martedì 24 marzo 2009

C’era solo lei, la UPIM e basta!

C’era solo lei, la UPIM e basta!
di Antonio Bruno

Un’anziana signora che mi chiede un passaggio per Lecce. Mi comunica che abita in Via XXV Luglio che si scusa se mi fa allungare. Un’anziana signora che mi racconta di un tempo in cui lavorava, un tempo in cui era felice e che quel lavoro l’aveva strappata alla amata Ugento e l’aveva trasportata a Lecce a 60 chilometri di distanza dalla sua Patria.
Ma io che un viso non lo dimentico scavavo tra i ricordi per riuscire a individuare il luogo e la circostanza che me l’aveva fatta incontrare prima d’allora.
I mie sforzi tutti vani, nulla, non riuscivo a ricordare nulla. E lei che mi parla con la sua voce e finalmente accenna a chiedere di dove io sia. Ogni volta che posso dire di essere di San Cesario di Lecce lo faccio di buon grado, sono allegro mentre lo faccio, perché questo luogo è parte della mia vita, è significativo e pieno di significati.
Lei mi dice che aveva una collega di San Cesario di Lecce che si chiama Jole e poi Mazzotta. Io sento di essere proprio un disastro perché non mi dice nulla questo nome e questo cognome. La signora Maria da Ugento amorevolmente mi aiuta, mi dice che Jole Mazzotta viveva a Monteroni perché era di li il marito. Nulla di nulla. A quel punto chiedo in che scuola insegnassero. E lei che si schernisce, “No! Nessuna scuola!” Io lavoravo alla UPIM. Ecco che si apre una finestra spazio temporale alla STARGATE e mi tuffo con la memoria alle numerose gite a Lecce con il mio scomparso papà, con la 600 verde acqua targata Bologna, il parcheggio a disposizione in Piazza Sant’Oronzo e mi tuffo nella UPIM dove stavamo ore ed ore a…….guardare! Tutto ciò che mi piaceva era al secondo piano a cui si accedeva con la scala mobile che aveva una serie di cilindri trasparenti che annunciavano la scala e che ti portava nel fantastico mondo dei balocchi. Allora nei favolosi anni 60 solo la Befana aveva l’onere e l’onore di portare ai bimbi buoni i giocattoli. E poi le infinite gite con la Bicicletta Bianchi di papà, con la bici in due io e Sandro De Simone il mio Lucignolo, il compagno di giochi più creativo dell’Universo conosciuto.
La signora Maria da Ugento mi raccontava delle folle oceaniche di avventori provenienti da tutta la Provincia che si accalcavano, spingevano davanti alle casse perché alla UPIM c’era tutto e soprattutto c’era solo lei, la UPIM e basta!
L’ho salutata all’arrivo nei pressi della sua dimora di Lecce. Me la ricordavo la signora Maria anche se io ero innamoratissimo della Commessa che stava nel reparto dischi. Stazionavo sempre nei pressi e la riempivo di sguardi che non venivano ricambiati. Quanti sogni! Ma non l’ho vista più! Non ho avuto il coraggio di chiedere alla Signora Maria di Ugento di quella commessa con lo sguardo vellutato perché mi sembrava indelicato chiedere notizie di un'altra signora bella come lei.
Siamo arrivati nei pressi del suo palazzo, ho parcheggiato e ho portato nell’atrio l’elegante set di valigie di uno splendido rosso. L’ho salutata e ho capito che una donna non ha età, il tempo non la sfiora, una donna è bella per sempre se l’hai guardata da bambino, come la mia mamma che rimane ora come allora la più bella donna del mondo anche se ha 80 anni!

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