domenica 31 maggio 2009

L’altro attraverso il tatto


L’altro attraverso il tatto
Appunti dalle lezioni del Prof. Massimo Fagioli redatti da Antonio Bruno.

Si sono mosse molte cose. Non siamo immuni dall’influenza dell’ambiente esterno. Avvenimenti esterni possono influenzare il pensiero. La ricerca umana nei riguardi di se stesso tocca vari campi della scienza. Le persone perché si muovono in un senso o nell’altro. Come si è diffuso un interesse, una curiosità, una simpatia che non c’è mai stata nei riguardi di una ricerca del “Conosci te stesso”. E’ una simpatia che c’è nell’aria, che si percepisce dappertutto. Cos’è la fantasia di separazione? Si disse 40 anni fa, ma nessuno sentiva, nessuno ascoltava. Buffalmacco e Calandrino. Avevano fatto uno scherzo a Buffalmacco dicendo che bevendo una pozione sarebbe divenuto invisibile. Tutti facevano finta di non vederlo e lui però non credette di essere invisibile!
Pulsione di annullamento ma non volle credere che per tutta Italia ed Europa che non esisteva per quello che era, anche se esisteva.
Tutti vogliono sapere che cos’è la Fantasia di Sparizione. Fantasia di Sparizione come una bella donna. Un medievale andava in giro a trovare la donna amata, come il Guerrin Meschino verso Oriente alla ricerca di un immagine diversa da se stessi.
Giacomo Valentini e i poeti siciliani, l’idealizzazione della donna con il dolce stil nuovo. L’immagine femminile del diverso dal maschile si legasse al linguaggio articolato del parlare ma anche a una identità umana che andava definita perché non era stata definita.
Entrò in crisi quell’identità che era stato stabilito da altri 2.000 anni. L’identità di relazione era soltanto maschile come stabilito dalla filosofia del mondo greco.
Prima c’era un modo di pensare, e di pensare il rapporto con la natura mediante figure. La figura di Minerva, la figura di Proserpina che davano un nome ai fenomeno naturali. Teti era un fiume, Stromboli e l’Etna era Vulcano. L’amore era Venere. Nel 685 avanti Cristo ci fu Talete che disse di smetterla con le favole. L’acqua è acqua, la Terra è terra mica Gea progenitrice, il fuoco mica si chiama Vulcano, e l’aria non è Eolo arrabbiato, è aria.
Per portare la cosa percepita al linguaggio verbale a quella certa cosa molto strana. Quella certa cosa per cui si va verso la simbolizzazione. C’è la possibilità di far uscire dalla gola dei suoni. Chissà se gli animali che un illustre prof ha insegnato hanno una lingua per cui il Cervo eccitato chiama con un suono la Cerva. C’è un dubbio: ma è vero che magari questi suoni dall’elefante al cervo per fare il linguaggio come le api che con la danza illustrano il percorso per i fiori. Però non indicano mai le cose della natura. C’è sempre un rapporto tra di loro. Un rapporto interanimale, da animale ad animale. Era l’elefantina che mandava onde Herziane al di sotto dei 20 Hz e non era l’elefante che chiamava l’elefantina. Come con i profumi. C’è una comunicazione tra gli animali ma non parlano. Il linguaggio degli animali non ha la grammatica. Uno può disinteressarsi della grammatica. Perché la differenza è che il linguaggio articolato è l’unico. Invece il linguaggio nasce da dentro il corpo umano, poi utilizza il cinese ecc per parlare con gli altri. Ma viene dall’organismo e diventa cosa visibile, si manifesta da quello che si percepisce da fuori. La differenza dall’animale non è perché l’animale non ha la grammatica ma che i suoni che emette sono diversi.
Il vagito del neonato è un suono che sembra anonimo dato che è addirittura più simpatico del belato del cerbiatto. L’orecchio umano lo sente ma come si fa a adire che è completamente diverso. Il cerbiatto per i suoi 20 25 anni continuerà a belare in maniera identica al primo belato della nascita. Il bambino nel corso degli anni trasforma il vagito in linguaggio articolato in cui modula il linguaggio in maniera tale che comincia l’indicazione delle cose in maniera tale che nessun cerbiatto ha mai fatto.
