domenica 29 marzo 2009

Il libro delle facce della Piazza scomparsa del tuo Paese!


Il libro delle facce della Piazza scomparsa del tuo Paese!
di Antonio Bruno

Sono iscritto su Facebook (il libro delle facce) da poco, me l’ha segnalato mia moglie e io, curioso come sono, mi ci sono infilato senza pietà. Ho trovato amici di ieri e di oggi e sono giunto a 80 e passa. Mi giunge notizia di un evento a Galatone e io comunico che ci andrò. Sabato 28 marzo partenza da San Cesario di Lecce alle 16 e 45, arrivo a Galatone Piazza Costadura alle 17 e 15. La mia automobile l’ho lasciata nei pressi del Palazzo Marchesale. Ho chiesto a un signore che stazionava nei pressi cosa fosse e mi ha spiegato che è stato sede dei feudatari di Galatone già dal XVI secolo e che il palazzo, è stato oggetto di continui cambiamenti nel corso dei secoli. Attaccata al palazzo ho ammirato la torre quadrata che sempre quel gentile signore mi ha detto essere di epoca più remota rispetto al Palazzo Marchesale e che in tempi antichi ha assolto al compito di difesa e di repressione.
Ho fatto una tesi sul terremoto del 1743 che ha distrutto Nardò e che anche qui a Galatone ha avuto i suoi effetti facendo crollare la parte nord del palazzo. Ho potuto ammirare lo splendore del portale e le eleganti finestre decorate con motivi floreali e mascheroni che guardano verso la piazza SS. Crocifisso e su via castello.
Il distinto signore mi ha fatto notare la lesena angolare della facciata superstite che ospita i blasoni delle famiglie feudatarie che si sono succedute: Squarciafico, Pinelli, Pignatelli e Grillo.
Ho ringraziato il gentile signore e anche qui lo ringrazio per le interessanti notizie che mi ha dato. Sempre lui mi ha fatto notare che la mia auto era circondata dalle strisce blu, che nulla hanno a che vedere con le mille bolle blu della giovanissima Mina Mazzini, ma che invece annunciano una macchinetta infernale che in cambio di un euro ti consegna un biglietto con su stampigliata un ora precisa, la mia ora era 19.01! Queste macchinette ti scansionano il tempo, non sarei potuto restare un minuto di più in sala e subito mi sarei dovuto precipitare per ottenere un altro biglietto con su segnata una nuova ora!
Lascio la Piazza del Palazzo e attraverso una stretta via arrivo a Piazza Costadura e proprio di fronte a me salendo qualche scalino si accedeva al Circolo cittadino. Avrei saputo di li a poco che il Circolo di Galatone è stato fondato nel 1870 e che si apprestava a festeggiare il 140° anniversario della fondazione.
Mi accolgono due belle signorine che mi fanno firmare un foglio dove c’era già il mio nome e che in cambio mi somministrano un questionario che io di li a poco avrei poi consegnato.
Mi sistemo su una delle comode poltroncine in plastica e noto la rassicurante presenza del Buon Cesare Vernaleone, viso bonario e ammiccante di una TV locale che prese il nome da una Radio che un tempo fu fondata dagli amici Agesandro e Alcino Siculella poi passata nelle mani dell’Imprenditore Dott. Paolo Pagliaro che con maestria, competenza e professionalità l’ha resa l’azienda leader della comunicazione, informazione e intrattenimento del Salento.
Il buon Vernaleone esordisce narrando di questi “agitatori culturali” che presero l’iniziativa di far conoscere tra di loro i laureati di Galatone. Pensate prima d’allora 15.895 abitanti non erano in grado di dire chi di loro fosse laureato.
Insomma dopo questa iniziativa ecco che gli agitatori ne fanno un’altra e questa volta sul tema “FACEBOOK - Il Social Network d’eccellenza come reale Rete Sociale?” , vengo a sapere da Cesare Vernaleone che Facebook, il social network, è stato fondato nel 2004 dall’allora diciannovenne Zuckerbergper per facilitare gli incontri tra studenti e che su questo voleva ascoltare le opinioni del Prof. Paolo PELLEGRINO e del Prof. Carlo FORMENTI della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento. Vengo a sapere che io sono uno dei 160 milioni di utenti di Facebook, e che Cesare Vernaleone è stato taggato su una foto in possesso dell’OTTANTENNE Ciriaco De Mita. Il sempre pacato e acuto osservatore Cesare Vernaleone rivela che è collegato 24 ore su 24 con Facebook e che i professori intervenuti si caratterizzano e si distinguono rispetto a Facebook perché il Prof Paolo PELLEGRINO non lo usa mentre il Prof. Carlo Formenti lo usa.
E un uomo simpatico il Prof. Paolo Pellegrino ed esordisce subito affermando le sue origini geografiche, dicendo della sua Greca Zollino che è sorella della Greca Galatone ultima tra tutte le città della Grecia Salentina ad abbandonare il rito Greco.
