lunedì 8 dicembre 2008

Chiedo di poter essere lo strumento di questo Verbo con la mia carne povera e piena di desideri.


Chiedo di poter essere lo strumento di questo Verbo con la mia carne povera e piena di desideri.
di Antonio Bruno

Ci sono delle date come quella dell’8 dicembre che danno inizio. Oggi c’è aria di Natale, quello che passa oggi, quello del 2008. Sulla Chiesa il Cartello che grida “Il Verbo si è fatto Carne”, la frase di Giovanni Evangelista “Per noi uomini e per la nostra salvezza, discese dal cielo”.
Poi c’è la fiera del Presepe, l’orgoglio dei leccesi, la fiera della nostra piccola Napoli. Noi leccesi risentiamo fortemente dell’essere stata provincia del Regno delle due Sicilie.
Per due anni di seguito ho potuto gustare la bellezza di Via San Gregorio Armeno e limitrofe di quella Napoli che fu la nostra capitale, Lecce la imita in piccolo con la cartapesta che viene arricchita dalla terracotta usata per le facce dei pupi del presepe che per primo San Francesco d’Assisi volle tra noi.
La rappresentazione del Natale, la grotta, il bue e l’asinello e i pastori. Poi di tutto sino al barbiere in uno scintillio di creatività all’interno di un convento abbandonato, quello dei Teatini di Lecce, testimone di secoli di preghiera.
Conventi abbandonati che ospitano di tutto. L’Università del Salento ha occupato Olivetani e Carmelitani oltre che tutto quanto poteva essere occupato. Mentre Provincia e Prefettura hanno preso possesso dello sfolgorante convento dei Celestini che ostentava tutto il suo sfarzo accanto alla cattedrale di Santa Croce.
Secoli di conventi che ospitavano uomini e donne che pregavano incessantemente uomini e donne che oggi sono ridotti a poche unità immerse in preghiera ma ridotti al lumicino.
Chi prega in questo Natale del 2008? Il Natale che ha come emblema la crisi.
Il Verbo si è fatto Carne e per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo. Ci ha svelato che la costruzione antropologica artificiale che abbiamo creato per dividerci i compiti è divenuta strumento contro l’uomo. Ci ha rivelato che siamo tutti uguali e che sono state delle furbate di alcuni che hanno decretato la disuguaglianza e l’uomo che è divenuto Dio per l’altro uomo, un uomo, solo un povero uomo che è divenuto un idolo da imitare.
E’ venuto per svelare la ragione della violenza che alberga all’interno della nostra organizzazione che è la rivalità mimetica violenta che si sviluppa quando ci viene indicato un desiderio e nello stesso tempo ci viene impedito di avere accesso al suo soddisfacimento.
Viviamo in un posto che abbiamo chiamato Pianeta Terra, siamo immersi in una sottile pellicola che lo circonda che si chiama atmosfera e comunque non viviamo tutti con la stessa dignità. Addirittura non tutti abbiamo accesso all’acqua e all’energia a sufficienza. Ci sono pochi furbi che vivono bene e molti ingenui che vivono nella più assoluta povertà.
E un uomo buono, il Prof. Riccardo Petrella mi ha fatto riflettere sulla circostanza che noi tutti diciamo che è colpa di questi uomini e di queste donne se non si sono emancipati. Il Prof. Riccardo Petrella mi ha fatto riflettere su come abbiamo sancito che le persone umane povere non sono persone umane.
Natale 2008, luci, balocchi, regali forse un po’ di meno per via del fatto che la bolla finanziaria è esplosa e che non ci sono più Banche che hanno in animo di finanziare i consumi e non ci sono poi così tanti consumatori che desiderino consumare ad ogni costo, costi quel che costi.
Ma anche qui, ora, il Verbo si è fatto carne e, per noi uomini e per la nostra salvezza, discese dal cielo. Io faccio la mia parte e chiedo che possa essere lo strumento di questo Verbo con la mia carne povera e piena di desideri.


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