Come accade questo fatto? Il corpo umano una volta che si è formato nei 9 mesi di gravidanza è completo e una volta nato non si modifica. Il corpo si sviluppa in grandezza ma la forma del corpo non cambia mai più.
Perché a monte era necessario fare un nesso di voler cambiare la natura umana modificando il corpo come i nazisti che facevano i trapianti, tanto violenti quanto stupidi non vedevano nulla della realtà umana che stiamo cercando di vedere che si differenza dalla natura animale per la stazione eretta, opponente del pollice, angolo del foro occipitale con il suolo terrestre. Ma è diversa per un’altra ragione, c’è qualcosa di diverso in quello che si chiama mente umana che è diversa da quella animale e non perché l’uomo impara la grammatica ma per qualche altra coda che è rimasta invisibile. E’ la mente che è modificata rispetto a quella animale anche se c’è il vagito che sembra uguale a quello del cerbiatto ma che è diverso perché ha una potenzialità di trasformazione e a due anni diviene linguaggio articolato. Che c’è sotto al vagito che è invisibile? Per cui poi diventa linguaggio articolato per cui il pane si chiama pane e così via. Bisogna cambiare il metodo di ricerca e aprirsi e imparare dai filosofi? Anche se i filosofi si sono separati dal rapporto con la realtà materiale per fare elucubrazioni che sono lontane dalla realtà. Ci potrebbe servire il metodo medico, l’esame obiettivo, la visita medica, la necessità di fare diagnosi. Era necessario da un piccolo suono da un crepitio vedere quello che non è visibile. Se c’era metà del polmone piena di liquido va curato in un certo modo insomma con la visita medica si deduce cosa c’è. Che c’è dietro al vagito? Dopo due anni diventa linguaggio articolato e si dice che glielo ha insegnato la mamma. Provano a farlo con i pappagalli ma al massimo ottengono che riproducono come i computer. Anche se hanno insegnato un po’ di grammatica e di matematica alla scimmia, distingue tre da trenta. Il meccanismo fisiologico della ripetizione non ha rapporto con la realtà, mentre il linguaggio articolato del bambino ha rapporto con la realtà.
La poesia di Montale, quello parla ma non indica affatto le cose:

Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida,rivolgendomi vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andró zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

Eugenio Montale da Ossi di Seppia

La poesia non parla di cose reali. Quindi non ha rapporto con la realtà? Quindi è un autismo precoce infantile? Ma è un po’ difficile dire che Montale aveva di questi problemi. E allora cosa pensare e dedurre? Perché utilizza le parole imparate? Sembra dissociato.
Eppure il vuoto non c’è! O è dissociato oppure utilizza le parole che ha ascoltato e che ha imparato non per parlare a vanvera ma per indicare qualcosa di non direttamente percepibile.
I cani e i cerbiatti non sono poeti. Che sia questo il problema della differenza tra il suono che emette un animale e quello dell’essere umano? Sta nel suono! Ma all’inizio non si distingue. Cos’è che da un suono diverso al linguaggio dell’uomo rispetto al cardellino? O la cinciallegra che sembra una donna la mattina che si alza dopo una notte d’amore. I suoni determinano nella mente umana una fantasia? Per cui invece di essere scientifici i suoni anche anonimi scatenano una reazione di fantasia nell’essere umano. Allora non è che il bambino quando impara a parlare ripete meccanicamente quello che ode ma utilizza quello che ode per realizzare una fantasia. Lo stile acustico del suono determina che sembra che ripeta quello che gli hanno insegnato ma in verità è una creazione sua. Ma per creare qualcosa gli servono un pennello e i colori.
Non sarà il contrario? Ovvero che gli animali hanno una grammatica e l’uomo no? L’uomo vede, percepisce lo stimolo e poi lo trasforma e nella misura in cui lo trasforma c’è il rischio che l’altro non capisca.
