domenica 21 settembre 2008

Pantaleo Laudisa e Teddy Egonwman PE(N)SA(LI) DIFFERENTE(MENTE)








Pantaleo Laudisa e Teddy Egonwman PE(N)SA(LI) DIFFERENTE(MENTE)
Pantaleo Laudisa e Teddy Egonwman PE(N)SA(LI) DIFFERENTE(MENTE)
di Antonio Bruno

Ieri sera per una triste visita, la morte improvvisa del padre di un mio amico, in Via Leone a San Cesario di Lecce. Un amico mi indica un balcone e mi dice che è opera di Pantaleo Laudisa, uno scalpellino che modellava la pietra leccese ovvero il deposito di foraminiferi che in ere geologiche lontanissime a miliardi di miliardi hanno costituito un deposito dei loro gusci che ora è pietra.
Pantaleo Laudisa però era andato emigrante in Perù e, mi diceva questo mio amico, che a Lima c’erano molte sue opere architettoniche.
Pantaleo Laudisa ai primi del secolo andava in giro per il mondo,lo faceva per lavoro, e lo faceva per cercare la libertà.
Il mio amico mi raccontava che per il centenario del partito socialista nella Piazza del nostro paese sfidando tutti e tutto mise un drappo rosso. Era un idealista inquieto, come tutti gli artisti, e cercò la felicità muovendosi, spostandosi dall’Italia.
Per i 200 anni del Partito Socialista a San Cesario di Lecce nessuno ha fatto nulla, segno dei tempi che mutano e che dissolvono memorie e tradizioni.
Pantaleo Laudisa fa parte degli uomini e delle donne che nella prima metà del '900 afforntarono un’ emigrazione di tipo intercontinentale e internazionale.Si emigrava maggiormente in America del Nord (New York, Texas, Pennsylvania) e del Sud (Argentina, Uruguay), dall’inizio del secolo fin verso il 1930.
In Italia dai 130.000 italiani emigranti all'anno nel 1880, si è passati ai 540.000 nel 1901 e a ben 872.000 nel 1913.
Mi chiedo come è possibile che noi, proprio noi, siamo divenuti impauriti e tremanti davanti alla presenza di persone che sono venute nel nostro paese per cambiare la loro vita. Mi chiedo se il mio compaesano Pantaleo Laudisa quando giunse a Lima in Perù trovò le stesse persone che ha trovato Teddy Egonwman a Castelvolturno oggi sul Corriere della Sera a proposito dei delinquenti di quel posto Teddy Egonwman dichiara:”Siamo i loro giocattoli, ma fanno così perché sanno che agli altri italiani in fondo non dispiace”. Pantaleo Laudisa tornò da Lima per raccontare che aveva contribuito a costruirne il centro di quella città ma non parlò mai di malavita peruviana che si divertiva a sparargli addosso con la popolazione chiusa in un silenzio compiaciuto.
Io nel 1963 ero uno dei pochi nella mia classe numerosissima a vivere in casa con i miei genitori. Erano tutti dai nonni. Come dici? Si separavano tutti? Si! Prima andava in Germania, Svizzera o Francia il papà, poi siccome li c’era lavoro anche per le donne la mamma li raggiungeva e loro dai nonni e a scuola.
Poi alla TV rigorosamente bianco e nero e con solo due canali il miracolo italiano della bilancia dei pagamenti che si chiudeva in attivo “GRAZIE ALLE RIMESSE DEGLI EMIGRANTI”
Succede così adesso per le persone che giungono dall’Africa e dall’Asia. Solo adesso comincio a vedere i venditori, che prima erano soli davanti alle loro bancarelle, con le mogli. Donne giovanissime che osservano sbigottite ciò che le circonda.
Ma si integreranno e come i papà dei miei amici tornavano per le ferie con la Mercedes con la targa tedesca, anche loro torneranno per le ferie con il simbolo della loro emancipazione che inesorabilmente determinerà la mimesi, l’imitazione degli altri che gli correranno dietro.
Ed è inutile fare accordi con la Libia!
Per un secolo gli italiani non li ha fermati nessuno! E nessuno fermerà queste persone.
Io scrivo queste cose e cerco di dare il mio contributo per determinare una riflessione in tutti. Quando i nostri bambini non hanno futuro cerchiamo nuove terre, quelle in cui scorre il latte e il miele. Tutti! Tutti abbiamo il diritto di muoverci su questa terra per trovare un futuro migliore. Il genere umano ha trovato origine nell’africa e nei millenni si è spostato per colonizzare le terre che confinavano.
Consideriamo di essere tutti insieme cittadini del pianeta. C’è necessità di ragionare in termini globali e di comprendere che siamo tutti appartenenti al genere umano.
Io faccio la mia parte e ognuno, a qualunque livello faccia altrettanto. A Lecce c’è stata una iniziativa per i problemi che assillano l’alimentazione umana degli occidentali e tra questi l’obesità il titolo della manifestazione è PE(N)SA DIFFERENTE.
Tu prete, tu insegnante, tu giornalista, tu artista tu che mi stai leggendo PE(N)SA DIFFERENTE. Che poi significa pensa e pesa quello che è la vita umana.
Pensa che siamo cittadini del mondo e che tutte le persone umane devono trovare un modo per ridistribuire la ricchezza in maniera tale da garantire una vita bella a tutti! A tutti! PE(N)SA DIFFERENTE e Pantaleo Laudisa con Teddy Egonwman PE(N)SA(LI) DIFFERENTE(MENTE)


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