giovedì 11 dicembre 2008

I novelli Don Abbondio di San Cesario di Lecce: La fabbrica dei gesti(Carneade)?


I novelli Don Abbondio di San Cesario di Lecce: La fabbrica dei gesti(Carneade)?
I novelli Don Abbondio di San Cesario di Lecce: La fabbrica dei gesti(Carneade)? "Carneade. Chi era costui?".
“Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia..” EURIPIDE
San Cesario di Lecce Via Cerundolo piove. Io nella mia punto che mi avvicino a un signore e gli chiedo: “Mi scusi mi sa dire dov’è l’associazione culturale di Stefania Mariano?”, quello mi guarda come se gli avessi chiesto un milione di euro e dopo una smorfia mi risponde che non ha la minima idea di cosa stia parlando. E’ senso unico sono arrivato quasi allo stop quindi giro a sinistra e poi ancora a sinistra in Via Matteotti già Via Mussolini la percorro tutta sino all’incrocio dove la brutta facciata in stile ventennio della Chiesa di San Salvatore si impone alla mia vista quindi giro a sinistra e poi ancora a sinistra in Via Cerundolo e la percorro lentamente sollecitando gli infastiditi suoni di clacson di chi mi seguiva. Sempre la pioggia a far da compagnia e ancora tante richieste ai passanti per sapere di Stefania Mariano, tutte con la stessa risposta, non sapevano proprio di cosa stessi parlando. Poi mi si è accesa una lampadina e mi sono detto che magari Stefania non la conoscono ma sanno della “Fabbrica dei gesti” non l’avessi mai fatto quando ho voluto precisare che si trattava della Fabbrica dei Gesti, cascavano dalle nuvole e mi suggerivano di andare in Via Matteotti dove c’era una vecchia Fabbrica di Tabacco una delle tante che pullulavano in una San Cesario di Lecce Industriale che non esiste più.Poi un bagliore! Dal balcone di casa mia tante volte ho sentito suoni provenire dal largo della scuola media dove si affaccia il retro di una splendida abitazione di campagna che appare murata dal mio balcone. Ho intuito che quei suoni potevano essere l’esternazione di Stefania Mariano a un territorio che la ignora, che non ne conosce l’esistenza. Lei così attiva, così vitale e schietta destinata ad essere ignorata da un sonnacchioso borgo che alla Piazza e al contatto umano preferisce quello informatico di internet o, peggio, quello ipnotico delle TV.Arrivo e lei mi accoglie calorosamente, è una ragazza davvero pulsante e viva questa Stefania, una che non soffre di vertigini e si arrampica sulle alte vette dell’azione sociale e pedagogica e mette l’arte a far bella mostra di se in modo da essere vita vera come vera è lei e la sua associazione.Entro per la porta stretta e poi una stanza con le sedie disposte come in un auditorium, tante donne. Chiara che mi saluta e si presenta e io “Ciao Chiara”!C’è il Dott. Antonio Aresta in funzione di “Takku ligey" che è un'espressione della lingua wolof, una delle lingue parlate in Senegal, che significa "darsi da fare insieme", il motto della collaborazione del dott. Antonio Aresta con la Presidentessa Stefania Mariano, nell'ambito del Dottorato di ricerca in "Etica e Antropologia Storia e Fondazione" diretto dal Prof. Mario Signore, docente ordinario di Filosofia Morale dell'Università del Salento. Il Dott. Antonio Aresta conduce da quasi un decennio uno studio sulla formazione e trasmissione del sapere presso le comunità dell'Africa Sub-Sahariana. Vedo nel pubblico il Prof. Piero Manni editore di San Cesario di Lecce e Consigliere Comunale di Rifondazione Comunista alla Regione Puglia. C’è anche la Prof.ssa Daniela Litti Consigliere di San Cesario di Lecce delegato alla Cittadinanza attiva e alla pari opportunità e ultima nell’elenco ma prima per importanza c’è Manuela Gigante Presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di San Cesario di Lecce composta da sole donne perché nessun’uomo ha fatto richiesta di entrarvici.Siamo tutti li perché sessant'anni fa, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite riunita a Parigi adottò la Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo che costituisce ancora oggi un altissimo punto di riferimento del dialogo interculturale sulla libertà e sui diritti. E del tutto evidente, ma assolutamente poco praticato, il principio secondo il quale la dignità di ogni uomo, è garantita veramente soltanto quando tutti i