Chi sono i buoni e chi i cattivi ?
di Antonio Bruno
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Cosa è bene e che cosa è male? Chi sono i buoni e chi i cattivi? Evandro Agazzi a Copertino in Provincia di Lecce afferma che bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.
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Sono arrivato un po’ in ritardo al Castello di Copertino e subito mi sono seduto nella sala grandissima e stracolma di studenti che ascoltava le parole sul genoma e sui pericoli insiti nella sua conoscenza di Lourdes Velazquez dell’Università Pontificia del Messico. Che poteva dire la professoressa se non mettere in guardia dai pericoli che possono nascere da una selezione del genoma e di un reclutamento in funzione di esso. Poi ha iniziato a parlare Evandro Agazzi Nato a Bergamo nel 1934 è stato ordinario di Filosofia della scienza all'Università di Genova dal 1979 e professore di Antropologia filosofica all'Università di Fribourg (Svizzera). Insegna attualmente Filosofia teoretica all'Università di Genova.Mi è piaciuto quando ha detto che siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Escludendo il nostro piccolo orticello, di cui possiamo dirci specialisti, per tutto il resto siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Ecco perché ci vogliono le iniziative che mettono in contatto l’elaborazione scientifica con tutti.
Il Professore afferma che c’è stata più divulgazione al castello di Copertino che negli Istituti Universitari e poi rivela un dato che è squisitamente antropologico: “In Italia si muore più di invidia che di cancro!”.
Ma passiamo alla definizione di Bioetica ovvero BIOS che significa VITA ed ETICA che significa MORALE per meglio dire la problematizzazione morale delle Scienze della Vita e le loro implicazioni. Tutto questo includendo il complesso delle scienze che prende il nome di “MEDICINA”.
MA CHE BISOGNO C’E’ DELL’ETICA? Siccome ci sono tanti interventi del clero, dei preti, uno si potrebbe chiedere se sia proprio necessario.
Lo sapete che si diceva che la scienza e la tecnologia sono buone cose così come sono buoni gli scienziati e i tecnici e che i cattivi sono i politici, gli industriali e i militari per il cattivo uso che fanno della scienza.
Lo dice Mario Bunge che scienza e tecnologia sono innocenti e che dobbiamo prendercela con i politici, i militari e gli industriali che ne fanno cattivo uso.
Ma secondo Evandro Agazzi non è così! Scienza e tecnologia non sono solo conoscenza ma anche azione e quando c’è l’azione ci sono implicazioni morali.
Ma ha senso un giudizio morale? Non esiste nessuna azione umana che non abbia un implicazione morale (buona o cattiva).
La progressione è la seguente: prima vi è l’intenzione, quindi c’è la norma e infine le azioni. C’è un esempio quello delle cellule staminali. Sono cellule che possono trasformarsi in qualunque cellula di un tessuto (possono diventare cellule del cuore o del cervello o dello stomaco ecc.) e che stanno negli ovuli fecondati e nei cordoni ombelicali. Per poterle usare si dovrebbero uccidere gli ovuli soprannumerari rivenienti dalla fecondazione assistita. Il problema allora diventa morale. Sia quelli che vogliono ammazzare gli ovuli che quelli che non vogliono farlo giustificano ciò che sostengono con argomenti morali.
Se vediamo le applicazioni della scienza o della tecnologia sono azioni e, in quanto tali, danno luogo a giudizi morali.
C’è un problema morale.
Ma si chiede Evandro Agazzi perché per le scienze bisogna avere un ramo specifico che si chiama bioetica?
Maurizio Mori sostiene che è necessario un ramo specifico perché tutto gira sul PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA E NON SUL PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA.
In sintesi secondo Maurizio Mori ciò che va contro la qualità della vita va evitato e se la qualità non è buona la vita va soppressa.
Allora ci sono più principi! E quali sono?
1- PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA
2- PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA (è una qualità della vita accettabile?)
3- PRINCIPIO DELLA LIBERA SCELTA (Etica Kantiana) LA SCELTA CHE CIASCUN INDIVIDUO FORMA ALL’INTERNO DELLA SUA COSCIENZA.
Quindi non serve alcuna BIOETICA ma è necessario prendere atto che per lo sviluppo straordinariamente rapido delle scienze e della tecnologia viviamo in successione vertiginosa situazioni inedite a cui è necessario dare un giudizio morale.
Le domande sono:
COS’E’ LA MORTE? QUANDO HA SMESSO DI VIVERE?
1- CESSAZIONE ATTIVITA’ RESPIRATORIA
2- “ “ “ “ CARDIACA
3- “ “ “ “ CEREBRALE
Quando? Quando c’è la MORTE CLINICA?
Dove c’è la scelta c’è una responsabilità morale.
C’è bisogno di DINAMICIZZARE una RIFLESSIONE MORALE, RELIGIOSA E GIURIDICA perché non si possono lasciare a se tesse le scelte sempre più accelerate degli scienziati e dei tecnici.
Infine bisogna rendersi conto che noi uomini VIVIAMO IN UN SITEMA ARTIFICIALE, NULLA E’ NATURALE.
INTERVENIAMO A MODIFICARE LA NATURA ANCHE QUANDO CI CURIAMO DA UNA INFEZIONE BATTERICA!
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LE INFRASTRUTTURE.
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE ANTROPOLOGICA ARTIFICIALE.
Siccome è tutto artificiale ci dobbiamo porre se ciò che andiamo a modificare è bene oppure è male. Bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.
di Antonio Bruno
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Cosa è bene e che cosa è male? Chi sono i buoni e chi i cattivi? Evandro Agazzi a Copertino in Provincia di Lecce afferma che bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.
