martedì 31 marzo 2009

CENTRO ITALIANO FEMMINILE




CENTRO ITALIANO FEMMINILE L E C C E “Non si dorma più ,chè noi siamo chiamati e invitati a levarci dal sonno. Dormiremo noi nel tempo in cui i nostri nemici vegliano?” S.Caterina da Siena
Tavola rotondaPiù di 60 e non li dimostra ! La Costituzione Italiana nella vita della comunità di oggi 3 aprile 2009 h.19
Biblioteca Caracciolo-Convento S.Antonio a Fulgenzio-Lecce
Introduce:prof.avv.Achille de Nitto Università del Salento
Intervengono:avv.Lucio Caprioli on.Giacinto Urso dott.ssa Maria Rita Verardo
Coordina:prof.ssa Carmen Starace, presidente com.CIF di Lecce

lunedì 30 marzo 2009

La scienza che scoprì il tempo


La scienza che scoprì il tempo
di Antonio Bruno

Se osserviamo attentamente l’immagine che vediamo e che sintetizza come si è arrivati al cavallo che ognuno di noi conosce ovvero come si sia passati da un animale alto appena 40 centimetri e con le dita a un animale alto circa 1 metro e 60 centimetri e con un dito solo possiamo prendere atto che tale processo ha necessità di 60 milioni di anni!
Se la terra avesse un età di 6.000 anni un cavallo non potrebbe formarsi!
Inizia così la sua narrazione il Prof. Paolo Sansò Sabato 28 marzo presso il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie in un seminario organizzato per i giovani studenti.
Ma chi è stato a dire che la terra ha 6.000 anni?
L’ha fatto James Ussher nel 1650! E chi è? Lo so, lo so che me lo stai chiedendo! Ma non essere impaziente, te lo scrivo adesso: é famoso per aver calcolato “scientificamente” in base alla Bibbia la data della creazione del mondo! Capite lui ha preso la Bibbia e si è messo a fare calcoli! Il suo calcolo è contenuto nel libro Annales Veteris Testamenti, a prima mundi origine deducti (Annali dell'Antico Testamento, a partire dalla prima origine del mondo), pubblicato nel 1650: secondo Ussher, Dio creò l'Universo il 23 ottobre 4004 a.C., a mezzogiorno in punto, la cosa singolare che quel giorno era Domenica.
Ma il Prof. Paolo Sansò non se la prende con James Ussher! Infatti secondo il Prof. Paolo Sansò James Ussher non è che abbia sbagliato i calcoli, ha semplicemente sbagliato libro!
La Bibbia che è adatta a rendere più bella e piena la vita di ognuno di noi invece non è adatta per scoprire la storia del Pianeta Terra.
Vediamo di capire che cosa accadeva qualche tempo fa appunto sulla Terra! C’erano i fossili (derivano da FODIO che significa scavare) e poi c’erano LAPIDES SUI GENERIS (oggetti strani) che possono essere visti dai nostri antenati come LASUS NATURAE che significa scherzi della natura, ERANO LE GLOSSOPETRE e questi oggetti i nostri antenati li usavano come amuleti contro le sventure, credevano che restituissero la parola ai balbuzienti ed erano assolutamente indispensabili per corteggiare, espugnando la loro resistenza, le donne virtuose! Tutto questo veniva attribuito ai denti di squalo fossili!
Ma c’è di più, il Prof. Paolo Sansò ci riferisce di Plinio secondo il quale questi oggetti cadono dal cielo la notte. Inoltre siccome molte volte venivano trovate nei campi dopo una forte pioggia in virtù del dilavamento si pensava che fossero dovute ai Fulmini e da noi, in Provincia di Lecce, i nostri antenati le chiamavano “LINGUE TE TRONU”
Il Prof. Paolo Sansò passa poi a raccontarci di Niels Stensen più noto come Niccolò Stenone. Quest’uomo faceva le autopsie nei teatri e alla corte del Re. Pare che vedere gli organi delle bestie fosse uno spettacolo molto richiesto a quel tempo.
E’ lui che scopre il dotto che prende il suo nome ovvero “Dotto di Stenone” , fu sempre lui a scoprire che il cuore sia un muscolo e siccome da Parigi raggiunse Firenze venne in contatto con gli allievi di Galileo tutti facenti parte dell’Accademia del Cimento (Accademia dell'esperimento oltre che della Società Italiana di Fisica) che era una precoce società scientifica che venne fondata a Firenze nel 1657 dagli studenti di Galileo, Evangelista Torricelli e Vincenzo Viviani. Diedero formalmente l'assenso alla fondazione il Principe Leopoldo ed il Granduca di Toscana Ferdinando II de' Medici. Niccolò Stenone ne fu membro.
Il Prof. Paolo Sansò ci racconta cosa accadde nell’ottobre del 1666 quando nel mar tirreno fu trovato uno squalo bianco. Tagliarono la testa allo squalo e la portarono a Stenone! E quando si dice il caso Stenone studiò i denti dello squalo e capì che le GLOSSOPETRE altro non erano che denti di squalo fossile! Per essere precisi erano denti di uno squalo estinto lungo 18 metri che si chiama CARCHARODON MEGALODON che è molto ma molto lungo se si pensa che oggi lo squalo più lungo misura al massimo 8 metri!
Ecco che Stenone comincia a esplorare il territorio, va nelle campagne e capì che per capire doveva leggere il LIBRO DELLE ROCCE. Fu da questa lettura che Stenone ricavò le LEGGI FONDAMENTALI DELLA STRATIGRAFIA!
Leggi di Stenone
Niccolò Stenone (1638-1686)
Principio di originaria orizzontalità degli strati
Principio di originaria superposizione degli strati
Principio di originaria continuità laterale degli strati
Questi principi sono applicabili con sicurezza alle rocce sedimentarie!
Per i leccesi avete mai fatto il Bagno a Sant’Andrea? Se ci fate caso c’è uno strato in cui ci sono merluzzi tutti morti di anossia (L'anossia è l'assenza completa di ossigeno in un tessuto o in un organo) e lo strato più recente è pieno di granchi tropicali.
Per quanto riguarda il nostro amico Stenone c’è da registrare che si converte al cristianesimo e muore a 45 anni.
Il Prof. Paolo Sansò non si ferma qui, continua a narrarci di James Hutton (1726 – 1797) che è colui il quale diede il tempio a Darwin, scoprì il tempo geologico!
L’invenzione della macchina del tempo: IL PRINCIPIO DELL’ATTUALISMO.
In sintesi la lettura del presente è la chiave per leggere il passato e per predire il futuro!
Ed ecco che il Prof. Paolo Sansò suggestiona tutti affermando che il geologo studia le rocce per viaggiare nel tempo!
Conclude il Prof. Paolo Sansò con Charles Lyell (1797 – 1875) Dottore in legge, si occupò a fondo di geologia viaggiando specialmente per l'Europa: studiò la paleontologia dell'Inghilterra, raccogliendo una importante collezione di fossili; studiò i vulcani estinti dell'Alvernia, del Vicentino nonché il Vesuvio, l'Etna, le isole Canarie, Madera.

Nel periodo che va dal 1830 al 1833 pubblicò i Principles of Geology, in cui applicò e sviluppò la teoria attualistica (Uniformitarismo), concepita da James Hutton, contrapposta al catastrofismo (particolarmente favorito dai naturalisti come Georges Cuvier) sia al Diluvianismo.

Poiché quest'ultima teoria era aderente alle teorie bibliche, l'attualismo fu tacciato come movimento antireligioso e combattuto al pari della Teoria dell'evoluzione di Charles Darwin di cui Lyell fu insegnante ed in seguito uno dei principale ispiratori e dalla cui opera, a sua volta, trasse conferme.

L'attualismo spiega l'evoluzione della Terra attraverso processi analoghi a quelli che si osservano oggi (erosione, sedimentazione, terremoti, ecc.); gli effetti appaiono così pronunciati perché dovuti all'accumularsi di piccoli elementi in tempi assai lunghi.

Lyell si occupò anche di paleoantropologia, pubblicò “The geological evidence of the antiquity of man with remarks on Theories of Origin of Species by variation (1836)”. E Darwin che pubblicò L'origine delle specie nel 1859 afferma che chi non ha letto “The geological evidence of the antiquity of man with remarks on Theories of Origin of Species by variation (1836)” non può comprendere il suo libro!

domenica 29 marzo 2009

SENZA DEVIAZIONE DALLA NORMA IL PROGRESSO NON E’ POSSIBILE!