suoi diritti fondamentali vengono riconosciuti, tutelati e promossi.La legge naturale, è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli; è una guida universale che tutti possono conoscere e sulla base della quale tutti possono intendersi.Stefania Mariano Presidente della Fabbrica dei Gesti è qui in questo 10 dicembre 2008 a testimoniare il 60° Anniversario della dichiarazione dei diritti umani. La fabbrica dei gesti è nata nel 2007 e si occupa di teatro, musica danza in modo multi dimensionale e interculturale. Vi sono in atto progetti di cooperazione e di promozione sociale internazionale che coinvolgono la Provincia di Lecce e l’Università del Salento. La prospettiva è multi etnica.Ci hanno parlato Rosalba detta Rosi Bove D’Agata nipote di una nonna ROM che l’ha introdotta alla vita dei campi nomadi e che da vent’anni fa questo lavoro iniziata dai Padri Missionari Scalabriniani e da allora sempre in ascolto (con tutti e cinque i sensi) delle persone venute da lontano. La Dott.ssa Bove D’Agata oggi è Responsabile dello Sportello "Servizi Immigrazione Salento" della Provincia di Lecce. Poi c’era l’ Associazione PANGEA con la sua Presidente Ines Filoni e infine la Cooperativa Alma Mundi - Cooperativa Mediatrici culturali con la sua Presidente Francesca De Pascalis e con le mediatrici culturali che sono tutte persone venute da lontano. Le Mediatrici Culturali sono tutte persone che hanno competenze plurime:accoglienza e orientamento, gestione dei conflitti, pedagogia interculturale e psicologia, normative sull’immigrazione.Quella del mediatore culturale è una nuova figura a disposizione di tribunali, carceri, ospedali e scuole.Il mediatore culturale non un semplice interprete, ma una figura strategica, a formazione pluri settoriale, pronta a inserirsi nel tessuto istituzionale per accogliere e orientare gli immigrati in difficoltà. Il Mediatore culturale è un operatore che facilita gli immigrati e i membri delle minoranze etniche ad eccedere ai servizi pubblici. Di solito è lui stesso un immigrato o una persona che ha un’esperienza di vita plurietnica.Il Mediatore culturale è una figura nuova, ancora poco conosciuta, che dovrebbe avere un ruolo soprattutto in quei contesti, come le istituzioni educative (scuole, associazioni), quelle sanitarie ospedali, servizi sociali), giudiziarie (carceri, tribunali) e amministrative (comuni, province), dove è avvertita con maggiore urgenza la necessità di mediare tra culture diverse. Questa figura favorisce quindi il positivo inserimento degli immigrati nella società e mira alla realizzazione delle pari opportunità dei cittadini stranieri nei vari ambiti sociali.Una forte carica comunicativa è arrivata dalla Cooperativa Alma Mundi - Cooperativa Mediatrici culturali Presidente Francesca De Pascalis perché composta da donne tutte venute da lontano nel nostro territorio che collaborano con donne del territorio come la Presidente Francesca De Pascalis.Mentre noi ci occupiamo di addobbi natalizi, mentre noi temiamo dai cenoni di natale gravi attentati alla nostra linea, nel mondo 963.000.000 (novecentosessantatre milioni ) di persone muoiono di fame.Quaranta milioni più dello scorso anno.Io nel mio intervento l’ho detto che questi dati dimostrano che parliamo, parliamo, ma in realtà nessuno cerca di risolvere questo problema.Ora è arrivata anche la crisi, al giornale Radio di oggi i dati dicono che siamo in RECESSIONE! L'Istat conferma la sua stima preliminare: l'Italia è in recessione tecnica. Il prodotto interno lordo italiano nel terzo trimestre dell'anno è diminuito dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,9% nei confronti del terzo trimestre del 2007. Si tratta del secondo trimestre consecutivo con crescita in negativo (-0,4% nel secondo trimestre 2008). E' il dato peggiore dal 1998.Quello che emerge dall’annuale rapporto della FAO ovvero 40 milioni in più di persone umane che muoiono di fame e la recessione dell’occidente e con esso anche dell’Italia, deve far riflettere ognuno di noi.Per riflettere riporto in sintesi i principi fondatori della narrazione della società e del mondo attuale così come stigmatizzati dal Prof. Riccardo Petrella da professore sperimentato, che ha insegnato Mondializzazione dell’Economia