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Sono arrivato un po’ in ritardo al Castello di Copertino e subito mi sono seduto nella sala grandissima e stracolma di studenti che ascoltava le parole sul genoma e sui pericoli insiti nella sua conoscenza di Lourdes Velazquez dell’Università Pontificia del Messico. Che poteva dire la professoressa se non mettere in guardia dai pericoli che possono nascere da una selezione del genoma e di un reclutamento in funzione di esso. Poi ha iniziato a parlare Evandro Agazzi Nato a Bergamo nel 1934 è stato ordinario di Filosofia della scienza all'Università di Genova dal 1979 e professore di Antropologia filosofica all'Università di Fribourg (Svizzera). Insegna attualmente Filosofia teoretica all'Università di Genova.Mi è piaciuto quando ha detto che siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Escludendo il nostro piccolo orticello, di cui possiamo dirci specialisti, per tutto il resto siamo tutti UOMINI DELLA STRADA. Ecco perché ci vogliono le iniziative che mettono in contatto l’elaborazione scientifica con tutti.
Il Professore afferma che c’è stata più divulgazione al castello di Copertino che negli Istituti Universitari e poi rivela un dato che è squisitamente antropologico: “In Italia si muore più di invidia che di cancro!”.
Ma passiamo alla definizione di Bioetica ovvero BIOS che significa VITA ed ETICA che significa MORALE per meglio dire la problematizzazione morale delle Scienze della Vita e le loro implicazioni. Tutto questo includendo il complesso delle scienze che prende il nome di “MEDICINA”.
MA CHE BISOGNO C’E’ DELL’ETICA? Siccome ci sono tanti interventi del clero, dei preti, uno si potrebbe chiedere se sia proprio necessario.
Lo sapete che si diceva che la scienza e la tecnologia sono buone cose così come sono buoni gli scienziati e i tecnici e che i cattivi sono i politici, gli industriali e i militari per il cattivo uso che fanno della scienza.
Lo dice Mario Bunge che scienza e tecnologia sono innocenti e che dobbiamo prendercela con i politici, i militari e gli industriali che ne fanno cattivo uso.
Ma secondo Evandro Agazzi non è così! Scienza e tecnologia non sono solo conoscenza ma anche azione e quando c’è l’azione ci sono implicazioni morali.
Ma ha senso un giudizio morale? Non esiste nessuna azione umana che non abbia un implicazione morale (buona o cattiva).
La progressione è la seguente: prima vi è l’intenzione, quindi c’è la norma e infine le azioni. C’è un esempio quello delle cellule staminali. Sono cellule che possono trasformarsi in qualunque cellula di un tessuto (possono diventare cellule del cuore o del cervello o dello stomaco ecc.) e che stanno negli ovuli fecondati e nei cordoni ombelicali. Per poterle usare si dovrebbero uccidere gli ovuli soprannumerari rivenienti dalla fecondazione assistita. Il problema allora diventa morale. Sia quelli che vogliono ammazzare gli ovuli che quelli che non vogliono farlo giustificano ciò che sostengono con argomenti morali.
Se vediamo le applicazioni della scienza o della tecnologia sono azioni e, in quanto tali, danno luogo a giudizi morali.
C’è un problema morale.
Ma si chiede Evandro Agazzi perché per le scienze bisogna avere un ramo specifico che si chiama bioetica?
Maurizio Mori sostiene che è necessario un ramo specifico perché tutto gira sul PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA E NON SUL PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA.
In sintesi secondo Maurizio Mori ciò che va contro la qualità della vita va evitato e se la qualità non è buona la vita va soppressa.
Allora ci sono più principi! E quali sono?
1- PRINCIPIO DELLA SACRALITA’ DELLA VITA
2- PRINCIPIO DELLA QUALITA’ DELLA VITA (è una qualità della vita accettabile?)
3- PRINCIPIO DELLA LIBERA SCELTA (Etica Kantiana) LA SCELTA CHE CIASCUN INDIVIDUO FORMA ALL’INTERNO DELLA SUA COSCIENZA.
Quindi non serve alcuna BIOETICA ma è necessario prendere atto che per lo sviluppo straordinariamente rapido delle scienze e della tecnologia viviamo in successione vertiginosa situazioni inedite a cui è necessario dare un giudizio morale.
Le domande sono:
COS’E’ LA MORTE? QUANDO HA SMESSO DI VIVERE?
1- CESSAZIONE ATTIVITA’ RESPIRATORIA
2- “ “ “ “ CARDIACA
3- “ “ “ “ CEREBRALE
Quando? Quando c’è la MORTE CLINICA?
Dove c’è la scelta c’è una responsabilità morale.
C’è bisogno di DINAMICIZZARE una RIFLESSIONE MORALE, RELIGIOSA E GIURIDICA perché non si possono lasciare a se tesse le scelte sempre più accelerate degli scienziati e dei tecnici.
Infine bisogna rendersi conto che noi uomini VIVIAMO IN UN SITEMA ARTIFICIALE, NULLA E’ NATURALE.
INTERVENIAMO A MODIFICARE LA NATURA ANCHE QUANDO CI CURIAMO DA UNA INFEZIONE BATTERICA!
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LE INFRASTRUTTURE.
MODIFICHIAMO LA NATURA CON LA NOSTRA ORGANIZZAZIONE ANTROPOLOGICA ARTIFICIALE.
Siccome è tutto artificiale ci dobbiamo porre se ciò che andiamo a modificare è bene oppure è male. Bisogna che ci fermiamo a riflettere tutti non delegando ai moralisti, ai preti o ai giudici il nostro destino.