sabato 23 agosto 2008


La Notte della Taranta: il recupero del senso della fondazione del Mondo
La Notte della Taranta: il recupero del senso della fondazione del Mondo
di Antonio Bruno

Non capisco, ma mi adeguo. Questa simpatica frase coniata da una trasmissione televisiva voluta da Renzo Arbore si adatta al mio stato d’animo rispetto all’evento della Notte della Taranta
http://www.lanottedellataranta.it/index.php svoltosi ieri a Melpignano e che ho visto un pochino in tv grazie alla sempre presente Telerama e di cui ho letto sulla stampa di oggi.
A Melpignano vengono 100.000 persone per una festa di pace e di musica che mi ricorda tanto i concerti che scorrono nelle TV Satellitari Arabe.
Mia figlia guarda Rai Gulp perché in quella TV ci stanno i cartoni e io ogni tanto, gli rubo il telecomando (guardate che fregare mia figlia è impresa eccezionale e impossibile) e dopo aver conquistato lo scettro del potere faccio delle scorribande sul satellite e siccome ho accesso ai canali in chiaro passo da un canale Arabo all’altro toccando sia quelli Asiatici che Africani.
Bene! Quelle feste, i ritmi e le voci sono incredibilmente simili a quelli della Notte della Taranta, tanto che sarebbe opportuno che il buon Sergio Blasi con la sua fondazione prendesse in seria considerazione la possibilità di divenire ambasciatore del Salento presso quei popoli e suggerirei alla nostra Provincia, guidata dal saggio Senatore Giovanni Pellegrino, di dare a Blasi questo incarico.
Qualunque sia il colore politico dell’Amministrazione Provinciale la tenacia e la testardaggine di Blasi è la carta vincente per un rapporto con l’Islam che oggi è demandato solo ai nostri militari che sono in Libano e in Afghanistan.
Magari si potrebbe iniziare da li a metter in atto quello che è la funzione degli
“affari esteri” ovvero cominciare un discorso di collaborazione economica e di scambi commerciali con quei paesi per poi arrivare agli scambi culturali che consentano a queste persone di venire a contatto con la nostra cultura che è estranea ad esempio al fenomeno delle “spose bambine” che pure c’erano nella nostra Provincia di Lecce quando ero ragazzo (sto riferendo cose di quarant’anni fa, ovvero i favolosi anni 60). Vi ricordate le ragazze giovanissime che fuggivano da casa con l’innamorato? Sembra di riferire di argomenti della preistoria ma allora sedicenni e quindicenni che scappavano di casa, la maggior parte delle volte in attesa di un bambino, erano all’ordine del giorno.
Era il bollettino giornaliero quello della comare che bussava a casa perché chiedeva il prezzemolo e poi furtivamente riferiva a mia madre: “ se nn’ha fusciuta la figghia te lu totu cu lu figgiu te la tunatuccia!” (traduzione: sono scappati di casa la figlia di Salvatore con la figlia di Donata).
Inutile riferire dell’UNICEF e dell’opuscolo sul fenomeno delle Spose bambine che potete consultare in questi URL

