domenica 28 settembre 2008

parà oikèò perché Sursum cor



parà oikèò perché Sursum cor
parà oikèò perché Sursum cor
di Antonio Bruno

Stamattina mia zia mi ha chiamato per accompagnarla al Cimitero dove lei porta i fiori allo zio. I miei cugino abitano lontano e io con affetto e quando posso cerco di accontentarla, di fare piccole cose per lei. Ma giunti al cimitero il raffreddore preso la sera della Carovana della Pace, quel ventoso giovedì di Piazza Sant’Oronzo mi ha tenuto in auto. La radio accesa con Padre Raniero Cantalamessa (il cognome di questo frate è stato profetico) spiegava l’etimologia di Parrocchia.Parrocchia dal Greco Paroikìa e questo da PARAOIKEO ovvero abito vicino, composto di parà che significa presso, accanto ed oikèò che significa abito (abitare) che a suo volta deriva da oìkos che significa casa, abitazione, dimora.Io ho ricevuto la conferma di ciò a cui ho sempre pensato quando ascoltavo quell’indicazione di Gesù nel Vangelo che ci definisce che siamo NEL mondo senza essere DEL mondo. Poi c’è stato anche un riferimento alla messa per essere appunto parrocchia sursum cor che significa quell’esclamazione del Sacerdote In alto i nostri cuori, e la conseguente risposta sono rivolti al Signore. Quindi Surgamus! (Sorgiamo). Il sacerdote quando celebra la santa Messa dice tutti i giorni Sursum cor da (in alto i cuori) e non intende con ciò di innalzarti materialmente, ma di innalzare gli affetti, quello a che più vorremmo a Dio, lancia il tuo cuore oltre l’ostacolo e lo raggiungerai. Lanciando il cuore in alto, lo sguardo è costantemente rivolto a Dio, unico desiderio desiderato e desiderabile e in questo modo sono NEL MONDO SENZA ESSERE DEL MONDO.La Parrocchia luogo di frontiera tra il deserto e la città. Poi è arrivata mia zia Rita e ho spento la radio. Ma questa riflessione di Padre Raniero Cantalamessa mi è rimasta impressa nel cuore e siccome io questo desidero essere ecco che la scrivo come mio promemoria parà oikèò perché Sursum cor


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