Vola verso Orsini del Balzo e Maria d’Enghen e afferma la necessità di riprendere la civiltà antica, poi ci racconta che con il Prof. Carlo Formenti anche se sono nella stessa Facoltà lui parla poco ma nello stesso tempo vuole accreditare a tutti noi il Prof. Carlo Formenti perché ce lo presenta come uno studioso dalle radici teoriche solide. Narra di Adorno e della Scuola di Francoforte a lui cara, ci spinge sulle vette della Dialettica dell’illuminismo ovvero il rapporto tra NATURA da una parte e TECNOLOGIA, STORIA E MODERNITA’ dall’altra e della conclusione a cui giunge la Scuola di Francoforte circa la necessità che non ci sia contrasto tra le due.
Poi con gli occhi diretti verso ognuno di noi, che sembrano superare gli occhiali che li ricoprono, ci parla delle differenze tra virtuale e reale, fa l’esempio del Sesso Virtuale che non ha nulla a che vedere con quello reale e che di questo possono testimoniare tutti quelli che come lui non hanno a che fare con la tecnologia.
Narrazione, ancora narrazione dal Prof. Paolo PELLEGRINO. Ci racconta di quando dieci anni fa sua moglie rimase incinta, circostanza che lo costrinse ad acquistare i suoi primi due telefonini della sua vita, uno per lui e uno per sua moglie. Continua con la narrazione del suo modo di studiare, la necessità di avere più traduzioni, la circostanza di frequentare la Biblioteca Provinciale con Carta e Penna per copiare di proprio pugno le pagine del libro, dell’avvento delle prime fotocopiatrici che puzzavano di uova marce.
La narrazione del mondo del sessantenne Prof. Paolo Pellegrino ad uso di giovani e meno giovani presenti a Galatone e, attraverso questo report, anche a vostra disposizione.
Poi ci narra il suo presente fatto di poco uso di internet e del disturbo che gli arrecano i troppi messaggi che giungono nella sua casella di posta elettronica e sul suo cellulare. Lui che legge Adorno ci narra che tale lettura richiede tempo, la fretta di Internet non si concilia con la lettura, e soprattutto ci dice che se una pagina la legge sullo schermo del computer, quello scritto non lo sente suo. Ci narra ancora della sua Gentile Signora che la sera prima lesse insieme a lui un testo su Kant che gli sembrava di aver già letto da qualche altra parte ma con la firma di un autore differente.
Il plagio e la incertezza delle fonti turba il sonno del Prof Paolo Pellegrino, ci narra che gli viene voglia di accedere in ambiente Internet quando c’è un argomento che non conosce ed è costretto a vivere un paradosso. Il paradosso è che bisogna essere a conoscenza di un argomento per verificare la validità di una fonte, ma che si accede in ambiente internet per sapere di argomenti di cui si sa poco o nulla. Un dilemma: consulto o non consulto la rete? E poi, dopo averla consultata, come faccio a verificare?
Il Prof. Paolo Pellegrino ci da un annuncio: sta scrivendo un libro di ETICA DELLA COMUNICAZIONE!
Ancora narrazioni dal Prof. Paolo Pellegrino, ci dice della sua scuola elementare, del bottiglione pieno di inchiostro che ogni mattina toccava e nutriva il suo calamaio, ci dice della vendetta ad opera di un suo compagno di scuola che, arrabbiato perché il maestro non l’aveva fatto uscire per la ricreazione, ecco che fa la pipì nel bottiglione di inchiostro rendendolo inutilizzabile. Ancora una narrazione, quella della penna stilografica che macchiava le giacche di inchiostro, ci fa la narrazione della rivoluzione della penna BIC!
Ci rassicura il Prof. Paolo Pellegrino, ci dice dei vantaggi. Ma poi ci narra di suoi amici senza arte né parte che posseggono tre telefoni cellulari e della circostanza che lui stesso ne possegga tre e che ancora oggi si chiede il perché ne abbia tanti e a che cosa servano in definitiva.
Sempre la Scuola di Francoforte che ritorna con la ricerca dell’armonia tra Natura con Ragione – Civiltà – Tecnologia. E’ divenuto serio il Prof. Paolo Pellegrino e si chiede se tutto questo può mutare l’antropologia. Ancora narrazione, tanti regali da questo uomo di origine greco – salentina, ci narra di suo figlio, ha 9 anni, e della circostanza che voglia diventare un esperto di elettronica. Insomma il Prof. Paolo Pellegrino che vive lontano dall’elettronica ha generato e cresciuto un figlio che vuole fare dell’elettronica la sua vita! Capite? E lui ce lo narra, ne fa una narrazione ad uso di noi che siamo li ad ascoltare le sue parole.
E poi nonostante tutto afferma che le esigenze culturali non sono a compartimenti stagni e che la tecnologia non può essere fermata ma che deve tener conto della cultura.
Cita I MITI per illuminarci, dice che si è occupato del tarantismo e che il mito riesce a illuminare un fenomeno.
