sabato 12 luglio 2008

novissimi



novissimi
Caro prof. Mancuso vitomancuso@alice.it ,
sono arrivato a pag. 49 del suo libro “L’anima e il suo destino. Lei scrive della struttura antropologica artificiale dei preti e vescovi illustrando l’evoluzione interna di questa struttura.
Si è vero la struttura ha avuto il potere di decidere molte cose in Italia ed è per questo motivo che c’è un così diffuso anticlericalismo nel nostro paese. Anche qui c’è una struttura antropologica artificiale che vede un ostacolo in un’altra struttura antropologica artificiale e che, per la conquista del potere, innesca una rivalità mimetica violenta che ha visto contrapposte persone a persone, che ancora oggi ha epigoni di questa lotta tutta mondana.
Ma questa è la stessa lotta tra strutture antropologiche artificiali chiamate USA e URSS nel secolo XX, è la stessa lotta tra strutture antropologiche artificiali chiamate Spagna e Inghilterra, Francia Napoleonica e Austria, Germania Nazista ecc. ecc. ovvero nulla di nuovo sotto il sole.
Le persone che hanno organizzato la struttura antropologica artificiale per una rivalità mimetica violenta innescata dal desiderio triangolare che prevede uno che ti indica cosa desiderare e che , allo stesso tempo, ti impedisce di usufruire dell’oggetto del desiderio vanno in conflitto per ottenere ciò che ritengono li farà felici.
Oggi, qui e ora sta accadendo tutto questo tra il 20% della popolazione mondiale che possiede l’80% della ricchezza mondiale di cui facciamo parte anche noi e l’80% della popolazione mondiale che possiede il 20% della ricchezza mondiale denominata III e IV Mondo. Oggi, qui e ora sta accadendo nella crisi del grano e dei cereali che ha messo in ginocchio queste popolazioni.
Poi lei nel suo libro continua scrivendo sulle realtà ultime, eschata, novissimi o escatologia. Ora mio caro prof. mi spieghi per piacere attraverso quali testimonianze che non derivino dal Vangelo i teologici si siano avventurati i questo territorio che mi risulta inesplorato. Le chiedo se vi sia mai stato chi ha riferito di questi novissimi. Lei dice che sono 4, ovvero Morte, giudizio, inferno e paradiso nel catechismo ma che poi potrebbero essere 5 o 6. Ancora, sempre nel suo libro riferisce di persone appartenenti alla struttura antropologica artificiale dei preti e vescovi che ritengono sia importante un ripensamento di questo da parte dei teologi, e che addirittura tali appartenenti alla struttura antropologica artificiale dei preti e vescovi rimproverino la mancanza di una sia pur minima elaborazione dei teologici intorno a questo tema.
Io frequento tante persone, le assicuro che nella mia vita non mi è mai capitato nessuno che mi abbia chiesto se vi siano solo 4 novissimi oppure se invece siano 5 o 6. Anzi le dirò che nelle mie innumerevoli discussioni intraprese con innumerevoli persone questo tema non è mai capitato.
Ma lei pensa che sia capitato con i parenti dei defunti con i quali ho parlato? Nemmeno! Tanto che il sud del lutto eterno dove le donne indossavano abiti neri per non toglierli più (io le ricordo le donne eternamente in nero della mia terra) è diventato il sud del LUTTO MAI, perché caro il mio prof, oggi i manifesti di morto li mettono addirittura su pannelli in legno, così portato via il morto, si portano via i pannelli e del morto non rimane più nulla. E lei scrive dei novissimi e delle preoccupazioni della struttura antropologica artificiale dei preti e vescovi?
Ancora nel paragrafo dedicato alla domanda sul cielo si diffonde sulla concezione delle persone fatte di anima e di corpo. Lei si diffonde sulla mancanza della percezione di questa differente presenza all’interno dell0individuo che non si ritiene composto da queste due realtà diverse. Prof non le risulta che dei due popoli Gesù ne ha fatto uno solo? Prof le risulta per caso che Gesù ha unificato e che quindi questo dividere per studiare, per analizzare separando non aiuta ed è velleitario?
Infine finalmente dedica qualche riga alla vita eterna, qui e ora, all’eterno presente. Lei sostiene che la teologia debba aiutare ad ottenere questo. Spero che nel prosieguo della lettura mi provenga qualche indicazione su come comunicarlo agli altri, perché comunicandolo agli altri lo comunico anche a me stesso, ricordandomelo perché le insidie del desiderio mimetico non mi abbandonano mai.
Con la più viva cordialità
Antonio Bruno


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