Le indicazioni stradali servono e devono essere uguali per tutti. Il pane è uguale per tutti anche se ha tantissime forme diverse è sempre pane. C’è un idea, un’immagine di fondo per cui anche se tante forme diverse sempre pane è. Un idea di pane che non è legato a una forma. Allora che c’è sotto al vagito del neonato se poi porta tutte queste complicazioni. Qui bisogna lavorare con il metodo deduttivo che non è scientifico che è percezione e possibilità di verifica da parte di tutti. Ma Qui dobbiamo dedurre che c’è qualcosa che è una trasformazione. E’ il vagito che poi si trasforma ed è lo stesso suono che va a posarsi su quello che ha udito. Il vagito si posa sull’espressione letterale della mamma. Se uno ha una mamma come il computer che ti cancella le parole e che deve prendere il vestito del suono con cui è nato. Il feto nell’utero non ha la vista e non ha nemmeno l’udito. La sensibilità neuropsichica è solo nella pelle. Le orecchie non funzionano e non funziona nemmeno la retina che non c’è nei primi sei mesi. La luce nell’utero non entra. Scoperta USA la retina si forma dopo 24 settimane. Allora senza stimolo luce e suono nasce e invece di respirare in silenzio grida ueeeeeee. E non è la ripetizione di ciò che ha udito. Che cos’è quest’altra cosa?
C’era il dolce stil novo in cui s’è detto con Dante nel Purgatorio qual che mi ditta dentro vo significando. Quindi il vagito è qualcosa che viene da dentro l’organismo umano che nasce. Ma per fare funzionare i muscoli è il cervello e allora che cosa c’è che prima non c’è. Il cervello si mette a funzionare, ma prima non funziona? La prof.ssa Gatti ha detto che l’elettroencefalogramma è piatto nel feto, quindi il cervello si mette a funzionare alla nascita. Questo meccanismo neurologico che muove i muscoli il cervello funziona si muovono i muscoli e c’è il vagito. Questa è una logica alla Oddifreddi, ma questa è dell’ululato del lupo, ma non del linguaggio articolato che è determinato da qualcosa di invisibile e non direttamente percepibile.
Per fare funzionare il cervello ci vuole uno stimolo o un miracolo. Qual è l’unico stimolo possibile per far funzionare il cervello, non è per la pressione dell’aria che è di un atmosfera. Ma se nel canale del parto c’è una pressione di 25 atmosfere e non respira perché affogherebbe. E allora qual’è lo stimolo? Cacolammine ed endorfine prodotte per evitare il dolore. Non si distinguono le papille tattili da quelle dolorifiche. Qual è lo stimolo, non è lo sculaccione o l’aria. E’ la finestra sul mondo, formatasi la retina che è l’unica aziona in cui la distanza cerebrale è aperta all’esterno, la sostanza cerebrale non può essere stimolata con un dito nell’occhio. Quindi è la luce lo stimolo che prima non c’era. E’ la luce che scatena l’attività. Non è il suono perché non è direttamente esposta. L’unica zona esposta sono gli occhi in cui può entrare la luce che non ha massa e non rientra nella categoria della materia. Il cervello funziona non solo in maniera neurologica, funziona in maniera specificatamente umana.
Retina, distanza cerebrale e gli occhi servono a vedere, questo stimolo passa dal nervo ottico che va a finire nel lobo occipitale che è zona visiva. C’è quel mistero che nessun prof. ha spiegato. Un essere umano si forma una figura nella retina di mezzo centimetro. Perché lo vedo fuori di me dritto e di un metro e ottanta. E lo rovescia il nervo ottico. Ma come lo vedo grande e con il tatto vedo che è la realtà che è davvero grande. Dove succede il raddrizzamento dell’immagine che si è formata? Nel lobo occipitale e in particolare nella corteccia occipitale, quindi il cervello ha il potere di formare o di riformare l’immagine? Si! Ma questo non spiega il vagito. Perché da piccolo vagito può divenire grande vagito ma non linguaggio articolato. Il cervello umano fa la trasformazione del percepito, quindi basta trovare questo cambiamento avvertire la trasformazione. Nei sogni si vede in continuazione che una cosa percepita nel sogno viene trasformata. Una cosa pensata può essere trasformata in immagine. Questo può al massimo portare a una interpretazione, ma questo non sarebbe stato terapeutico. Ci saremmo limitati a comprendere il lavoro di un artigiano che trasforma il legno in un tavolo. Ma oltre l’artigiano c’è l’artista che fa di più della trasformazione inventa qualcosa di nuovo. La trasformazione non c’è nel neonato ma nell’adulto. Allora la luce deve determinare una reazione nel cervello e si deve formare qualche altra cosa. Cioè quella che distingue l’essere umano dagli animali oltre all’opponendo del pollice. Nel feto il cervello non funziona, poi invece funziona, ma in che modo funziona? Nel seguire il discorso del vagito che poi si trasforma, come se avesse un’energia interna, il barrito dell’elefante funziona in maniera neurologica, ma prima non c’è niente e quindi non c’è quello che caratterizza l’essere umano dagli animali cioè il pensiero, nasce il