E’ la volta del Prof. Carlo FORMENTI anche lui inizia una narrazione dicendoci dei suoi trascorsi di filosofia politica che lo hanno portato a interrogarsi sulla forma, e poi che lo hanno invaso sino a farlo divenire un MUTANTE, come noi tutti. Il Prof. Carlo Formenti continua la sua narrazione e ci dice del suo impegno nel giornalismo, della sua Olivetti lettera 22 che lo costringeva a pensare tanto prima di scrivere e dell’avvento dei Word Processor , che hanno mutato il modo di scrivere perché tutto può essere aggiunto in qualunque momento, può addirittura essere corretto con un solo clik!
Insomma il Prof. Carlo Formenti l’ha registrata la sua mutazione! Con la macchina da scrivere Olivetti lettera 22 prima si pensa e poi si scrive mentre con i Word Processor si pensa mentre si scrive. E’ una rivoluzione!
Non ragioniamo più per sequenze lineari. Ragioniamo in una infinita DICOTOMIA che se si giunge a un pensiero del pensiero è molto simile a una RETE a infiniti livelli, molto simile al Cervello che è una cipolla con le sue reti neuronali!
Il Prof. Carlo Formenti ha notato che i giovani che sono nati nell’era del Computer non ragionano più in maniera lineare ma per allegorie, per immagini.
Insomma la tecnica diventa natura? La tecnica in funzione della BIOMIMESI è molto simile alla natura?
Internet è una piattaforma tecnologica, un ambiente, è un canale che fa passare ogni cosa come ad esempio Programmi vecchi e nuovi e soprattutto è in modificazione velocissima quasi istantanea.
Ci regala la narrazione di internet il Prof. Carlo Formenti, ci dice che Arpanet ha 40 anni e che il Web ne ha 20, ci narra del telefono che era nato per ascoltare musica a distanza ma che poi, come sempre, sono le persone umane che ne fanno uso che stabiliscono la reale destinazione, infatti la destinazione d’uso del telefono non è quella per la quale è stato inventato.
Così l’ambiente, la piattaforma tecnologica Internet.
Ci racconta della circostanza di Facebook che nel 2004 fu inventato dall’allora diciannovenne Zuckerbergper per facilitare gli incontri tra studenti e che adesso ha un utenza che è maggiore per i maggiori di 35 anni e che si sta spostando anche all’utilizzo dei cinquantenni e oltre.
Ci narra della piccola comunità, della riproduzione del reale nel virtuale e della media di 120 amici che una persona umana riesce a gestire, di più non sono gestibili.
Poi ancora narrazioni dal Prof. Formenti che ci rivela che il virtuale è una dimensione del reale e che l’opposto del reale è il POTENZIALE.
Ancora un’altra rivelazione del virtuale che è UNA ESPANSIONE DELLA CAPACITA’ RELAZIONALE, con Internet non c’è più bisogno che per una relazione, per una qualunque relazione, si debba essere nello stesso luogo geografico.
Le relazioni possono anche essere violente, anzi violentissime, ma attraverso la delocalizzazione non hanno conseguenze fisiche, almeno nell’immediato.
Attraverso questo ambiente c’è un’altra opportunità per le persone umane ovvero quelle ad esempio di essere fisicamente in Alaska ma continuare ad avere relazioni quotidiane con San Cesario di Lecce. Gli immigrati di III e IV generazione non hanno più bisogno di integrarsi perché continuano a relazionarsi quotidianamente con la loro comunità d’origine.
Nell’ambiente Internet, in questa piattaforma c’è un rapporto diretto ma non mediato che comporta slittamenti di significato e di pratiche.
Insomma il Prof. Carlo Formenti ci narra di uno spazio pubblico diverso, uno spazio dove non c’è’ più alcuna necessità di delegare, c’è la narrazione della Democrazia Diretta.
Ci narra di Obama che dopo aver lavorato in rete per essere eletto adesso ha il problema di lavorare in rete per governare! E non sa come fare! Ma se tradisce questa partecipazione ci sarà un effetto devastante per la democrazia americana perché, com’è noto, INDIETRO NON SI TORNA!
Il Prof. Carlo Formenti ci fa una narrazione di come si lavori molto di più da quando c’è la rete. Questo ambiente nel quale viviamo richiede che metà della giornata sia dedicata a pratiche comunicative di cui non possiamo fare a meno!
Si possono fare 6 – 7 cose contemporaneamente!
E’ seguito un interessante e ricco dibattito.
Una piccola annotazione: quando i saperi vanno nelle piazze c’è forte agitazione culturale! Un plauso agli organizzatori, al buon Cesare Vernaleone e soprattutto ai due scienziati che vivono in mezzo a noi: il Prof. Paolo Pellegrino e il Prof. Carlo Formenti, me lo dico sempre che sono fortunato perché vivo in un territorio in cui c’è l’Università!
Erano le 19 e 15 quando precipitosamente ho dovuto abbandonare l’interessante seminario. La macchinetta infernale delle MILLE STRISCE BLU strillava che la multa incombeva! L’ho detto alle gentili signorine in fondo alla sala che me ne andavo perché mi scadeva il parcheggio. Me ne sono andato a malincuore senza salutare, ma sono certo che ci saranno altre occasioni.

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