giovedì 15 gennaio 2009

La Pace? Un biglietto per accedere allo spettacolo della vita.

La Pace? Un biglietto per accedere allo spettacolo della vita.
di Antonio Bruno
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Un viaggio all’interno e nel profondo di me stesso durante una fiaccolata per dire no alla guerra e alla violenza, per fare una scelta di pace anche attraverso la musica, poesie, letture che si è svolta giovedì 15 gennaio alle 17.30, in Piazza Duomo a Lecce, la manifestazione è stata promossa da Missionari Comboniani, Arci, Azione Cattolica, Comitato per la difesa dei diritti degli immigrati, Agesci, Caritas, Mondo Azzurro, Cnis, Officine Che Ca Tuglie, Associazione La Fabbrica dei gesti, Associazione di donne idea, Specimen, Vento di scirocco Parabita, CSV Salento
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Mi ha chiamato l’altro ieri il mio Presidente nonché amico carissimo e fratello in Cristo Massimo Vergari per notiziarmi di alcuni aspetti organizzativi dell’Azione Cattolica Diocesana e per avvisarmi dell’evento sulla Pace di cui noi dell’Azione Cattolica eravamo tra i promotori. Io ci sono andato. Prima l’adorazione al Santissimo Sacramento all’interno della Cattedrale, mi hanno stupito le parole dense che accompagnavano la riflessione e mi ha meravigliato l’ascolto della lettura degli Atti degli Apostoli in cui Paolo racconta la sua conversione. Poi in Piazza dove l’evento aveva avuto inizio. Non so come definirlo, una speranza, un auspicio, una celebrazione, ma questo attimo infinito a Lecce in piazza Duomo oggi 15 gennaio 2009 è un modo perché io possa contribuire a esprimere il mio desiderio di Pace, direi meglio il mio APPETITO DI PACE o, se volete, la mia voglia di Pace. Un anelito, un desiderio forte, prepotente che non ascolta ragioni e quindi non va bene. C’è il primato della ragione, quindi devo rendere ragione della forza che mi spinge alla Pace, devo essere consapevole delle motivazioni per informare le mie azioni consapevolmente. Come posso fare di più per la Pace, se dentro di me , all’interno e nel profondo, sono sensibile alla voglia di prevalere? Io lo so perché la mimesi, la mia innata attitudine ad imitare chi è felice, mi porta a considerare modello imitabile quello propostomi da chi considero felice attribuendo la ragione della felicità a qualcuno o a qualcosa che possiede questa persona, ed ecco che la voglia di prevalere scatta nell’illusione di divenire felice dopo che l’azione mi porterà a prevalere su quell’altra persona felice e invece tale modello porta solo morte e distruzione, porta all’omicidio, porta alla guerra. E’ paradossale che, dalle parole di chi io ritengo felice, all’opposto delle mie credenze, traspare invece tutta l’insoddisfazione possibile e immaginabile. Tale espressione dovrebbe farmi ricredere, che dovrebbe farmi considerare che quell’uomo, quella persona umana su cui intendo prevalere, non è felice e con ogni probabilità commette il mio stesso errore di valutazione volendo prevalere su qualche altra persona umana che lui ritiene, a torto, felice. Se solo considerassi questa infelicità di chi subisce la mia azione per prevalere tutto muterebbe. Mi sono chiesto se potevo fare qualcosa per essere assunto nella grande Impresa della Costruzione della Pace. Mi sono chiesto cosa potesse mettermi in condizione di fare il costruttore di pace. Mi sono domandato se il fatto incontestabile di essere sensibile alla sete del possesso a alla brama del potere mi escludesse, in un certo modo, dal fare il costruttore di Pace. Ma qui è accaduto che mi sono reso conto che, la capacità che ho di osservare in me sia la sete del possesso che la brama del potere, mi porta alla libertà. Posso affermare di essere libero ogni volta che durante le mie giornate appare una motivazione di possesso o di potere che informano una mia possibile azione e io la vedo chiara e posso scegliere tra questa motivazione e il suo opposto. Cosa sia il suo opposto ne scriverò tra poco. L’altro segnale che appare chiaro ai miei occhi è quello dei miei interessi materiali che, come fossero un seme piantato nella fertile terra della mia anima, fanno crescere la malerba delle aspettative. Quando osservo quel seme è come se la terra della mia anima rinunciasse a nutrirlo con l’acqua e con il concime del mio entusiasmo e la malerba delle aspettative non cresce, oppure cresce in maniera stentata, facendo divenire la malerba gracile, sofferente e subito esclusa dal mio profondo alla prima folata d’amore! Le persone umane che ieri sera erano in Piazza Duomo a Lecce hanno detto a se stesse queste cose ieri sera. L’hanno detto a se stesse e hanno detto a tutti che, a te che mi leggi, e a chi è venuto a stare insieme a noi, CONVIENE osservare l’attaccamento a qualunque cosa, che a te che mi leggi CONVIENE cogliere NEL TUO PROFONDO gli interessi e le aspettative per comprendere la sete di possesso e la brama di potere. Tu che mi leggi puoi dirti che CONVIENE DIVENTARE consapevole PERCHE’ POI POTRAI SCEGLIERE. Mi permetti di fare il profeta? Posso far finta di essere il Mago del Salento? Io ti predico che nello stesso istante in cui diventerai consapevole che puoi scegliere tra le motivazioni dell’attaccamento, del possesso e della sete di potere e la vita semplice, immersa in questo istante eterno che tutto sintetizza, tu non potrai che scegliere la vita, solo la vita!
Leggi attentamente queste mie povere parole e la tua vita sarà diversa da prima, sarà vita vera, sarà vita eterna.



L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato.Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato.
M. K. Gandhi

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