venerdì 19 settembre 2008

La vita scippata: doveva morire per non soffrire più.


La vita scippata: doveva morire per non soffrire più.
di Antonio Bruno

Non c’è nulla da fare quando l’ipnosi devasta la mente umana, ciò che sembra vero alla mente di una persona ipnotizzata non può essere annullato se non con un ritorno alla realtà.
Mi ha sconvolto leggere ciò che è accaduto a Luserna (TO) da parte di un uomo che viveva a Torre Pellice in provincia di Torino. Mi da dolore persino scriverlo in sintesi, prende la figlia di 8 anni da scuola e la ammazza, poi va a prendere la moglie dall’ufficio postale le spara e poi si spara. Ora lui in fin di vita, la moglie ferita e la bimba, quella piccola bambina dolce, è morta.
Lui aveva la malattia del secolo. L’uomo con la pistola aveva la depressione e non si curava.
Stava male, molto male, la disperazione è stata devastante e lui, nella mente, ha visto solo una via d’uscita, la strage, cancellate tutto quello che gli sta intorno e cancellare se stesso.
Tre vite comunque distrutte, quelle dei genitori e quella della piccola che sicuramente non è più tra noi.
Quante vite si svolgono nella disperazione pur vivendo in una ricca Italia in cui non manca l’essenziale?
Voglio dire che vi sono famiglie, come quella del protagonista di questa tragedia, dove non manca da mangiare, non mancano i vestiti per coprirsi né manca una casa per proteggersi dalle intemperie e dai predatori animali e umani.
Le condizioni di vita sono assicurate eppure l’uomo di Torino ha prima tentato di togliersi la vita e poi ha progettato e messo in atto la cancellazione della sua famiglia, e l’ha fatto perché stava male da morire, stava tanto male che, per non stare male, doveva morire per non soffrire più.
Un atto violento contro se stesso e contro la sua famiglia, una violenza che presuppone la mancanza di vie di uscita.
Cosa abbiamo creato? Questa struttura artificiale che è denominata “Società Civile” a cosa serve? Era stata inventata 7.000 anni fa (il Neolitico), e anche prima di allora, per consentire condizioni di vita meno stressanti e frustranti, doveva servire ad assicurare la continuità del cibo e la protezione dalle avversità sia atmosferiche che dei predatori animali e umani.
Invece raggiunto questo risultato uomini e donne della nostra Italia stanno male, hanno la depressione e la vita sembra non abbia senso.
Moltissimi, grazie a Dio, stanno male ma resistono al dolore immenso che provano vivendo, altri, di meno, decidono che la sofferenza è troppa, non ce la fanno a vivere in condizioni di stress forte e di frustrazione ai limiti dell’umana sopportazione, cedono, si lasciano andare all’illusione di mettere fine a tutto questo dolore che come dice Renato Zero in “I migliori anni della nostra vita” :
Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai Perduti!
E che tutta quella tristezza in realtà, non è mai esistita!
E sempre Renato Zero precisa:
Tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente.
Noi non faremo come l'altra gente,questi sono e resteranno per sempre...
I migliori anni della nostra vita
Stringimi forte che nessuna notte è infinita
E’ un imbroglio! Ma io ci sono cascato per anni e per uscire da quell’ipnosi ho dovuto sopportare un terremoto. Durante la notte della disperazione sembra davvero che il dolore sia infinito e destinato a durare per sempre. Ma tutto questo può essere battuto, disattivato, e con un solo raggio di sole. Senza nemmeno la necessità di mettere in moto chissà quale diavoleria astrusa, basta un solo piccolo raggio di sole.
Io scambiavo per realtà questa costruzione antropologica artificiale. Io pensavo che le nostre abitazioni fossero naturali, ma non è così! Le nostre abitazioni sono artificiali, non esistono in natura case di un piano o palazzi di centinaia di piani. Le abbiamo inventate noi e poi abbiamo creduto fossero la realtà, abbiamo la credenza che ci fossero sempre state. Così è i ruoli che ricopriamo nella “Società Civile”: nessuno dice come me “Faccio l’Agronomo”, tutti i miei colleghi dicono “Sono Agronomo”. Capite? Un compito che ci siamo dati per fare in modo che la disponibilità di cibo e beni per coprirci fosse maggiore diviene ciò che siamo. Siamo diventati un compito che ci siamo presi, o ci hanno affidato, per contribuire affinché tutti stessimo meglio.
Io sono un uomo, semplicemente un uomo, come te che mi leggi, come Berlusconi che probabilmente non avrà mai il tempo per leggere le mie povere cose.
Nonostante io, te e Berlusconi ci sentiamo eterni al punto che continuiamo ad accumulare soldi e beni materiali invece io, te e Berlusconi stiamo morendo, io lo so!
Tu lo sai che stai morendo?
Se lo avesse saputo quel signore che ha ceduto a un incubo e ha provocato quella inutile strage familiare non avrebbe fatto ciò che ha fatto.
Se avesse saputo che mangiare, bere, coprirsi e difendersi, è l’essenziale e tutto il resto è superfluo avrebbe accarezzato il volto delicato di sua figlia e stretto la mano a sua moglie sentendosi così felice da toccare il cielo con un dito.
Ma poteva farlo da solo? NO! Ma come avrebbe potuto farlo e grazie a chi avrebbe potuto farlo è un'altra storia…..





http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200809articoli/8150girata.asp

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