venerdì 25 luglio 2008

ISTRUZIONI PER ESSERE FELICI


Carissimo Prof. Mancuso,
sto leggendo il capitolo 5 Salvezza dell’anima. Ho letto non condividendo quasi nulla di quanto affermato da Lei circa il peccato originale che è poi il punto di partenza per poter dipanare la matassa della storia della salvezza.
Mi sono fermato dopo la lettura del Paragrafo 61 perché ritengo che quanto lei ha citato e che dovrebbe servirle da luce invece è li a testimoniare la sua mancanza di consapevolezza perché non è stato ancora investito dalla Grazia della rivelazione.
Ma andiamo con ordine.
In Giovanni 1, 29 c’è scritto PECCATO DEL MONDO e lei lo cita a pagina 171 del suo libro. Ma lei coglie una contraddizione ovvero il mondo è creato buono ma vive nel peccato. Ma possibile che non abbia mai letto Renè Girard?
Cerco di sintetizzarglielo:
L’uomo ha vissuto per milioni di anni nella condizione naturale in un Paradiso Terrestre e si è imposto poiché in grado di imitare ciò che risultava efficiente per la sopravvivenza. Imparava di suo ma imitava anche gli altri. Poi ha avuto l’intuizione che se si viveva in gruppo e ci si dividevano i compiti si era ancora più efficienti per la finalità della sopravvivenza derivante dalla difesa dalle avversità dell’ambiente e dal procacciarsi gli alimenti.
La fondazione del mondo è questa!
Ma in quello stesso istante per la intrinseca natura mimetica l’uomo ha iniziato a desiderare ciò che altri possedevano al fine di imitarli ottenendo come effetto una vita più efficiente e lunga.
Quando il desiderio non risultava appagato per la cupidigia di accumulare per se derivante dell’egoismo ecco apparire la rivalità mimetica violenta che poteva generare l’estinzione del gruppo.
Al fine di incanalare la violenza rivalitaria si sviluppò il sacro come sacrificio che serviva a proteggere la sopravvivenza del gruppo scatenando la violenza accumulata nel mondo sulla vittima, sempre innocente, il capro espiatorio.
Ecco la spiegazione della frase del vangelo di Giovanni 1, 10 che lei riporta a pagina 171 “Il mondo fu fatto per mezzo suo, e il mondo non lo riconobbe” e per questo stesso motivo sempre in Giovanni 8, 23 Gesù afferma “Io non sono di questo mondo”.
Il mondo a cui si riferisce Gesù è quello della rivalità mimetica violenta a cui l’unico mondo che si contrappone è quello antecedente alla rivalità mimetica stessa che è AMORE.
Infatti accedendo, per Grazia, all’Amore ecco che l’affermazione “Siete nel Mondo ma non del Mondo” diviene comprensibile e presuppone due diverse dimensioni per vivere l’esperienza collettiva. Una di queste è la Comunità che deriva dall’amore e l’altra è la cosiddetta Società Civile che ha nel diritto la regolamentazione delle rivalità mimetiche violente e nel Sacro inteso come sacrificio della vittima innocente la condizione “sine qua non” dell’esistenza stessa della Società Civile.
Se illuminiamo le parole di Gesù di quanto ho scritto che poi è il peccato originale da cui derivano tutti e sette i peccati capitali subito la contraddizione che lei coglie si scioglie come neve al sole.
Se poi inserisce le bellissime parole che ha usato per descrivere la Civiltà dell’Amore, oppure il Regno dei Cieli, oggi diremmo lo Stato dei Cieli in questo contesto sicuramente lei riuscirebbe, molto meglio di quanto faccio io e lo stesso Renè Girard a comunicare questa rivelazione a quante più persone umane possibile allo scopo di rendere consapevoli le stesse della bellezza delle Parole del Padre Nostro che recitano “Padre Nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome VENGA IL TUO REGNO, SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ COME IN CIELO COSI’ IN TERRA, dacci oggi il nostro pane quotidiano E RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male.
Ricordo a me stesso che Gesù ci ha anche indicato la via per realizzare l’Amore in alternativa alla violenza rivalitaria mimetica. Infatti così come anche da lei ricordato tutti avevano notato questa tensione degli uomini verso il bene che però albergava in compagnia della esigenza di infliggere dolore e fare del male ad altri uomini. Ma come fare a far prevalere il bene in piena libertà? Ovvero come esercitare il libero arbitrio per la scelta tra il bene e il male?