pensiero, ma non basta, che vuol dire pensiero, non ha una identità. C’è il pensiero dello scienziato o quello su una donna. Ma cos’è? Idea? Ma anche idea posso avere mille idee. Perché qualche pittore bravissimo è profondamente depresso che diceva che è bravissimo a dipingere ma non aveva idee e quindi era depresso. Allora pensiero e idea pur se dipinge bene. La parola è immagine, l’idea non può essere un linguaggio articolato, l’imago, nel neonato c’è l’immagine. Per cui non si distingue la figura del rapporto cosciente del dove ho lasciato la macchina, dove ho lasciato la giacca, una figura precisa che ti fa riprendere le cose e ele riconosci. Non c’entra è un immagine che bisognerebbe costruire questo pensiero che nasce da dentro il pensiero uomo – immagine, confessa l’impotenza o stupidità o realtà. Ha dato retta ai pazienti e ha chiamato questa immagine che è la memoria di quella sensazione che la pelle del feto può avere con il liquido amniotico e la memoria era per l’acqua un mare. Li ha messo insieme quello che era la sua calma con quello che gli hanno detto gli altri il mare calmo ovvero lui forse è nati calmo ed è rimasto a lungo calmo. Quando i pazienti stavano meglio sognavano il mare. Prima idea immagine “Inconscio Mare Calmo”.
C’è questa nascita dell’immagine. Questo fu detto nel 1979 – 1980 nel film “Salto nel Vuoto” di Marco Belloccio che finisce con lei che sogna il mare. Quello aveva già capito la storia della nascita e l’aveva proposta in questo modo dopo il suicidio del fratello giudice. Perché pare che dopo 30 anni questo regista ha fatto un altro film in cui c’è un movimento di immagini di estremo interesse, il tema è vecchio o risale al tempo di Ulisse e Giasone e si è ripetuto 1000 volte. L’uomo per essere uomo deve abbandonare l’amore e il desiderio per ritornare alla madre dei suoi figli che fedelmente lo aspettava e che per 20 anni era rimasta casta. Giasone lo stesso. Giasone era la storia della Medea che l’aveva aiutato a conquistare il vello d’oro la abbandona per sposare la principessa. C’è la storia del giovane Mussolini che da socialista rivoluzionario anarchico diventa pacifista e interventista e abbandona la donna Ida Valzera che si muove in maniera anticonformista. Ma non è chiaro se diviene pazza. Era una donna intelligente, colta e ricca. Una specie di Marcegaglia. Non era quella che è a casa e cucina bene, quando viene abbandonata da in escandescenze e poi si scontra con l’antico amante che era divenuto uomo potente prima e dittatore poi.
Il 5 gennaio del 1925 lei va a finire in manicomio dove resta e muore. Lui nel 1945 a Piazzale Loreto. Questa storia che è quella di Giasone viene raccontata con immagini particolari. E per considerare il rapporto con la realtà una certa stampa cerca di distruggere film e regista perché vorrebbe portarlo tutto al racconto del fatto storico. Come se fosse un inchiesta poliziesca. Il discorso è che Bellocchio prende la percezione la storia per fare delle immagini che non dicono esattamente come stanno le cose ma delle immagini che dicono qualche cosa del non immediatamente visibile e queste immagini parlano con l’aria l’atmosfera. C’è il racconto della tragedia greca per il modo di fare immagine. Pochi colori, contano i chiaro scuri, il passaggio da buio alla luce. Ha ricreato in maniera diversa il cinema muto di fine ottocento, quello che contava era fare delle immagini che parlassero. Poi con il sonoro e di più con il colore è come se si fosse persa la possibilità di parlare attraverso immagini. Fa vedere questo dramma di amore e morte attraverso la creazione di questa atmosfera di luci ed ombre e di primi paini che parlano della tragedia che sta sotto. Sotto un uomo nel pieno della vitalità che porta la rivoluzione che non accetta affatto di essere conformista, non accetta il destino di essere un buon padre di famiglia e in questo momento incontra una intellettuale borghese e si lascia travolgere tra desiderio di lasciarsi andare e passione rivoluzionaria. E’ pieno di speranze, di discreto guardare questa cosa il rapporto uomo donna come dovrebbe essere. Poi nel 1915 quando l’Italia entra in guerra diventa interventista e prende i soldi che gli da lei, che aveva venduto tutto per lui, lei che ha abbandonato la sua identità che crea il Popolo d’Italia che era il nuovo giornale. Ma poi lui si allontana per fare carriera politica e realizzare la sua identità. E lei ci sta, gli dice che non vuole nulla. Viene fuori che lui aveva sposato Rachele e quindi il rapporto era fuori il matrimonio e li c’è il conflitto tra realizzazione di una identità e amore. Ci fu un film con lo stesso soggetto rovesciato in cui è lei che abbandona lui che ha avuto una passione amorosa per un certo tempo e sceglie il funzionario. Stessa dinamica rovesciata. Da una parte lasciarsi andare all’amore e desiderio e l’altra la realizzazione d’identità. L’amore non può andare a braccetto con la realizzazione d’identità.
