giovedì 16 aprile 2009

In totale disaccordo sul futuro delle Cesine


In totale disaccordo sul futuro delle Cesine
di Antonio Bruno
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“Noi abbiamo il dovere di Noè ovvero quello di mettere in salvo la natura dall’impetuoso sviluppo della civiltà!”.
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Ieri 15 aprile 2009 sono stato alla Masseria delle “Cesine” una località in agro di Vernole (Lecce) per partecipare ai lavori della tavola rotonda avente per tema “Le Cesine patrimonio naturale del territorio salentino”.
Un giovane e paffuto direttore guida questa riserva naturale da due mesi e mezzo. Il nome del Direttore è Dott. Carmine Annichiarico non è di Vernole e nemmeno di Lecce. E’ stato mandato qui dal WWF nazionale e dopo questo tempo ha deciso di organizzare una tavola rotonda dove sono presenti tutti gli attori che partecipano a vario titolo alla responsabilità delle “Cesine” per mettere in comune le risposte a una domanda: “Cosa possono essere le Cesine?”.
Il bravo e simpatico Direttore riferisce che hanno lavorato per due mesi e mezzo nel più assoluto silenzio, ci partecipa la notizia che i lavori di ristrutturazione della Masseria “Le Cesine”, che si stanno effettuando, saranno consegnati il 19 maggio 2009.
Poi ripropone le domande e lo fa nella qualità di rappresentante dell’Ente Gestore che è il WWF. Le domande sono rivolte agli attori convenuti per prendere parte ai lavori della Tavola Rotonda e sono:
Quale idea si deve avere della Riserva “Le Cesine”?
Quali sono gli altri attori che potrebbero essere interessati?
Quali sono le aspettative?
Il giovane Direttore riferisce che il WWF in qualità di Ente Gestore ha una vecchia convenzione con l’ERSAP, inoltre ci annuncia che ha aperto un ufficio del WWF nella Piazza di Vernole che ha come finalità quella di sensibilizzare la cittadinanza.
Spiega che la Spiaggia delle Cesine è del Comune e che ci si può fare il bagno. Comunica di aver ascoltato varie idee sulla Spiaggia ma che è certo che alla pulizia della stessa deve provvedere il Comune.
Detto questo hanno inizio gli interventi della Tavola Rotonda e prende la parola il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione. Afferma che questa discussione rappresenta un punto di svolta, che è contento perché si inizia a discutere. Afferma che i cittadini di Vernole sono morti nelle Cesine quando era una zona malarica. Inoltre ricorda a tutti che i Vernolesi vivevano di pesca e di caccia.
Si esprime in dialetto per ricordare “LE COTE” che sarebbero le quote di terreno assegnate ai cittadini di Vernole per la coltivazione oppure i lavori “ALLU CANALE” che poi è il Canale “CAMPOLITANO” scavato dai Cittadini di Vernole per pulire l’area dalle acque delle paludi.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione volge poi lo sguardo alla Masseria “Le Cesine” che appena 30 – 40 anni fa era piena di bestiame e a testimoniarlo ci sono le batterie di mangiatoie. La Masseria oltre che essere luogo di lavoro era anche centro in cui gli allevatori si incontravano per gli scambi commerciali.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione afferma che adesso quest’area è valentissima dal punto di vista scientifico, e lo testimoniano il Prof. Marchiori e Medagli dell’Università del Salento, afferma inoltre che tale area è bella dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Ricorda i posti che la caratterizzano come “Pantano Grande”, “Pantano Piccolo” e i vari laghetti presenti all’interno della Riserva.
E poi il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione si affida a un immagine che manifesta la voglia di fruire di quei luoghi da parte dei suoi cittadini “In punta di piedi ma i Vernolesi vogliono entrarci!”.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione dice che insieme all’Università del Salento bisogna affrontare i guasti, come quello della Duna che si abbassa e del conseguente ingresso dell’acqua salata nei pantani salmastri. Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione poi si fa ardito affermando che “Le Cesine” non possono essere una Teca chiusa e che non si può vivere in contemplazione della Riserva!
