mercoledì 14 maggio 2008

ESPERA, nne etimu sta espera


ESPERA, nne etimu sta espera
Non posso abbandonare il dialetto di San Cesario di Lecce, ieri sera ne ho avuto la conferma quando Alfredo dell’Era o Gino Dato, non ricordo bene chi dei due, ma certamente è stato uno dei due, ha citato Espero. Poi ha spiegato che trattasi della prima stella della sera.
Noi di San Cesario di Lecce quando ci dobbiamo vedere di pomeriggio (vedete in italiano il tempo che va dallo zenit del sole al tramonto è maschile e che aridamente significa post meridianum ovvero dopo mezzogiorno) diciamo “nne etimu sta ESPERA” espera, una parola che evoca la stella che diviene visibile, luminosa man mano che il sole diviene meno luminoso. La prima stella della sera ma anche la stella del mattino.
Nne etimu sta espera! Una periodo che si lega a una stella che appare all’inizio e alla fine di questo tempo, un modo di definire le cose fantastico!
Come posso abbandonare una fonte infinita di suggestioni come questa?

1 commento:

monastero.invisibile ha detto...

Espero (già il nome....) gia`, il nome... (per chi ne avesse curiosita`) il nome e ` quello della stella (Espero, appunto) la cui luminosita` si evidenzia al calar dell'astro maggiore = il Sole, percio`, per gli antichi naviganti durante la notte era di orientamento - e` visibile ancora di mattina presto (fin a quando la sua luminosita` e` di nuovo superata da quella dei raggi del Sole (ri)nascente), percio` e` detta anche "la stella del mattino". Gli antichi identificavano la stella Espero con la dea Venere percio` e` detta anche "la stella di Venere".