martedì 6 gennaio 2009

Una proposta per la pace tra GAZA e ISRAELE

Una proposta per la pace tra GAZA e ISRAELE
di Antonio Bruno

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Con la forza della reciproca conoscenza e attraverso la comunicazione costante dello strumento formidabile del FORUM PER LA PACE NEL MEDITERRANEO di Acaya in provincia di Lecce http://ilmediterraneoperlapace.wordpress.com/ , si può ricomporre qualunque conflitto.
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Vi propongo la spiegazione che ho dato a mia figlia quando, dopo aver sentito un servizio al Telegiornale sulla Guerra tra Israele e Palestina, mi ha chiesto perché queste persone si ammazzavano fra di loro.
Io gli ho raccontato di quel mio amico che si chiama Israele, che era figlio unico e che, giunto a 18 anni, dopo aver conseguito la licenza liceale, si iscrisse all’Università a Bologna alla Facoltà di Agraria perché intendeva proseguire la sua attività gestendo l’Azienda Agricola paterna. Israele, durante la permanenza a Bologna vide giungere i suoi genitori che gli annunciarono che, dopo tanti anni, la madre era rimasta di nuovo incinta e che presto sarebbe nato un fratellino.
La cosa lasciò abbastanza indifferente il mio amico Israele perché lui all’epoca era a Bologna attivissimo e integrato in quel tessuto sociale.
Nacque un bel bambino che i genitori di Israele chiamarono Palestina. Palestina cresceva bello e forte e sin dalla più tenera età andava con il padre in campagna. Gli piaceva l’odore della terra, la bruma mattutina. Gli piaceva quel lavoro che lo metteva a contatto ogni giorno con la natura e che gli faceva ammirare la bellezza del Creato.
Israele nel frattempo era divenuto professore e viveva felice a Bologna dove insegnava l’agricoltura agli studenti.
Tutto sembrava scorrere tranquillo e anche gli anni passarono tranquilli come i protagonisti della nostra storia. Israele pensava sempre alla casa dove aveva vissuto i primi anni della sua vita e ogni tanto ci tornava per le vacanze.
Poi accadde che i colleghi invidiosi ordirono una trappola contro Israele e lo fecero cacciare dall’Università.
A Israele, che in quegli anni aveva vissuto le pene dell’inferno, non restò nulla, aveva perso tutto. Fu così che si ricordò dell’eredità lasciatagli dal padre e anche se, sino ad allora se ne era completamente disinteressato, volle di nuovo l’azienda paterna. Fece causa a Palestina che nel frattempo aveva pensato a tutto lui e la Legge gli consentì di riprendere possesso della parte che gli spettava.
Gli ambienti che aveva frequentato Israele erano diversi da quelli che aveva frequentato Palestina e, per questo motivo, erano linguaggi diversi e valori diversi che informavano l’azione dei due fratelli.
Ci furono un incomprensione dopo l’altra e prima cominciarono con le discussioni, poi con i dispetti e infine andarono a finire alle mani.
E ancora oggi Israele e Palestina, anche se vivono entrambi nella stessa terra, si fanno dispetti a non finire perché uno vuole cacciare l’altro, addirittura il fratello vorrebbe ammazzare l’altro fratello per poter avere la terra tutta per se.
Le ragioni remote e di oggi che causano il conflitto Arabo – Israeliano sono tutte qui. Non riescono a comunicare, non riescono a vivere insieme. Addirittura si fa di tutto per interrompere la comunicazione per ottenere l’effetto della PAURA DELL’ALTRO, per ottenere la conseguente aggressività che informa e motiva l’azione violenta.
Nessuno si sente un aggressore prepotente, tutti si sentono vittime della violenza e, paradossalmente si difendono dalla violenza proprio con ciò che ha causato la loro motivazione ovvero la violenza stessa.
Un paradosso che consente di mistificare la REALTA’ per IGNORANZA. Nessuno è cattivo. C’è solo un meccanismo che funziona in maniera tale da scatenare la violenza e la guerra che porta ad ammazzarsi fratelli con fratelli, che porta all’OMICIDIO!
Ad Acaya alcuni uomini e donne guidati dal Dott. Giulio Cesare Giordano hanno costituito il FORUM PERMANENTE DELLA PACE.
Qui ora ci si dovrebbe mettere insieme tutti per comunicare, per conoscersi e per giungere a vivere insieme sulla faccia della terra.
Qui e ora dovrebbe aprirsi il FORUM tra Israele e Palestina ma non solo tra loro, ma alla presenza di tutti i Paesi che si affacciano sul GRANDE LAGO SALATO CULLA DELLA CULTURA CHIAMATO MEDITERRANEO.
Ad Acaya per comunicare, conoscersi, ad Acaya per non rimanere isolati ma per mettere insieme i FRAMMENTI DI REALTA’ CHE TUTTI ASSIEME FORMANO LA VERITA’.

Per capire ciò che accade nella striscia di Gaza:

OPERAZIONE PIOMBO FUSO: Perché c’è oggi c’è la guerra tra Palestinesi e Israeliani?

Una salva di razzi Qassam ha dato inizio al conflitto tra i Palestinesi di Hamas e Israele che occupa le prime pagine dei giornali di questi giorni.
L'inizio dell'attacco da parte d'Israele è avvenuto il 27 dicembre scorso.
Ma vediamo cosa pensano i politici:
il ministro degli Esteri Franco Frattini in un'intervista a Sky Tg24 afferma: "è stato Hamas a violare unilateralmente la tregua", poi ha definito la reazione di Israele "tragica" ma ripetendo che lo Stato ebraico "ha diritto a difendersi" ed infine ha rilevato che "Sono i civili palestinesi le vere vittime di Hamas che tiene in ostaggio la striscia di Gaza".