Ci sono state varie polemiche ma secondo lui devono essere superate perché attraverso un programma attento i Cittadini di Vernole devono lavorare di concerto con il WWF.
Le Cesine rappresentano un luogo con equilibrio delicato e il mare, rompendo la Duna, è penetrato nel Pantano Grande. Questo fatto determina che il sistema salta.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione cita la Provincia di Lecce che ha fornito le risorse finanziarie e l’Ing. Antonio Pulli che dovrebbe risolvere tecnicamente il problema.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione continua la sua analisi affermando che l’accesso alle Cesine è un diritto primario dei cittadini di Vernole . Ricorda che Vernole con “Le Cesine” erano la cenerentola rispetto alle altre aree protette ma riconosce che adesso c’è un vento nuovo. In funzione di questa novità ecco che c’è la necessità di portare al tavolo della discussione le varie esigenze. Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione rappresenta le esigenze dei Cittadini che sono quelle di un vantaggio di lavoro e di immagine che intendono trarre dalle Cesine.
Il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione porta come esempio l’imprenditore Mauro DELLA VALLE che dimostra il fatto che quando si ha una proposta credibile c’è la conseguente crescita della Comunità.
Prende di nuovo la parola il giovane direttore delle Cesine per ricordare un articolo apparso sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 1971 scritto dal Dott. For. Raffaele Congedo in cui si riferì della mattanza di 1.500 folache ad opera dei cacciatori. Le parole di Raffaele Congedo in tema ambientale rappresentano un monito per tutti noi.
Interviene l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo per segnalare l’assegnazione al Comune di fondi regionali finalizzati alla salvaguardia del litorale e specificamente del cordone dunale delle Cesine.
I patrimoni che vanno salvaguardati pur essendo piccoli come dimensione sono grandi dal punto di vista della storia.
Le questioni ambientali si presentano sempre con la necessità di mettere insieme termini e valori che sono difficili da far convivere come lo sviluppo con la tutela e la crescita con la salvaguardia.
I parchi della Provincia di Lecce sono tutti costieri e stanno tutti lungo il profilo della Penisola Salentina e distanziati tra di loro.
La Provincia di Lecce attraverso l’Assessorato all’Ambiente ha formulato una proposta sia alla Regione Puglia che al Ministero dell’Ambiente per la elaborazione di un Progetto Sperimentale che realizzi UN SISTEMA DI RETI ECOLOGICHE. Tale progetto sarebbe l’inizio di uno sviluppo attivo per tutto il territorio. A questa proposta ha dato già il suo assenso la Regione Puglia.
In pratica si tratta di procedere alla costruzione di un sistema che faccia in modo che le diverse realtà vivano in sinergia tra di loro e con l’intero territorio.
L’area delle Cesine, afferma l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo, è interessante e la Comunità sente quest’area come facente parte della sua storia e in tal modo si tutela di fatto il luogo.
Tale affermazione dovrebbe far riflettere qualunque ente che intenda interessarsi di gestione territoriale laddove la popolazione deve essere sempre partecipe attivamente.
L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo riferisce che nei progetti di Area Vasta vi è una scheda di ampliamento e tutela della naturalità che riguarda la Riserva della Cesine.
Ricorda che la Provincia di Lecce è uno strumento di supporto e proprio per questo afferma che in tale ruolo si estrinseca la necessità di un Ente sovracomunale necessario a questo territorio che ha realtà comunali piccole che hanno necessità di coordinamento.
Fa l’esempio del parco di Otranto in cui i Comuni che sono gli Enti gestori hanno chiesto che la provincia di Lecce entrasse nel Consorzio.