Prof. Ferdinando Boero Responsabile del Laboratorio di Zoologia e Biologia Marina del Dipartimento di Biologia dell'Università di Lecce e Responsabile scientifico del Museo dell'Ambiente della stessa Università.

SENZA DEVIAZIONE DALLA NORMA IL PROGRESSO NON E’ POSSIBILE!

di Antonio Bruno


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Sabato 28 marzo presso il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie in un seminario il Prof. Ferdinando Boero narra le teorie che rispondono alla domanda: “Da dove veniamo? “--------------------------------------------

Il Museo Civico di Paleontologia e Paletnologia di Maglie, istituito con decreto interministeriale nel 1964 è accogliente in Via Vittorio Emanuele 13. Arrivo alle 9 e vedo le scolaresche che sono nell’ampio giardino all’entrata. Abbiamo tutto il tempo io e il mio amico Giuseppe Abatianni che si presenta sempre con un simpatico “sono un operaio” per prendere un caffè al bar di fronte. Mentre lo gustiamo una mamma paga la colazione al figlio. Si lamenta la bella e giovane signora, dice che il figlio non aveva alcuna intenzione di abbandonare il comodo giaciglio, afferma che non comprende questa sua giovinezza, più o meno la stessa incomprensione che nutro io per lei, giovane e bella, che porta il figlio a fare la colazione al Bar, niente a che vedere con la mia mamma che la preparava a casa, il latte e i biscotti ATENE DORIA.Oggi si parlerà di evoluzione, di Darwin, delle generazioni e probabilmente visto l’incontro che ha salutato l’avvenimento anche di degenerazioni.La simpatica direttrice del Museo non approva le poltrone che abbiamo scelto e ci sistema in primissima fila, a 30 centimetri dal tavolo dei relatori. Io e il mio amico Giuseppe ci sistemiamo e poi sentiamo l’arrivo di un esercito di adolescenti che riempiono la sala del Museo.Il Prof. Ferdinando Boero tarda, non arriva, la signora è preoccupata ma poi finalmente arriva e la relazione ha inizio.Ci sono dei numeri che servono a descrivere un tempo preciso, si chiamano date e quella della nascita di Darwin è il 1809 ovvero 200 anni fa, mentre la data in cui Galileo scoprì il cannocchiale è il 1609 ovvero 400 anni fa, in funzione di questi numeri eccoci qui riuniti a Maglie. Ma il Prof. Ferdinando Boero afferma c’è anche un’altra ragione che ci fa partecipi ovvero il famoso detto “qualunque cosa è meglio che andare a scuola!”.Per capire la rivoluzione che ha determinato Darwin il Prof. Ferdinando Boero cita Copernico e la sua Rivoluzione Copernicana. Prima di Copernico si riteneva che la terra fosse al centro dell’Universo così come prima di Darwin si riteneva l’Uomo fuori dalla natura, lo si riteneva proveniente direttamente da Dio.Darwin mette l’uomo dentro la natura e viene fuori così l’evoluzione che significa che l’uomo non è esistito da sempre né è venuto fuori come un fungo, ma che l’uomo è derivato da altri organismi.A questo punto il Prof. Ferdinando Boero ci fa il nome di Giulio Cesare Vanini che nasce nel 1585 a Taurisano, casale di Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan Battista, uomo d’affari d’origine ligure, ha costituito sposando una Lopez de Noguera, appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle regie dogane della Terra di Bari, della Terra d’Otranto, della Capitanata e della Basilicata. Il Prof. Ferdinando Boero ci racconta che Vanini muore di morte atroce nel 1619. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole del reato di ateismo e di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla base della normativa del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena cui erano andati incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi Gilles Fremond e Jean Fontanier: gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e infine arso.Direte voi che sicuramente avrà fatto cose atroci e invece ha come unica colpa quella di aver detto 200 anni prima di Darwin che L’UOMO DERIVA DA ANTENATI SCIMMIESCHI!”.Insomma all’epoca se uno si chiedeva “da dove veniamo?” e rispondeva male alla domanda l’inquisizione gli faceva fare una brutta fine. Poi il Prof. Ferdinando Boero ci racconta del perché siamo tutti riuniti nella biblioteca del Museo di Maglie e la “responsabilità” pare sia del Ministro della Pubblica Istruzione di 5 anni fa! Come? Il Ministro della Pubblica Istruzione ha istituito una riunione al Museo di Maglie? Ma certo! Infatti 5 anni fa si intendeva togliere dai programmi della scuola dell’obbligo l’evoluzione biologica. Insomma siccome Darwin non lo si è potuto ammazzare da vivo allora ecco che si fa una bella eliminazione 200 anni dopo la morte, cancellandolo dai programmi scolastici.Pare che all’epoca il mondo scientifico abbia dato luogo a una sollevazione che ha avuto come epilogo l’istituzione del Darwin Day ovvero del Giorno di Darwin!Adesso il Prof. Ferdinando Boero comincia la narrazione della Genesi, dell’uomo a cui Dio da il compito di dare il nome agli animali, e siccome nella cultura israelita dare un nome, significa conoscere, ecco che il Prof. Ferdinando Boero ci rivela che nella Genesi Dio ci impone di conoscere.Quindi conoscere non è male, dice il Prof. Ferdinando Boero e aggiunge che chi ha dedicato la sua vita alla conoscenza ha ubbidito a Dio! La conoscenza sfugge alla nozione di Bene o di Male.E’l’uso che si fa della conoscenza che è sottoposto a giudizio etico!Poi fa la narrazione di Lamark del trasformismo e della spiegazione che aveva dato dell’evoluzione infatti affermava che le specie, nel tempo, si trasformavano l’una nell’altra.Continua ancora a narrarci Lamark il Prof. Ferdinando Boero dicendoci che scopre il PATTERN ovvero scopre ciò che avviene, ne fa un modello, infatti Lamark vede uno scavo e osservandone la sezione si fa rivelare dalla stessa che le specie del passato si trasformano in quelle del presente. E qual è il pattern? Ovvero qual è il processo con il quale avvengono queste cose? Le specie migliorano per rispondere alle esigenze dell’ambiente! Fa l’esempio della Giraffa che allunga il collo per raggiungere facilmente il cibo! E il Prof. Ferdinando Boero dice che la visione di Lamark è mediata dal motto della Rivoluzione Francese “Libertà – Fraternità – Uguaglianza”.Il Prof. Ferdinando Boero ci dice della mamma di Darwin, Susannah Wedgwood, figlia di un celebre ceramista del Staffordshire, Josiah Wedgwood, artista e scienziato molto popolare in Inghilterra e membro della Royal Society. E della moglie di Darwin una cugina, Emma Wedgwood, che sposò nel 1842. Insomma Darwin è nell’Inghilterra della Rivoluzione Industriale e il suocero quel Wedgwood, introduce la divisione del lavoro nella sua fabbrica che gli consente di sopravviver alla competizione delle ditte di ceramica.Da questo fatto venne fuori la teoria della SELEZIONE NATURALE!Che dice questa teoria? Che la natura seleziona gli individui che rispondono meglio ai problemi che provoca alla specie l’ambiente in cui vive e si nutre!Questo concetto di selezione naturale è collegato al concetto di SUCCESSO RIPRODUTIVO!Si chiama FITNESS, ovvero avere tanti figli, più figli degli altri, che significa in definitiva propagare il proprio genoma!Per farlo c’è la necessità di mettersi in evidenza così come fa il Pavone! Ma a furia di mettersi in evidenza si accorgono di te anche i predatori ed ecco che viene fuori il pericolo!La narrazione del Prof. Ferdinando Boero si fa avvincente, infatti ci dice di questo dilemma della selezione naturale e della selezione sessuale. Lo fa narrandoci dei giovani di oggi per farci riflettere su quando siamo stati giovani noi!Ci racconta di sua figlia adolescente e della schiena scoperta che si offre all’istinto predatorio dei maschi che rendono evidente la femmina. Ci narra delle sue preoccupazioni circa la salute di sua figlia che continuando così se non troverà presto un buon riproduttore rischia di avere a trent’anni fortissimi mal di schiena! Anche tu giovane adolescente che ti attardi alla lettura di questo report, cerca di far presto poiché per renderti evidente al maschio riproduttore rischi di avere dolori di schiena per il resto della tua vita!Poi continua la sua narrazione il Prof. Ferdinando Boero che descrive l’attitudine, meglio scrivere la pericolosa attitudine dei giovani maschi di andare in moto su una ruota sola impennandola oppure di raggiungere velocità superiori ai 200 Km/h con le automobili.Le strade della nostra provincia sono piene di lapidi di giovani maschi morti per mettersi in evidenza! Lo dice a tutti il Prof. Ferdinando Boero perché se so perché lo faccio magari posso salvarmi! In queste parole l’evidenza del contrasto esistente tra la selezione sessuale e quella naturale e quest’ultima che risulta più adatta alla pressione dell’ambiente! Le informazioni di tipo culturale e generico per essere trasmesse hanno bisogno del FITNESS ed ecco che scatta il paradosso che ci si deve rendere evidenti ma che questo stesso fatto ci mette in pericolo! Ai ragazzi e alla provvidenza la risposta a questo dilemma!Il Prof. Ferdinando Boero continua la sua narrazione con Haeckel che ci spiega da dove veniamo attraverso la sua affermazione “L’ONTOGENESI RICAPITOLA LA FOILOGENESI!” che ti succede? Sei svenuto/a, ti sembra la formula di un antico sciamano? Vuol dire che se osserviamo i vari stadi di sviluppo di un feto possiamo capire da quali specie deriviamo!Fa una proposta il Prof. Ferdinando Boero, dice di studiare lo sviluppo per inferire sulla evoluzione!Ci narra ancora il Prof. Ferdinando Boero, ci racconta Weismann, ci dice della separazione della linea germinale da quella somatica!In pratica il Prof. Ferdinando Boero afferma senza paura di smentita che tutti quegli sforzi che facciamo andando in palestra ottenendo fisici scultorei sono caratteristiche acquisite che non possono essere trasferite ai nostri figli! Insomma il figlio di Rivera non è Rivera! E il figlio di Ronaldo non è Ronaldo!C’è differenza tra cellule somatiche e cellule germinali quest’ultime ovuli o spermatozoi che fossero!Ecco perché quello che dice Lamark non è proponibile! La giraffa non ha il collo lungo a furia di strozzarsi per raggiungere le alte vette degli alberi!Una rivoluzione è rappresentata dalla scoperta della genetica a opera di un Monaco di nome Mendel, persona precisa che scrive tutto e che lo pubblica avendo il successo dei geni, che è sempre uno e solo uno: ESSERE IGNORATI!Solo negli anni 1930 -40 la genetica viene introdotta e diviene fondamentale per comprendere come funzioni l’evoluzione!Accade in USA dove vanno in fuga tutti i cervelli! Come oggi! La fuga dei cervelli! La permanenza in zona del resto del corpo! Ma per formare quei cervelli ci vogliono molti capitali! In USA per frequentare un college si pagano circa 15.000 Dollari l’anno ovvero circa 10.000 Euro, il Prof. Ferdinando Boero ci dice che a Lecce si pagano circa 600 Euro di tasse all’anno e i più siccome risultano nulla tenenti non pagano nulla! Poi dopo questo investimento dello Stato li laureiamo e li mettiamo in fuga! La fuga dei cervelli da Lecce! Rimangono qui solo i senza cervello e facciamo un regalo agli altri paesi dove vanno a lavorare proprio come accadde agli USA con i cervelli dell’Europa negli anni 30 – 40.Conclude con la nuova sintesi, con quella di Eldredgee e Gould che formulano la Teoria degli Equilibri punteggiati nei cui Principi Gould e Eldredge fanno osservare che le testimonianze fossili sono incomplete e non sono coerenti con una teoria evolutiva che preveda una velocità costante dell’evoluzione. La teoria degli equilibri punteggiati afferma che le specie rimangono stabili per lungo tempo ed evolvono in brevi periodi. I punti principali di tale teoria sono:1. Le nuove specie sorgono in seguito a una scissione della linea evolutiva 2. Le nuove specie si sviluppano rapidamente. 3. All'origine della nuova specie si trova una piccola sottopopolazione della forma ancestrale 4. La nuova specie si origina in una parte piccolissima dell'ambito di distribuzione geografica della specie ancestrale, in un'area isolata alla periferia di questo ambito. (Eldredge, Gould,1972)
La teoria propone un modello alternativo, volto a confutare la teoria del gradualismo filetico nei suoi principi cardine. Tali principi sono qui di seguito elencati:
1. Le nuove specie si originano dalla trasformazione di una popolazione antenata nelle sue discendenti modificate. 2. Questa trasformazione è lenta e graduale. 3. La trasformazione avviene quando una popolazione è isolata dal punto di vista riproduttivo. 4. La trasformazione ha luogo in tutto l'ambito di distribuzione della popolazione antenata, o almeno in gran parte di esso.
Infine il Prof. Ferdinando Boero si parla del creazionismo e dell’ evoluzione neutrale di kimuraA detta dei creazionisti, infatti, la cieca lotteria genetica delle piccole mutazioni successive sarebbe incapace di produrre grandi cambiamenti in una specie biologica. Un gamberetto, per esempio, può solo diventare più grande, o più scuro o sviluppare delle zampe più robuste, ma non può dare origine ad una mosca, né questa può poi dare origine, attraverso molti mutamenti intermedi, poniamo, ad un topo.
Ma in un agguerrito laboratorio della California, sono state riprodotte in dettaglio due piccolissime mutazioni, portatrici di grandi effetti, avvenute 400 milioni di anni fa, grazie alle quali si passò di colpo da un artropode, l'Artemia (detta anche scampetto della salamoia, o - chissà perché - scimmiotto di mare, molto popolare tra gli amanti dei piccoli acquari come cibo vivo per i pesci), al moscerino dell'aceto .Come queste due minime e antichissime mutazioni spontanee in un gene "maestro" siano riuscite a produrre tanto cambiamento è stato ricostruito, sequenza per sequenza e molecola per molecola, dai genetisti Matthew Ronshaugen, Nadine McGinnis e William McGinnis, dell'Università della California a San Diego.
Siamo alla conclusione e il Prof. Ferdinando Boero lo fa attraverso un’affermazione che concorda con l’appena esposto esperimento:SENZA DEVIAZIONE DALLA NORMA IL PROGRESSO NON E’ POSSIBILE!

Il libro delle facce della Piazza scomparsa del tuo Paese!


Il libro delle facce della Piazza scomparsa del tuo Paese!
di Antonio Bruno

Sono iscritto su Facebook (il libro delle facce) da poco, me l’ha segnalato mia moglie e io, curioso come sono, mi ci sono infilato senza pietà. Ho trovato amici di ieri e di oggi e sono giunto a 80 e passa. Mi giunge notizia di un evento a Galatone e io comunico che ci andrò. Sabato 28 marzo partenza da San Cesario di Lecce alle 16 e 45, arrivo a Galatone Piazza Costadura alle 17 e 15. La mia automobile l’ho lasciata nei pressi del Palazzo Marchesale. Ho chiesto a un signore che stazionava nei pressi cosa fosse e mi ha spiegato che è stato sede dei feudatari di Galatone già dal XVI secolo e che il palazzo, è stato oggetto di continui cambiamenti nel corso dei secoli. Attaccata al palazzo ho ammirato la torre quadrata che sempre quel gentile signore mi ha detto essere di epoca più remota rispetto al Palazzo Marchesale e che in tempi antichi ha assolto al compito di difesa e di repressione.
Ho fatto una tesi sul terremoto del 1743 che ha distrutto Nardò e che anche qui a Galatone ha avuto i suoi effetti facendo crollare la parte nord del palazzo. Ho potuto ammirare lo splendore del portale e le eleganti finestre decorate con motivi floreali e mascheroni che guardano verso la piazza SS. Crocifisso e su via castello.
Il distinto signore mi ha fatto notare la lesena angolare della facciata superstite che ospita i blasoni delle famiglie feudatarie che si sono succedute: Squarciafico, Pinelli, Pignatelli e Grillo.
Ho ringraziato il gentile signore e anche qui lo ringrazio per le interessanti notizie che mi ha dato. Sempre lui mi ha fatto notare che la mia auto era circondata dalle strisce blu, che nulla hanno a che vedere con le mille bolle blu della giovanissima Mina Mazzini, ma che invece annunciano una macchinetta infernale che in cambio di un euro ti consegna un biglietto con su stampigliata un ora precisa, la mia ora era 19.01! Queste macchinette ti scansionano il tempo, non sarei potuto restare un minuto di più in sala e subito mi sarei dovuto precipitare per ottenere un altro biglietto con su segnata una nuova ora!
Lascio la Piazza del Palazzo e attraverso una stretta via arrivo a Piazza Costadura e proprio di fronte a me salendo qualche scalino si accedeva al Circolo cittadino. Avrei saputo di li a poco che il Circolo di Galatone è stato fondato nel 1870 e che si apprestava a festeggiare il 140° anniversario della fondazione.
Mi accolgono due belle signorine che mi fanno firmare un foglio dove c’era già il mio nome e che in cambio mi somministrano un questionario che io di li a poco avrei poi consegnato.
Mi sistemo su una delle comode poltroncine in plastica e noto la rassicurante presenza del Buon Cesare Vernaleone, viso bonario e ammiccante di una TV locale che prese il nome da una Radio che un tempo fu fondata dagli amici Agesandro e Alcino Siculella poi passata nelle mani dell’Imprenditore Dott. Paolo Pagliaro che con maestria, competenza e professionalità l’ha resa l’azienda leader della comunicazione, informazione e intrattenimento del Salento.
Il buon Vernaleone esordisce narrando di questi “agitatori culturali” che presero l’iniziativa di far conoscere tra di loro i laureati di Galatone. Pensate prima d’allora 15.895 abitanti non erano in grado di dire chi di loro fosse laureato.
Insomma dopo questa iniziativa ecco che gli agitatori ne fanno un’altra e questa volta sul tema “FACEBOOK - Il Social Network d’eccellenza come reale Rete Sociale?” , vengo a sapere da Cesare Vernaleone che Facebook, il social network, è stato fondato nel 2004 dall’allora diciannovenne Zuckerbergper per facilitare gli incontri tra studenti e che su questo voleva ascoltare le opinioni del Prof. Paolo PELLEGRINO e del Prof. Carlo FORMENTI della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’Università del Salento. Vengo a sapere che io sono uno dei 160 milioni di utenti di Facebook, e che Cesare Vernaleone è stato taggato su una foto in possesso dell’OTTANTENNE Ciriaco De Mita. Il sempre pacato e acuto osservatore Cesare Vernaleone rivela che è collegato 24 ore su 24 con Facebook e che i professori intervenuti si caratterizzano e si distinguono rispetto a Facebook perché il Prof Paolo PELLEGRINO non lo usa mentre il Prof. Carlo Formenti lo usa.
E un uomo simpatico il Prof. Paolo Pellegrino ed esordisce subito affermando le sue origini geografiche, dicendo della sua Greca Zollino che è sorella della Greca Galatone ultima tra tutte le città della Grecia Salentina ad abbandonare il rito Greco.
Vola verso Orsini del Balzo e Maria d’Enghen e afferma la necessità di riprendere la civiltà antica, poi ci racconta che con il Prof. Carlo Formenti anche se sono nella stessa Facoltà lui parla poco ma nello stesso tempo vuole accreditare a tutti noi il Prof. Carlo Formenti perché ce lo presenta come uno studioso dalle radici teoriche solide. Narra di Adorno e della Scuola di Francoforte a lui cara, ci spinge sulle vette della Dialettica dell’illuminismo ovvero il rapporto tra NATURA da una parte e TECNOLOGIA, STORIA E MODERNITA’ dall’altra e della conclusione a cui giunge la Scuola di Francoforte circa la necessità che non ci sia contrasto tra le due.
Poi con gli occhi diretti verso ognuno di noi, che sembrano superare gli occhiali che li ricoprono, ci parla delle differenze tra virtuale e reale, fa l’esempio del Sesso Virtuale che non ha nulla a che vedere con quello reale e che di questo possono testimoniare tutti quelli che come lui non hanno a che fare con la tecnologia.
Narrazione, ancora narrazione dal Prof. Paolo PELLEGRINO. Ci racconta di quando dieci anni fa sua moglie rimase incinta, circostanza che lo costrinse ad acquistare i suoi primi due telefonini della sua vita, uno per lui e uno per sua moglie. Continua con la narrazione del suo modo di studiare, la necessità di avere più traduzioni, la circostanza di frequentare la Biblioteca Provinciale con Carta e Penna per copiare di proprio pugno le pagine del libro, dell’avvento delle prime fotocopiatrici che puzzavano di uova marce.
La narrazione del mondo del sessantenne Prof. Paolo Pellegrino ad uso di giovani e meno giovani presenti a Galatone e, attraverso questo report, anche a vostra disposizione.
Poi ci narra il suo presente fatto di poco uso di internet e del disturbo che gli arrecano i troppi messaggi che giungono nella sua casella di posta elettronica e sul suo cellulare. Lui che legge Adorno ci narra che tale lettura richiede tempo, la fretta di Internet non si concilia con la lettura, e soprattutto ci dice che se una pagina la legge sullo schermo del computer, quello scritto non lo sente suo. Ci narra ancora della sua Gentile Signora che la sera prima lesse insieme a lui un testo su Kant che gli sembrava di aver già letto da qualche altra parte ma con la firma di un autore differente.
Il plagio e la incertezza delle fonti turba il sonno del Prof Paolo Pellegrino, ci narra che gli viene voglia di accedere in ambiente Internet quando c’è un argomento che non conosce ed è costretto a vivere un paradosso. Il paradosso è che bisogna essere a conoscenza di un argomento per verificare la validità di una fonte, ma che si accede in ambiente internet per sapere di argomenti di cui si sa poco o nulla. Un dilemma: consulto o non consulto la rete? E poi, dopo averla consultata, come faccio a verificare?
Il Prof. Paolo Pellegrino ci da un annuncio: sta scrivendo un libro di ETICA DELLA COMUNICAZIONE!
Ancora narrazioni dal Prof. Paolo Pellegrino, ci dice della sua scuola elementare, del bottiglione pieno di inchiostro che ogni mattina toccava e nutriva il suo calamaio, ci dice della vendetta ad opera di un suo compagno di scuola che, arrabbiato perché il maestro non l’aveva fatto uscire per la ricreazione, ecco che fa la pipì nel bottiglione di inchiostro rendendolo inutilizzabile. Ancora una narrazione, quella della penna stilografica che macchiava le giacche di inchiostro, ci fa la narrazione della rivoluzione della penna BIC!
Ci rassicura il Prof. Paolo Pellegrino, ci dice dei vantaggi. Ma poi ci narra di suoi amici senza arte né parte che posseggono tre telefoni cellulari e della circostanza che lui stesso ne possegga tre e che ancora oggi si chiede il perché ne abbia tanti e a che cosa servano in definitiva.
Sempre la Scuola di Francoforte che ritorna con la ricerca dell’armonia tra Natura con Ragione – Civiltà – Tecnologia. E’ divenuto serio il Prof. Paolo Pellegrino e si chiede se tutto questo può mutare l’antropologia. Ancora narrazione, tanti regali da questo uomo di origine greco – salentina, ci narra di suo figlio, ha 9 anni, e della circostanza che voglia diventare un esperto di elettronica. Insomma il Prof. Paolo Pellegrino che vive lontano dall’elettronica ha generato e cresciuto un figlio che vuole fare dell’elettronica la sua vita! Capite? E lui ce lo narra, ne fa una narrazione ad uso di noi che siamo li ad ascoltare le sue parole.
E poi nonostante tutto afferma che le esigenze culturali non sono a compartimenti stagni e che la tecnologia non può essere fermata ma che deve tener conto della cultura.
Cita I MITI per illuminarci, dice che si è occupato del tarantismo e che il mito riesce a illuminare un fenomeno.
E’ la volta del Prof. Carlo FORMENTI anche lui inizia una narrazione dicendoci dei suoi trascorsi di filosofia politica che lo hanno portato a interrogarsi sulla forma, e poi che lo hanno invaso sino a farlo divenire un MUTANTE, come noi tutti. Il Prof. Carlo Formenti continua la sua narrazione e ci dice del suo impegno nel giornalismo, della sua Olivetti lettera 22 che lo costringeva a pensare tanto prima di scrivere e dell’avvento dei Word Processor , che hanno mutato il modo di scrivere perché tutto può essere aggiunto in qualunque momento, può addirittura essere corretto con un solo clik!
Insomma il Prof. Carlo Formenti l’ha registrata la sua mutazione! Con la macchina da scrivere Olivetti lettera 22 prima si pensa e poi si scrive mentre con i Word Processor si pensa mentre si scrive. E’ una rivoluzione!
Non ragioniamo più per sequenze lineari. Ragioniamo in una infinita DICOTOMIA che se si giunge a un pensiero del pensiero è molto simile a una RETE a infiniti livelli, molto simile al Cervello che è una cipolla con le sue reti neuronali!
Il Prof. Carlo Formenti ha notato che i giovani che sono nati nell’era del Computer non ragionano più in maniera lineare ma per allegorie, per immagini.
Insomma la tecnica diventa natura? La tecnica in funzione della BIOMIMESI è molto simile alla natura?
Internet è una piattaforma tecnologica, un ambiente, è un canale che fa passare ogni cosa come ad esempio Programmi vecchi e nuovi e soprattutto è in modificazione velocissima quasi istantanea.
Ci regala la narrazione di internet il Prof. Carlo Formenti, ci dice che Arpanet ha 40 anni e che il Web ne ha 20, ci narra del telefono che era nato per ascoltare musica a distanza ma che poi, come sempre, sono le persone umane che ne fanno uso che stabiliscono la reale destinazione, infatti la destinazione d’uso del telefono non è quella per la quale è stato inventato.
Così l’ambiente, la piattaforma tecnologica Internet.
Ci racconta della circostanza di Facebook che nel 2004 fu inventato dall’allora diciannovenne Zuckerbergper per facilitare gli incontri tra studenti e che adesso ha un utenza che è maggiore per i maggiori di 35 anni e che si sta spostando anche all’utilizzo dei cinquantenni e oltre.
Ci narra della piccola comunità, della riproduzione del reale nel virtuale e della media di 120 amici che una persona umana riesce a gestire, di più non sono gestibili.
Poi ancora narrazioni dal Prof. Formenti che ci rivela che il virtuale è una dimensione del reale e che l’opposto del reale è il POTENZIALE.
Ancora un’altra rivelazione del virtuale che è UNA ESPANSIONE DELLA CAPACITA’ RELAZIONALE, con Internet non c’è più bisogno che per una relazione, per una qualunque relazione, si debba essere nello stesso luogo geografico.
Le relazioni possono anche essere violente, anzi violentissime, ma attraverso la delocalizzazione non hanno conseguenze fisiche, almeno nell’immediato.
Attraverso questo ambiente c’è un’altra opportunità per le persone umane ovvero quelle ad esempio di essere fisicamente in Alaska ma continuare ad avere relazioni quotidiane con San Cesario di Lecce. Gli immigrati di III e IV generazione non hanno più bisogno di integrarsi perché continuano a relazionarsi quotidianamente con la loro comunità d’origine.
Nell’ambiente Internet, in questa piattaforma c’è un rapporto diretto ma non mediato che comporta slittamenti di significato e di pratiche.
Insomma il Prof. Carlo Formenti ci narra di uno spazio pubblico diverso, uno spazio dove non c’è’ più alcuna necessità di delegare, c’è la narrazione della Democrazia Diretta.
Ci narra di Obama che dopo aver lavorato in rete per essere eletto adesso ha il problema di lavorare in rete per governare! E non sa come fare! Ma se tradisce questa partecipazione ci sarà un effetto devastante per la democrazia americana perché, com’è noto, INDIETRO NON SI TORNA!
Il Prof. Carlo Formenti ci fa una narrazione di come si lavori molto di più da quando c’è la rete. Questo ambiente nel quale viviamo richiede che metà della giornata sia dedicata a pratiche comunicative di cui non possiamo fare a meno!
Si possono fare 6 – 7 cose contemporaneamente!
E’ seguito un interessante e ricco dibattito.
Una piccola annotazione: quando i saperi vanno nelle piazze c’è forte agitazione culturale! Un plauso agli organizzatori, al buon Cesare Vernaleone e soprattutto ai due scienziati che vivono in mezzo a noi: il Prof. Paolo Pellegrino e il Prof. Carlo Formenti, me lo dico sempre che sono fortunato perché vivo in un territorio in cui c’è l’Università!
Erano le 19 e 15 quando precipitosamente ho dovuto abbandonare l’interessante seminario. La macchinetta infernale delle MILLE STRISCE BLU strillava che la multa incombeva! L’ho detto alle gentili signorine in fondo alla sala che me ne andavo perché mi scadeva il parcheggio. Me ne sono andato a malincuore senza salutare, ma sono certo che ci saranno altre occasioni.

sabato 28 marzo 2009

Il restauro grigio metallizzato della Madonna!



Il restauro grigio metallizzato della Madonna!
di Antonio Bruno

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Il Prof. Raffaele Casciaro in un seminario tenuto presso le Marcelline di Lecce racconta la presenza diffusa di opere d’arte in tutto il territorio della Provincia di Lecce e propone che a prendersene cura siano le comunità locali, le stesse che devono provvedere a reperire i fondi per il loro restauro, per la loro custodia e conservazione.
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Non vado spesso ad accompagnare mia figlia a scuola, non così spesso come quando andava alla scuola materna. E’ stato in una di queste visite che ho appreso la presenza del Prof. Cassiano alle Marcelline di Lecce e volevo ascoltarlo.
L’iniziativa era del FAI e la relazione doveva tenersi nella cappella dell’Istituto. Sono arrivato alla cappella piena di ragazze e ragazzi e al posto del Prof. Cassiano ho visto un giovane studioso che ho saputo essere il Prof. Raffaele Cazzato. Un’annotazione di costume: uno entrando in un Istituto privato gestito dalle suore si aspetta che gli adolescenti dai 14 ai 19 anni si presentino in un certo modo, ovvero le ragazze con gonne plissè e camicetta bianca mentre i maschi con una splendida giacca blu su pantalone corto all’inglese. Nulla di tutto questo! Spiccano le pettinature dei ragazzi con capelli che sfidano la forza di gravità in una tensione verso il cielo e si notano le ragazze con pantaloni che invece risultano soccombenti alla stessa forza di gravità scivolando verso il basso e lasciando intravedere mutandine bianche che fanno capolino.
In questa cornice ecco giungere la notizia della salvezza delle statue di Sant’Oronzo e Fortunato conservate nella Chiesa di Sant’Irene di Lecce (Convento dei Teatini) salvate in extremis dai tarli. Sono attribuibili ad Aniello Stellato di Napoli che nella prima metà del XVII secolo è l’autore delle statue-reliquiario a figura intera nella chiesa di Sant’Irene a Lecce, ispirati ai modelli elaborati a Napoli e sempre a Napoli nel Gesù Nuovo è conservato il suo capolavoro, L’Angelo custode ligneo.
Queste sculture si sono imposte alla fine del 600 e vengono portate in processione.
Poi c’è l’opera che il Prof. Raffaele Casciaro definisce spettacolare e che è custodita nel mio paese ovvero la Madonna del Carro. Narra la leggenda che l’ha donata un carrettiere di San Cesario di Lecce che si salva miracolosamente da un incidente mortale con il suo carretto.
Una Madonna che è su un carro e che è trascinata dagli angioletti.
Il Prof. Raffaele Casciaro continua rivelando la presenza di opere di Gaetano Patalano nel Monastero delle Benedettine di Lecce.
Rivela ciò che tutti quelli che partecipano alle processioni sanno (per la verità rimasti in pochi sic!) ovvero le statue d’argento che compaiono ai fedeli al momento della Festa Patronale, ma ci sono anche dei busti eccellenti nel museo diocesano di Gallipoli.
Introduce la grande stagione naturalistica ad opera di Vespasiano Genuino (Il crocifisso ligneo della Chiesa di S. Maria delle Grazie a Lecce in Piazza Sant’Oronzo è opera dello scultore gallipolino Vespasiano Genuino 1552-1637. Il Cristo alla Colonna al Carmine a Lecce e a Sant’Irene il Crocefisso sono sempre sue opere.)
Il Prof. Raffaele Casciaro afferma che nella Provincia di Lecce e in tutta la Puglia esiste un Patrimonio d’Arte capillare e diffuso e che ogni comunità deve recuperare fondi per restaurare il suo patrimonio artistico. Basti pensare a Nicola Fumo le cui opere possono essere ammirate a Castrignano del Capo (Lecce) e a Madrid!
Il Prof. Raffaele Casciaro ci dice anche di Placido Buffelli, uno scultore di Alessano (LE) , che patinava di bianco le sue statue per farle assomigliare al Marmo che giungerà da noi solo a fine 700.
Il Prof. Raffaele Casciaro racconta di quella statua lignea della Madonna che fu data, per il restauro del manto, a un carrozziere e quest’ultimo, utilizzando la vernice a spruzzo, lo rese di un grigio metallizzato che pareva il cofano di un AUDI! Ci fa vedere una Sant’Irene attribuita a Giovanni Battista Gallone che ha in mano la città di Lecce il cui campanile non è quello dello Zimbalo e ci ricorda che il Patrono di Lecce è stato una donna e che questa donna è stata poi semplicemente sostituita e dimenticata in favore del maschissimo Sant’Oronzo.
La Chiesa di Santa Chiara per il culto delle Clarisse che non ci sono più. Erano tutte figlie di uomini ricchi che commissionarono tutte dei busti a Gaetano Patalano uomo dell’Isola d’Ischia e autore di San Benedetto e Santa Scolastica delle Benedettine di Lecce oltre che dell’Incoronazione della Vergine a Cadice in Spagna.
La vergine ornata di tulipani. Per me il Prof. Raffaele Casciaro ha una chicca. Nel 700 c’era la mania dei tulipani, il tulipano è di origine Turca e pare che ad Amsterdam sia stato pagato un bulbo di tulipano di una varietà pregiata con una casa.
All’epoca le opere dovevano essere ornate all’estremo e quale migliore ornamento se non il preziosissimo TULIPANO?
Poi c’è un’altra iniziativa alle Marcelline e l’unico schermo del videoproiettore viene rimosso quasi durante la relazione del Prof. Raffaele Casciaro.
La relazione finisce e un anziano signore prende la parola affermando che forse il fatto che il Prof. Antonio Cassiano non sia potuto venire si è rivelato una vera e propria fortuna perché ci ha concesso di ascoltare il chiarissimo Prof. Raffaele Casciaro!

venerdì 27 marzo 2009

La grammatica della vita sociale


La grammatica della vita sociale
di Antonio Bruno

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Massimo Introvigne giovedì 26 marzo 2009 a Copertino in Provincia di Lecce per incitare ad esercitare il diritto – dovere di parlare in nome della ragione. Il Professore sostiene che bisogna farlo in ogni luogo, sempre perché dobbiamo raggiungere l’obiettivo di avere regole condivise del gioco chiamato “VITA SOCIALE”.
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Ieri sera sono giunto a Copertino da Lecce alle 18 e 45 e poi ho chiesto della Chiesa di Santa Maria ad Nives. L’uomo a cui chiedo è stato il primo che passava e come ormai è divenuta consuetudine mi ritrovo davanti all’inaspettato Pio Fumarola, il mio amico dell’adolescenza che mi iniziò alla musica della Premiata Forneria Marconi e del Banco del Mutuo Soccorso. I convenevoli di chi non si vede da tempo, i sorrisi, gli abbracci e le presentazioni. Insieme ci dirigiamo alla volta della Chiesa e sul sagrato mi presenta un distinto signore, il parroco, circondato da un gruppo di giovani. Mi dice che lui è ….(omissis) e io invece affermo che sia Pio che la signora mi avevano detto un gran bene del suo apostolato. Ci salutiamo e poi dopo appena dieci minuti vedo arrivare il Filosofo Massimo Introvigne. Un uomo distinto, mi sembra un tedesco, uno sguardo che esprime rigore, come il suo look anch’esso segno di rigore.
Entriamo! Ci andiamo a sedere avanti sul lato sinistro, una breve presentazione e poi la descrizione dell’intolleranza nei confronti della Religione: A farlo il filosofo, sociologo e scrittore Massimo Introvigne. Una voce pacata, ferma, con l’inflessione sinceramente settentrionale, le pause tutte al momento giusto e le spiegazioni che si diffondono in allegorie ed esempi.
Dice di come sia singolare che un documento sull’Africa di 100 pagine che è il frutto di 15 anni di lavoro sia finito con il divenire la pubblicità dei profilattici. Il Papa attacca ognuno di noi che non vediamo queste immense aree del mondo perché è il mercato che non c’è e, sempre in quel documento, si chiama in causa anche l’ONU, Il Fondo Monetario Internazionale e l’UNICEF. Invece di dire che il Papa in Africa ha denunciato l’ottica di sostegno ai governanti corrotti di quella terra la stampa internazionale, le TV e gli Opinion Leader hanno parlato del Preservativo!
Quell’uomo rigoroso che è sull’ambone ci racconta della sua partecipazione alla conferenza programmatica dell’OCSE di Vienna che aveva per tema “L’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei cristiani”.
Come c’è da aspettarsi a Est di Vienna c’è l’intolleranza e la discriminazione nei confronti dei cristiani. Ma c’è anche a OVEST di Vienna! C’è la Francia, la Spagna, la Gran Bretagna e udite, udite anche la cattolicissima ITALIA!
Parla di ieri sera mentre veniva a Copertino da Galatina ascoltava il dibattito al Senato sulla legge sul FINE VITA ovvero per capirci sui casi simili a Eluana Englaro e riferisce dell’ANTOLOGIA DELLE SCIOCCHEZZE che ha dovuto ascoltare tra cui spicca la PERLA di chi ha detto nel Senato della Repubblica Italiana che il Papa Benedetto XVI rappresenta la Chiesa dei ricchi.
Il prof. Introvigne non si ferma e ci racconta della libertà religiosa. Fa una narrazione su questa libertà che non può essere ridotta a pratica del nascondimento. La religione ha un ruolo profetico e quindi parla alle persone umane dicendo e praticando cose diverse da quelle che dicono e praticano i POTENTI DEL MONDO!
Per questo deve valere per tutti IL PRINCIPIO DELL’IMMUNITA’ che ha un limite che è facilmente definibile con la MORALE NATURALE.
Qui il prof. Introvigne introduce il tema della speciale attenzione per le minoranze religiose e poi introduce la novità della salvaguardia del diritto delle maggioranze religiose.
In pratica l’affermazione è questa: garantendo il diritto delle maggioranze religiose si garantisce anche quello delle minoranze.
Quindi la LIBERTA’ RELIGIOSA è un diritto naturale che va salvaguardato.
E’ esattamente speculare e coincidente con il diritto dei NON CREDENTI a NON CREDERE!
Qualcuno sta storcendo la bocca perché non pensa che il diritto alla LIBERTA’ RELIGIOSA sia in pericolo negli stati occidentali. Ed ecco che il Prof. Introvigne sciolina tre casi dello scorso febbraio che riguardano tutti i cristiani.
In Gran Bretagna un’infermiera è stata licenziata perché su richiesta di un morente prega.
In Gran Bretagna una bidella viene licenziata dalla scuola perché la sua bambina parla dell’inferno alle altre bambine terrorizzandole.
In Gran Bretagna l’affido è tutto gestito dai privati, tra questi ci sono dei privati cattolici. Siccome una musulmana di 16 anni si è convertita al cristianesimo gli viene tolto l’affido e badate, non perché la famiglia cattolica abbia fatto qualcosa per far convertire la musulmana adolescente, ma poiché non ha vigilato affinché ciò non avvenisse.
L’altro moto di fortissima intolleranza è contro la Chiesa che non tollera l’Omosessualità!
In Svezia un pastore protestante è andato in prigione perché afferma nelle sue prediche che gli omosessuali andranno all’inferno.
In Olanda una associazione sanitaria perde l’aiuto dei finanziamenti dello Stato perché propone una cura che fa guarire gli omosessuali che divengono etero sessuali.
In Gran Bretagna gli omosessuali possono adottare i bambini le agenzie cattoliche non sono d’accordo nel proporre questo e gli hanno dato 6 mesi per adeguarsi oppure dovranno chiudere. Le agenzie cattoliche hanno deciso di chiudere.
In Italia c’è un progetto di legge bipartisan che punisce con la reclusione sino a 2 anni e sei mesi chi discrimina gli omosessuali favorendo gli eterosessuali.
In Francia e Spagna c’è l’incriminazione di Parroci cattolici per OMOFOBIA!
Introvigne cita John Rawls che afferma le chiese oggi parlano della fede ai credenti e in nome della ragione a tutti.
Ma quando le Chiese parlano in nome della ragione non devono avere più diritto degli altri ma c’è da aggiungere che non devono avere nemmeno minori diritti rispetto agli altri.
Tutti abbiamo il diritto – dovere di parlare in nome della ragione.
Tu che mi stai leggendo non darti pena! Se sei arrivato sino alla fine sei eroico e, soprattutto, sei uno che può esercitare il diritto – dovere di parlare in nome della ragione. Fallo in ogni luogo, fallo sempre perché dobbiamo raggiungere l’obiettivo di avere regole condivise del gioco chiamato “VITA SOCIALE”. Fallo sempre perché se ciò non fosse messo in atto allora l’unica forza che prevarrebbe sarebbe quella della violenza che porterebbe alla fine della Società.

martedì 24 marzo 2009

C’era solo lei, la UPIM e basta!

C’era solo lei, la UPIM e basta!
di Antonio Bruno

Un’anziana signora che mi chiede un passaggio per Lecce. Mi comunica che abita in Via XXV Luglio che si scusa se mi fa allungare. Un’anziana signora che mi racconta di un tempo in cui lavorava, un tempo in cui era felice e che quel lavoro l’aveva strappata alla amata Ugento e l’aveva trasportata a Lecce a 60 chilometri di distanza dalla sua Patria.
Ma io che un viso non lo dimentico scavavo tra i ricordi per riuscire a individuare il luogo e la circostanza che me l’aveva fatta incontrare prima d’allora.
I mie sforzi tutti vani, nulla, non riuscivo a ricordare nulla. E lei che mi parla con la sua voce e finalmente accenna a chiedere di dove io sia. Ogni volta che posso dire di essere di San Cesario di Lecce lo faccio di buon grado, sono allegro mentre lo faccio, perché questo luogo è parte della mia vita, è significativo e pieno di significati.
Lei mi dice che aveva una collega di San Cesario di Lecce che si chiama Jole e poi Mazzotta. Io sento di essere proprio un disastro perché non mi dice nulla questo nome e questo cognome. La signora Maria da Ugento amorevolmente mi aiuta, mi dice che Jole Mazzotta viveva a Monteroni perché era di li il marito. Nulla di nulla. A quel punto chiedo in che scuola insegnassero. E lei che si schernisce, “No! Nessuna scuola!” Io lavoravo alla UPIM. Ecco che si apre una finestra spazio temporale alla STARGATE e mi tuffo con la memoria alle numerose gite a Lecce con il mio scomparso papà, con la 600 verde acqua targata Bologna, il parcheggio a disposizione in Piazza Sant’Oronzo e mi tuffo nella UPIM dove stavamo ore ed ore a…….guardare! Tutto ciò che mi piaceva era al secondo piano a cui si accedeva con la scala mobile che aveva una serie di cilindri trasparenti che annunciavano la scala e che ti portava nel fantastico mondo dei balocchi. Allora nei favolosi anni 60 solo la Befana aveva l’onere e l’onore di portare ai bimbi buoni i giocattoli. E poi le infinite gite con la Bicicletta Bianchi di papà, con la bici in due io e Sandro De Simone il mio Lucignolo, il compagno di giochi più creativo dell’Universo conosciuto.
La signora Maria da Ugento mi raccontava delle folle oceaniche di avventori provenienti da tutta la Provincia che si accalcavano, spingevano davanti alle casse perché alla UPIM c’era tutto e soprattutto c’era solo lei, la UPIM e basta!
L’ho salutata all’arrivo nei pressi della sua dimora di Lecce. Me la ricordavo la signora Maria anche se io ero innamoratissimo della Commessa che stava nel reparto dischi. Stazionavo sempre nei pressi e la riempivo di sguardi che non venivano ricambiati. Quanti sogni! Ma non l’ho vista più! Non ho avuto il coraggio di chiedere alla Signora Maria di Ugento di quella commessa con lo sguardo vellutato perché mi sembrava indelicato chiedere notizie di un'altra signora bella come lei.
Siamo arrivati nei pressi del suo palazzo, ho parcheggiato e ho portato nell’atrio l’elegante set di valigie di uno splendido rosso. L’ho salutata e ho capito che una donna non ha età, il tempo non la sfiora, una donna è bella per sempre se l’hai guardata da bambino, come la mia mamma che rimane ora come allora la più bella donna del mondo anche se ha 80 anni!

lunedì 23 marzo 2009

La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!

La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!di Antonio BrunoLa volevo raccontare ieri sera questa storia, appena accaduta, ma la zia mi ha paralizzato al telefono per ore, sempre con gli stessi racconti, sempre con le stesse persone, per lo più oramai scomparse, ma vive, attraverso la sua narrazione. Per mia zia la narrazione ha un effetto terapeutico, dopo un ora di storie eccola che finalmente si congeda per andare a dormire. Ma è troppo tardi per scrivere ora, anch’io sono sopraffatto dal sonno.Mi sveglio con questa storia in testa. La storia di uomo che vive qui, ora. Non desidera che si sappia chi sia. Io non svelerò la sua identità.La faccio breve. Lui ha iniziato molte iniziative e non è mai comparso. Ha ideato bellissime manifestazioni e le ha proposte ai giovani, questi ultimi si sono sentiti motivati a portare avanti un progetto, a realizzarlo. Ancora oggi le varie generazioni che si sono succedute nel laboratorio di questo Magister tornano a trovarlo e si chiedono davanti all’ispiratore come abbiano potuto organizzarle e poi realizzarle con i pochi mezzi a disposizione.Lui, il mio amico Magister, riesce a far uscire da questi giovani ciò che di più prezioso posseggono nel loro cuore. E’ come se riuscisse a togliere il velo di incertezza che copre la perla preziosa. Il Velo gettato con malizia da quei pochi contatti con le altre persone umane, tutte prese dal tappare con qualunque tampone la creatività, il germe dell’impegno spassionato che c’è in ognuno di noi.Il Magister con la sua azione ha “fatto fuori”la contaminazione delle finalità tese a mercificare l’impegno, le finalità che lo collegano a un corrispettivo, che quasi lo “prostituiscono” per ottenere l’applauso oppure un dono.Il dono, l’applauso, l’approvazione degli altri. La contaminazione della realtà personale, originale e unica. La richiesta di uniformarsi alla volontà di qualcuno, la frustrazione che impedisce qualunque espressione originale, che demolisce la struttura perfetta che intraprende percorsi, che intuisce traiettorie che però rimangono inesplorate perché c’è la paura del giudizio dell’altro, la preoccupazione dell’impegno velleitario che poi ti fa liquidare dagli altri uniformati con una parola “Sognatore” che è l’offesa più grande che si possa fare a una persona umana adulta in questo luogo dell’Universo.Il Magister mio amico è un uomo naturalmente “Libero”. Non c’è in lui l’egoismo e non c’è il possesso e non collega ciò a nulla, non c’è un perché, non c’è un modo. La mattina si alza e si dice: “Chissà cosa accadrà di bello oggi?” e la mattina stessa il bello accade!

giovedì 19 marzo 2009

Testo della mia presentazione del Libro "Una bella Partita" di Gianno Letizia

Testo della mia presentazione del Libro "Una bella Partita" di Gianno Letizia
di Antonio Bruno