all’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, che ha tenuto corsi alla Libera Università di Bruxelles (sezione olandese) e che ha partecipato alla creazione dell’Università del Bene Comune, un progetto nato nel 2001/02 a seguito dei Lavori del Gruppo di Lisbona, che parte dal principio che la conoscenza è un bene dell’umanità. Ho conosciuto in un Convegno internazionale a cui ho preso parte il Prof. Petrella è ho potuto osservare che argomenta le sue idee con chiarezza, e senza disdegnare l’ironia. Sono certo che è per questo che non ci si stanca di ascoltarlo ragionare.Secondo il Prof. Petrella i principi, i valori per cui bisogna produrre un microfono, fare un soft-ware, produrre del pane, fare dell'acqua, appunto i principi fondatori di oggisono tre: tre principi fondatori che riscontriamo quotidianamente nella nostra vita di tutti i giorni e specificamente:1. Il primo è la tesi secondo cui la società si basa sugli individui, sulla creatività, sull'impegno e sulla partecipazione individuale, sugli individui che entrano e sono in transazioni permanenti: la transazione inter-individuale cioè è l'elemento che fa la società;2. Il secondo principio fondatore è dire che l'impresa è l'organizzazione più idonea e più adattabile a gestire le transazioni inter-individuali in maniera ottimale, affinché le transazioni producano la massimizzazione dell'utilità individuale;3. Il terzo principio fondatore è il criterio che oggi determina il valore nelle nostre società: è il criterio transazionale applicato ovunque e che ha valenza, pertinenza e significato un po' dappertutto.
Sempre il Prof. Riccardo Petrella precisa che le vie della mondializzazione che questi tre principi hanno ispirato schematizzando sono sei.
1. La prima via principale di questa narrazione è autoreferenziale. Che cosa dice la prima via della mondializzazione? Dice che la mondializzazione è un processo inevitabile, irreversibile, fa parte della natura, non lo si può fermare.2. La seconda via di questa narrazione dominante della mondializzazione è la liberalizzazione dei mercati. 3. Terza via di questa narrazione è la deregolamentazione, cioè una de-regolazione dei mercati: significa che il potere pubblico rappresentativo a livello locale, nazionale ed internazionale, non fissa più le regole se non le regole della libertà degli attori di autoregolarsi. 4. Quarta via di questa mondializzazione dominante è la privatizzazione. 5. Quinta via: la sacralizzazione dell'innovazione tecnologica come espressione della creatività individuale e collettiva. 6. E infine la sesta via: la competitività.
Tutto questo ha prodotto delle conseguenze che sempre secondo il Prof. Petrella sono tre e specificamente:
1. La mercificazione di tutto2. La depoliticizzazione 3. L'esproprio dei diritti alla vita
La causa della situazione tragica delle persone che soffrono la fame e del suo rapido e drammatico espandersi è da cercare nell’aumento delle materie prime agricole ma io credo che la nostra indifferenza rispetto alla narrazione corrente così come innanzi sintetizzata, faccia la sua parte.E poi a questo dobbiamo aggiungere l’emergenza idrica , in Africa, specificatamente nello Zimbawe , è esplosa una epidemia di colera che ha già contagiato quattordicimila persone.In questa stessa nazione il sistema economico è collassato e con 100 milioni di dollari locali che costituiscono il limite massimo di prelievo settimanale dai conti bancari è possibile acquistare appena tre forme di pane.Io allora mi chiedo e vi chiedo: perché ci stupiamo del flusso migratorio?Noi italiani sia nei primi del novecento che negli anni 60 siamo emigrati per molto meno.A questo punto approfitto dell’occasione per ricordare una narrazione alternativa proposta dal Prof. Riccardo Petrella. Noi siamo all'interno dei paesi dominanti e siccome ci sono persone intelligenti, gente illuminata capace di vedere e di analizzare le alternative il prof Petrella suggerisce due alternative interessanti, che però non sono molto convincenti che specificamente sono: 1. La prima strategia alternativa è: umanizziamo la mondializzazione. Questo significa: non cambiamo fondamentalmente i principi fondatori, le dinamiche determinanti, i meccanismi principali, ma portiamo almeno un po' di umanità.
