lunedì 23 marzo 2009

La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!

La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!di Antonio BrunoLa volevo raccontare ieri sera questa storia, appena accaduta, ma la zia mi ha paralizzato al telefono per ore, sempre con gli stessi racconti, sempre con le stesse persone, per lo più oramai scomparse, ma vive, attraverso la sua narrazione. Per mia zia la narrazione ha un effetto terapeutico, dopo un ora di storie eccola che finalmente si congeda per andare a dormire. Ma è troppo tardi per scrivere ora, anch’io sono sopraffatto dal sonno.Mi sveglio con questa storia in testa. La storia di uomo che vive qui, ora. Non desidera che si sappia chi sia. Io non svelerò la sua identità.La faccio breve. Lui ha iniziato molte iniziative e non è mai comparso. Ha ideato bellissime manifestazioni e le ha proposte ai giovani, questi ultimi si sono sentiti motivati a portare avanti un progetto, a realizzarlo. Ancora oggi le varie generazioni che si sono succedute nel laboratorio di questo Magister tornano a trovarlo e si chiedono davanti all’ispiratore come abbiano potuto organizzarle e poi realizzarle con i pochi mezzi a disposizione.Lui, il mio amico Magister, riesce a far uscire da questi giovani ciò che di più prezioso posseggono nel loro cuore. E’ come se riuscisse a togliere il velo di incertezza che copre la perla preziosa. Il Velo gettato con malizia da quei pochi contatti con le altre persone umane, tutte prese dal tappare con qualunque tampone la creatività, il germe dell’impegno spassionato che c’è in ognuno di noi.Il Magister con la sua azione ha “fatto fuori”la contaminazione delle finalità tese a mercificare l’impegno, le finalità che lo collegano a un corrispettivo, che quasi lo “prostituiscono” per ottenere l’applauso oppure un dono.Il dono, l’applauso, l’approvazione degli altri. La contaminazione della realtà personale, originale e unica. La richiesta di uniformarsi alla volontà di qualcuno, la frustrazione che impedisce qualunque espressione originale, che demolisce la struttura perfetta che intraprende percorsi, che intuisce traiettorie che però rimangono inesplorate perché c’è la paura del giudizio dell’altro, la preoccupazione dell’impegno velleitario che poi ti fa liquidare dagli altri uniformati con una parola “Sognatore” che è l’offesa più grande che si possa fare a una persona umana adulta in questo luogo dell’Universo.Il Magister mio amico è un uomo naturalmente “Libero”. Non c’è in lui l’egoismo e non c’è il possesso e non collega ciò a nulla, non c’è un perché, non c’è un modo. La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!

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