L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo riferisce dei Piani dei Parchi e dei Piani paesaggistici di II Livello. Inoltre ricorda che il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Lecce (PTCP) definisce il Salento come Area Urbana in un Parco.
C’è la necessità di valorizzare il Salento con un offerta turistica molto alta. Già durante la pausa pasquale gli imprenditori degli stabilimenti balneari hanno chiesto di far partire la stagione.
L’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo afferma che nel Salento è improponibile il modello emiliano dell’industria della balneazione ma che invece è auspicabile che prenda piede un turismo di qualità come quello proposto nel PUG di Carpignano Salentino che prevede uno sviluppo proprio collegato alla circostanza di essere a ridosso del Parco di Otranto.
Prende la parola il Comandate del Corpo Forestale dello Stato di Lecce Dott. Mario Mazzeo per ricordare che alle spalle ci sono 30 anni di discussione sull’argomento di come si debbano fruire le Cesine. Per quanto riguarda la sua veste di rappresentante del Corpo Forestale dello Stato lui ha il compito di far rispettare la legge poiché la forestale è un organo di tutela.
Cita il discorso fatto ai giovani nel 1971 dal suo predecessore Dott. For. Raffaele Congedo “Noi abbiamo il dovere di Noè ovvero quello di mettere in salvo la natura dall’impetuoso sviluppo della civiltà!”.
Per quanto riguarda la bonifica delle Paludi di Vernole e quindi anche di quella delle Cesine ricorda che l’Opera fu affidata alla BONIFICA FERRARESE che realizzò anche le strade che vanno verso il mare e che solo le maestranze di tali lavori furono rappresentate dai cittadini di Vernole.
Ricorda che la superficie della Riserva è di circa 600 ettari e che l’entroterra rappresenta la zona coltivata a ridosso delle Cesine da dove arrivano gli incendi.
A Est c’è il mare a sud la strada bianca e a nord la strada del pesce. A lui le Cesine appaiono un fortino da espugnare più che un bene da tutelare.
Inoltre afferma che gli interessi economici e turistici stridono con quelli naturalistici e che quindi a suo avviso non si possono fare tutte e due le cose.
Nella fruizione della Natura non può prevedersi un turismo di massa, secondo il Dott. Mario Mazzeo tale fruizione prevede la compatibilità e la sostenibilità solo con un turismo colto.
Gli interventi che potrebbero valorizzare il territorio del Comune di Vernole dovrebbero riguardare il ripristino delle vie dell’olio e del vino attraverso il ripristino dei tratturi e delle “carratizze” (strade modellate dall’acqua piovana) rimuovendo l’asfalto di cui sono ricoperti. Inoltre si potrebbero recuperare le Torri Colombaie, quelle di avvistamento e le antiche masserie.
Nel 2000 il premio nobel Paul Crutzen , insieme a Eugene Stoermer , ha coniato il termine antropocene per designare la nuova era in cui è entrato il pianeta terra da quando homo sapiens ha iniziato ad alterarne in modo significativo la superficie ecco perché è necessaria una salvaguardia attenta e puntuale.
E’ intervenuto Piero Medagli dell’Università del Salento per riferire di un suo Studio sulle Cesine dove ha scritto di aver censito 400 specie vegetali nella riserva di cui alcune a rischio estinzione. Racconta dell’Orchidea Periploca Greca che un incendio distrusse completamente e della circostanza che aveva fatto si che l’Università avesse raccolto dei semi e da questi semi avevano ottenuto delle Piante che hanno riportato nelle Cesine, nel 1999 – 2000 questo rappresentò la reintroduzione in situ di una Pianta estinta.
Piero Medagli afferma che vi sono delle problematiche che bisogna affrontare di concerto come quella della salinizzazione dei pantani che modifica la flora e la fauna.