2. La seconda via è dire: regoliamo la mondializzazione e mondializziamo la regolazione.
Infine il Prof. Petrella suggerisce la soluzione che a lui sembra la più efficace, la più giusta, quella che dovremmo intraprendere come via per la mondializzazione:
1. la prima via della nuova mondializzazione è definire e battersi per un Welfare mondiale.
2. La seconda strategia per la via alla mondializzazione basata sul principio del Welfare sociale, mondiale, è che bisogna smetterla con il sistema finanziario internazionale attuale.
3. Terza strategia della mondializzazione che propongo: inventare nuove forme di democrazia parlamentare più trasparente, più partecipativa.
4. Quarto elemento della strategia: dobbiamo imparare a dire "buongiorno" all'altro.
E’ stato bello che La Fabbrica dei gesti, con il patrocinio del Comune di San Cesario di Lecce, abbia organizzato, Mercoledì 10 dicembre 2008, presso la sede dell'associazione, a partire dalle ore 17.00, una giornata per promuovere la giustizia sociale, la convivenza e la pace, il rispetto per i diritti umani, sociali, economici e culturali enunciati nella Dichiarazione. E’ stato brutto che di San Cesario di Lecce c’eravamo soltanto una mezza dozzina di persone con Sindaco e Amministratori Comunali assenti e con l’eroica presenza in nome e per conto dell’Amministrazione Comunale della Prof.ssa Daniela Litti che speriamo partecipi a tutti le risultanze dell’iniziativa.Ecco un breve riassunto dei 30 articoli che compongono la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani1. Siamo tutti liberi ed uguali 2. Non discriminare 3. Diritto alla vita 4. Nessuna schiavitù 5. Nessuna tortura 6. Hai i tuoi diritti ovunque tu vada 7. Siamo tutti uguali di fronte alla legge 8. Tutti i tuoi diritti sono protetti dalla legge 9. Nessuna detenzione ingiusta 10. Diritto al giudizio 11. Innocente finché dimostrato 12. Diritto alla privacy 13. Diritto di libertà di movimento 14. Diritto di asilo 15. Diritto alla nazionalità 16. Diritto di matrimonio e famiglia 17. Diritto di proprietà 18. Libertà di pensiero 19. Libertà di espressione 20. Diritto di pubblica assemblea 21. Diritto alla democrazia 22. Sicurezza sociale 23. Diritti dei lavoratori 24. Diritto di giocare 25. Un letto e cibo per tutti 26. Diritto all’istruzione 27. Diritti d’autore 28. Un mondo libero e giusto 29. Responsabilità 30. Nessuno può toglierti i tuoi diritti Grazie Stefania per avermi dato l’opportunità di riflettere su questi 30 principi!
Per informazioni rivolgersi presso lo sportello: SPORTELLO DEI DIRITTI SERVIZI IMMIGRAZIONE SALENTO http://www.sportelloimmigrazione.net/pages/it/index.php
V.le Marche, 17 - 73100 LECCE Tel.: 0832-342703 e-mail dell'assessore Carlo MADARO: c.madaro@libero.it
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“La Fabbrica dei Gesti” Via cerundolo, 66 (vicinanze scuole medie) San Cesario di Lecce e-mail: lafabbricadeigesti@gmail.com
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