è chiaro è che dobbiamo aumentare la produttività verso coloro che sono più deboli dandogli più educazione, migliorando la tecnologia, per rimuovere queste pressioni che li spingono verso il basso, per riconoscere che necessitano di migliori strumenti per la sicurezza, migliori programmi di formazione per il lavoro e in un mondo in cui, quelli più in basso scivolano sempre più in giù e quelli al vertice stanno sempre meglio c’è necessità di redistribuzione della ricchezza, di più progressività nella tassazione e nei programmi sociali. Sfortunatamente stiamo facendo l’opposto, troppo spesso si usa la globalizzazione come scusa per dire che dobbiamo tagliare le protezioni e i programmi sociali. E dunque in questa situazione in cui gli individui vedono che la loro posizione economica peggiora, che il supporto dello Stato peggiora, abbiamo le proteste dei giovani, come ad esempio in Francia, contro i tagli ai loro stipendi e ai loro programmi sociali. A questi giovani hanno risposto che è la globalizzazione a richiedere tutto questo. E questi giovani si sono grattata la testa e hanno replicato che gli avevano detto che la globalizzazione avrebbe portato vantaggi, e che non si spiegavano come potrebbero fare a portare vantaggi minori stipendi e minore protezione sociale. E hanno ragione! A volte viene detto che dobbiamo avere pazienza e aspettare i risultati di lungo termine, perché staremo meglio. Un famoso detto di Keynes, grande economista del XX secolo dice SUL LUNGO PERIODO SAREMO TUTTI MORTI! Il fatto è che sono trent’anni che gli stipendi più bassi si stanno riducendo e non vedranno nella loro vita i loro redditi e protezione sociale aumentare e forse neanche in quella dei loro figli. E questo conferma il fatto che dobbiamo governare attivamente non passivamente, questo processo che sta aumentando il divario all’interno e tra le Società. Pochi Paesi hanno capito l’importanza di questo, la Cina nel suo undicesimo piano quinquennale è molto esplicita affermando SIAMO RIUSCITI A RIDURRE LA POVERTA’ MA NON IL GAP TRA RICCHI E POVERI e hanno messo al centro del loro programma economico miglioramenti nell’educazione, nella tecnologia rispondendo, nel loro caso, alle opportunità offerte dalla globalizzazione. La Scandinavia probabilmente sta facendo il lavoro migliore, nella protezione delle persone, negli investimenti in educazione, tecnologia, programmi di sicurezza, ma c’è un acceso dibattito sull’opportunità di ridurre ma molti Paesi Scandinavi non lo fanno per cui esiste un dibattito. Ma anche con una riduzione avrebbero, comunque, livelli di investimenti molto più alti degli Stati Uniti, hanno un sistema molto migliore di quello degli Stati Uniti. Infatti negli Stati Uniti se perdi il lavoro non solo non hai più lo stipendio, ma neanche l’assicurazione medica, devi diventare talmente malato per avere una qualsiasi assistenza medica. Quindi gli Stati Uniti, nell’affrontare questi problemi, si trovano ad un estremo, mentre la Scandinavia rappresenta, al contrario, il miglior modello di tutti del modo di affrontare i problemi della globalizzazione.”
Ma a questo proposito è interessante anche quanto dichiarato dal professore Jean Leonard Touadì, assessore alle politiche giovanili del Comune di Roma, che lo scorso 16 novembre all’Istituto “Cristo Re” ha tenuto un convegno organizzato dalla Rete Lilliput e dalla Caritas Diocesana sul tema della globalizzazione e i suoi effetti che ha dichiarato “ La globalizzazione è prima di tutto la globalizzazione delle merci, la globalizzazione della finanza e della grande speculazione finanziaria e non ha portato nulla ai territori più lontani e più poveri. Il sistema funziona perché coloro che sono più ricchi siano sempre più ricchi senza badare a coloro i quali non riescono a seguire il ritmo della globalizzazione. E’come un treno in cui ci sono alcuni seduti confortevolmente dentro e che chiedono che il terno vada più veloce e altri invece aggrappati fuori che chiedono che il treno rallenti. I giovani non devono accettare la filosofia dell’Homo economicus ovvero dell’uomo solo nella sua dimensione economica, quella unica dimensione economica e quindi consumistica perché in questo modo rischia di lasciare da parte le dimensioni valoriali, le dimensioni delle relazioni, la dimensione culturale. Quindi riscoprire la dimensione integrale, quella dell’economia, dello sviluppo dove insieme c’è l’aspetto economico ma anche quello ecologico, quello della Giustizia sociale e della cultura.”
Ma la febbre del consumo non ci abbandona, ed è proprio di questi giorni al notizia dell’enorme successo dei Saldi. Dopo la fase depressiva dei consumi prima delle feste dall’altro giorno è inziato un vero e proprio assalto ai negozi per i saldi.
E dopo i saldi arrivano le griffe a rate, ovvero finanziamenti a tasso zero per le nuove collezioni. Consumare, consumare è il grido che si alza dalla nostra bocca, sempre di più in un peccato che da sempre ha infestato la vita delle persone umane, L’INGORDIGIA: L’ILLUSIONE CHE ACCAPARRANDOMI TUTTI BENI MI COMPRO L’ETERNITA’.

L’intervista al premio Nobel 2001 all'economia Joseph Stiglitz:
http://dailymotion.alice.it/video/xyjto_beppegrilloit-lavoro-e-globalizzazi_business

L’intervista al professore Jean Leonard Touadì, assessore alle politiche giovanili del Comune di Roma:

http://dailymotion.alice.it/related/x3jw0k_la-globalizzazione-e-i-suoi-effetti_news/video/x3jvvp_luomo-non-solo-economicus_news

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