http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/4019


http://assets.unicef.ch/downloads/20_02_lm_08_i.pdf


La foto 2007 dell'Unicef mostra il fidanzamento in Afghanistan della bambina afgana Ghulam che posa accanto al marito Faiz Mohammed col turbante e la barba folta, come si può osservare nella foto la bambina afgana Ghulam, intimorita e diffidente, volge lo sguardo verso di lui. E’ da sottolineare che è invece imperturbabile l'occhiata dell'uomo verso la fotocamera. Lo sposo ha 40 anni, la moglie appena 11. Secondo l'UNICEF, sono circa 60 milioni le ragazze nel mondo che si sposano in età adolescenziale. Metà di esse sono in Asia meridionale.
Se il buon Sergio Blasi potesse dare un contributo attraverso la “Notte della Taranta” di vero e proprio Ministro degli Affari Esteri del Salento che intesse relazioni commerciali ed economiche con quelle terre sicuramente si innescherebbe un accoglienza che favorirebbe l’incontro tra le nostre due culture.
Ma per non rimanere nel vago in che modo si potrebbe innescare il discorso della collaborazione commerciale con
queste terre di Oriente, del Vicino Oriente?
Gabriella Colarusso oggi su Repubblica ci da la chiave per capire di cosa vado cianciando in questo mio povero scritto:
“Per capire il paradosso basterebbe una vignetta pubblicata dall’Herald Tribune: un uomo ricco e in soprappeso fa benzina a un distributore di bioetanolo. Due ragazzine magre e smunte chiedono l’elemosina tenendo in mano un piatto vuoto. E lui: Non posso sono impegnato. Sto salvando il pianeta”.
Capite? Il nostro Sergio Blasi che ha messo al centro dei suoi 2.000 abitanti l’uomo con le sue tradizioni, ma anche con le sue contraddizioni, che contro ogni logica di mercato ha
permesso che il suo “meno di un quartiere” Melpignano divenisse il luogo dell’incontro per 100.000 persone umane è il messaggero più idoneo per riconquistare il contatto con la realtà che impedisca quello che sembra una storiella ma che invece è la triste realtà che ci sta attraversando tutti che genera la morte di centinaia di persone che attraversano il mediteranno per venire in cerca in Italia della terra promessa.
Secondo la banca Mondiale 100 MILIONI di persone umane nel mondo rischiano la fame a causa dell’emergenza cibo.
In questi paesi le persone che poi prendono la via della migrazione spendono il 70 – 80% del loro reddito per il cibo.
Tutto questo riferisce Gabriella Colarusso nell’articolo di oggi su Repubblica. Lei si diffonde nel riferire ciò che i maggiori analisti mondiali hanno elaborato per individuare le cause di
tutto questo e la risposta sembra propendere non tanto nell’utilizzo dei cereali per ricavare bioetanolo quanto nell’utilizzo del terreno agricolo del mondo per produrre alimenti per gli animali che poi costituiscono la dieta che porta a quell’obeso americano, ma anche italiano ed europeo di cui Gabriella Colarusso ha riferito all’inizio del sui pezzo.
E che potrebbe fare “La Notte della Taranta” in questo contesto?
Potrebbe allacciare contati con quel mondo islamico che tende la mano a quel italiano in soprappeso e stabilire un percorso di collaborazione commerciale per il quale produrre in quei paesi beni alimentari per poi utilizzarli per sfamare loro e noi!
Ma chi ha in mano i cereali del mondo? Oggi sono i colossi dell’agro busines americani che controllano il mercato dei cereali. Un altro italiano ha tentato con l’islam quello che
suggerisco io al buon Sergio Blasi ovvero Enrico Mattei che incrinò il monopolio delle 7 sorelle americane che allora gestivano il mercato del petrolio (ora gli arabi se lo gestiscono da soli).
Quindi nulla di nuovo sotto il sole.
La Notte della Taranta alternativa a CARGILL
http://www.cargill.it/startpage/home.asp (CONTROLLA IL 45% DEL COMMERCIO GLOBALE DEI CEREALI); ADM (Archer Daniels Midland) Bunge http://www.bunge.com/; Louis Dreyfuss http://www.louisdreyfus.com/ tutti insieme questi colossi GESTISCONO L’80% del mercato dei Cereali!
Ma “La Notte della Taranta” con i suoi 2.000 cittadini di
Melpignano guidati da Sergio Blasi potrebbero rappresentare, per i paesi dell’islam, l’alternativa a questi grandi colossi.
Personalmente sarei onorato di prendere parte a un progetto così bello e ambizioso e da subito mi metto a disposizione.
Magari non ballo la taranta, non capisco il bagno di folla e il vino che scorre a fiumi, ma so di certo che dove una folla arriva da tutte le parti c’è incontro, e che dove c’è incontro c’è scambio e arricchimento umano per tutti.
Sono i grossi gruppi economici che tengono tutto nascosto e non vogliono che le persone umane si incontrino sono loro che nell’epoca di internet globale creano le paure che fanno
resistere le frontiere, creano la paura dello straniero, perché solo così i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri.
Solo così l’uomo
sarò Dio per l’altro uomo in un circuito perverso e senza fine che ci ha fatto perdere di vista il senso della fondazione del Mondo che è quello di dividersi i compiti per avere una vita più bella e più comoda.
















































































































































































































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