venerdì 4 luglio 2008

impulsi successivi



impulsi successivi

Caro Gesù,
ieri la libertà è stata a portata di mano, una piccola cosa certamente, ma davvero gustoso stare seduto a bere un caffè in compagnia di amici preziosi.
Tutti sono preziosi, ma ieri ho avuto chiaro cosa c’è che mi mette in condizioni di sentirmi diverso, ieri ho detto che colgo una discontinuità e, nella narrazione che ho effettuato, penso di averne anche intuito la traiettoria, definito il percorso scandendo i tempi e modi in cui questa nuova modalità si è affermata.
A far inizio della nota che è giunta qualche tempo fa sulle mie parole, tutte giuste, tutte perfette, ma prive dell’anima. Come se la lezione fosse chiara a livello cognitivo ma non ancora sviluppata e integrata a livello motivazionale.
La sintesi fu quella della croce, mirabile strumento di salvezza, che mi fu proposta senza che io ne sapessi l’esistenza, senza conoscere l’essenza e la funzione di questo strumento di morte infamante degli antichi romani. Mi fu detto che in tutto il mio dire risultava assente la consapevolezza, appunto, della croce, che lo stesso mio dire risultava efficace dal punto di vista dei contenuti, come dal punto di vista dell’esposizione e dell’immediatezza comunicativa ma che risultava privo di quella forza intrinseca delle parole che prendono forma e che divengono dense, parole germinanti che creano la realtà.
Tutto questo mi fu detto lasciandomi sconvolto a cercare risposte, al punto da chiedere approfondimenti che non mi furono concessi perché mi si propose di osservare la prevalente funzione razionale della mente, che inganna, che impedisce di vedere.
Poi l’incontro rivelatore, tutto mi apparse chiaro, era tutto chiaro. La mia croce, l’ho vista nella sua semplicità, spoglia da orpelli, giustificazioni, spiegazioni logiche, analisi primordiali tendenti a intuirne la provenienza. Semplice, pura, com’è! La mia croce era li e io la vedevo chiara davanti a me. Ed è stato allora che è accaduto.
Qualcosa che poi ha prodotto quello che sta accadendo che si auto genera in impulsi successivi come se un DNA ne suggerisse i passaggi complicatissimi ma assolutamente inconsci.
Io sono quello che sono, non posso essere ciò che tu, fratello mio, moglie mia, figlia mia, mamma mia, parenti miei, colleghi miei, amici e conoscenti miei volete che io sia!
Io sono quello che sono e Tu, mio Signore mi hai creato perfetto! Tu mio Signore vuoi fare di me una storia, e io sono qui, a farla con Te.
Sia fatta la Tua volontà
antonio


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