lunedì 30 marzo 2009

La scienza che scoprì il tempo


La scienza che scoprì il tempo
di Antonio Bruno

Se osserviamo attentamente l’immagine che vediamo e che sintetizza come si è arrivati al cavallo che ognuno di noi conosce ovvero come si sia passati da un animale alto appena 40 centimetri e con le dita a un animale alto circa 1 metro e 60 centimetri e con un dito solo possiamo prendere atto che tale processo ha necessità di 60 milioni di anni!
Se la terra avesse un età di 6.000 anni un cavallo non potrebbe formarsi!
Inizia così la sua narrazione il Prof. Paolo Sansò Sabato 28 marzo presso il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie in un seminario organizzato per i giovani studenti.
Ma chi è stato a dire che la terra ha 6.000 anni?
L’ha fatto James Ussher nel 1650! E chi è? Lo so, lo so che me lo stai chiedendo! Ma non essere impaziente, te lo scrivo adesso: é famoso per aver calcolato “scientificamente” in base alla Bibbia la data della creazione del mondo! Capite lui ha preso la Bibbia e si è messo a fare calcoli! Il suo calcolo è contenuto nel libro Annales Veteris Testamenti, a prima mundi origine deducti (Annali dell'Antico Testamento, a partire dalla prima origine del mondo), pubblicato nel 1650: secondo Ussher, Dio creò l'Universo il 23 ottobre 4004 a.C., a mezzogiorno in punto, la cosa singolare che quel giorno era Domenica.
Ma il Prof. Paolo Sansò non se la prende con James Ussher! Infatti secondo il Prof. Paolo Sansò James Ussher non è che abbia sbagliato i calcoli, ha semplicemente sbagliato libro!
La Bibbia che è adatta a rendere più bella e piena la vita di ognuno di noi invece non è adatta per scoprire la storia del Pianeta Terra.
Vediamo di capire che cosa accadeva qualche tempo fa appunto sulla Terra! C’erano i fossili (derivano da FODIO che significa scavare) e poi c’erano LAPIDES SUI GENERIS (oggetti strani) che possono essere visti dai nostri antenati come LASUS NATURAE che significa scherzi della natura, ERANO LE GLOSSOPETRE e questi oggetti i nostri antenati li usavano come amuleti contro le sventure, credevano che restituissero la parola ai balbuzienti ed erano assolutamente indispensabili per corteggiare, espugnando la loro resistenza, le donne virtuose! Tutto questo veniva attribuito ai denti di squalo fossili!
Ma c’è di più, il Prof. Paolo Sansò ci riferisce di Plinio secondo il quale questi oggetti cadono dal cielo la notte. Inoltre siccome molte volte venivano trovate nei campi dopo una forte pioggia in virtù del dilavamento si pensava che fossero dovute ai Fulmini e da noi, in Provincia di Lecce, i nostri antenati le chiamavano “LINGUE TE TRONU”
Il Prof. Paolo Sansò passa poi a raccontarci di Niels Stensen più noto come Niccolò Stenone. Quest’uomo faceva le autopsie nei teatri e alla corte del Re. Pare che vedere gli organi delle bestie fosse uno spettacolo molto richiesto a quel tempo.
E’ lui che scopre il dotto che prende il suo nome ovvero “Dotto di Stenone” , fu sempre lui a scoprire che il cuore sia un muscolo e siccome da Parigi raggiunse Firenze venne in contatto con gli allievi di Galileo tutti facenti parte dell’Accademia del Cimento (Accademia dell'esperimento oltre che della Società Italiana di Fisica) che era una precoce società scientifica che venne fondata a Firenze nel 1657 dagli studenti di Galileo, Evangelista Torricelli e Vincenzo Viviani. Diedero formalmente l'assenso alla fondazione il Principe Leopoldo ed il Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici. Niccolò Stenone ne fu membro.
Il Prof. Paolo Sansò ci racconta cosa accadde nell’ottobre del 1666 quando nel mar tirreno fu trovato uno squalo bianco. Tagliarono la testa allo squalo e la portarono a Stenone! E quando si dice il caso Stenone studiò i denti dello squalo e capì che le GLOSSOPETRE altro non erano che denti di squalo fossile! Per essere precisi erano denti di uno squalo estinto lungo 18 metri che si chiama CARCHARODON MEGALODON che è molto ma molto lungo se si pensa che oggi lo squalo più lungo misura al massimo 8 metri!
Ecco che Stenone comincia a esplorare il territorio, va nelle campagne e capì che per capire doveva leggere il LIBRO DELLE ROCCE. Fu da questa lettura che Stenone ricavò le LEGGI FONDAMENTALI DELLA STRATIGRAFIA!
Leggi di Stenone
Niccolò Stenone (1638-1686)
Principio di originaria orizzontalità degli strati
Principio di originaria superposizione degli strati
Principio di originaria continuità laterale degli strati
Questi principi sono applicabili con sicurezza alle rocce sedimentarie!
Per i leccesi avete mai fatto il Bagno a Sant’Andrea? Se ci fate caso c’è uno strato in cui ci sono merluzzi tutti morti di anossia (L'anossia è l'assenza completa di ossigeno in un tessuto o in un organo) e lo strato più recente è pieno di granchi tropicali.
Per quanto riguarda il nostro amico Stenone c’è da registrare che si converte al cristianesimo e muore a 45 anni.
Il Prof. Paolo Sansò non si ferma qui, continua a narrarci di James Hutton (1726 – 1797) che è colui il quale diede il tempio a Darwin, scoprì il tempo geologico!
L’invenzione della macchina del tempo: IL PRINCIPIO DELL’ATTUALISMO.
In sintesi la lettura del presente è la chiave per leggere il passato e per predire il futuro!
Ed ecco che il Prof. Paolo Sansò suggestiona tutti affermando che il geologo studia le rocce per viaggiare nel tempo!
Conclude il Prof. Paolo Sansò con Charles Lyell (1797 – 1875) Dottore in legge, si occupò a fondo di geologia viaggiando specialmente per l'Europa: studiò la paleontologia dell'Inghilterra, raccogliendo una importante collezione di fossili; studiò i vulcani estinti dell'Alvernia, del Vicentino nonché il Vesuvio, l'Etna, le isole Canarie, Madera.

Nel periodo che va dal 1830 al 1833 pubblicò i Principles of Geology, in cui applicò e sviluppò la teoria attualistica (Uniformitarismo), concepita da James Hutton, contrapposta al catastrofismo (particolarmente favorito dai naturalisti come Georges Cuvier) sia al Diluvianismo.

Poiché quest'ultima teoria era aderente alle teorie bibliche, l'attualismo fu tacciato come movimento antireligioso e combattuto al pari della Teoria dell'evoluzione di Charles Darwin di cui Lyell fu insegnante ed in seguito uno dei principale ispiratori e dalla cui opera, a sua volta, trasse conferme.

L'attualismo spiega l'evoluzione della Terra attraverso processi analoghi a quelli che si osservano oggi (erosione, sedimentazione, terremoti, ecc.); gli effetti appaiono così pronunciati perché dovuti all'accumularsi di piccoli elementi in tempi assai lunghi.

Lyell si occupò anche di paleoantropologia, pubblicò “The geological evidence of the antiquity of man with remarks on Theories of Origin of Species by variation (1836)”. E Darwin che pubblicò L'origine delle specie nel 1859 afferma che chi non ha letto “The geological evidence of the antiquity of man with remarks on Theories of Origin of Species by variation (1836)” non può comprendere il suo libro!

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