sabato 25 ottobre 2008

Arturo di Corinto: mentre lui era a Lecce a rispondere alla mia domanda i suoi amici erano nella sua Roma per salvare l’Italia

Arturo di Corinto: mentre lui era a Lecce a rispondere alla mia domanda i suoi amici erano nella sua Roma per salvare l’Italia!
di Antonio Bruno

Linux Day 2008, il 25 ottobre giornata dedicata al sistema operativo GNU/LinuxGiornata nazionale dedicata al Sofware Libero presso il Castello Carlo V (viale 25 Luglio - Lecce).

Un sabato da ricordare quello di ieri. Sono andato al Castello Carlo V sito sul viale 25 Luglio di Lecce ed ecco a Lecce l’uomo che mi aveva contattato quando scrissi di Carlo Fermenti e della sua preoccupazione di rimanere impigliato nella finta democrazia della rete
http://monasteroinvisibilesance.splinder.com/post/17348042/Irretito+dalla+rete . L’uomo in questione è Arturo Di Corinto. Mi chiedevo allora quella sera del 3 giugno u.s. “Che
senso ha parlare di Stato Nazione Italia?
Inoltre nella realtà Pianeta Terra c’è la materia per emancipare in maniera radicale e non liberal liberale!
Un palestinese con 12 figli da sfamare sa chi è il nemico e sa cosa fare! Lo sa come lo sapeva l’operaio metalmeccanico che rappresentava Carlo Formenti da sindacalista. Solo che mi chiedo e chiedo a Carlo Formenti che una volta capito chi è il nemico, (ovvero noi che siamo a destra perché tendiamo a conservare i nostri privilegi mica perchè siamo coglioni) qual è la strada? Quella che stanno praticando i palestinesi? Magari caro Carlo dovresti prendere in considerazione più opzioni non credi?“
Il bello è che il suo amico Arturo Di Corinto sempre a Lecce ha dato una risposta alla mia domanda posta allora al pessimista e nostalgico Formenti.
L’ho visto seduto con quei ragazzi che hanno organizzato questo giorno della libertà intento a leggere “L’UNITA’”. Il capo chino e immerso in quella pagina che gli annunciava che mentre lui era a Lecce a rispondere alla mia domanda i suoi amici erano nella sua Roma per salvare l’Italia!
Mentre Arturo tendeva la mano per parlare della Commons in alternativa al Singolo che lavora per il profitto, mentre Arturo indicava traiettorie con copyleft
http://it.wikipedia.org/wiki/Copyleft alternativi al copyright http://it.wikipedia.org/wiki/Copyright e suggestionava una sala stracolma di ragazzi dai 16 ai 25 anni con la sola eccezione del sottoscritto, dell’insegnante dell’ITIS di Galatone che ha portato tutta la sua classe ad assistere a questa festa della rete che realizza la comunicazione tra le persone umane, tra tutte le persone umane e di due o tre docenti.
Perché lo stato nazionale è oggi come oggi solo la palestra per la conquista del potere e del mantenimento dei privilegi e Arturo lo sa che solo aprendo varchi e tagliando impedimenti come fanno gli Hacker che non sono il PIRATA BARBANERA ma persone che si impegnano nell'affrontare sfide intellettuali per aggirare o superare creativamente le limitazioni che gli vengono imposte, non limitatamente ai loro ambiti d'interesse (che di solito comprendono l'
informatica o l'ingegneria elettronica), ma in tutti gli aspetti della sua vita, Arturo l’ha capito a furia di immergersi nella rete che gli ricorda le sinapsi che l’hanno fatto divenire psicologo e psicoterapeuta.
L’Hacker Artuto Di Corinto? Si! Arturo che conosce perfettamente il potere di guarigione che ha la comunicazione sulle reti neurali e che intuisce che la rete può fornire commons attraverso la comunicazione poiché la rete assomiglia straordinariamente a una connessione tra parti di un tutto.
Poi l’incontro con Miriam. Suggestioni immense che sfiorano le vette dell’infinito. La distanza che si fa sempre più stretta e poi qualcuno si avvicina, una voce dall’esterno di questo mondo che non prevedeva altre presenze all’infuori delle nostre coscienze avvinghiate in un abbraccio che stritola voci che ci parlano e ci cacciano dalla sala. Ma nulla, non c’è modo di svincolarsi dalla corda di luce che ci ha stregati, uno dopo l’altro i riferimenti che come una immensa rete legano due menti che si stringono per poi connettersi e dare luogo a una terza entità che non è più quella delle due distinte.
Avevo avvicinato Di Corinto per complimentarmi e ho incontrato Miriam! Di Corinto sullo sfondo e poi Miriam ma arriva il marito di Miriam. Devono proprio andare via e dopo che lei mi da la bibliografia e io le do la bibliografia onorati entrambi ci allontaniamo a malincuore con un languore infinito, che denota una fame intellettuale che sfiora l’ingordigia che ancora non mi abbandona.
Webliografia:
http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=old&numero=435
http://www.zipman.it/RMS/
http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=3865&numero=221
http://www.hackerart.org/storia/hacktivism.htm
http://www.e-laser.org/articoli/blues54.htm
http://www.futuribile.com
http://www.dvara.net/HK/
http://www.annozero.org/
http://www.neural.it/
http://punto-informatico.it/index.asp
http://www.quintostato.it/
http://www.globalproject.info/art-3733.html
http://www.mediazone.info/site/it-IT/AUTORI/AUTORI/Arturo_Di_Corinto.html
http://www.peacelink.it
http://www.apogeonline.com/webzine/2004/10/20/10/200410201001
Ricavato da "
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Di_Corinto_Arturo"
http://www.dicorinto.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Arturo_Di_Corinto
http://www.wikiartpedia.org/index.php?title=Di_Corinto_Arturo


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1 commento:

monastero.invisibile ha detto...

Anteprima articolo:
Interessante leggere la definizione di hacker, scritta da Arturo Di Corinto, sul sito punto-informatico.it: "Hacker La parola viene dal verbo "To hack", che vuol dire zappare, tagliare, spezzare, ...

Articolo completo:

Interessante leggere la definizione di hacker, scritta da Arturo Di Corinto, sul sito punto-informatico.it:


"Hacker
La parola viene dal verbo "To hack", che vuol dire zappare, tagliare, spezzare, sminuzzare, aprirsi un varco. Gli hacker sono quelli che aprono sentieri fra le righe dei codici informatici per renderli più efficienti e ottimizzare il lavoro delle macchine, risparmiando tempo e fatica agli operatori umani. Hacker è il nerd, il secchione, quello che sta chino sui libri che, come lo zappatore, curvo sul suo lavoro, è apparentemente indifferente a tutto il resto. È un geek, un geco, attaccato con le ventose allo schermo del suo computer. Ci sono hacker etici e hacker non etici. Quelli che sfruttano la loro bravura con Pc, telefoni e reti informatiche per guadagnarci, e quelli che mettono le proprie competenze al servizio della comunità, senza danneggiare alcuno ma solo per costruire strade e indicare nuovi orizzonti. Gli hacker vengono pure classificati in white hats, gray hats, black hats, e poi ci sono i lamer e gli script kiddies, ma il nome per chi viola sistemi informatici e danneggia le reti di comunicazione è uno solo: cracker. E non è detto che non abbia un'etica. I più famosi? Capitan Crunch, Richard Stallman, Dimitri Sklyarov. Ma i più sono sconosciuti."

Tratto da: http://punto-informatico.it