Poi apre il doloroso capitolo della Cannuccia di Palude (Phragmites australis) una pianta erbacea perenne della famiglia delle Poaceae. È l'unica specie del genere Phragmites. È una specie erbacea perenne, rizomatosa; può raggiungere anche i 4 metri di altezza. Questa pianta a tutti nota tende a chiudere gli specchi d’acqua. In tal modo scompare la possibilità di ospitare specie faunistiche e tra queste i Tritoni. Poi tale Cannuccia di palude ha fatto scomparire l’URTICULARIA che costituisce il genere più grande di piante carnivore, vi appartengono infatti circa 215 specie che vivono in acque dolci o in suoli saturi di acqua di tutti i continenti eccetto l'Antartide. Questa pianta carnivora è presente a Fontanelle, nelle Cesine e a Lago salso, ma per la cannuccia rischia di scomparire dalle Cesine infatti le canne hanno invaso e la pianta è scomparsa.
Inoltre i cambiamenti climatici in atto hanno favorito le PIANTE ALIENE come l’Acacia che sta diventando invasiva, o la canna domestica (Arundo donax) di origine asiatica che sta causando popolamenti densi monospecifici.
Non essendo potuto venire il Dott. Giuseppe Mauro Ferro Alto Dirigente della Regione Puglia lo stesso ha delegato il Dott. Luigi Melissano dell’Area Sviluppo Rurale della Regione Puglia. Immediatamente il simpatico direttore delle Cesine si è affrettato a comunicare ai presenti che le autorizzazioni per la raccolta della legna alle Cesine andavano rivolte proprio al Dott. Luigi Melissano.
Di suo, invece, il Dott. Melissano ha subito esordito affermando che l’unico Parco che funziona bene nel Salento è quello di Porto selvaggio – Palude del capitano. Degli altri parchi esistono solo i nomi e forse qualche cartello che li delimita. Poi dice una cosa che potrebbe sembrare banale ma che ha avuto invece un effetto devastante. Il Dott. Luigi Melissano si dice consapevole che esistano delle situazioni straordinarie sulle quali intervenire ma afferma che non esista ancora chiarezza su chi deve fornire le risorse finanziarie per l’ordinarietà.
Fa un esempio. Entro il 15 giugno 2009 bisogna realizzare le fasce parafuoco per gli incendi, chiede se le si stiano facendo? Poi racconta che gli uccelli che dovrebbero trovare rifugio alle Cesine preferiscono gli stagni del depuratore che è dentro alle Cesine agli stagni delle Cesine.
Ci vogliono le risorse economiche e dice che bisogna necessariamente stabilire se devono essere pubbliche o private.
Quindi conclude affermando che vi è la necessità della ordinarietà degli interventi e il reperimento delle risorse finanziarie.
Interviene ancora una volta il simpatico e paffuto direttore delle Cesine che afferma che annualmente ricevono un finanziamento dal Ministero dell’Ambiente ed hanno solo quell’entrata. Uno dal pubblico ha chiesto a quanto ammontasse quell’entrata e il simpatico e sorridente direttore l’ha rimandato al Ministero dell’Ambiente per farselo dire. Io ho tentato di fare una ricerca su Internet ma sinceramente non ho trovato nulla.
Inoltre c’è il vincolo della durata del contratto che non consente di fare progetti per essere finanziati in quanto bisogna avere la disponibilità del bene.
E’ poi intervenuto il Dott. Michele Loffredo Dirigente del Demanio Regionale. Ha subito precisato che la Regione non gestisce il suo demanio ma che la stessa delega ad altri soggetti e soprattutto non usa i suoi beni per fare cassa ma per favorire la fruizione di un turismo colto. Ci racconta di suo nonno che era stato deportato in Germania in un campo di concentramento e che gli diceva che i tedeschi se sono soli camminano ma se sono in due marciano.
Bisogna che la costa che è una risorsa fragile sia utilizzata da un turismo sostenibile. I turisti di massa sono come le cavallette!
Cita il giovane imprenditore Mauro della Valle che ha un nuovo modo che impedisce l’uso rapace delle coste e l’avvento di Moli che non tengono conto delle unità fisiografiche.