Nella signorina F c’è la fotografia di quella donna che si lascia andare ha una storia ma poi torna nei ranghi e si sposa. E’ come se fosse un disegno un po’ piatto che racconta una cosa che può realizzarsi in un caso o nell’altro. In quello di Bellocchio c’è un respiro che investe 3.000 – 5.000 anni perché questa storia comincia da Ulisse. Quando si è inserita questa storia che si è inserita nel logos occidentale, con donna che assiste un marito filosofo, pensatore e artista. Questo respiro ampio c’è dietro Mussolini c’è il comizio di lei. I primi 5 anni di rivoluzione russa fu totalmente libertaria. Nel 1922 Lenin con la scusa della crisi economica mise la donna dentro casa e l’allontanò la femminista e istituì che chi doveva portare avanti la storia erano gli uomini e le donne dovevano stare in casa.
Ma l’ha abbandonata, Mussolini ha abbandonata questa storia d’amore. Oppure l’ha abbandonata perché è diventato fascista. Oppure è diventato fascista perché si è abbandonata, si diventa fascisti quando sui abbandona il rapporto uomo donna nel rapporto di follia razionale.
Dopo il 1968 c’è stato il riflusso, il ritorno alla norma. Ma nel film c’è la sfida a studiarci che si finisce fascisti quando non si continua la ricerca, quando si riprende quanto costituito nella tragedia Greca nel 500 avanti Cristo.
Si è trovato tra Scilla e Cariddi e ha rifiutato l’organicismo sia la psicanalisi per cui sa fare la diagnosi. Nel quale dice so benissimo che non sei malata di mente per cui se continui a gridare in questa realtà fascista diventi matta. I fascisti ti distruggono se continui a dire che sei la moglie di Mussolini. Ma lei dice che è la moglie del Mussolini rivoluzionario e non fascista. Parlando del rapporto uomo donna da Ulisse e Giasone con la costituzione dell’io razionale parla della realtà attuale. Un articolo apparso sul Manifesto con la faccia di Berlusconi che appare Mussolini, che dice Bellocchio è l’unico regista che conosce la psichiatria e poi perché ha fatto matti da slegare. E’ questo il fascismo. Trasmissione di Vespa che non è di sinistra che deve distruggere la genialità di Bellocchio, Alessandra Mussolini e portando tutto a c’è o non c’è un documento. Quel film è teatro. Non c’è il saltare spazio tempo del cinema e Marco Bellocchio con il teatro non ha nulla a che fare. Quella scena dove c’è il comizio di Lenin nel comunismo c’è dentro una regressione della donna che lo rende simile al fascismo. Il comunismo è stato una trasformazione storica della società, dall’illuminismo che ha portato alle base della democrazia, Marx e Lenin stabilirono che con la distruzione del capitalismo che viveva a spese del lavoro con la dittatura del proletariato. Fare ameno delle libertà democratiche per realizzare l’identità umana. Ma la cosa non è riuscita.
Come facciamo a proporre una nuova identità umana. Prima di tutto facendo psichiatria affrontando la malattia mentale degli esseri umani che gli animali non hanno. Ma sarebbe bene interessarsi per metter le basi di una nuova identità umana sulla realtà uomo donna.