Massimo D’Alema ieri sera a Matrix ha sostenuto la sua posizione d’equilibrio tra israeliani e palestinesi, definendo sproporzionata la reazione dei primi ai lanci di razzi dei secondi dalla striscia di Gaza, in ogni caso da lui condannati. Secondo l’ex ministro degli Esteri, non si aiuta la pace parteggiando per uno dei due popoli, così si perde solo credibilità.

Il presidente francese, Nicolas Sarkozy, in missione in Medio Oriente, a Ramallah ha definito "irresponsabili" e "imperdonabili" le azioni di Hamas.

il presidente degli Stati Uniti George W. Bush “Qualsiasi cessate il fuoco nella Striscia di Gaza deve prevedere la condizione che Hamas smetta di lanciare razzi contro Israele.”

Mahmoud Zahar, uno dei massimi dirigenti del Movimento di Resistenza Islamica nell'enclave ha affermato: "La vittoria e' in arrivo, ad Allah piacendo!",

La ministra degli Esteri di Israele Tzipi Livni ritiene invece utile la costituzione di una missione internazionale col compito di impedire il riarmo di Hamas tramite una rete di tunnel sotterranei lungo il confine tra Gaza e l' Egitto. Inoltre la Livni ha accusato l' Iran di armare Hamas.

Ma Daoud Kuttab, noto analista e commentatore palestinese (i suoi interventi sono pubblicati da New York Times, Washington Post, da quotidiani israeliani e giordani), avverte che l'area urbana di Gaza nella dottrina difensiva di Hamas è stata strutturata come la zona dove concentrare tutta la resistenza; case-trappola piene di esplosivo, case-bunker da cui combattere e poi fuggire con cunicoli sotterranei, razzi e mine stradali anti-carro, attentatori suicidi, cariche piazzate ai lati della strada pronte ad esplodere al passaggio di tank o soldati. Tutto questo Hamas ha preparato per accogliere l'esercito israeliano.

Padre Manuel, il Parroco palestinese di Gaza racconta la drammatica situazione di 1 milione e mezzo di persone. Se volete potete leggere la testimonianza cliccando su: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=237&ID_sezione=396&sezione= Alla fine Padre Manuel e le suore iniziano a cantano in arabo “Signore della Pace, piova su di noi la pace. Signore della pace, da pace al nostro Paese, pace. Abbi pietà, o Signore, del tuo popolo. Ti preghiamo, fa che la tua eredità non venga derisa”.

Questi i fatti e i commenti, di questi giorni, a questi fatti. Ma io che non sono un esperto in politica estera, mi sono chiesto, come penso vi siate chiesti tutti quanti voi, chi siano le persone che stanno tentando di risolvere con la violenza un problema di convivenza su una delle sponde del Mediterraneo, il grande lago salato che bagna anche le nostre coste.

Si sa che i Palestinesi non riescono a convivere con gli Israeliani. Lo sappiamo tutti. Ma adesso, questi Palestinesi di Hamas, chi sono? E che vogliono? E chi sono e che vogliono gli Israeliani?

La carta costitutiva di Hamās, scritta nel 1988, dichiara che il suo obiettivo è di "sollevare la bandiera di Allah sopra ogni pollice della Palestina", cioè di eliminare lo Stato di Israele e sostituirlo con una repubblica islamica.

Il 25 gennaio 2006, nonostante tutti i sondaggi lasciassero intendere diversamente, Ḥamās ha vinto con una larga maggioranza le elezioni legislative.
A capo del governo palestinese siede per la prima volta un leader di Ḥamās, Ismail Hanyeh. Attualmente a seguito di una serie di scontri con l'organizzazione rivale Al Fatah, Hamas ha il controllo della Striscia di Gaza.

Per capire meglio, nel 2004 e 2005 la Striscia di gaza era controllata da al-Fath (Al-Fatah o, più comunemente, Fatah ma, correttamente, al-Fatḥ, visto che in arabo al-Fatà, significa "il/la giovane"), è un'organizzazione facente parte dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Al-Fatḥ è stata fondata nel 1959 da Yāser ʿArafāt. quindi vennero indette nuove elezioni, vinte dal partito integralista Hamas, che si installò nella Striscia di Gaza. Durante il giugno del 2007 la tensione tra Hamas e al-Fath, il partito del presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese residente in Cisgiordania, sfociò in scontri aperti tra le due fazioni che in pochi giorni fecero oltre un centinaio di morti.
Il 14 giugno 2007 Hamas, dopo una campagna militare efficace e violenta, conquistò la sede militare dell'ANP arrivando di fatto al controllo dell'intera Striscia di Gaza.

L'Unione europea, e allo stesso modo gli USA, considerando Hamas un'organizzazione terroristica, interruppero l'invio degli aiuti verso la Striscia di Gaza.

Iniziò contestualmente una nuova fase del conflitto tra Hamas ed Israele che vide, da parte israeliana, un embargo verso la Striscia, missioni di guerra e cosiddetti assassini mirati contro esponenti palestinesi giudicati particolarmente pericolosi per la sua sicurezza, e da parte palestinese il lancio di razzi Qassam e tiri di mortaio contro installazioni e città israeliane.

Il 1º marzo 2008, l'esercito dello Stato di Israele con l'operazione “Inverno caldo” invase direttamente l'area con forze blindate ed aeree.

Nell'ambito di una tregua di sei mesi, mediata nel giugno 2008 dall'Egitto, Hamas accettò di porre fine al lancio dei razzi in cambio di un alleggerimento del blocco da parte di Israele. La tregua è terminata il 19 dicembre.

Il 27 dicembre 2008 i vertici politici israeliani hanno lanciato l'operazione Piombo fuso contro la Striscia.

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