giovedì 1 gennaio 2009

Narrazione o Mistificazione?



Narrazione o Mistificazione?
di Antonio Bruno

Scrivete, noi leggiamo tutto. Per caso, in automobile e di ritorno dalle faccende di lavoro, incappai in questo splendido “a parole mie”.
Sulle prime non collegavo la voce al volto del conduttore ma poi, l’altro giorno, in uno dei mille spot della rai vedo il volto di Umberto Broccoli. Ah! Ecco chi è quella persona che mi tiene compagnia quando rientro dai fortunali giornalieri delle relazioni umane, sempre insidiose, anche se indispensabili.
Ma c’è internet e la possibilità di scaricarsi tutto e ascoltare nel mio comodo studio questo amico che mi narra dal ponte della “Fortuna Maris” i suoi viaggi all’interno del grande lago salato che è il Mediterraneo.

Lui mi racconta cose antiche facendole riapparire. Finalmente ecco che Umberto Broccoli mi propone la narrazione che non riuscì a raggiungermi, così come avrebbe dovuto e, dico io, voluto. Si perché la narrazione ha una vita sua, come quella che ha fatto arrivare sino a me Ulisse e, più importanti ancora di lui, i suoi Viaggi. Quella narrazione che, andata persa nei passaparola, oppure omessa per chissà quali oscuri motivi, si contrae in uno spazio infinito senza tempo alla ricerca di una volontà che la decodifichi a me, che me la faccia di nuovo arrivare per poter continuare a vivere in questo spazio tempo e in quello che verrà attraverso il mio narrare.

C’è stato Riccardo Petrella che mi ha spiegato lo scopo dell’omissione della narrazione. Mi ha spiegato le pieghe della mistificazione, che hanno bisogno del vuoto della memoria per poter attecchire e rappresentare una realtà ipnotica che non esiste e che è appunto mistificazione.
Insomma qualcosa o qualcuno vorrebbe impedire la narrazione. Come in quel film “La storia infinita” del 1984 che andai a vedere a Bari laddove ero trattenuto in una Caserma la “Rossani” in Via Giulio Petroni, che adesso non esiste più e che, anche lei, attende di essere narrata. Solo che nel film diretto dal regista Wolfgang Petersen tratto dal romanzo omonimo di Michael Ende si dice che “Il Regno di Fantasia” rischia di morire invece Qui e Ora in assenza della narrazione MUORE LA REALTA’. Perché quel qui e ora è la summa di ciò che fu e di ciò che sarà, tutto è qui e ora. Capisco che è assolutamente ineffabile ciò che intendo esprimere e la mia temerarietà di narrare l’ineffabile unita alla mia assoulta inadeguatezza sicuramente mi rende ridicolo o, peggio, patetico.
Ma non mi fermo e così come fece Atreju in groppa al suo cavallo Artax con il quale iniziò la sua ricerca per le terre di Fantasia, io Antonio sul mio Cavallo “Blog” ho iniziato la mia ricerca per le terre della narrazione.

Perché non so se ve ne siete accorti c’è tanta gente che annuncia che ci sarà questo spettacolo, oppure che annuncia che ci sarà questo Convegno, riferisce degli organizzatori e dei contenitori ma nessuno narra ciò che accade in quei Convegni o in quegli spettacoli, nessuno li racconta e quindi è come se non fossero mai accaduti e, di conseguenze le Verità che vi vengono comunicate rimangono celate all’umanità che può invece essere raggiunta dalla mistificazione di chi intende rappresentare come realtà ciò che realtà non è.

La narrazione è soprattutto parola, per questo prima lo devi raccontare a tutti quelli che ti danno ascolto. A me capita di rincontrali e, da quando narro, sentirmi chiedere ancora racconti, narrazioni della realtà. Mi chiedo se preferiscono il mio racconto alla visione diretta, allo svolgimento dell’avvenimento. Io ne faccio dei report, e come noto, per forza di cose la mia narrazione ha nel suo interno omissioni oppure imprecisioni.
Caro Broccoli però ho notato che da quando narro quello a cui assisto ho una comunità vicina che mi ascolta e che, a sua volta, mi narra frammenti di realtà che si innestano perfettamente nella mia narrazione facendola divenire narrazione di gruppo prima , e poi a patrimonio comune di fatto, dell’intera comunità di persone umane che frequento abitualmente, ma da quando lo scrivo la comunità si allarga, magari non per tutto, per alcuni argomenti specifici, ed ecco che la narrazione si amplia divenendo essa stessa realtà.
Allora cos’è che distingue la narrazione della Realtà dalla Mistificazione? Tutte e due sono il racconto di una persona umana ad altre persone umane di ciò che i sensi percepiscono.
Cos’è che distingue ciò che è narrazione da ciò che è mistificazione?
Caro Broccoli mi è venuta così questa domanda e, intenzionalmente la lascio senza risposta. Perché a ogni domanda c’è una risposta di ogni persona umana. Narriamoci queste risposte, perché dall’integrazione di questi infiniti frammenti di realtà venga fuori la verità. Ciò stesso è una delle possibili risposte e non ho potuto omettere la sua scrittura perchè le dita sulla tastiera mi impediscono di fermare il flusso comunicativo.
Lei che sulla Fortuna Maris naviga in questa culla dell’umanità che assume il nome di Mediterraneo, nei suoi incontri con persone di popoli diversi, abbia la compiacenza di narrarmi le risposte a questa domanda.
Cordialmente
antonio bruno


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