Fare una ricerca per fare la nuova psichiatria che coincide con il tentativo di costruire un nuovo rapporto uomo donna ovvero la ricerca sull’irrazionale, di pensare alla nascita umana, alla natura umana, e per questo bisogna togliersi da questa alleanza che stritola tra Bibbia e Logos Occidentale.
Queste due culture quella della Bibbia del peccato originale con questo logos occidentale che è l’essere umano è solo ragione perché sotto c’è l’animale c’è la pazzia e per cui il controllo è la ragione. Marco Bellocchio ha fatto una opera d’arte geniale. Ci contentiamo della scenetta del giovane psichiatra veneziano che non crede né organicista né psicanalitico nella natura umana. Il rapporto del desiderio finisce con la morte dell’uno o dell’altra o di tutti e due. Tentare una dialettica tra maschio e femmina del diavolo in corpo portava alla realizzazione di due identità in cui lui da l’esame di stato nonostante le bellezze di lei e anche lei che accetta che lui sia riuscito a fare la sua identità. Forse quello era un ideale, una favola o erano pensieri e immagini possibili.
Studiamoci le immagine che fece Marco Bellocchio per raccontare questa tragedia.
Lui racconta la realtà attuale in cui il rapporto uomo donna resiste nell’anaffettività per cui è soltanto un tranquillante. La passionalità dell’inconscio dell’irrazionale, del desiderio che non guarda più la realtà intorno perché quello che conta è il rapporto e soltanto esclusivamente il rapporto, quello avviene guarda per tutta la vita soltanto il rapporto. Il racconto di questa realtà è ben fatta in maniera artistica. E’ una tragedia greca, oppure questa per dire favola di diavolo in corpo in cui lei era destinata alla depressione della moglie che doveva sposare il terrorista perché era pieno di soldi e invece con il rapporto con questo ragazzo si ribella, rifiuta il matrimonio in chiesa, rifiuta tutto quanto per lasciare le cose in sospeso e vedere che cosa succederà poi chi lo sa.
Ma l’importante è la realizzazione della propria identità. A metà c’ha ragione Marco perché il desiderio diventa distruzione se non c’è l’identità ma non l’identità razionale. L’identità razionale non ha niente a che fare con il desiderio. E’ con l’identità irrazionale. Quale? Quella di cui si è scritto sin’ora. Quella irrazionale, quella della nascita, se no non si scopre questa realizzazione non solo della specie umana, rispetto agli animali che si verifica non con la ragione a sette anni, per quello che ci viene insegnato e noi siamo cani ammaestrati che dobbiamo obbedire a quello che ci hanno insegnato, addomesticati. Ma perché realizziamo la nostra nascita per quella che è, perché il nostro pensiero ha la sua base, la sua matrice, nella prima capacità che è immagine è fantasia, e non il linguaggio articolato che viene dopo, perché li c’è soltanto il vagito. Perché è la sola possibilità che si realizzi insieme alle enormi totali differenze tra uomo e donna un uguaglianza completa. La nascita è uguale per tutti. Questo per un discorso logico semplicissimo, che poi se non c’è quella uno non nasce, non c’è anche la nascita fisica se non c’è questa realizzazione del pensiero e quella non c’è pensiero maschile e pensiero femminile, la base e la matrice è il pensiero, ed il pensiero è uguale quindi nel rapporto delle differenze tra uomo e donna, ci deve essere questa base comune di un’identità più possibile forte di essere umano uguale quindi all’altro dal quale essendo uno maschio e uno femmina siamo completamente differenti. Allora se c’è questa che Aristotele chiamerebbe essenza o noi abbiamo detto immagine comune, è immagine, è inconscio mare calmo per tutti? O è ancora di più siamo andati che l’inconscio mare calmo viene un po’ dopo? Perché questa capacità di pensare che però è capacitò di immaginare. E cosa si deve immaginare? Si deve immaginare che esiste un altro essere umano, perché la memoria del contatto del tatto fisico con il liquido amniotico significa che diventa un altro essere umano con cui si può avere contatto. Come se l’altro fosse la trasformazione del liquido amniotico. La ricreazione della realtà fisica, che dovrebbe essere, senza fare tanti discorsi filosofici, il liquido amniotico.

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