Il soccorso giunge da quel RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI, ovvero dalla tecnologia del perdono che ha come effetto lo Spirito Santo e i suoi frutti.
Tutto questo è spiegato benissimo nel Catechismo della Chiesa Cattolica e anche nel suo compendio.
Quindi la tecnologia del perdono, che è il frutto della vita illuminata dalle Beatitudini, che poi sarebbero le “ISTRUZIONI PER ESSERE FELICI” ,sono la dimostrazione pratica dello STATO DEI CIELI che è alternativo allo STATO ITALIANO pur essendo perfettamente integrato nello Stato Italiano e non compiendo alcunché di violento o eversivo nei confronti dello stesso Stato Italiano.
E’ la rivoluzione radicale di Gesù che cerco di mettere in pratica nella mia vita, per la verità con risultati assolutamente insoddisfacenti.
Per capire la croce le parole “Non voglio sacrifici ma misericordia” sono la guida. Ho letto le pagine 178 – 179 -180 – 181 e devo scrivere subito che sono fuorvianti. Invece la faccenda della croce è di una semplicità sconvolgente. Il Principe delle Tenebre regna come dice la parola stessa solo nelle tenebre, quindi per regnare, ha necessità che il trucco che utilizza non venga illuminato dalla luce e scoperto.
Qual è il trucco?
E’ perché c’è Berlusconi al potere che non ce l’ho io! Poi scopriamo le malefatte di Berlusconi e lo processiamo e lo condanniamo perché è colpevole! La vittima è colpevole e noi la condanniamo e tutti siamo li ad assistere alla sua esecuzione che può avvenire anche facendolo andare nella polvere dopo la sconfitta elettorale.
Probabilmente andrà a finire così perché è sempre andata a finire così.
La vittima Gesù è PALESEMENTE INNOCENTE! La sua crocifissione svela il trucco della VIOLENZA RIVALOITARIA MIMETICA, quella che si sviluppa quando vediamo quello che conosciamo che è diventato ricchissimo e diciamo a noi stessi che noi siamo uguali, che anche noi dobbiamo avere quello che ha lui e che così saremmo felici!
Ecco cos’è Gesù che muore per svelare il trucco, ma c’è di più appena il trucco è svelato il potere del Principe del Tenebre si perde perché quello che desideriamo e che crediamo sia in grado di renderci felici ci casca dalle mani e sapendo che seppure lo avremo non ci renderà felici, perderà il potere ipnotico nei nostri riguardi.
Il Salvatore è Gesù e ci salva dall’oppressione di volere l’idolo, Lui ci da l’acqua che non fa avere più sete, L’ACQUA CHE DISSETA DEFINITIVAMENTE.
In questo senso avviene la creazione del novello Adamo che genera di nuovo quel circuito di comunicazione con il cielo, genera la possibilità dell’amore.
Ho appena finito di leggere il capitolo 5 e per quanto mi sforzi trovo molto più convincente quanto ho scritto io rispetto a quello che ha scritto lei in questo capitolo.
Trovo convincente e sperimentabile ciò che ho scritto io e invece ritengo un’opinione il suo scritto, un tentativo di dare una risposta che non è una risposta.
Quanto scritto da Renè Girard è verificabile sperimentalmente nella propria vita e costituisce per questo risposta in quanto non elaborazione della mente ma esperienza viva di ogni giorno svelata alla ragione.
Cordialità
Antonio Bruno
P.S. Mi spiace essere così categorico, sicuramente sono antipatico. Se rileggo quello che ho scritto non mi trovo antipatico. Se lo confronto con quello che ha scritto Lei, caro Prof. provo una grande antipatia per me stesso perché io faccio l’Agronomo e scrivo a Lei pretendendo di darle delle indicazioni, scrivo a lei che è un Teologo significandole che quanto da lei affermato non è convincente, o meglio, che non mi convince per nulla e addirittura proponendole un’altra chiave di lettura che è poi quella dell’Antropologo Renè Girard. Sono davvero temerario, pazzo eppure le assicuro che, nonostante quanto ho scritto mi metta in imbarazzo per le ragioni esposte prima, sono stato sincero con lei e con chi avrà il tempo e mi farà il grande onore di leggere le mie povere parole.

Nessun commento: