lunedì 1 settembre 2008

Perché? perché? La domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone

Perché? perché? La domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallone
Perché? perché? La domenica mi lasci sempre sola, per andare a vedere la partita di pallonedi Antonio BrunoLui: Cara vado a vedere la partita a Torino; Lei: ma caro non andrai mica in auto, con tutto quel traffico? Lui: Ma no! Vado in treno!; Lei: ma hai prenotato?; Lui: Mica c’è bisogno di prenotare lo sanno che la domenica i treni sono tutti prenotati per noi tifosi del calcio.Deve essere per questo motivo che ieri i tifosi del Napoli che dovevano recarsi a Torino hanno preso con la forza l'Intercity plus 520 e i passeggeri che già erano sul treno se ne sono dovuti andare a cercarsi posto.E’ iniziato il campionato di calcio, pomeriggi davanti alla TV per alcuni e in corsa verso lo stadio per altri. Il mio amico Marco dice che tutta questa violenza che c’è in giro è per un motivo semplice che è da ascriversi al lunghissimo periodo di pace che impedisce ai maschietti di ammazzarsi a vicenda e alle femminucce di rimanere a casa preoccupate di non trovar marito per la penuria di maschietti conseguente ad un conflitto.Per l’onor del vero il mio amico Marco auspica questo conflitto perché ritiene che questa è la causa per la quale è in cerca, invano, di una moglie. Si! Perché Marco anziché andare allo stadio, impiega il suo tempo prezioso, ahimè senza successo, alla ricerca di una compagna per tutta la vita!Io allo stadio ci sono andato due volte, una a una partita del Lecce quando giocava in serie C, trascinato da un amico e sempre per responsabilità dello stesso amico a una partita del San Cesario di Lecce quando militava nel campionato di Promozione sto scrivendo del 1969, poi non ci sono andato più, e se mi chiedete il perché, non me lo so spiegare. Non mi ha mai intrigato sino al tifo il gioco del calcio. Guardo con piacere una partita di pallone sia allo stadio che in TV, ma non la cerco, se capita non disdegno ma non la cerco. Se mi trovo ad ascoltare quei complicatissimi discorsi per lo più rivolti alle società che dovrebbero comprare questo o quel giocatore o agli allenatori che dovrebbero adottare questo o quest’altro schema, ascolto incuriosito la passione dei miei amici ma non cerco quei discorsi, né inizio io discorsi sul calcio. Trovo anche interessante l’intuizione del mio amico Gianni Letizia che sul calcio di San Cesario di Lecce ci ha scritto un libro affermando che la vita è come una partita di calcio. Trovo tutto questo interesse per questo gioco assolutamente incomprensibile, allo stesso modo di come trovo incomprensibile tutto questo interesse rivolto a un signore ricchissimo che hanno eletto a “furor di popolo” Presidente del Consiglio alle scorse elezioni politiche. Devo però aggiungere che, se considero assolutamente indifferente per i destini del nostro paese ITALIA, chi vince le elezioni politiche, non posso essere indifferente a quello che dovrebbe essere un inoffensivo hobby di padri e madri di famiglie e ragazzi e ragazze d’Italia e che invece ogni domenica si rivela una battaglia tra guelfi e ghibellini a suon di prepotenze e violenze. Perché è vero, come dice il mio amico Gianni Letizia, che la vita è come una partita di calcio, ma è pur vero che il gioco è una rappresentazione, una simulazione della realtà e non può divenire la realtà stessa al punto di rischiare di perdere la vita per difendere i colori di una squadra di calcio.Il figlio di un mio amico gioca con la playstations, quando ho detto al mio amico che il gioco che stava facendo suo figlio mi sembrava violento a tal punto da rovinare il carattere del ragazzo, lui mi ha informato della circostanza che, le persone che giocano con videogiochi dai contenuti violenti online, sarebbero più rilassate e meno irascibili, al termine delle proprie sessioni di gioco, di chi invece non gioca alla playstations. Il mio amico dice che ciò è affermato da Jane Barnett della Middlesex University. Il report della ricercatrice presentato lo scorso aprile alla British Psychological Society's Annual Conference di Dublino è stato generato da uno studio condotto su circa 300 persone che hanno giocato a World of Warcraft, in età comprese fra i 12 e gli 83 anni. Insomma la signora Jane Barnett afferma di aver riscontrato alti livelli di rilassamento prima e dopo aver giocato al titolo, piuttosto che uno sviluppo di rabbia. Inoltre la signora Jane Barnett dice che il rilassamento dipende molto dal tipo di personalità.A questo punto il mio amico mi ha rivelato che da tutto questo la signora Jane Barnett ha sviluppato un questionario emozionale e ludico che aiuta a distinguere le tipologie di giocatori per i quali è più facile trasferire la propria aggressività online nella vita di tutti i giorni. Io non ho voluto in alcun modo contestare la validità dello studio della ricercatrice in questione, ho solo chiesto al mio amico quali ottantatreenni giochino abitualmente a World of Warcraft. Lui mi ha detto che suo padre che ha 81 anni non fa altro tutto il giorno.Alla luce di questa istruttiva chiacchierata ho acquisito che chi gioca, chi assiste al gioco in generale essendone coinvolto a livello di tifoso, trasferisce la propria aggressività accumulata, al gioco a cui sta assistendo e alle persone che sono coinvolte. Nel caso di un computer ciò può al massimo determinare che, l’amico in questione, sfasci il computer. Mentre nel caso del gioco del calcio tale atteggiamento può mettere fine alla vita di un altro tifoso e sportivo.Tutto ciò deve essere evitato in ogni modo. Magari si chiami la signora Jane Barnett per somministrare ai tifosi il questionario emozionale e ludico per distinguere le tipologie di tifosi per i quali è più facile trasferire la propria aggressività allo stadio durante lo svolgimento di una partita di calcio per poi essere rilassato nella vita di tutti i giorni.Costoro vanno interdetti dagli stadi e segnalati alla PUBBLICA SICUREZZA, allo stesso modo di come andrebbero interdetti dagli stadi e segnalati alla PUBBLICA SICUREZZA i tifosi resisi protagonisti delle violenze di domenica scorsa.

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