Gianni Letizia è sempre li che osserva, che guarda alla realtà per trarne indicazioni Gianni Letizia soprattutto è curioso. Gianni Letizia è uno che vuole capire ma che ha anche da dire, da raccontare e soprattutto vuole spiegare, idicare e ringraziare.Gianni spiega a suo figlio le sue assenze per occuparsi dei figli degli altri. Spiega ai tanti papà che il modo di occuparsi dei figli risiede nell'affidarsi allo sguardo di un altro educatore, un Mister come lui, quasi un MAGISTER, uno che insegna la vita. Gianni Letizia spiega come svolge la sua missione di creazione dell'armonia in una squadra di calcio. Gianni crea l'armonia di un gruppo di persone umane di sesso maschile che si confrontano con un altro gruppo di persone umane per giungere a un epilogo sempre e comuque, un finale in cui c'è chi ha prevalso. Si schernisce e si scusa per l'abitudine tutta nostra meridionale di dire, quando subiamo una sconfitta o un fallimento, che “non è stata colpa mia” che, si è vero! abbiamo perso! ma è perchè ci mancano le risorse finanziarie, è perchè l'allenatore ha il naso lungo come pinocchio oppure perchè mentre l'attaccante avversario faceva gol uno stormo d'anatre ha fatto la cacca sul portiere. Gianni Letizia si scusa per la mancanza della capacità che abbiamo noi meridionali di trarre le conseguenze. Noi meridionali non siamo come quegli antichi romani che facevano un bellissimo e giapponesissinmo karakiri in caso di sconfitta quando da noi nemmeno i clamorosi e reiterati fallimenti delle feste patronali fanno testo per i rappresentanti che dicono che è il popolo che non capisce e con la faccia di bronzo restano e non se ne vanno mai!Gianni Letizia descrive una San Cesario di Lecce fatta di calciatori della Parrocchia che smettono di titrare calci al pallone dopo decine di ore solo qaundo le mamme li chiamano dalla finestra.Una San Cesario di Lecce che non esiste più. Non ci sono ragazzini di 10 – 14 anni in giro, non ci sono campetti nelle Parrocchie, non ci sono squadre di calcio delle varie Vie (ai miei tempi la più forte era quella di Via Matteotti).Poi spiega l'Annino Micella, uomo inspiegabile per chiunque, il vero Sindaco di questo paesino. L'Anninu Consigliere attento e osservatore puntuale della realtà di San Cesario di Lecce. Uno che ama questo territorio e che da il suo contributo anche gridando dalla tromba dell'altoparlante della scassata cinquecento.Gianni Letizia spiega un altro personaggio inspegabile e d'altri tempi, uno che a Tricase faceva grandi successi e rapprentava davvero il Messia della via salentina della musica melodica.Un uomo che profonde energie e non finire in milioni di iniziative, lo ricordiamo tutti nelle feste dell'Unità, nei Nastro d'Oro, nelle mille feste patronali e nel calcio dove con una frase da l'indicazione preziosa per qualunque attività umana ovvero che al calcio (ma in ogni attività) si calcia con i piedi ma si gioca con la testa. La testa quella preziosa scatola che ci consente di osservare e interpretare e che, soprattutto, ci mette nelle condizioni d'amare come ama Nunzio Mariano i suoi ragazzi e tra questi Gianni Letizia, e i mille e più Gianni Letizia che hanno imparato a usare la testa anche grazie al contriubuto di questo uomo d'altri tempi.Le mille sigarette di Mario Liaci e l'emozione che gli provocava la vicinanza dei suoi ragazzi, della Polisposrtiva di cui era presidente. Io li ricordo la domenica pomeriggio in Piazza garibaldi quando attendevano l'arrivo della automobile per recarsi o al Vincenzo Zanchi o nei mille campi sperduti del salento.La tristezza di fri – fri, la delicatezza di questo suo tifoso che lo seguiva ovunque per ammirare le mirabolanti acrobazie e il tocco fine e delicato con cui trattava la palla e il correre leggiadro sui campi di calcio come quello di un fauno che corre dietro alle vergini per possederle per violarle e con il suo tocco, con la sua capacità di sfonfare al fine la rete, facevq divenire la partita come un sacro amplesso di persona triste e mesta che trova nel calcio la risposta ai suoi tanti perchè ma che non ne fa un idolo trovando alla fine la sua realizzazione sposando una donna vera e facendo una famiglia altrettanto vera.Bisogna leggerlo il libro di Gianni Letizia, capire perchè questo eterno ragazzo ha voluto scriverlo. Gianni Letizia quello che sfoglia l'album delle fotografie e che si dice che ormai è passato tanto tempo ma che gli sembra ieri, Gianni Letizia quello che racconta di quando l'hanno preso alla Polispostiva e con la bicicletta multicolore è corso a dirglielo a mamma e papà che gli mancano, che vorrebbe tanto fossero qui, ora. Gianni Letizia che rimpiange un mondo d'altri tempi fatto di squadre di uomini che credevano in qualcosa e che lealmente, per questo qualcosa, erano disposte a battersi. Gianni Letizia che rimpiange quei tempi che non ci sono più. Dovete leggerlo il librio di Gianni perchè leggendolo scoprirete che Gianni Letizia ha racciontato una storia che riguarda anche noi, che riguarda te e me che dobbiamo credere a questo nostro paese ora come allora e dobbiamo trasmettere l'amore per la nostra terra ai tanti ragazzi di oggi affinche l'uomo inspiegabile “Annino Micella”; l'uomo inspiegabile“Nunzio Mariano”; l'uomo inspiegabile“Mario Liaci” e tanti altri trovino la spiegazione della loro passione e del loro impegno e vedano in , che tentiamo di imitarli senza peraltro riuscirci, la prosecuzione del loro impegno.Gianni Letizia è l'uomo inspiegabile!

domenica 8 marzo 2009

Una vecchia signora arsa dal sole dei campi

Una vecchia signora arsa dal sole dei campi
di Antonio Bruno

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La nostra vita è una serie infinita di attimi che formano l’unico e che se frammentata diviene incomprensibile
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Una donna anziana che siede in attesa di prendere parte alla Messa. Io che mi avvicino per salutare questa vecchia signora che ha dedicato il suo ultimo tempo alla creazione delle piccole bambole colorate che regala alla vista delle bambine del terzo millennio. Mi sorride con la faccia scavata dalle rughe frutto dalla lunga esposizione del viso al sole del sud e alle intemperie della campagna meridionale, io ricambio quello sguardo sorridente puro e pieno di luce come quello di una giovinetta che si confonde con la natura che la circonda.
Una domenica colorata da mille bolle di gioia e dalla voce di questa donna che mi dice “Antonio la mia vigna, la mia bella vigna che tanto avevo curato travolta da una tromba d’aria un grosso guaio che arriva sulla mia vigna portando via tutto il frutto del mio lavoro di mesi!” io continuo a osservare gli occhi penetranti in uno sguardo che sembra immerso nel dolore di allora provava ora come allora il dolore di aver perduto tutto il raccolto. La vecchia signora continua “Mi rivolgevo a Dio dicendogli che non poteva essere il Dio dei poveri! Come poter sopportare oggi quel mio essere senza fede? Come concepire che ero persa perché non sapevo che Lui, il mio Dio, l’anno dopo mi avrebbe dato il raccolto perduto moltiplicato mille volte”.
L’ho ringraziata per queste belle parole che mi sono servite immensamente quando ho raccolto le idee per osservare la mia risposta meccanica a quello che mi accade intorno. Cosa divengo? E’ come se mi mettessero in condizioni di sorridere o provare dolore per degli accadimenti che non riguardano me ma che sono della vita di altre persone umane. Arriva una telefonata che mi porta su e accade dopo che mi era stata data una notizia che mi ha portato giù e questo nell’arco di ore nella stessa giornata. Ecco che mi chiedo: “ Della mia agognata libertà è perduta ogni traccia? Io perduto come sono a elemosinare dagli altri i miei stati d’animo come posso sperare di divenire libero?”.
L’anelito di libertà che so abbiamo tutti ha una sola strada per divenire un fatto, ha un solo percorso che gli consente di non rimanere un anelito. La libertà è una strada che passa dagli occhi mi vengono in mente i versi: Il vino raggiunge la bocca e l'amore raggiunge gli occhi, questa è la sola verità che ci è dato conoscere prima di invecchiare e morire. Sollevo il bicchiere alle labbra, ti guardo e sospiro. (W. Butler Yeats) ecco che come nella bella poesia di Yeats la libertà, la mia libertà si concretizza nell’alzare lo sguardo verso Dio l’unico ideale che può liberarmi.
Però mi perdo tra i mille segnali, mi perdo tra le mille creature che si propongono come Dio, tra i mille desideri che si presentano come risolutori del mio anelito, come soluzione finale che risulta parziale in quanto poi diviene soluzione finale l’altro desiderio che scaturisce passato il “BRIVIDO”.
Una vecchia signora arsa dal sole dei campi che impreca al cielo per avergli portato via il raccolto. Io sono questa vecchia signora! Privo come sono della fede che mi farebbe sentire sicuro e amato in quanto c’è sempre chi ha provveduto, provvede e provvederà per me.
E’ Dio, unico desiderio desiderabile, uno anelito, vita in questo pezzo d’Universo di cui sono parte, creato per la Sua sola Gloria.