Inoltre nota la presenza di un convitato di pietra rappresentato da quelli che mancano e che si interessano di ambiente.
Ricorda i Regi Tratturi, quelli della transumanza che partono tutti da Foggia, da un luogo fisico che si chiama Epitaffio. Un tratturo è una strada percorsa dalle greggi larga 111 metri e nel Salento c’è n’è uno che arriva a Porto Cesareo.
E’ poi intervenuto il nuovo Presidente Regionale del WWF avvocato Antonio De Feo per rappresentare tutta la disponibilità del neo eletto consiglio del WWF Regionale.
Dopo questi interventi è intervenuto di nuovo il Sindaco di Vernole Dott. Mario Mangione che ha affermato il principio secondo cui il territorio appartiene a chi ci vive. Dice che fece spostare la statale per le Cesine. Lamenta che dei 9,5 chilometri di Spiaggia del Comune di Vernole solo 1,5 chilometri possono essere utilizzati dai cittadini.
Denuncia frangiflutti realizzati sul bagnasciuga, guasti alle dune e chiede se sia giusto che i Cittadini di Vernole debbano pagare la pulizia di 8 chilometri di spiaggia su cui poi non potranno farsi mai il bagno.
Ricorda che quando ha ottenuto i soldi per chiudere la statale 611, gli altri progetti presentati per Vernole non sono stati ammessi a finanziamento. Come Sindaco desidera uno sviluppo economico – turistico – naturalistico e propone di mettersi intorno a un tavolo per trovare una soluzione.
Dichiara che il WWF viene percepito come un estraneo dai Cittadini di Vernole, ricorda che non sono più i tempi del 1971 quando si uccisero 1500 folache e ricorda i racconti di caccia nelle Cesine che gli faceva suo nonno. Riconosce che il nuovo Direttore ha fatto delle aperture anche se dopo 2 mesi e mezzo di proposte non si arriva mai a una conclusione.
Interviene di nuovo l’Assessore all’Ambiente della Provincia di Lecce Dott. Gianni Scognamillo per riferire della scelta di cancellare il progetto della scellerata “circumsalentina” riportando le risorse alla messa in sicurezza della Provinciale 1 Lecce Melendugno con la realizzazione delle rotatorie.
Propone aree di sosta arretrate rispetto alla costa, con trasporti leggeri e non inquinanti come quelli elettrici, propone la priorità ai piani anti incendio nei parchi e riferisce che la Provincia di Lecce ha in animo di realizzare il portale dei Parchi in modo che il turismo si possa spalmare sul territorio.
Poi ricorda che il discorso sulle Masserie del Salento è strategico perché porterebbe a realizzare un albergo diffuso senza il bisogno di nuove costruzioni.
Ricorda ancora l’utilizzo della Posidonia oceanica (L.) per il ripascimento dei cordoni Dunali. Incita a fare Piani e progetti da sottoporre alla Provincia di Lecce poiché vi sono le risorse per costruire un progetto equilibrato per la tutela, salvaguardia e fruizione delle risorse Naturali.
Un ultima chicca è quella che la Legge sulla tutela e l’uso della costa prevede un Piano regionale delle Coste che vincola la formazione dei singoli piani comunali delle coste. Oltre ad aver scoperto che la costa pugliese non è come dicono tutti i testi di 840 chilometri ma di 970 chilometri abbiamo appreso che il Piano Comunale delle Coste prevede lo studio delle aree contermini sino al 3 –5 chilometri verso l’entroterra.
E’ seguito un vivace dibattito dove le divisioni si sono rese ancora più evidenti. C’è ancora molta confusione ma speriamo che prossimamente ci si trovi intorno a un tavolo magari per mangiare prima qualcosa e poi, satolli, scambiare quattro chiacchiere amichevolmente per trovare finalmente l’armonia e una soluzione CONDIVISA per “Le Cesine”.

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